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Autore: HeavenMayBurn    21/07/2010    2 recensioni
Perché aveva accettato di venire a trovare Olivier?
Chiariamoci, Andrew era il suo migliore amico, e con il tempo aveva imparato a volergli bene e ad apprezzarlo; ma in certi momenti le cose diventavano davvero insopportabili. Soprattutto quando erano davanti ad una chiesa che era così imponente da darti l’impressione di essere schiacciato al suolo, e dietro una vista che toglieva il fiato, e lui pensava solo a cercare bordelli e pub per ubriacarsi.
[Ralph Jurgens/Andrew McGregor]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Andrew McGregor, Ralph Jurges
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi presenti in questa storia (scritta senza alcuno scopo di lucro) sono stati creati da Takao Aoki e, no, non mi appartengono e non ho nessun diritto su di loro *surprise, surprise*

Note: In realtà sto perparando altre cose, anche su Beyblade, molto più serie di questa roba. Ma, essendo ancora bloccata in fase di plottaggio –AHIA!- e avendo la serata a disposizione mi sono data a questa roba. Soprattutto perché ho notato che nessuno si fila questi due, and it’s a shame!

Hanno un sacco di potenziale, ragazzi! (come tutta la serie, ma questa è un’altra storia).
La descrizione di Parigi deriva dai ricordi del viaggio che ho fatto ormai 3 anni fa (che per la mia memoria equivalgono agli anni dei cani) quindi non stupitevi e perdonatemi se in alcuni punti è sbagliata e non combacia ^//^

Grazie a tutti quelli che leggeranno/commentaranno/whatever :D
Love ya <3

Conteggio parole: 2.509

 

So Boring.

 

Avevano appena superato Place de la Concorde quando Andrew si svaccò ancora di più sul sedile della limousine, se mai era possibile, provocando un lamento contrariato di Ralph. Per di più aveva la musica dell’Ipod così alta che lui riusciva a sentirla distintamente, nonostante fossero separati da quaranta centimetri buoni.

La macchina si fermò davanti ad una lussuosa villa e un maggiordomo di mezza età uscì dal portone, dirigendosi verso di loro. 

-Ralph..- cominciò l’inglese con una voce leggermente lamentosa, afferrandogli la camicia. –Ralph, io non ci voglio andare da Olivier!-

Ralph sbuffò. Perché diavolo doveva sempre comportarsi da drama queen del cazzo? –Okay. Glielo dici tu, però-

-COSA?- lo sguardo di Andrew si fece improvvisamente spaventato. –No! Solo per invitarmi quello mi ha attaccato una pippa lunghissima al telefono! Se gli do buca mi uccide!-

-Ma quanto mi dispiace..- mormorò Ralph divertito.

Il maggiordomo aprì la porta. –Il signor Olivier è ancora fuori.. Se volete comunque accomodarvi vi mostrerò le camere-

Ralph lo ringraziò mentre Andrew si precipitò fuori, accendendosi una sigaretta. L’uomo lo fulminò con lo sguardo ma lui, incurante, attraversò il portone.

-La cena sarà servita alle otto di questa sera.- Ralph diede un’occhiata al suo orologio da polso, erano appena le quattro. –Se nel frattempo volete darvi una rinfrescata o visitare la città..-

-Buona idea, amico!- dichiarò Andrew non lasciandolo finire. Afferrò il polso del suo amico e si precipitò fuori.

–Okay,- cominciò guardandosi in giro. –Da dove cominciamo?-

Ralph sospirò. –Ah, non lo so.. Il geniale piano di fuga l’hai concepito tu-

-Oh, andiamo, Jurgens, sei bloccato nella città più romantica del mondo con me! Ammettilo che non vedevi l’ora!-

Ralph scosse la testa. –Oh, Andy, tu mi sai leggere così bene- commentò ironicamente.

-Sì, sì, come ti pare- esclamò lui con un gesto della mano. Tirò fuori una cartina che aveva piegato e messo nella tasca dei jeans, e si avvicinò ad una ragazza bionda che stava facendo jogging. –Ehi, scusa, sai come posso raggiungere Montmartre?-

Lei annuì spiegandogli brevemente la strada e scarabocchiandogli qualcosa sulla mappa, e poi se ne andò.

-Che ci vai a fare a Montmartre? Vuoi vedere la casa di Hemingway?- domandò il suo amico dubbioso.

-Ma ti pare? Se avessi ascoltato i racconti di Olivier..- cominciò Andrew sconvolto ma Ralph lo bloccò.

-Guarda che quello che non lo ascolta non sono di certo io-

-Sì, bhe, io ascolto le cose interessanti! E, comunque, se l’avessi ascoltato, ora sapresti che dietro a Montmartre c’è Pigalle.. Sexy shop e discoteche, ti dicono nulla?-

Ralph scosse la testa. Avrebbe dovuto saperlo. –E tu hai accettato di venire a Parigi per andare al Moulin Rouge?-

Andrew sorrise alzando le spalle e cominciando a camminare nella direzione che gli aveva indicato la ragazza. –Bhe, la Torre Eiffel e Notre-Dame li abbiamo visti dalla limousine..-

Lo condusse attraverso un sacco di piccole stradine e scalette di pietra.

Arrivati davanti alla Basilica del Sacro Cuore, un enorme chiesa di marmo bianco, l’inglese decise che doveva riposare e si sedette sul prato. -Dio, mi sembra che siano passate ore da quando siamo atterrati.. Al prossimo bar ci fermiamo!-

Ralph annuì non volendo litigare. Perché aveva accettato di venire a trovare Olivier?

Chiariamoci, Andrew era il suo migliore amico, e con il tempo aveva imparato a volergli bene e ad apprezzarlo; ma in certi momenti le cose diventavano davvero insopportabili. Soprattutto quando erano davanti ad una chiesa che era così imponente da darti l’impressione di essere schiacciato al suolo, e dietro una vista che toglieva il fiato, e lui pensava solo a cercare bordelli e pub per ubriacarsi.

Tirò fuori il proprio palmare e fece due foto, seguendo poi Andrew che si era già addentrato in altri vicoli.

Attraversarono una piazza con alcuni bar e delle case disposte a cerchio, su quasi tutte erano affisse targhe che ricordavano artisti e scrittori che vi avevano soggiornato.

Ralph si sentì quasi emozionato; tutte le volte che aveva visto un quadro di Picasso o di Van Gogh.. e ora lui era lì, esattamente dove avevano vissuto loro anni prima.

-Smettila di cazzeggiare- commentò Andrew prendendolo per un braccio e trascinandolo dentro un piccolo bar in una stradina secondaria.  

Appena si sedettero, una ragazzina della loro stessa età, con i capelli violetti raccolti in una coda alta e gli occhi verdi, gli si avvicinò sorridente. –Sapete già cosa prendere, ragazzi?-

-Io non- tentò di dire Ralph, ma Andrew fu più veloce.

-Portaci una bottiglia di.. Qual è il vostro vino migliore?-

-Bhe, abbiamo dell’ottimo Bordeaux-

-Aggiudicato!- esclamò Andrew togliendosi la giacca leggera e appoggiandola lungo la spalliera della sedia. –E anche qualche stuzzichino-

La ragazza se ne andò annotando tutto sul block notes e Ralph lo guardò sconvolto.

Cos’è? Nel mese in cui non si erano visti si era trattenuto per dare il meglio di se adesso?

-A parte che sono le cinque del pomeriggio- commentò. –Ma come diavolo ti è venuto in mente di ordinare anche per me?!-

Andrew sbuffò. –Andiamo, tu non volevi ordinare nulla! Che razza di tedesco sei se vai in un pub e non prendi nemmeno una birra?! Siamo in Francia, amico! La patria del vino, del formaggio e delle lumache! Se fosse qui, ti avrebbe sgridato anche Olivier, il che è tutto dire!-

-Oh, grazie Martha Stewart, i tuoi consigli sulla cucina tipica sono illuminanti-

-Dovere- ridacchiò lui. La ragazza tornò con le loro indicazioni e Andrew guardò Ralph che, rassegnato, pagò il conto. -Grazie, amico. Sta sera ti offro da bere finché non strisci per terra, che ne dici?-

-Andy.. Fra poco dobbiamo tornare, Olivier ci aspetta per cena-

-Oh, ma dai! Sai che io gli voglio un mondo di bene, è solo che, quando ci si mette, è così noioso!- sorridendo tirò fuori il suo Iphone pronto ad inventarsi una geniale scusa. “Olly, ciao.. Ascolta, io e Ralph siamo bloccati qui al centro perché lui..” Andrew si bloccò vedendo lo sguardo che l’amico gli lanciava, in stile ‘mettimi in mezzo e ti uccido’ “..Okay, io ho conosciuto questa ragazza che c’ha invitati fuori a cena e poi a ballare; domani parte, se non ci provo con lei sta sera non la vedrò mai più.. Sì, lo so che avrebbe dovuto essere una vacanza solo tra di noi.. Sì, lo so che c’e l’hai ancora con Gianni perché ti ha dato buca.. Senti, domani usciamo solo noi tre e ci divertiamo come pazzi, okay?..Sì, te lo prometto.. Okay, ciao.” Appoggiò il telefono sul tavolo versando a se stesso e a Ralph un po’ di vino. –Missione compiuta- 

-Sai che prima che ci perdoni passeranno secoli, vero?-

Andrew alzò le spalle. –Non credo; arriva Gianni, gli da una botta e tutto torna come prima.-

Ralph alzò le spalle bevendo un sorso di vino. –Non ti fa strano il fatto che stiano insieme?-

-Nah, l’ho sempre saputo. Quei due potrebbero scrivere una puntata di Queer as Folk- Andrew svuotò il bicchiere in pochi sorsi e se ne versò un altro po’. –Sai che cosa mi fa strano, invece? Che abbiano un’attività sessuale maggiore della mia, questo sì!-

-Oddio, il grande Andrew McGregor che ammette che anche per lui non c’è trippa per gatti. Cazzo, dov’è la telecamera quando serve?-

Andrew storse la bocca. –Ah, piantala! Non è quello che intendo! Il mio problema non è trovare una ragazza..-

-E allora qual è? Farla rimanere con te?- ridacchiò ancora.

-Sta zitto e bevi!- mormorò Andrew riempiendogli di nuovo il bicchiere.

Nonostante quando uscirono dal pub erano appena le sette e mezza di sera, Ralph si accorse di essere ubriaco. Non c’era altra soluzione, a meno che il porfido della strada fosse così inclinato anche quando era entrato.

L’ultima volta in cui si era sentito così era stato quando lui, Andrew e Gianni avevano rubato il whisky dalla cantina del castello. 

-Prossima tappa?- mormorò sbiascicando.

Andrew doveva proprio essere uno scozzese doc, uno di quelli che nel biberon bevono latte e scotch, altrimenti non si spiegava il fatto che sembrasse completamente normale. O forse, semplicemente, reggeva l’alcol meglio di lui.

-Quel ristorante italiano sembra carino..-

-Guarda che non sarà come mangiare una pizza a Roma.. Oliver ha detto di non fidarsi dei ristoranti tipici qui, non è come mangiare vero cibo italiano-

Andrew alzò un sopracciglio. –Hai mai mangiato in un ristorante di Londra? Ti assicuro che, dopo quello, persino le cavallette sono allettanti-

Si sedettero e Andrew ordinò –ancora per lui, pizza e birra. –In onore della tua terra- gli disse con un sorriso.

Già, peccato che quando era a casa lui non beveva quasi mai e ora ne stava pagando le conseguenze.

-Ho sentito Takao..- cominciò bagnandosi le labbra con la birra. Di sicuro a fine serata avrebbe vomitato. –Gli ho detto che se passa da queste parti per le vacanze può venire da noi..-

-Eh, che bello..- commentò l’altro sarcastico bevendo un sorso generoso.

-Sai che ha la ragazza? Si chiama Hilary..- domandò allora Ralph mordendo una fetta di pizza. No, decisamente non c’era paragone con quella che aveva assaggiato da Gianni.

Andrew rischiò di strozzarsi. –Oddio.. Se persino lui ha trovato qualcuno ed io sono ancora single vuol dire che sono davvero pessimo.. Sono pessimo, Ralph?-

Ralph sbatté gli occhi per qualche secondo. No, si era sbagliato, Andrew doveva essere ubriaco. Per forza, perché un discorso così non aveva senso, almeno non detto da lui. –Come?-

-Perché Takao ha la ragazza ed io sono ancora solo?- domandò ancora, finendo la birra.

-Bhe, non credo che il fatto che lui si sia fidanzato sia collegato con la tua condizione da single..-

-Sì, ma tu non capisci- esclamò ancora Andrew, colto sul vivo. –Tu hai il tuo bey e non pensi ad altro, per me è diverso. Cioè, io amo Salamalyon e il beyblading ma.. c’è di più, ecco.. Io voglio di più..-

Ralph prese un respiro chiedendosi se fossero solo i deliri di un ubriaco o se dovesse realmente rispondere. –Ascolta.. Non so quale sia il problema.. Non dovresti preoccuparti così, queste non sono cose che bisogna cercare.. Tu sei un bel ragazzo, hai carattere (okay, forse ne hai anche troppo, ma questo è un altro discorso) e prima o poi la persona giusta arriverà. Intanto hai me, hai Gianni e Olivier.. Alla fine loro dimostrano che ci si può innamorare delle persone più inaspettate..-

Oh, Cristo Santo! L’aveva davvero detto?!

Si, ma lui intendeva magari una sua fan, o una sua compagnia di scuola, o quella ragazzina di Londra che gli girava in torno da secoli -come si chiamava, Stephanie?

Ma davvero?

Andrew sorrise di un sorriso così diverso da quelli arroganti che sfoggiava di solito che Ralph non se la sentì di seguire quello che gli diceva il suo orgoglio e puntualizzare l’ovvio.

Che poi ovvio non era.

Siamo seri, la sua ultima frase si prestava a molte interpretazioni, una più imbarazzante dell’altra.

Andrew ritrovò il sorriso alla sua terza birra e la conversazione si spostò verso argomenti meno imbarazzanti.

Alle undici e mezza si alzarono dal tavolo e pagarono il conto. Appena usciti in strada Andrew si mise a camminare lungo la via principale, popolata da quelle che avevano tutta l’aria di essere prostitute.

-Dove stiamo andando?-

Andrew sorrise. –Ti porto a Les Folies de Pigalle.. Un mio compagno di scuola c’è stato e dice che è un posto carino-

Si ricordò di quando fantomatici amici di Andrew gli avevano consigliato delle discoteche a Berlino di cui lui non aveva mai sentito  parlare, e si era ritrovato con i suoi amici in una pista da ballo appiccicosa a muoversi come un tarantolato.

No, le discoteche non erano proprio il posto in cui si sentiva più a suo agio, ma per questa volta avrebbe fatto un’eccezione.

Ma perché? Si chiese poi.

Andrew pagò l’ingresso per entrambi e lo trascinò direttamente al bancone degli alcolici, ordinandogli un cocktail. –Vedrai- aveva detto –Con un po’ di alcol sarai molto più sciolto-

Già, ma il suo problema era che aveva già bevuto abbastanza alcolici.

Il dj stava suonando una di quelle canzoni famose che si sentivano in radio e che ormai gli facevano venire la nausea, l’interno era tutto nero e grigio e, dietro alla consolle, tre ragazzi con addosso dei pantaloni scuri ed un papillon stavano ballando.

Ralph prese un lungo sorso del suo cocktail e seguì Andrew in pista. Nonostante la quantità di bevande alcoliche che aveva ingerito, lui non si sentiva più sciolto anzi, era come la storia della quercia e dei rami di bamboo. Lui era la quercia, in piedi come un cretino in mezzo ad un sacco di persone che ondeggiavano.      

Andy invece sembrava molto più a suo agio, e lui non era il solo ad averlo notato visto che, nonostante l’alcol, il suo basso ventre si era svegliato e stava reagendo al modo in cui il suo amico andava su e giù, strusciandosi contro di lui.

Dio, doveva essere davvero ubriaco come una pigna

And un certo punto il suo amico gli mise una mano sulla spalla, continuando a ballare a ritmo di musica. –Dio, come sei impacciato.. Segui me!- decretò e, così dicendo, lentamente gli circondò il collo anche con l’altro braccio.

Era tutto così spaventosamente ipnotico.

Andrew si fermò un secondo, cercando il suo sguardo. –E’ stato carino quello che hai detto al ristorante..- mormorò. Poi, piano, sporse il volto verso il suo, toccandogli le guancie con le labbra. O era così ubriaco da non riuscire a tenere su la testa, o stava per baciarlo. Ralph chiuse gli occhi, protendendosi comunque in avanti con la bocca aperta, incastrando le mani nei capelli rossicci di Andy. Non sapeva che diavolo gli stesse passando per la testa, o perché lo stesso facendo, ma se proprio doveva farlo, almeno che lo facesse bene.

Ebbe una sensazione strana appena entrarono in contatto. Come se fosse, allo stesso tempo, sia la cosa più sbagliata che la cosa più giusta che avesse fatto da tanto tempo a questa parte.

Andrew baciava bene, dolcemente al contrario delle sue aspettative. Prima di entrare con la lingua dentro la sua bocca, gli lasciò due o tre baci a stampo.

La sua bocca era calda, sapeva di birra e pizza al prosciutto, e sembrava fatta apposta per essere baciata.

Andrew cercava comunque di seguire il ritmo della canzone, obbligandolo ad abbassarsi ogni volta che il brano lo richiedeva, facendo scendere una mano fino a stringergli il sedere.

-Mi accompagni a fumare una sigaretta?- domandò Andy quando la canzone ed il bacio finirono, prendendolo per mano.

Si sedettero su una panchina fuori dal locale e Andrew  tirò fuori pacchetto e accendino, offrendone una anche a Ralph che rifiutò.

-Sarà meglio che ti faccia venire in mente qualcosa di meglio da raccontare a Olivier domani mattina- disse. Anche se non aveva menzionato quello che era appena successo, probabilmente entrambi sapevano bene le implicazioni che si portava dietro.

Andrew sorrise, questa volta con uno dei suoi soliti sorrisi. –Bhe, dopotutto non gli ho mentito prima.. E, in più, sono riuscito a conquistare l’unica persona che valesse la pena di essere conquistata.-    

 

 

  

 

   
 
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