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Autore: demon6666    27/07/2010    1 recensioni
L'Organizzazione ha trovato un modo di riportare in vita Teresa, la loro guerriera più potente, per ricostruire il suo esercito di Claymore. Teresa, però, non è intenzionata a ritornare nell'Organizzazione ed è, invece, determinata a ritrovare Claire.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiedo se debba andare a parlarle... no, probabilmente no, sembra abbastanza sconvolta, o magari ha bisogno di qualcuno con cui parlare? No, ne dubito, il modo in cui ha rifiutato il mio aiuto prima significa chiaramente che vuole essere lasciata sola... Teresa, perchè devi essere così complicata?

"Audrey" sibilò una voce maschile dietro di lei.

Audrey si voltò per vedere nientemeno che Jeves, in piedi col suo solito ghigno. La sua faccia era coperta di cicatrici e rughe, come quella di un veterano di guerra. ma quest'uomo era tutto fuorchè un veterano, era un mostro e gioiva solo della sofferenza degli altri. Jeves era l'incaricato degli "esperimenti" dell'Organizzazione. Si diceva che fosse lui il responsabile della creazione delle Claymore e che fosse stata sua l'idea di controllare il risveglio di Luciela. era uno dei membri più importanti dell'Organizzazione, secondo solo a Dae.

"Cosa vuoi che faccia?" chiese Audrey, scontenta di vederlo.

"Dov'è il mio adorato esperimento?" sibilò, girando la sua orrenda faccia per trovarla.

"Ha bisogno di un po' di tempo da sola"

"Tempo da sola? Come osi perderla di vista?"

"Mi spiace Jeves, non accadrà di nuovo"

Jeves mostrò un'aria di soddisfazione, come se credesse alle parole di Audrey. Era il tipo d'uomo che amava avere il controllo di tutto e tutti. Era un peccato che Dae fosse un suo superiore.

"Vai e riporta il soggetto al laboratorio. E' già passata un'ora e la sua forza dovrebbe stare ritornando. Non voglio rischiare che scappi. Dobbia metterla sotto chiave adesso che possiamo"

Audrey non sapeva che pensare. Dentro di sè, sapeva che qualcosa del genere sarebbe accaduto. Dopotutto che si aspettava? Non aveva certo pensato che l'Organizzazione avrebbe pianificato di impedire a Teresa di scappare una volta che le fosse tornata la sua piena forza.

Bella mossa Jeves, lasciarla libera quando non ha possibilità di fuga e imprigionarla quando ne avrebbe avuto l'occasione.

"Cosa vuoi fare con lei?" chiese Audrey, con una traccia di tristezza.

"Non sono cose che ti riguardano. Stai al tuo posto." sghignazzò freddamente mentre si girava e si avviava verso il suo laboratorio sotterraneo dall'altra parte dei campi di addestramento.


Teresa camminò per alcuni chilometri a sud del campo di addestramento prima di crollare al suolo vicino ad un fiumiciattolo.L'area era molto più verde del terreno arido dei campi di addestramento, il che era probabilmente dovuto al costante rilascio di yoki che rendeva sterile il suolo. Mentre giaceva vicino al fiume, poteva sentire lo scroscio dell'acqua che sciabordava sui ciottoli ed un uccello solitario che cinguettava una rilassante melodia su un albero vicino.

Immerse le mani nell'acqua piuttosto fredda che lenì la sua pelle graffiata ed infiammata e, semplicemente, giacque lì ad occhi chiusi.

Claire, spero che tu non mi veda mai in questo stato... Giuro che diventerò più forte per te e giuro che ti troverò. Aspettami, Claire.

Audrey osservò Teresa da una rupe vicina, appoggiata ad un albero a braccia conserte. Stava seriamente pensando di abbandonare l'Organizzazione perchè sapeva che, se non avesse aiutato Teresa, sarebbe stata la prima ad essere uccisa.

Audrey sospirò lievemente. Cosa dovrei fare? Non voglio riportarla indietro in queste condizioni. Specialmente non a qualcuno come Jeves. Conoscendolo la metterebbe sul tavolo degli esperimenti e la riempirebbe di tubi e aghi con quella malefica aria di soddisfazione sulla faccia.

Audrey balzò giù dalla rupe atterrando con un sonoro tonfo degli stivali. Magari posso dire che mi ci è voluto un po' per trovarla? No, troppo ovvio... o magari posso dire che aveva già recuperato la sua forza e che mi ha preso in ostaggio? Questo potrebbe funzionare. Pensò tra sè e sè.

Audrey cominciò a camminare verso Teresa quando notò lo yoki di un'altra guerriera in lontananza. No... erano gli yoki di due guerriere che si avvicinavano. Questo non va bene. Può solo significare che Jeves non si fida di me, il che rende la fuga con Teresa un'idea sempre migliore.

Audrey corse verso Teresa che rimase immobile sull'erba, come un animale morto. Audrey sapeva che non era morta, era solo esausta e, per quanto non volesse svegliarla, doveva farlo.

"Teresa, alzati. Ci sono due guerriere in avvicinamento."

Teresa aprì gli occhi e si voltò verso Audrey.

"Sembra che non si fidino più di te." proferì, suonondo esausta come prima.

"Teresa, ho deciso di scappare con te. Ora muoviti prima che ci raggiungano."

"Non mi serve il tuo aiuto. Posso sistemarle da sola" replicò senza speranza.

"Teresa..."

Dannazione, è troppo tardi. Sono arrivate.

Improvvisamente le due guerriere apparvero davanti ad Audrey fronteggiando Teresa. Audrey riconobbe subito Rachel, numero cinque dell'organizzazione, e un'altra Claymore sconosciuta, probabilmente una dei ranghi inferiori.

"Ehi, Audrey, qual è il problema? Non riesci a tenerla in riga?" chiese Rachel

"Rachel... uhmm, è parecchio sensibile ora e non credo sia una buona ide..."

"Hah, avanti, questa è la famosa Teresa, può reggere qualche strapazzo."

Teresa si limitò a giacere al suolo senza muovere un dito, il vento che soffiava tra i suoi capelli mossi.

"Rachel, possiamo parlare un momento?" chiese Audrey.

"Di che?"

Audrey fece segno a Rachel di seguirla, distanziandosi da Teresa e dall'altra guerriera.

"Rachel, non credo sia una buona idea. Dovremmo lasciarla qui in pace."

"Stai dicendo sul serio? Lasciarla qui? Sei troppo tenera, Audrey, lo sei sempre stata."

Audrey si voltò verso Teresa che continuava a stare lì, apparentemente incosciente, ad occhieggiare l'altra Claymore che sembrava sorvegliarla da vicino.

"E' solo che..." continuò Audrey

"Audrey... io ho degli ordini diretti da un superiore..." aggiunse Rachel

"E' Jeves, vero? Ti ha detto di non dirmelo in modo che non sapessi che non si fida di me."

Rachel sospirò lievemente e incrociò le braccia. Aprì la bocca per dire qualcosa ma la chiuse un attimo dopo, come se non sapesse cosa dire. Fissò Audrey negli occhi e continuò "Guarda, Audrey, te lo dico perchè sei mia amica... Sì, è stato Jeves, ma che resti tra te e me."

"Ti ha anche detto di tenermi d'occhio?"

Ancora una volta Rachel non sapeva cosa dire. Provò a mascherare la sua frustrazione voltandsi di lato e abbassando la testa, ma Audrey conosceva la sua amica troppo bene e sapeva esattamente cosa stava pensando.

"Audrey, riesci sempre a indovinare la verità" borbottò.

Ci fu un attimo di silenzio mentre Rachel si avviava verso Teresa, calciando l'erba con i suoi stivali mentre andava.

Ti prego Rachel, non farlo... per favore lasciala lì, per il suo bene e il mio... ti prego...

Rachel si inginocchiò davanti a Teresa e cominciò ad ispezionarla. Teresa non le faceva molta impressione, sembrava una guerriera ordinaria, non vedeva il mostro descritto nei libri di storia e nei racconti, ma a volte le apparenze possono ingannare.

"Perchè ti importa così tanto di lei, Audrey?"

Audrey non disse niente quando udì quelle parole. Rachel non si voltò nemmeno mentre aspettava la risposta della sua amica.

"Non lo so" replicò piano, suonando incerta.

Scuotendo la testa e muovendo le mani sotto Teresa, la alzò e si girò verso Audrey.

No, non voglio attaccare la mia amica... cosa devo fare?... Vale la pena salvare Teresa? Devo sfoderare la mia lama contro Rachel? O devo lasciargliela portare via?

Rachel poteva vedere la rabbia e la frustrazione della sua amica. Vide la faccia di Audrey cambiare immediatamente quando alzò Teresa. Vide Audrey stringere i pugni e muovere la mano verso il fodero sulla schiena per sfoderare la lama ed attaccare. Audrey, cosa ti è successo? Pensò tra sè e sè.

"Se vuoi colpirmi con la tua claymore, fallo ora" disse Rachel "ma, personalmente, non penso valga la pena sacrificare la nostra amicizia per questa persona che conosci a malapena... come sai che non ti si rivolterà contro non appena ne avrà l'occasione?"

Rachel esaminò il volto della sua amica e realizzò di aver colpito nel segno. Pensò di essere, finalmente, riuscita a convincere Audrey che quello che stava facendo era stupido e folle. Audrey abbassò la testa e chiuse gli occhi, rilassando i pugni. Immediatamente abbassò il braccio destro che si stava lentamente muovendo verso l'elsa della spada.

Dannazione a te, Jeves, hai mandato l'unica persona che sapevi non avrei attaccato a prendere Teresa... la cosa si fa pericolosa...


"Muoversi! raddoppiate il passo! Il soggetto deve essere portato al quartier generale il prima possibile!" sibilò Dae, seduto sulla sua poltrona simile ad un trono tenuta sollevata da due guerriere dell'Organizzazione con i volti senza emozione.

Davanti a Dae c'era il soggetto, chiuso in una gabbia d'acciaio, anch'essa sollevata dalle guerriere dell'organizzazione. Al soggetto erano stati somministrati dei soppressori di yoki poco prima per rallentare il corso dell'infezione.

"Dae-sama" chiamò uno dei servi

Dae si voltò alla sua destra e guardò giù dalla sedia verso uno dei servi che faticava a tenere il passo delle Claymore che lo portavano.

"Che c'è?" scattò freddamente

"Sono passate due ore da quando al soggetto è stato somministrato il soppressore. Un'infezione di questa portata dovrebbe avere esauritol'effetto della dose. Penso che dovremmo somministrargliene un'altra."

"No, lasciatelo così com'è."

"Ma, Dae-sama, e se..."

"Niente ma, stai al tuo posto. Decido io quando gli devono essere date le pillole!"

Il servo capì che era giunto al limite e tornò al suo posto, dietro le Claymore che portavano Dae.


Chi sono queste persone? Dove mi stanno portando? Cosa sono queste cose dentro di me? Dov'è Priscilla? Si chiese Raki mentre giaceva nella fredda gabbia d'acciaio. Stava combattendo l'infezione da un pezzo ormai. Le pillole che gli avevano dato avevano aiutato, ma lo avevano anche, reso debole ed esausto. Sono membri dell'Organizzazione?

A Raki non piaceva come le cose stavano andando. Era chiaro che quella gente era interessata a lui solo per via dell'infezione che gli stava invadendo il corpo. Poteva sentirne i tentacoli invadere le sue stesse vene e farsi strada verso i suoi organi interni. Ruggì dal dolore quando uno di essi tentò di oltrepassare una costola, fratturandola.

Devo combattere... Non permetterò... a questa cosa... di avermi...

Dae tenne d'occhio Raki durante l'intero tragitto. I suoi occhi erano fissi sul ragazzo come quelli di un falco sulla preda. Dae sapeva di avere qualcosa di speciale, sapeva che Raki doveva avere qualcosa di speciale che gli consentiva di combattere l'infezione, ma cosa fosse questo qualcosa, sarebbe stato compito di Jeves scoprirlo.

Dae stava perdendo la pazienza. Il viaggio era troppo lungo, non vedeva l'ora di saperne di più su questo giovane e sulla sua abilità di fermare un'infezione così insidiosa. Si umettò le labbra prima di parlare.

"Ehi, tu, giovanotto, qual è il tuo nome?" chiese educatamente.

Raki era troppo sovberchiato dal dolore per rispondere. L'ultima cosa che voleva era parlare a quest'uomo che gli faceva una pessima impressione, sapeva che quell'uomo voleva dire brutte notizie. Bastava guardare alla sua orrenda faccia per capirlo.

"Riesci a sentirmi, ragazzo?" aggiunse

Radunando tutta la sua forza di volontà, Raki riuscì a dire: "Chi sei?"

"Oh, cielo, rispondere ad una domanda con un'altra domanda è scortese, non te l'hanno insegnato i tuoi genitori?" sibilò l'uomo.

Raki chiuse gli occhi e si afferrò saldamente la spalla, mentre un'improvviso picco di dolore si sviluppò da essa. Sentiva la sua spalla diventare insensibile, quasi non riusciva più a sentirla. Di questo passo... l'infezione vincerà... pensò tra sè.

"Oh, mi dispiace, che maleducato. Non ti ho nemmeno chiesto se hai dei genitori... o se sono ancora vivi..." disse freddamente

Raki si voltò verso di lui mentre sentiva la rabbia montare. Improvvisamente si scordò dell'infezione e fissò l'uomo negli occhi. Dae realizzò che quello che aveva detto aveva causato una risposta emotiva e mostrò un ghigno sinistro.

Eccellente, sembra che la rabbia aiuti a combattere l'infezione... Pensò Dae-sama tra sè.

"Oh, quindi i tuoi genitori sono morti? Che peccato... Dimmi, tuo padre ha gridato come una femminuccia quando lo yoma gli stava mangiando le budella?"

Raki grugnì mentre si voltava dall'altra parte, concentrandosi di nuovo sull'infezione.

Priscilla... Claire... Dove siete?... Ho bisogno di voi, ora più che mai... vi prego... trovatemi...

Dae chinò la testa e incrociò le braccia. Una traccia di soddisfazione si fece strada sul suo volto al realizzare che questo esemplare era roba grossa.

Mi renderai molto orgoglioso, giovanotto... goditi il tuo tempo in quella gabbia. Ti assicuro che ti sembrerà il paradiso al confronto con ciò che ho in serbo per te più tardi.


Nota del traduttore: ero indeciso se lasciare "Luciela", come nella versione inglese, o adottare la traduzione italiana ufficiale "Luisella". Alla fine ho lasciato "Luciela" perchè "Luisella", francamente, fa ridere se attribuito ad un'Abissale. Il che vorrà dire che, per conservare l'assonanza, "Raphaela" verrà reso con "Raffaela" e non con "Raffaella". Colgo l'occasione anche per commentare il discorso "Abissali": probabilmente userò preferenzialmente la forma "Abissale", dal momento che è una traduzione più letterale dal giapponese "Shin'en no mono" (che letteralmente vuol dire qualcosa come:"quelli dell'abisso"). Inoltre è decisamente meno pesante di "Guerrieri del Crepuscolo" (la traduzione italiana ufficiale). Può, comunque, darsi che, per evitare ripetizioni, qualche volta mi trovi costretto ad usare "Guerrieri del Crepuscolo"

  
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