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Autore: Lales    01/08/2010    8 recensioni
Greta senza pensarci un secondo arrotolò il quadernino che aveva poggiato sul bracciolo del divano e glielo tirò dritto sulla nuca, provocando un rumore sordo che si espanse nel salotto silenzioso. "Ahia!" gridò Tom mettendosi una mano sulla parte colpita "Ma sei scema?!"
"Sì Tom, sto con te, è normale che io non sia del tutto sana..."
(Continuo di Mach mich nicht verliebt)
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IA Icap 1. Pieces of what.


Tokio-Tom pronto per diventare padre.
Secondo un comunicato ufficiale rilasciato dal management della band, Tom tra esattamente nove mesi diventerà padre, infatti a quanto viene scritto nel comunicato, la sua fidanzata, Greta Kerner, sarebbe incinta di sei settimane.
La band inoltre fa sapere che fino alla fine di questo periodo non rilascerà interviste e non suonerà dal vivo. Nonostante questa pausa, ci fanno sapere che stanno lavorando al nuovo album, che vedrà la luce il prossimo anno. Doppi auguri quindi, per il bambino e per il nuovo album!

Tom Kaulitz insieme al gemello Bill e alla sua fidanzata Greta Kerner, si gode un momento di relax sulle spiagge della Polinesia. La ragazza incinta di quattro mesi del chitarrista non lo perde d'occhio neanche un istante, ma poi si diverte anche lei a giocare in acqua insieme a Bill. I tre sono inseparabili, ovunque vadano vengono avvistati sempre insieme. I Tokio Hotel hanno annunciato pochi mesi fa un periodo di pausa, per dedicarsi alle proprie famiglie e per preparare il nuovo album previsto in uscita l'anno prossimo.

Nonostante la pausa annunciata dal gruppo, ogni volta che i gemelli dei Tokio Hotel, Bill e Tom Kaulitz, si fanno vedere in giro, c'è sempre qualche paparazzo che li fotografa. Questa volta sono stati avvistati a New York dove hanno trascorso qualche giorno, prima di ripartire per Miami, dove a quanto pare sono occupati con le registrazioni del nuovo album.
Insieme a loro alcuni membri dello staff e la fidanzata di Tom, Greta Kerner, incinta di cinque mesi.

AVVISTATI! Tom Kaulitz e Greta Kerner, incinta al sesto mese di gravidanza, sono stati visti a passeggio per le strade di Londra mentre erano occupati a fare shopping per il loro primogenito in arrivo; il sesso del bambino è ancora avvolto nel mistero. Insieme a loro il fratello gemello di Tom, Bill. Fonti vicine ai fratelli Kaulitz ci fanno sapere che Bill è particolarmente eccitato all'idea di diventare zio, e non vede l'ora che nasca suo nipote. Tom e Greta sono fidanzati ufficialmente dall'anno scorso e nonostante alcuni problemi che avrebbe avuto la ragazza con delle fans del gruppo dei Tokio Hotel, la loro relazione pare procedere a gonfie vele. Chissà che nomi avranno in mente per il loro bambino o bambina, non ci resta che aspettare per scoprirlo.

___

La spalla di Tom non era particolarmente comoda, anzi, era spigolosa. Ovviamente sempre meglio di quella di Bill, quella ti entrava direttamente nella tempia.
Greta era stanca, mostruosamente stanca, e quella sensazione di spossatezza andava avanti ormai da diverse settimane. Non poteva farci niente, era incinta, ma si era promessa che niente l'avrebbe fermata dal fare le comuni cose che avrebbe fatto in condizioni normali.
Però in quel momento, in quel privé di quel locale all'ultima moda, con le luci che le pulsavano negli occhi ed un bicchiere di succo d'ananas davanti, non dimostrava di divertirsi molto. Stessa cosa non si poteva certo dire per le due mummie a cui si accompagnava. Quella sera Tom, preso da un momento di entusiasmo svanito nell'esatto momento in cui aveva messo piede fuori di casa, aveva deciso di portare entrambi in quel posto, più che altro per evitare al gemello l'ennesima serata di depressione galoppante davanti alla televisione.
Bill infatti non stava bene, o meglio, male non stava, ma non stava neanche bene. Dopo che Heike gli aveva preso il cuore, l'aveva appallottolato e gettato nella raccolta differenziata della carta, Bill non riusciva a pensare ad altro quando non aveva la testa occupata.
La maggior parte del tempo riusciva a non pensarci, specialmente quando era in giro con il fratello e la sua migliore amica, ma quando si trovava in compagnia del silenzio assordante dei suoi pensieri, non ce la faceva a non andare a finire in quell'angolo di cervello dove aveva riposto il viso di Heike, e Heike. Non riusciva neanche ad odiarla perché con il tempo aveva capito che quello che gli aveva scritto era maledettamente giusto, eppure quel “non farmi innamorare” gli rimbombava nel cervello ogni volta che pensava a lei. Nonostante quello se fosse tornato indietro avrebbe rifatto tutto quanto da capo. Dopotutto seguiva il suo cuore ad ogni costo - evitando con cura la razionalità - ed anche se in quel momento era un po' rattoppato e sanguinante, riusciva a seguirlo bene o male nello stesso modo. Quel periodo della sua vita era parecchio strano, per quanto potesse stare male per una persona che l'aveva rifiutato, dall'altro, con la nascita del bambino, sentiva che c'era amore vero nell'aria. Sentiva amore nei confronti di qualcuno che non aveva ancora conosciuto, ed era assolutamente bellissimo ed emozionante.
Giocherellò con la cannuccia della sua Piña Colada e si girò a guardare verso Tom, con Greta che si era immobilizzata con lo sguardo e la testa poggiata contro la spalla del fratello.
- Quanta allegria a questo tavolo! - disse ironico alzando un sopracciglio, mente il fratello con una smorfia di disappunto si portò di nuovo la cannuccia alle labbra e continuò a bere senza dire niente.
Non c'era niente da essere allegri in quel momento, anzi, non sapeva neanche perché gli era venuta la malsana idea di uscire di casa. Da quando Greta era incinta e da quando alcuni mesi prima delle fans le avevano dato del filo da torcere, per lui l'unica opzione plausibile era quella di rimanere confinati dentro le mura domestiche ed uscire solo per necessità; proprio per quel motivo in quegli ultimi sei mesi erano stati molto poco ad Amburgo ed avevano viaggiato spesso cercando di lasciarsi quegli episodi alle spalle.
L'ansia che si sentiva addosso l'aveva sopraffatto. Stava malissimo ogni giorno che passava; ma non un male curabile con un medicina o altro, un male interiore che però gli piaceva avere. Era la paura di diventare padre, era quella sensazione di assurda paura per qualcosa che sta per arrivare, e nonostante sia più piccola di te, è in realtà il doppio più grande, più devastante, immensa. Era la responsabilità che l'aveva cercato, l'aveva trovato, e si stava insinuando dentro di lui. La responsabilità di essere un punto di riferimento per qualcuno.
Dopo sei mesi era riuscito ad abituarsi all'idea, e alcuni giorni non vedeva l'ora che Greta partorisse per poter conoscere suo figlio, ma altri giorni avrebbe voluto che quel periodo non terminasse mai.
Stavano bene, stavano magnificamente. Era uno dei periodi più belli che avesse mai vissuto in vita sua; eccetto quella piccola depressione gestibile del fratello, lui e Greta si capivano su ogni cosa, e viaggiano sulla stessa identica lunghezza d'onda. Per questo motivo aveva paura che la nascita di un figlio avrebbe portato talmente tanto scompiglio nel loro rapporto, che niente sarebbe stato più come prima. Aveva una paura fottuta Tom, glielo si leggeva negli occhi, ed anche Greta ne era perfettamente a conoscenza, perché era lo stesso problema che aveva anche lei.
- Perché non andiamo a comprare qualcosa da mangiare e ce ne andiamo a casa a giocare a carte? - sbadigliò Greta.
Bill si girò estraendo il suo sguardo sprezzante e il sopracciglio alzato – Ma quanti anni avete? Novantadue? -
- Io ci sto, – disse subito Tom finendo di bere il suo drink e posando il bicchiere sul tavolo con un sonoro colpo – mi sto addormentando -
- Era stata una tua idea quella di venire qui! - rispose il gemello quasi offeso.
- Confidavo in te e nel tuo amore per la vodka! -
- Stasera non sono in vena di bere – disse guardandosi intorno – però questo locale non è male tutto sommato -
- No, non è male -
- Non ci eravamo mai venuti vero? -
Greta aveva alzato la testa dalla spalla di Tom, e con il suo succo d'ananas in mano, stava guardando dritto di fronte a lei, verso il bancone del bar, ascoltando in sottofondo le voci dei gemelli.
La vista probabilmente le stava giocando dei brutti scherzi, perché proprio in mezzo alla folla, proprio vicino ad una luce bianca accesa, c'era una persona che le sembrava di conoscere. Socchiuse gli occhi incerta mettendo le mani poggiate sulla fronte per pararsi, inutilmente, dalle luci stroboscopiche, e sbatté le palpebre più e più volte. Era così simile ad una persona, ma non riusciva a ricordarsi bene chi.
- Split! – urlò verso il ragazzo che si girò a guardarla – Ma quella lì chi è? -
- Quella chi? - domandò Tom annoiato, mentre Bill si interessava al suo cellulare piuttosto che all'ennesima conversazione dei due.
- Quella mora con quel vestito dorato, la riconosci? -
- No, perché? Dovrei? - chiese perplesso ed anche un po' impaurito che fosse qualcuna che non riconosceva mentre Greta sì.
- La conosco, ma non mi ricordo chi è... è diversa... -
- Se si girasse meglio verso di noi potrei riuscire a guardarla in faccia, però di fisico sta messa bene... -
Greta sbuffò richiamando l'attenzione di Bill, gli strattonò un braccio e lo fece girare verso la direzione desiderata.
- Chi è quella? Quella con il vestito dorato... - gli indicò la ragazza mettendosi in attesa.
- Non le vedo la faccia... - rispose lui con tono piatto ritornando a concentrarsi sul telefono.
- Ecco, ecco – disse Tom ora interessato alla vicenda – si sta girando, guarda... -
Greta la vide girarsi e dirigersi proprio verso il loro tavolo; solo quando vide il suo modo di camminare, e il sorriso che fece verso l'amica, la riconobbe.
- Oh, cazzo – esclamò scioccata subito seguita da altrettante imprecazione da parte di Tom anche lui arrivato a collegare il viso con il nome.
- Si è girata? - chiese Bill curioso guardando nel punto che gli aveva indicato precedentemente l'amica, e notando che la ragazza con il vestito dorato stava arrivando proprio davanti al loro tavolo. La cosa di cui non si accorse subito era che quella ragazza la conosceva, la conosceva benissimo, ma vederla in quel modo, dopo anni che si erano persi di vista era un vero e proprio momento di puro panico. Dopo tutto quello che aveva attraversato per lei, per togliersela dalla testa, se la ritrovava davanti a pochi metri di distanza, come aveva desiderato per molto tempo.
- Isa... – sussurrò senza fiato con gli occhi sgranati verso la ragazza che non aveva dato il minimo segno di averlo visto.
Le gambe si mossero da sole, perché all'improvviso Bill si ritrovò in piedi, fece qualche passo verso di lei e le prese un braccio, facendola girare di scatto.
- Isa? - chiese perplesso ma sicuro che fosse lei.
La ragazza di fronte a lui sgranò gli occhi sorpresa, mettendosi una mano sul petto – Bill? - domandò scioccata – Cosa ci fai qui? -
Il cantante rise – No tu cosa ci fai qui, non pensavo vivessi ad Amburgo! -
- Oh mio dio– disse senza fiato non sapendo cosa fare, si decise poi ad abbracciarlo, stessa cosa che fece poi lui.
Bill la strinse tra le sue braccia e per un attimo non senti più la musica assordante, ma al suo posto il suono di un pianoforte, e le luci si erano sostituite con il buio totale. Aveva chiuso gli occhi e si era lasciato andare tornando per un istante a quando aveva tredici anni.
 - Infatti non vivo ad Amburgo – gli spiegò dopo essersi staccata dalla sua presa, lui riaprì gli occhi di colpo e la musica e le luci lo fecero sussultare – sono qui da una amica. Cavolo, è assurdo che tu sia qui ed io sia qui! -
- Già, infatti, che strano vederti! –
- Anche a me fa strano vederti signor cantante dei Tokio Hotel - ammiccò lei facendogli l'occhiolino.
Bill rise imbarazzato portandosi un ciuffo di capelli dietro l'orecchio e girandosi verso il tavolo che aveva abbandonato, Greta e Tom avevano assistito basiti alla scena.
- Ci sono anche mio fratello e Greta... -
- Greis? - chiese la ragazza ridendo spostando gli occhi verso la coppia – Non ti avevo vista! -
- Davvero? È un po' difficile non notarmi...– disse alzandosi e scansando Tom, che si trovò con la pancia della ragazza in faccia, mentre salutava Isa con un abbraccio.
- Ciao Tom -
- Ciao – salutò piatto girando poi subito il viso verso il bicchiere che aveva davanti, mentre Greta era rimasta in piedi per parlare con lei.
Tom odiava Isa, l'aveva sempre odiata e probabilmente la cosa sarebbe continuata all'infinito. La odiava perché nel periodo in cui era stata con Bill, l'aveva completamente manipolato a suo piacimento. Si ricordava che il fratello era completamente irriconoscibile e si ricordava anche di tutte le volte che avevano litigato per quel motivo.
- Non ti avevo riconosciuta! Sei così... diversa... – le disse Greta perplessa posando le mani sulla pancia e ricordando per un istante i vari momenti in cui l'ex ragazza di Bill era stata capace di divorare quantità assurde di panini e patatine.
- Già stai benissimo... – annuì anche il cantante riprendendosi da un momento di catalessi in cui era rimasto imbambolato a fissarla.
- Sì, sono stata a dieta per anni dopo quel periodo in cui ci frequentavamo... ora è già da diversi tempo che sono così! – rise annuendo – Però devo dire che voi state benissimo, Greta tu sei bellissima! -
- Grazie – cinguettò lei girandosi una ciocca di capelli.
- Ed anche tu Bill, sei... stupendo! -
- Sì, beh... grazie... -
- Allora, vogliamo andare? - chiese Tom alzandosi e mettendo una mano sul fianco di Greta.
- Andate già via? È presto! -
- Sì, ultimamente siamo un po' noiosi – ammise Greta distratta mentre il ragazzo la aiutava ad infilarsi il cappotto.
Tom guardò il gemello, e si rese conto dell'espressione assolutamente da idiota che aveva sulla faccia, la stessa identica espressione che aveva quando stava con lei. Cosa gli faceva quella donna nessuno l'aveva mai capito.
- Bill, allora? -
- Io... - mormorò verso Isa – devo andare, ma fino a quando rimani? -
- Fino a domani sera -
- Capisco, beh... domani allora potremmo... -
- Perché non rimani, ti accompagno a casa io, sono con la mia macchina -
Bill sgranò gli occhi e guardò verso Tom, come se dovesse dargli il permesso per rimanere. In realtà inconsciamente, voleva che lui gli desse il permesso per rimanere, perché sapeva che non avrebbe approvato, dato che poco ci mancava che non mettesse fuoco al vestito di Isa con l'accendino.
- Ma sì, rimani – lo incitò Greta facendogli l'occhiolino – divertiti! -
- Davvero? -
- Sì, stai tranquillo... - continuò la ragazza.
- Tomi? - chiese insicuro.
Ma il gemello si limitò a mettere le mani sulle spalle di Greta e spingerla leggermente verso l'uscita.
- Ci vediamo a casa – mormorò scocciato e poi scomparve dalla sua visuale.


- Lo vedi com'è quand'è con lei? Si trasforma in un burattino! -
Tom aveva appena chiuso la porta finestra ed aveva cominciato a parlare da solo.
Reduce da una solitaria sigaretta dove si era congelato le mani ed anche tutto il resto, all'aria glaciale di Amburgo, aveva rispolverato il tanto amato astio nei confronti di Isa.
Non c'era niente da fare, la odiava nel vero senso della parola e non voleva che stesse vicina a suo fratello. Il discorso l'aveva iniziato da solo nella sua testa, ma era convinto che Greta l'avrebbe seguito nel suo ragionamento anche se non avesse menzionato di cosa stesse parlando.
La ragazza lo guardò con gli occhi sgranati ed un cucchiaio in bocca, mentre si apprestava a risedersi sul divano dopo aver rubato un barattolo di gelato dal freezer sperando tra l'altro di non essere scoperta. Ma Tom non ci fece caso per niente, si levò il cappuccio dalla testa e la raggiunse coprendo poi entrambi con una magnifica copertina a quadretti rossi e gialla.
- Sono sicura che quando ce ne siamo andati si è ripreso dallo shock, d'altronde non si vedevano da anni – minimizzò la bionda cercando di rassicurarlo.
- No, ne sono convinto, ora starà pensando qualcosa come “era un segno del destino, io e lei  dobbiamo stare insieme” - disse imitando la voce del fratello - Quanto ci scommetti che scopano?  -
- Sempre delicato tu eh... - lo rimproverò Greta storcendo la bocca - Ma anche se fosse? -
- No, io sono contrario, meglio Heike di Isa, anche se si è comportata di merda con lui -
- Ti devo ricordare che Bill è stato cinque anni a pensare a lei? -
- Sì però poi è riuscito a smettere... -
- Perché era arrivata Heike... -
- Infatti ora stava pensando a lei, e smetterà di farlo perché è tornata Isa, è un fottuto circolo vizioso! -
- Split, Bill è fragile da questo punto di vista, ma farà sempre e comunque quello che vuole lui. Se stanotte si sentirà di andarci a letto o di baciarla o non so che altro, lo farà -
- Ma proprio adesso che si stava riprendendo? - piagnucolò Tom – Finalmente dopo sei mesi eravamo riusciti a recuperarlo... c'è qualcuno che ci vuole male lassù, me lo sento... -
- Al di là di quello che succede nella sua mente, alla fine sta bene. Lo so che tu sei preoccupato, lo sono anche io, specialmente quando parla a vanvera, però starà bene, ha bisogno solo di un altro po' di tempo... questa pausa sta facendo bene a tutti quanti -
Tom serrò lei labbra e annuì mestamente - Spero che non faccia cazzate, anche se conoscendolo meglio di me, almeno una la farà sicuramente -
- Dai! – esclamò fiduciosa – Come sei negativo! -
- Non sono negativo, è che farebbe quello che farei io -
- Ecco, allora farà una cazzata -
- Te l'ho detto! -
- Tu cosa faresti? - chiese Greta incerta.
- Me la scoperei e poi fuggirei nella notte - rispose con noncuranza annuendo leggermente con la testa, non avendo però il coraggio di guardarla negli occhi.
Greta senza pensarci un secondo arrotolò il quadernino che aveva poggiato sul bracciolo del divano e glielo tirò dritto sulla nuca, provocando un rumore sordo che si espanse nel salotto silenzioso.
- Ahia! - gridò Tom mettendosi una mano sulla parte colpita - Ma sei scema?! -
- Sì Tom, sto con te, è normale che io non sia del tutto sana, comunque non ci pensiamo, piuttosto passiamo all'argomento dell'anno! -
- Va bene, ma se ci va a letto io te l'avevo detto – rispose indicandola con fare minaccioso e avvicinandosi a lei sul divano.
- Ok – rispose stancamente aprendo il quadernino dalla copertina verde.
- Dove eravamo rimasti l'ultima volta? -
- Non mi ricordo... – rispose pensieroso prendendo il quaderno dalle mani di Greta – Mi pare ad Etienne -
- Che io avevo detto che mi piaceva... -
- Ma io a mio figlio un nome francese non glielo do... - si infilò la matita trovata tra le pagine in bocca e ne mordicchiò la fine, perplesso.
- Perché? -
- Perché no! -
- Ma tu ti chiami Tom! -
- Eh... appunto, Tom non è francese -
- Non hai capito la battuta!– rispose sbuffando – Comunque, poi cosa avevamo scritto? -
- Jayden -
- Carino, – mormorò la ragazza dondolando la testa – tu che dici? -
- No, non mi piace, Jayden Kaulitz suona malissimo – rispose sicuro, mentre Greta si apprestava finalmente a fare suo il barattolo di gelato portato sul divano.
- Invece è carino – continuò affondando il cucchiaio nel doppio strato di cioccolato fondente con scaglie di cioccolato bianco e pezzi di brownie al caramello.
- No, non mi piace, andiamo avanti... io avevo scelto Attila -
- Neanche morta! -
- Perché? È bellissimo! -
- Mi sa troppo di bambino che ti devasta la casa, e la salute, e vorrei arrivare almeno ai trenta, sai com'è? -
- L'avevo scelto così, non è tra i miei preferiti -
- I tuoi preferiti sono nomi assurdi! -
- Non mi pare proprio! -
- Togliti dalla testa di chiamarlo Lambo se è un maschio! - disse la ragazza leccando il cucchiaio per poi puntarglielo addosso per minacciarlo – E neanche Gallardo o Murcielago, chiaro? -
- Ma Greis... – rispose scuotendo la testa – sono dei nomi importanti! -
- No, non esiste, piuttosto passa alla lista dei nomi da femmina -
Tom la fulminò con lo sguardo un secondo per poi tornare pensieroso al quadernino dalla copertina verde - Allora... togliendo tutti i nomi di donne che mi ricordo di essermi fatto... -
- Ah, è vero perché ci sono anche quelli che non ti ricordi... - annuì lei ironica.
- Non è che me le posso ricordare tutte – si giustificò mordicchiando la matita continuando a guardare il quaderno – io direi... Camilla, Daria e Ella... -
- Non mi piacciono -
- Ok allora sceglilo tu – sbuffò incrociando le braccia.
- Ti avevo detto che mi piaceva Hannah e poi anche... Kaja -
- Non gli possiamo dare un nome con la K, poi ci sono troppe K e suona male -
- Ma chi se ne importa se suona male! -
- A me importa, deve suonare bene... il figlio di un musicista deve avere un nome che suona bene -
- Scusa chi sarebbe il musicista? - chiese la ragazza fissandolo seria, ma lui non la calcolò per nulla, come se non avesse parlato.
- Poi, abbiamo anche... Lena, che secondo me sarebbe carino -
- Forse... poi? -
- Poi avevo scritto Jessica Alba -
- Jessica Alba Kaulitz, fantastico! - annuì ironica affondando di nuovo il cucchiaio nel barattolo.
- Davvero? - domando speranzoso.
- No, non è fantastico! Cancella Jessica Alba! - gli ordinò puntandogli di nuovo il cucchiaio colmo di gelato addosso, che Tom si apprestò a mangiare senza troppi complimenti.
- Io trovo sia geniale... – commentò a bocca piena.
- Cancellalo! -
Rassegnato abbassò lo sguardo e cancellò il nome dalla lista borbottando qualcosa di incomprensibile. Scorse alcuni nomi, per poi accorgersi di uno segnato più scuro degli altri, con la calligrafia di Greta, probabilmente per farglielo notare meglio. Erano mesi che appuntavano tutti i nomi che sentivano in giro su quel quaderno, erano decisi a scegliere un bel nome per il loro bambino, e visto che entrambi non volevano sapere se era maschio o femmina per avere l'effetto sorpresa il giorno della nascita, si preoccupavano di segnare sia quelli maschili che femminili. Era diventato una specie di gioco, e si divertivano sempre molto a parlare del nome.
- Ce l'ho... e questo piace anche a te perché l'hai ricalcato talmente forte che hai bucato la pagina -
- Quale? - rise la ragazza portando la testa indietro.
- Mia -
- Ah, beh, forse perché era il nome di mia mamma... -
- Ah, già... è vero – mormorò Tom perplesso - Quindi Mia Jessica Alba Kaulitz? -
- No, solo Mia, – disse lei continuando a ridere – se è femmina mi piace Mia -
- Ok, piace anche a me. Forse abbiamo risolto... il problema rimane sempre se è un maschio, ci vuole un nome importante... che ne pensi di Gibson Les Paul Kaulitz? -
- TOM! -
- Oppure Tokio Hotel Kaulitz -
Greta scoppiò di nuovo a ridere strozzandosi quasi con il gelato – “Ehi Tokio, è pronto a tavola” com'è secondo te? -
- Suona bene -
- “Hotel, hai fatto i compiti?” -
- Forse dovremmo chiamarlo con le iniziali, “Tiacca smettila di importunare quella bambina, vieni qui” -
- Allora perché non Bill Tom Gustav Georg Kaulitz? -
- Bellissimo! -
- Per favore, stai zitto! - gli mise una mano sulla faccia spingendolo, e lui di tutta risposta gli prese il barattolo di gelato e lo lasciò per terra continuando una specie di lotta in cui comunque avrebbe vinto lei, visto che con quella pancia in mezzo non poteva muoversi più di tanto in sua difesa.
- Se è un maschio non lo chiamiamo, ok? -
- Va bene, tipo “Ehi coso, vieni!” – annuì la ragazza.
- Oppure potremo fare una scelta veramente intelligente... -
- Tipo? - chiese lei corrugando la fronte.
- Tom Kaulitz II, e non ci pensiamo più! -
Poi scoppiarono a ridere insieme e si amavano sempre di più.



Quello era il destino, non c'erano assolutamente dubbi.
Bill si ritrovò sul sedile del passeggero di una macchina di cui non sapeva né il modello né la marca, riconosceva solo le Ferrari, intento a giocare con uno dei suoi anelli mentre sentiva in sottofondo Isa che parlava e parlava e parlava. Non aveva smesso di parlare da quando avevano lasciato il locale e lui non la stava ascoltando. Era sicuramente molto interessante sapere di cosa trattava il suo lavoro, ma non gliene fregava più di tanto, c'era il fato che stava comunicando con lui.

Allora, ripasso i punti per essere sicuro di quello che sta succedendo.
Io questa sera non volevo uscire e mi hanno trascinato di peso.

Stavamo andando via ed è comparsa lei.
Certo quel vestito che si è messa sembra riciclato da Capodanno ed il trucco che ha non mi fa proprio impazzire, anzi, fa anche un po' schifo... però è sempre bellissima. Che poi mi piacesse anche con 50 Kg in più sono dettagli, adesso sono proprio fottuto. Sicuramente vuol dire qualcosa l'averla incontrata proprio adesso, e non prima. Ma cosa vorrà dire? In questi casi Tom cosa farebbe? Ed io cosa farei? Non lo so perché non l'ho mai vissuta una situazione del genere, però penso che conoscendo mio fratello meglio di me, lui farebbe una cazzata. Ecco, lo sapevo, la farò anche io. Ma quale cazzata potrei fare?
Che cazzo sta dicendo Isa, non la sto ascoltando...

- …non è stato facile ambientarmi però adesso sono proprio felice – cinguettò la ragazza girando il viso a guardarlo, e lui sentì il tintinnio degli orecchini di lei a fare da sottofondo al silenzio.
- Sono contento – annuì non avendo idea di quello che stesse dicendo.
- Poi è un lavoro di responsabilità, comunque il mio capo mi affidato il settore vendite che non è una passeggiata da gestire... -
- Beh, certo -

Ecco cosa farebbe Tom. Se la scoperebbe. E detto sinceramente, da Bill a Bill, non è che proprio l'idea mi darebbe fastidio.

- E quindi stai per diventare zio... -
- A quanto pare sì,- sorrise sornione – diventerò zio Bill -
- Lo sapevo che prima o poi tuo fratello e Greta si sarebbero messi insieme -
- Lo sapevano tutti tranne loro due – commentò lui sbuffando – mi hanno fatto venire l'ulcera... -
- E come siete voi tre, sempre uguali? - domandò piano, come se non volesse farla quella domanda.
- Sì, diciamo che sono cambiate un po' di cose da prima dei Tokio Hotel, però siamo sempre noi... -
- Sai, ogni tanto mi mancano le estati a Magdeburgo, ci divertivamo un mondo -
Gli scivolò sul tappetino l'anello con cui stava giocherellando e si piegò in avanti per prenderlo, ma quello rotolò sotto al sedile - Non c'era niente da fare in verità – rispose piegandosi – però eravamo fantasiosi -
La sentì ridacchiare e poi abbassare il tono della voce, come se volesse essere più suadente
- Poi io e te eravamo fantasiosi anche a casa mia, nonostante la giovane età -
Il moro piegato in due a tastare con la mano sul tappetino alla ricerca dell'anello si mise di colpo seduto e la guardò sgranando gli occhi.
- Come? - domandò deglutendo sonoramente.
- Dai non fare il finto tonto -

Questa si ricorda  di quando tentavamo di fare qualcosa su divano di casa sua senza che mi rompesse in contemporanea tutte le ossa dello sterno. Ora chiamo Tom e gli chiedo cosa devo fare. Anzi no, non chiamo nessuno e lo decido da solo.

- Più che fantasiosi eravamo elastici – commentò sarcastico.
- Già hai ragione... però ricordo tutto con molto piacere -
- Isa avevamo quattordici anni, era tutto abbastanza strano... -
- Abbiamo avuto del tempo per migliorare... - gli chiese melliflua fermandosi al semaforo e girandosi a guardarlo – No? -
Il cantante aprì la bocca e rimase per un istante imbambolato alla ricerca di una risposta. Lo spiazzava sempre, dopo tutti quegli anni, dopo quello che lui era diventato, lei lo spiazzava ancora. Era il destino. Però per quanto il destino lo stesse indirizzando verso di lei, non voleva più farsi prendere per il culo dalla gente, a costo di sembrare più stronzo di quello che appariva.
- Io sicuramente sono migliorato, ma fammi capire una cosa. Mi stai dicendo così perché vuoi scoparti Bill Kaulitz o vuoi vedere qual'è la mia reazione? - alzò un sopracciglio e la fissò, mentre lei rideva e ripartiva con il verde.
- Sì, – ammise sincera – voglio vedere cosa sai fare adesso, è una cosa tanto grave? E poi tu sei sempre stato Bill Kaulitz -
Bill serrò le labbra e guardò la strada di fronte a lui, leggermente perplesso.
- Ora sono Bill Kaulitz dei Tokio Hotel, prima ero Bill Kaulitz e basta -
- Sono convinta che non ci sia poi così tanta differenza -
- Ti sbagli invece, c'è molta differenza, non sai quanto sono cambiato in questi anni -
- Certe cose non cambiano mai Bibs -
Sentirsi chiamare in quel modo da lei, di nuovo, gli fece gelare il sangue nelle vene. Era per quel motivo che non voleva che Greta lo chiamasse in quel modo, anche se era stato un soprannome che si era inventata lei stessa, non si ricordava probabilmente che era il modo in cui lo chiamava anche Isa, e quel nomignolo gli ricordava sempre lei.

Non posso cascarci di nuovo. Anche se ha detto chiaramente che vuole solo scopare. Bene. Sempre meglio. D'altronde cosa ti potevi aspettare? Sarà sempre così, tanto vale approfittarne subito e non stare male dopo, no? Alla fine la erediterò davvero la carriera di Tom, e poi visto che devo fare questa cazzata, tanto vale sceglierne una piacevole.

- Dov'è che ce l'hai l'hotel? - chiese sicuro passandosi la lingua sulle labbra.
- Dobbiamo tornare indietro... -
- Ok, torna indietro – disse aprendo la borsa e tirando fuori il pacchetto di Lucky Strike blu e portandosene una alle labbra. Per un attimo si ricordò di Heike, e se la immaginò vicino...

Chissà cosa stai facendo adesso, stronza.

- Posso fumare? - chiese accendendosela direttamente senza aspettare una risposta.
- Sì – rispose lei con noncuranza facendo inversione – stasera puoi fare tutto quello che ti pare -
Bill poggiò la mano con la sigaretta contro il vetro freddo e si riabbassò per vedere dove fosse finito il suo anello, ma non lo trovava, ed in più aveva il terrore che la mano si incastrasse sotto al sedile e che non sarebbe più riuscito a tirarla fuori.
- Cosa cerchi? - gli chiese Isa.

Una buona ragione per innamorami di nuovo, ma tutte quelle che trovo non sono abbastanza valide.

Niente, mi è solo caduto l'anello -


____

Siamo tornati! Io e tutto il carrozzone di pazzoidi che mi porto dietro!
Questo è solo un assaggio di quello che sarà questa storia e direi che partiamo proprio alla grande - daje Bill fatti valere! XD
Ci saranno nuovi personaggi, nuove ambientanzioni e ovviamente tanto ammore made Split e Greis, che ovviamente non può mancare!
Fatemi sapere cosa ne pensate, sono impaziente!
Baci sparsi
L

  
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