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Autore: Night Sins    24/07/2010    1 recensioni
Hanno appena finito di girare la scena finale della prima stagione di White Collar, Matt Bomer sente tutta la pressione accumulata e non riesce a comprendere cosa stia succedendo. Tim DeKay, suo collega e amico, tenta di aiutarlo, anche se le cose prenderanno pieghe inaspettate e a guidare i giochi potrebbero essere Peter e Neal, i loro personaggi... o forse no?!
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'If this walls could talk'
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Titolo: You make the difference
Fandom: RPF Actors
Personaggi:  Matt Bomer, Tim DeKay
Pairing: nessuno
Rating: G
Genere:  angst-hurt/comfort
Avvertimenti: oneshot
Timeline fine 1x14 Out of the box (1x15 Rapina al consolato); dopo aver girato  quella scena
Spoiler  per la fine della serie
Conteggio Parole: 954 (FDP)
Betareader: nessie_sun ♥ ♥
Disclaimer: "Io scherzo... forse." i personaggi sono realmente esistenti, quindi è ovvio che non mi appartengono. Con la mia piccola fic non voglio offenderli o altro, né ci guadagno qualcosa. Quanto ciò descritto non rappresenta, né vuole rappresentare, la realtà, è solo frutto della mia mente malata. // (cit. A.Costa) // I personaggi non sono miei, ma degli autori e di chiunque ne abbia diritto; tanto meno sono utilizzati a fini di lucro, ma solo per mero piacere personale.
Note: questa cosa è nata principalmente dal bisogno di donare tanto amore a Matt, dopo che in una intervista aveva detto di aver passato i dieci minuti dopo quella scena a continuar ad essere disperato. ç_ç




Pista di atterraggio a fianco dell'Hudson, hangar numero quattro.
Peter è arrivato appena in tempo per vedere Neal che si sta dirigendo all'aereo che lo porterà via con Kate. Quando lo chiama, gli sembra che sia quasi spaventato di vederlo lì.
Parlano di amicizia, del futuro -e quello di Neal sarà di sparire chissà dove con la sua amata, mentre Peter vorrebbe che restasse a New York-, finché Neal non gli restituisce il tesserino dell'FBI, segnando così la fine del discorso che l'altro sta facendo.
Strano come riesca sempre a stupirlo, anche se forse quello doveva aspettarselo, ma non può andare via così.
"Hai detto addio a tutti tranne che a me. Perché?"
Neal non vuole rispondere, tenta in tutti i modi di evitarlo, ma alla fine deve cedere.
"Perché sei l'unico che avrebbe potuto farmi cambiare idea."
"Ci sono riuscito?"
Neal lo guarda, è speranzoso mentre glielo chiede, e mille pensieri gli attraversano la mente, ma le parole sono troppe, o troppe poche, per riuscire ad esprimersi come vorrebbe. Si guarda intorno mentre il rumore del motore dell'aereo accompagna i suoi pensieri e vede Kate affacciata da un oblò. Avrebbe bisogno di molto più tempo per dirgli tutto quanto, ma non ne ha quindi si volta e si avvia verso la sua nuova vita.
Pochi passi e si ferma.
No, non può andare via così, non ora che lui è lì. Se non fosse arrivato, allora sì, sarebbe stato tutto più semplice, però, ora...
Quando si volta di nuovo lo sguardo di Peter è ancora così speranzoso, vorrebbe sorridere, ma è una cosa troppo importante per rischiare di metterla sullo scherzo.
"Peter."
Un'esplosione lo colpisce alle spalle. Cade a terra e tutto sembra svolgersi al rallentatore.
Non può essere vero, Kate era su quell'aereo. Vorrebbe correre verso di lei, salvarla, ma Peter lo blocca.
Il suo continuo "no" di disperazione si confonde con quello pronunciato dal suo amico, anche se è così diverso e secco.
Perché non lo lascia andare da Kate?
Vorrebbe dimenarsi ancora, ma non ne ha la forza; si accascia a terra accompagnato dall'abbraccio protettivo di Peter, che si accuccia accanto a lui.


Lo 'stop' del regista è arrivato come ovattato alle sue orecchie; Matt è ancora aggrappato a Tim che, accortosi che qualcosa non va, continua a stringerlo a sé.
"No, Kate..." ripete con le lacrime agli occhi.
"E' tutto a posto." mormora DeKay mentre ora anche gli altri si sono accorti del suo stato.
Matt annuisce sperando di rassicurare i presenti.
Sa che non è reale; razionalmente lo sa, ma non può fare a meno di provare tutte quelle emozioni, di sentirsi letteralmente distrutto per quanto hanno appena girato.
E' ancora appoggiato al collega, non sicuro di potersi reggere sulle proprie gambe se tentasse di alzarsi.
"Prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno." dice Tim posandogli un bacio sulla fronte.

Sembra un bambino spaurito, un bambino a cui non è rimasto null'altro al mondo se non sé stesso, e un agente dell'FBI che lo controlla ad ogni movimento.
"Sei l'unico di cui mi fidi." glielo ha detto lui, no?
E Peter non vuole tradire quella fiducia, sa quanto sia importante... Sa quanto il loro rapporto sia importante, per entrambi.
Neal ha bisogno di lui, adesso, di qualcuno che lo accompagni in quel momento difficile e poi gli resti accanto e Peter ha intenzione di essere quel qualcuno; in fondo, è l'unico.
Lo tiene abbracciato a sé finché non lo sente completamente rilassato; sconvolto come naturale che sia, ma più tranquillo.


Nessuno ha avuto il coraggio di avvicinarsi, come se la scena non fosse finita nonostante le telecamere spente.
Solo quando i due attori si sono rialzati un'assistente si è avvicinata con un bicchiere d'acqua che Tim ha preso prontamente per passarlo al collega.
"Grazie." dice Matt soltanto, prima di berne il contenuto.
Non sa se è un qualche reale potere dell'acqua, del bere acqua o cos'altro, ma la cosa importante è che sta funzionando, si sente sul serio meglio, almeno un poco.
Restituisce il bicchiere alla ragazza e poi si volta verso Tim.
"Meglio?" gli chiede l'uomo.
"Meglio." conferma sorridendogli appena.
DeKay ricambia il sorriso posandogli una pacca sulla spalla. "Direi che ora ci serve proprio uno di quei tuoi assurdi caffé da Starbuck."
"Ti piacciono i miei 'assurdi caffé da Starbuck'." replica il più giovane, un po' piccato, facendolo ridere.
Matt sbuffa sorridendo ora più sereno, sono stati dieci minuti terribili, ma sono passati, grazie anche a Tim.

Neal si è ripreso, osserva la scena come se ancora non ci credesse, ma sta analizzando ogni cosa razionalmente e ogni dettaglio sta prendendo il proprio posto.
'Mentore' è stata tutta una truffa, non volevano lasciare traccia di altri che sapessero del carillon; è certo che tutto sta in quell'oggetto d'ambra e che Kate sapesse quel segreto. Per questo è stata uccisa e sarebbe morto anche lui se non fosse stato per Peter.
Si volta a cercarlo con lo sguardo, sta parlando con degli uomini in divisa che sono arrivati nel frattempo, anche se non si è accorto di quando Peter li abbia chiamati; poi vede Diana e gli è tutto chiaro, almeno quello, è stata lei a telefonare.
Peter gli si avvicina e lo prende per un braccio. "Andiamo." dice soltanto trascinandolo via.
Neal si volta ancora una volta, giusto in tempo per vedere i pompieri estrarre un corpo dai rottami dell'aereo, e vorrebbe correre a controllare, sperando assurdamente che non sia Kate, ma l'agente Burke stringe la presa.
"Hai bisogno di farti visitare..."
"Sono graffi." lo interrompe secco.
"... e poi vedremo se è il caso di trovarti una nuova sistemazione." continua Peter, senza prestare attenzione alle sue parole.
"Sono libero adesso... E mi trovavo bene da June."
"Hanno cercato di farti fuori." lo informa ancora.
"Non me ne ero accorto..."
Il tono di Neal continua ad essere secco e distante, quasi non sembra più il solito Neal Caffrey. Peter si ferma e si volta a guardarlo. Ora sembra essere lui quello incapace di esprimere degnamente i propri pensieri.
"Andiamo." ripete sempre deciso, ma più dolcemente; azzarda anche un lieve sorriso rassicurante.
Neal abbassa la testa e si lascia condurre lontano dal luogo dell'incidente.
   
 
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