Videogiochi > Ace Attorney
Ricorda la storia  |      
Autore: queenseptienna    25/07/2010    2 recensioni
Miles Edgeworth aveva una paura incredibile dei terremoti. Si ricordava ancora quando, molto tempo prima, la scuola dove andava era stata sconquassata dal sisma e lui ne era rimasto terrorizzato.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Miles Edgeworth, Phoenix Wright
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo: Miles Edgeworth aveva una paura incredibile dei terremoti
Fandom: Phoenix Wright – Ace Attorney
Rating: R
Personaggi: Phoenix Wright, Miles Edgeworth
Genere: romantico
Avvertimenti: yaoi, sesso non descrittivo
Info: scritta per il p0rn fest di 
fanfic_italia  con il prompt Ace Attorney Phoenix Wright, Edgeworth/Phoenix, terremoto.
Info 2: dedicata a D. e D. che sicuramente saranno qui a leggere. Gioie, i due omini copulano, mettetevi nella zucca che io scrivo ‘sta roba e gli sfottò teneteveli per voi ç_ç Altrimenti non vi voglio più bene ç_ç cattiWi ç_ç
La storia non è betata.
Disclaimer: Phoenix Wright e tutta la sua serie di videogiochi è un marchio registrato Capcom e io non ne detengo alcun diritto. Nessuna violazione del copyright è intesa e questa è opera di fan (fangHérl XD)



Miles Edgeworth aveva una paura incredibile dei terremoti. Si ricordava ancora quando, molto tempo prima, la scuola dove andava era stata sconquassata dal sisma e lui ne era rimasto terrorizzato.
Andava ancora alla scuola pubblica all’epoca e suo padre era ancora vivo. Ricorda tuttora quel giorno, mentre il pavimento sotto i suoi piedi si disfaceva e i calcinacci piovevano sopra la sua testa come schegge impazzite, in mezzo a tutto quel frastuono.
E lui aveva semplicemente paura.
Si stava riparando la testa con le braccia, ma ad un certo punto una mano lo aveva afferrato per la giacchetta e lo aveva trascinato all’indietro, sotto un banco, proteggendolo da tutto quel pauroso caos. Quella testa piagnucolosa da porcospino di Phoenix Wright lo aveva tolto appena in tempo, prima di farlo fracassare sotto un pezzo di soffitto che era crollato. Lì, sotto quel banco e stretto al petto di Wright, la mano nella sua, Miles si era sentito al sicuro nonostante il terremoto.
E ancora continuò a stringere quella mano quando i vigili del fuoco iniziarono a scavare sotto le macerie e li ritrovarono, illesi sotto il banco, perché per quanto Edgeworth fosse perfettino, almeno Phoenix aveva ascoltato la lezione di teoria su come comportarsi durante il sisma.

 

 

 


-Non avere paura.-
Di nuovo come quel giorno di tanti anni prima, la terra vibra sotto i loro piedi. Phoenix ha spinto il suo assistito sotto il banco e poi è saltato dall’altra parte, trascinando Miles sotto il banco dell’accusa e seguitando a stringergli forte la mano.
Esattamente come allora.
-Non ho paura, non ho più otto anni.- rispose il procuratore, ma i suoi denti battevano forte e le sue spalle erano scosse da brividi.
-Ci sono io con te.- Wright gli ha sorriso, in quel modo che tanto irritava Miles, ma che al contempo lo rassicurava, solo che non lo avrebbe mai detto. Si è appoggiato contro il petto del difensore e lì è rimasto, in silenzio.
A terra ha tremato ancora per poco, ma va via la luce, grida ovunque, gente che strepita, di nuovo il tribunale vibra come se dovesse spaccarsi in due sopra le loro teste, ma per fortuna non lo ha fatto.
Quando arrivano i vigili del fuoco a soccorrerli, Phoenix ha aiutato Edgeworth a rimettersi in piedi e solo allora Miles ha potuto notare le profonde ferite sul corpo del suo “fidanzato a tempo perso”, provocate dai calcinacci mentre tentava di raggiungerlo.
E si sente in colpa.
Per essere un incapace.
Per ringhiare e mordere così tanto e non avere mai niente di buono per quell’avvocatucolo che, sin da bambino, è sempre al suo fianco, a prescindere da tutto.

 



-Ehi, se fai quella smorfia potrei quasi credere che sei preoccupato per me.-
In ospedale, steso in un letto asettico, in una stanza altrettanto piatta, tinta di bianco e verde muffa, Phoenix gli aveva sorriso come il più insolente degli avvocati.
Edgey non lo sopportava, ma si era costretto a non rispondergli a tono. –Forse lo sono.-
Il difensore aveva allungato una mano e aveva accarezzato una guancia al procuratore. –Non devi esserlo, è solo un graffio.-
-Devi smetterla di salvarmi durante i terremoti!- aveva esclamato allora il ragazzo dai capelli grigi. –Mi fai sentire in colpa!-
-Ma io non voglio farti sentire in colpa.- aveva risposto Phoenix, serissimo –Io devo proteggerti quando succede, o ti potresti fare male. Non sopporto quando stai male.-
Miles aveva spalancato gli occhi ed era rimasto un po’ impaurito da quello che gli stava dicendo l’altro. –Cosa stai cercando di dirmi?-
-Secondo te perché sto insieme a te?-
-Per… per prevaricarmi!- aveva risposto a fatica, cercando di rimanere fermo alla sua fredda logica.
-Non capisci mai niente.- Wright aveva voltato la testa di lato e aveva chiuso gli occhi, con espressione sconfitta e Edgey si sentì quanto di più vicino ad un escremento.
Si odiava.
E di nuovo quel senso di colpa strisciante lo ammorbava, facendolo sentire inadeguato rispetto a Phoenix. Sì, il difensore gli era superiore per tante cose. Ad esempio, non si faceva scrupolo ad amarlo senza riserve.
-Stammi a sentire, testa di porcospino!- aveva esclamato allora, slacciandosi quel pizzo inutile che portava sulla camicia e facendo saltare tutti i bottoni. –Io non so cosa vuoi da me, non sono bravo con certe cose. Spero che questo vada bene lo stesso.-
-Miles, fermati! Se entra qualche dottore…-
-Non entrerà nessuno.- ghignò il procuratore, allontanandosi per chiudere la porta a chiave.

 

 


-Miles…-
Phoenix ansimava, ignorando le fitte alle ferite. Faceva male, ma in un certo senso faceva anche bene. Edgey stava sopra di lui, nudo e splendido, mentre si calava lentamente su e giù facendo impazzire entrambi.
-Non so se faccio bene.- stava ansimando quest’ultimo –Ma credo di stare esprimendo la mia gioia per averti ancora vivo a stufarmi con le tue chiacchiere.-
-Hai degli strani metodi.- Wright stringeva le dita nel fianchi del procuratore, spingendo il bacino verso l’alto. –Vorrà dire che al prossimo terremoto mi farò più male.-
-Non ci provare!- Miles aveva aumentato il ritmo, sempre più veloce ed eccitante per entrambi. –Basta terremoti e basta ospedali, testa di porcospino.-
-Sì…- Phoenix aveva gettato indietro la testa, ignorando le fitte godendosi solo il piacere senza fine dei loro corpi uniti.

 


-Ti ho fatto male?-
-Miles, preoccupati ancora così tanto per me e potrei credere che presto o tardi mi dichiarerai il tuo amore!- Phoenix sì che sapeva come ridere, sapeva come scaldargli il cuore.
-Beh, non è una cosa difficile da indovinare.- Edgey aveva posato la sua testa sul cuscino, a fianco a quella del difensore. –Ma la prossima volta, durante un terremoto, lascia che sia io a proteggere te.-

 


FINE

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Ace Attorney / Vai alla pagina dell'autore: queenseptienna