Note dell’Autrice: Il
personaggio di Emilie appartiene all’autrice DqBunny mentre i personaggi di Rowen
e Lori appartengono a me.
"L’ Amore Che Non Muore "
Era un giorno da spiaggia perfetto. Il cielo era libero da nuvole che potessero
far presagire pioggia, il sole scintillava come una lucida moneta d’oro e
le onde si infrangevano lungo la battigia, invitando i
nuotatori ad entrare in acqua a divertirsi. Il visetto di Lori era radioso.
Aveva sentito parlare dell’oceano dai genitori ma vederlo dal vero era meraviglioso. "Acqua! Acqua!" strillò saltellando
come una rana che ha scoperto la perfetta ninfea. Lori iniziò a correre per buttarsi
in acqua ma i suoi piani furono sventati da Emilie
che la afferrò per un braccio.
"Stai qui."
Lori fece il broncio alla sorella
maggiore. "Ma io voglio andare a nuotare."
"Anche io
ma papà ci ha detto che dobbiamo aspettare lui e la mamma."
"Ah, lasciala andare ad
annegarsi," disse Rowen,
dal suo telo mare. "Ci sarà molto meno chiasso così."
Emilie fissò accigliata il fratello, poi
emise un sospiro esasperato. Ora poteva capire quello che zia Luna doveva aver
provato. Essere il figlio
maggiore non era un compito
facile.
"Perchè
mamma e papà ci mettono tanto?" chiese Lori, continuando a fissare
l’oceano invitante.
Emilie prese la protezione solare, ne spremette
un po’ sulla mano e se la mise sulla pelle. "Probabilmente stanno
finendo di fare colazione, la mamma si è svegliata tardi questa mattina."
Rowen grugnì nell’urtare un
granchio. "Mi piacerebbe che si sbrigassero. Sono dei pigroni."
"Divertente, mi sembra cha a
te ci sia voluto un sacco per alzarti questa mattina."
Rowen strillò e si voltò di
scatto. "Papà! Odio quando mi arrivi di soppiatto alle spalle in
questo modo!"
Gourry rise, arruffando i capelli di suo figlio,
ancora scocciato. "Scusa,
piccolo, le vecchie abitudini
sono dure a morire."
"Possiamo andare a nuotare
ADESSO?" chiese Lori, battendo il piede.
"Non ancora. Dobbiamo
aspettare la mamma, prima."
Emilie finì di spalmarsi la crema sulle
braccia. "Perchè ci mette tanto? Di
solito non..."
La ragazzina si
interruppe quando apparve sua madre mugugnante. Tutti e tre i bambini si
scambiarono sguardi preoccupati. Gli occhi di Lina erano stretti, le dita si flettavano e sembrava desiderasse spedire in orbita la prima
persona che avesse detto qualcosa di sbagliato. Questi erano classici segni che
la loro madre era di umore nero.
La tensione nell’aria
sarebbe stata sufficiente a spaventare qualsiasi uomo-bestia, troll, goblin e persino un drago. Senza una parola Lina strappò il telo mare da sotto il sedere a Rowen, sorprendentemente senza farlo cadere, e se lo
gettò su una spalla. Lanciò a Gourry
un’occhiata del tipo “sei morto” e
continuò a marciare sulla spiaggia. "Bene,
muovetevi! Andiamo!," urlò poi come
un generale.
Ciononostante i tre fratelli
rimasero dov’erano. Lentamente si girarono verso il padre che pareva non
essere toccato dall’umore pericoloso di Lina. Rowen
si accigliò, in maniera simile a quella che vestiva sua madre.
"Papà, cos’hai fatto?"
Gourry piegò la testa. "Cosa ti fa
pensare che tua madre sia arrabbiata con me?"
"Perchè
fa così solo quando hai fatto qualcosa che
l’ha fatta infuriare."
Emilie tossicchiò. "Bè,
questo e anche quando una delle tua invenzioni
distrugge parte della casa, Rowen."
"Hei!
E’ successo una volta sola...ok, due se includi
la volta che ho quasi incendiato il bagno ma quella non è stata colpa
mia!"
"Calmatevi,"
disse Gourry, sventolando le mani. "Guardate,
non è niente di che. Vostra madre è furiosa con me perché ho mangiato l’ultimo granchio che avevamo per
colazione."
Lori tirò fuori la lingua
con espressione disgustata. Perché la sua mamma doveva essere arrabbiata
per una cosa simile? Nella sua opinione i granchi erano osceni. Sembravano insetti giganti.
"Papà, perchè non gliene hai lasciato qualcuno?" chiese
Emilie. "Una delle ragioni per cui la mamma
voleva venire in questo posto era per mangiare i granchi di qui, giusto?"
Gourry si inginocchiò
all’altezza della figlia. "Normalmente lo avrei fatto, solo che non
sapevo fosse l’ultimo e che tua madre stesse ancora dormendo in quel
momento."
Rowen sospirò, schiaffandosi una mano
sulla fronte. "Oh grande, così
adesso abbiamo tra noi mamma-zilla… tutto per
uno stupido granchio."
Gourry rise. "Rilassati, avete visto vostra
madre di umore ben peggiore di questo. Datele un paio di ore, qualche gelato
per sbollire e il suo umore migliorerà di molto. Credetemi."
Emilie e Rowen si
accigliarono. Entrambi presagivano che si sarebbe trattato di una lunga
giornata.
La famiglia Inverse aveva scelto
un punto della spiaggia che soddisfacesse tutte le loro necessità.
Vicino all’acqua per nuotare, nessuno attorno che potesse disturbarli e
la cosa più importante di tutte, vicinissima ad
un banchetto di gelati che potesse saziare la loro fame più tardi.
Lori ed Emilie
si lanciarono in acqua insieme e furono seguite a breve da Gourry.
Rowen non desiderava ardentemente bagnarsi e rimase ad osservare suo padre e le sue sorelle schizzarsi
scioccamente. Si appollaiò sulla sabbia umida per costruire un castello
di sabbia estremo. Lina, ancora di pessimo umore, si era messa gli occhiali da
sole e aveva steso il telo mare. Suo marito l’aveva ingiustamente privata
del granchio ma avrebbe comunque avuto una perfetta abbronzatura a dispetto di
questo.
Quando i bambini dichiararono che
era ora di una pausa gelato, Gourry iniziò i
negoziati poichè Lina non era
ancora in vena di farlo. Una volta di ritorno con i tre bambini che mangiavano
felicemente i loro gelati, Gourry ne porse uno a sua
moglie come offerta di pace.
Lina fissò il ricciolo di
triplo caramello come se fosse un dolce vecchio e duro quindi si girò
rapidamente sullo stomaco. Gourry sospirò. "Dai,
Lina. Non puoi essere ancora arrabbiata
con me. Era solo un granchio."
"Solo un granchio?" Lina balzò in avanti, quasi facendosi saltare via gli occhiali da
sole nel processo. "Era un granchio drago
di neve! Hai una minima idea di
quanto siano rari?" I suoi pugni si serrarono. "Si dice che sia il granchio
più delizioso del mondo. Si dice di gente che ha sbavato giorni e giorni
dopo averlo solo guardato." Si lanciò su Gourry e lo afferrò per le spalle. "Si trovano solo in questa zona, durante la stagione estiva.
Ho passato settimane intere pianificando questa vacanza per
poter mettere le mani su uno e TU HAI MANGIATO L’ULTIMO SENZA
AVANZARMENE NEANCHE UNO!"
"Lina, per l’ultima
volta, se avessi saputo che era l’ultimo te l’avrei lasciato!"
"Questo non aiuta il mio
povero stomaco deprivato!"
"Santo
cielo, anche in vacanza voi due non cambiate mai."
La voce improvvisa fece saltare
Lina. Si girò velocemente andando a sbattere contro il petto di Gourry. Grugnì. Come se la sua vacanza non potesse
andare pure peggio. "Xellos, che diavolo ci fai
qui?"
Indossando
calzoncini, una maglietta a motivo tropicale e tenendo in mano un drink
all’ananas, Xellos sorrise. "Perché,
Lina? Una vecchia conoscenza non può venire a salutare?"
"Non quando ha
l’abitudine di metterci nei guai," rimarcò
Gourry, amaramente.
I tre bambini si voltarono di
scatto, sorpresi. Vedendo il loro ospite, Lori si nascose dietro alla sorella
maggiore. Per qualche ragione l’uomo la rendeva nervosa. C’era
qualcosa in lui che le faceva venire la pelle d’oca.
Rowen lo fissò inespressivamente.
"Mamma, chi è?"
Lina emise un verso strozzato.
"Rowen, onestamente puoi dire che non ti ricordi
di lui?"
Rowen si accarezzò il mento pensando
intensamente. Dove aveva già visto quel tizio? Poi la sua memoria
scattò. "Oh ecco! Questo è il
ragazzo al quale io ed Emilie
abbiamo incendiato accidentalmente il mantello."
Emilie annuì. "Giusto.
Anche se io ricordo che zio Zelgadis era molto felice
di questa cosa."
Xellos ebbe uno spasmo. Non osava mostrarlo ma era ancora contrariato per quel
fatto. Si trattava
"Quindi,
vorresti dirci quale piano malvagio ti porta qui?" chiese Lina, con le
sopracciglia arcuate.
Xellos piegò la testa come un gatto
perplesso. "Lina-san, perchè devi sempre dare per scontato che ci sia
dietro un altro motivo? Sono qui solo in vacanza."
Gourry si grattò la testa. "I Mazoku vanno in vacanza?"
"Certo che
lo facciamo.
Macchinare piani sinistri è più facile quando rilassi la mente."
"Sì, potrei
scommetterci," mugugnò Lina. "Questo
però non spiega ancora perchè hai
deciso di scocciare noi."
"Stavo per farlo," disse Xellos, prendendo un
sorso del drink all’ananas. "Vedete, stavo per venire a salutarvi
quando sono incappato in un uomo. Apparentemente stava cercando te, Gourry-san,
da molto tempo."
Gourry si accigliò. Chi poteva cercarlo?
Il primo che gli venne alla
mente fu Zangulus, però si erano visti il mese
prima. Qualcuno della sua famiglia? No, non si parlavano da anni. In
realtà l’unica persona a cui poteva
pensare era… il sangue gli si ghiacciò improvvisamente. Boccheggiò in cerca d’aria. Le sue gambe tremarono.
No! Non poteva essere…
LUI?
"Quando ho detto
all’uomo che stavo venendo da voi, ha insistito perchè
lo portassi con me…"
"Lala-san!"
Una specie di tempesta sabbia turbinò lungo la spiaggia. Con la
velocità e la potenza di una tigre, la figura si scagliò contro
lo spadaccino. Mentre la paura e l’istinto prendevano il controllo, Gourry e Lina balzarono fuori
dalla strada della bestia lasciando solo una manciata di sabbia e il telo mare.
Lina corse verso i suoi figli per fare loro da scudo contro la sabbia che
volava. Gourry afferrò l’arma più
vicina che riuscì a trovare, l’ombrellone da spiaggia. Xelloss sorbì il suo
drink sorridendo divertito.
Sembrava essere uno spettacolo
simpatico.
Gourry guardò intimorito la sabbia che andava
dissipandosi. La figura era in piedi, mentre scrutava freneticamente a destra e
a sinistra poi focalizzando l’attenzione su Gourry.
"Lala-san!" L’uomo aprì le
braccia, pronto per l’abbraccio del suo amore. "Alla fine il tuo
eroe Volun ti ha trovata!"
BONG!
Gourry picchiò seccamente la testa di Volun con il suo imponente ombrellone da spiaggia. Non se
ne parlava di lasciare che quel pazzo guadagnasse terreno. "Rimani dove
sei," ordinò ferocemente.
Lina gemette e scosse la testa in
direzione di Xellos. "Perchè
lo hai portato qui?"
Il Mazoku
scrollò le spalle. "Stavo puramente offrendo assistenza e ho
pensato che avrebbe potuto essere divertente."
Lina si schiaffò una mano
in fronte. Avrebbe dovuto imparare dopo tutti quegli anni che quando Xellos appariva, lei e Gourry dovevano
semplicemente mettersi a correre.
"Mamma, perchè
quell’uomo ha cercato di attaccare papà?" domandò Emilie. Nella sua intera breve vita non aveva mai visto suo
padre così seccato, spaventato e pronto ad
uccidere qualcuno al tempo stesso.
Gourry fece un passo indietro, senza togliere
gli occhi da Volun. "Questo tizio è Volun ed è tutta colpa di vostra madre se mi trovo in questo pasticcio..."
"Lala-san!"
intervenne Volun, mentre i suoi occhi si riempivano
di lacrime. "Come puoi chiamare la connessione tra di noi “un
pasticcio”? Il nostro amore è la creazione più pura e
meravigliosa che sia mai esistita. Il nostro amore è..."
"Vuoi stare zitto?!
Un pallido Rowen
tirò i calzoncini di Gourry. "Aspetta,
papà, questo significa che tu e quel tipo… eravate amanti?"
In un primo momento il cervello
di Gourry non registrò pienamente quello che
suo figlio aveva detto poichè stava scrutando
attentamente i movimenti di Volun. Ad ogni modo,
quando le parole penetrarono nel suo cervello, Gourry
sussultò e si girò, orripilato, verso
il figlio. "Cosa? No! Non è stato niente di
simile!"
"E’ la storia
d’amore del secolo!" dichiarò Volun,
senza ascoltare le proteste dello spadaccino. "E’ stato amore a
prima vista, quando accettai di scortare Lala-san e
le sue sorelle attraverso il mare. Dovevamo sposarci ma la tragedia ci
colpì e fummo separati." I suoi occhi si illuminarono in una maniera che disturbò
grandemente i bambini e Gourry. "Ma finalmente
ti ho trovata, cara, dopo tutti questi anni."
Emilie strizzò gli occhi, stordita.
"Wow, suona come una storia yaoi."
"Cos’è lo yaoi?" chiese Lori.
"Non
è affatto così!" gridò Gourry,
gettando il cesto del pranzo contro Volun.
"Lina, tutto questo casino è colpa tua. Dì
ai bambini la verità!"
La fiamma della speranza di Gourry che il fraintendimento venisse
chiarito si spense. Un diffuso malvagio ghigno si fece
strada sul viso di Lina. Lo spadaccino capì di essere nei guai.
Lina incrociò le braccia e
gli indirizzò uno sguardo sconcertato. "Che cosa
intendi con questo, Gourry? Spero che tu non lo stia dicendo perchè
pensi che io sia gelosa del tuo primo vero amore."
"Lina!" Gourry non poteva credere che sua moglie potesse
essere tanto crudele.
"Non sta succedendo davvero!"
gridò Rowen, inorridito.
"Hei
Volun!" Lina gli fece cenno con la mano, sorridendo
da orecchio a orecchio. "Perchè non dai a
Gour... cioè Lala un
grosso bacio?"
Volun rise. "Bè, certamente, lo stavo pianificando fin
dall’inizio." Mentre Volun avanzava, Gourry strillò come un coniglio che viene cacciato da una volpe e scappò.
"Aspettami, Lala-san!"
Lina iniziò
a rotolarsi sulla
sabbia, ridendo. Emilie scosse la testa.
Lori sbattè gli occhi, confusa.
Rowen picchiò la testa contro un albero,
sperando di dimenticare quello che era accaduto a suo padre qualche momento
prima.
* - * - * - * - * - * - * - *
Le ragazze rimasero un paio di
ore a spruzzarsi e a giocare tra le onde fino a che Emilie sentì che era ora di prendere una pausa.
Grondando di acqua salata, Emilie prese la mano di
Lori e si diresse da Rowen che era seduto su un telo
mare.
Il ragazzino stava borbottando
mentre guardava la scena davanti a lui. Lori afferrò un telo per
asciugarsi, poi lo stese accanto a suo fratello.
"Quindi
cosa stanno facendo adesso papà e Volun-san?"
Rowen sospirò come se stesse per
rivelare la trama di un pessimo romanzo d’amore. "Fino ad adesso, quel
Volun ha catturato papà in un abbraccio ma poi
papà lo ha colpito ed è andato via. Poi,
Volun ha cercato di dividere con lui un banana split che papà gli ha gettato in faccia."
Emilie si accigliò mentre si asciugava i
capelli. "E adesso?"
Rowen indicò la scena davanti a lui,
mentre gli occhi gli si contraevano. "Volun ha
inseguito papà su un albero e gli sta cantando una canzone che penso sia
d’amore."
Emilie sospirò. "Mamma ha già
fatto qualcosa?"
Irritato, Rowen
scosse la testa. "No, è ancora con Xellos
a lavorare all’abbronzatura." brontolò. "Non
ce la faccio più. Visto come sta andando, papà
dovrà sposare quel tipo solo per levarselo di torno."
Rabbrividì al pensiero. Vivere nella stessa casa con Volun
e… oh, no, e cosa avrebbe fatto se avesse insistito per essere chiamato
papà Volun? Quella cosa andava al di là della paura.
"Ma...non
può farlo!" gridò Lori. "La mamma non lascerà
che succeda, giusto?"
Rowen tamburellò le dita sul ginocchio,
dando uno sguardo preoccupato a sua madre che si abbronzava. "Non
lo so. La
mamma sembra non essere interessata e non ha esattamente cercato di liberarsi
di Volun." Un pensiero
improvviso colpì il ragazzino. "Oh cacchio, forse la mamma ha fatto
così perchè a papà… piace
veramente quel tipo…"
Le lacrime si gonfiarono negli
occhi di Lori. "Allora mamma e papà non si amano più?"
"Smettetela tutti e due," disse Emilie
incrociando le braccia. "Mamma e papà si amano e sono sicura che
mamma si libererà di Volun-san quando
avrà voglia di farlo."
"Bene, io non correrò
il rischio!," Rowen si
alzò, le mani che si chiudevano a pugno. "Mi rifiuto di lasciare
che quello strano tipo entri nella nostra famiglia e la distrugga!" Iniziò
a camminare. "Mi libererò di lui, non importa cosa ci vorrà!"
Lori applaudì e lo
seguì velocemente. "Vai e stendilo fratellone!" Non aveva mai
saputo che suo fratello potesse essere un tale eroe.
Emilie gemette e si alzò anche lei in
piedi. Quel che è troppo è troppo. Conosceva abbastanza i suoi
genitori da sapere che la loro madre stava solo tirando uno scherzo al padre.
Certo, accadeva che litigassero ma Emilie sapeva che
i suoi genitori si amavano. Niente poteva separarli. All’inizio Emilie
aveva deciso di lasciare che i suoi genitori se la vedessero tra di loro ma non aveva pensato che Rowan
e Lori potessero prenderla così male. Come sorella maggiore doveva
mettere a posto quella cosa. E tra l’altro aveva la sensazione che se non
lo avesse fatto, Rowen avrebbe potuto tentare di castare qualche Palla di Fuoco, cosa che probabilmente non
avrebbe migliorato la situazione.
Emilie
raggiunse il
punto dove sua madre e Xellos si stavano abbronzando.
Mentre la sua figlia maggiore arrivava, Lina si girò sulla schiena.
"Hei
Xellos, passami la lozione abbronzante."
"Certamente, Lina-san. Vuoi che te la spalmi sulla schiena?"
Lina alzò un sopracciglio.
"Vediamo, ti voglio vicino mentre ti do le spalle e voglio che mi metti le mani addosso quando non ti vedo? "
Xellos sorrise. "Lo prenderò come un 'No, ti ringrazio'."
"Mamma, non pensi che papà
abbia sofferto abbastanza?"
Lina girò la testa verso
sua figlia. "Non ancora. Non preoccuparti,
salverò tuo padre tra un paio di ore."
Emilie sospirò. "Mamma, so che perdonerai papà
alla fine ma dovresti veramente fare qualcosa adesso. Hai spaventato Lori e Rowen sta per fare qualcosa di stupido."
Lina si sedette, togliendosi gli
occhiali da sole. "Quanto
stupido?"
Emilie incrociò le braccia. "Ha lo stesso sguardo che hai tu quando stai per
arrostire un bandito."
Lina imprecò. "Va bene, interverrò. Xellos, tienimi il posto."
"Come vuoi Lina-san, anche se mi sto godendo il tormento che Volun-san sta dando a Gourry-san. E’ molto gustoso."
Emilie pensò fosse meglio ignorare il
commento mentre prendeva la mano della madre e conduceva Lina verso il suo
terrorizzato padre. Più Lina si avvicinava, più i suoi occhi si
spalancavano alla vista di quello che stava accadendo.
Suo marito penzolava dalla cima
dell’albero e sembrava stranito quanto Lina. Rowan
era saltato sulla testa di Volun e l’aveva
afferrata. Il ragazzino stava emettendo potenti grida di guerra mentre colpiva Volun con la stessa piccola arpa che l’uomo aveva
usato qualche minuto prima per far la serenata a Gourry.
Volun
stava cercando di afferrare il ragazzino e scuoterselo via ma Rowen lo teneva stretto rifiutandosi di mollarlo. Lori si
teneva a distanza ma faceva orgogliosamente il tifo per suo fratello durante la
sua grande battaglia
A Lina scese un gocciolone. A
dire il vero non era sorpresa dalle azioni di suo figlio. Dopo tutto le assomigliava e aveva ereditato il suo temperamento
focoso. Con un sospiro stanco Lina si avvicinò e in un colpo solo
staccò il ragazzino da Volun e lo gettò
a terra.
Rowen la fulminò con lo sguardo. "Mamma, stavo vincendo!"
Lina stava
per mettersi a litigare con
il figlio
quando Volun le prese rapidamente la mano e iniziò a scuoterla appassionatamente. Lacrime di gratitudine uscirono dagli occhi di lui. "Oh, grazie Lili-san!
Non so come hai fatto a sconfiggere un nemico così potente."
"Oh ragazzi," borbottò Emilie
vedendo il ghigno soddisfatto di Rowen nel sentirsi
chiamare 'nemico potente.'
Lina roteò gli occhi
mentre si riprendeva la mano. "Ascolta Volun, detesto spezzare le tue illusioni ma non puoi avere 'Lala'. E’ già impegnata."
Volun tremò, come se Lina avesse appena
minacciato di pugnalarlo. "No, non può essere vero."
"Lo è," replicò Lina in modo piatto. "Questi
ragazzini, incluso quello che ti è saltato addosso, sono i figli di lu.. ehm…
lei. Adesso è felicemente sposata."
"NNNOOO!" Volun alzò freneticamente lo sguardo sull’albero dove Gourry era appeso. "Dì che non è così, Lala-san!"
"E’ dannatamente vero!"
gridò Gourry. "E prima che tu chieda, no,
non divorzierò."
Volun grugnì. "Allora io e il tuo
amante combatteremo all’ultimo sangue..."
"Non pensò
sarà necessario." Lina incrociò le braccia e ghignò.
"Se ti trovassi un’altra ragazza?"
Volun ringhiò. "Lili-san,
io ti rispetto ma ti prego di non dare per scontato che il mio amore possa
vacillare così facilmente. Nessuno può rimpiazzare Lala-san."
Lina fece un ghigno malvagio.
"Neanche se è dieci volte più bella
e ti posso garantire che è single?"
Volun la guardò dalla coda
dell’occhio cercando contemporaneamente di non apparire troppo
interessato. "Bella...Bè,
mi tenta...No, impossibile. Non c’è nessuna che io possa amare
veramente come Lala-san..."
Lina gli
battè la schiena. "Ah,
forza. Dalle solo una chance. Cadrai come una pera cotta ai suoi piedi. Succede a tutti i
ragazzi con lei. Puoi chiedere al mio amico Zel se
vuoi una prova."
Volun si accarezzò il mento. "Se
volessi trovare questa ragazza, e non sto dicendo che lo farò, dove
potrei trovarla?"
"E’ facile. Vai a Femminia e chiedi di Miwan."
"E pensi che mi piacerebbe?"
Lina fece un sorrisone. "Credimi. Penso che siate fatti
l’uno per l’altra."
Volun pensò a lungo e intensamente per
un buon minuto. "Forse hai ragione, Lili-san." Poi guardò in su ancora, nell’albero. "Lala-san, mi
rincresce dire ciò ma cercherò di amare un’altra. In ogni
modo se non trovassi il mio vero amore in questa Miwan,
tornerò da te."
"Oh...che gioia," grugnì Gourry.
Con la sua nuova missione, Volun salutò velocemente e partì verso il suo
potenziale nuovo amore.
Quando l’uomo non fu
più visibile, Gourry sentì che era
sicuro scendere. "Lina, non che non sia grato per avermi liberato da lui
ma non è un po’ cattivo che Miwan debba
averci a che fare?"
Lina scosse la testa. "Non
preoccuparti. Se anche riuscisse ad entrare in
città, non credo che Volun sarebbe un
così grosso problema. Inoltre dovrà prima passare attraverso la
madre di Miwan e lei può sbrigarsela con lui."
Gourry annuì. "Giusto." I suoi occhi si
assottigliarono. "Comunque avrei apprezzato se ti fossi liberata di lui
prima."
Lina rise. "Ah, dai
cervello di medusa. Dov’è finito il tuo senso
dell’umorismo? Inoltre dopo averti messo in questa situazione
mi sento meglio e ho deciso di perdonarti."
Gourry girò la testa "Oh davvero? E cosa ti fa pensare che io
perdonerò te?"
La maga si produsse in un sorriso
seducente, avvolgendogli le braccia intorno al collo. "Perchè
farò in modo che succeda questa sera in camera da
letto."
Gourry si rianimò mentre abbracciava
strettamente la moglie. "In questo caso probabilmente lascerò
perdere."
"Probabilmente?"
Lina si sentì
improvvisamente tirare il costume da bagno. "Mammina?"
Ricordando
improvvisamente che i bambini erano presenti, Lina si girò di scatto
arrossendo abbondantemente. "Ehm...cosa c’è
piccola?"
Lori piegò la testa di
lato. "Chi è Miwan?"
"Sì,
mamma. Questa è
la prima volta che sento di questa Miwan," disse Rowen
Gli occhi di Emilie
si strinsero. "Non ha niente a che fare con Naga-san,
che abbiamo incontrato qualche anno fa?"
Gourry tossicchiò. "Mi spiace
bambini ma penso che sia meglio che zio Zelgadis vi
parli di Miwan."
"E quando glielo chiederete,
ricordatevi di chiedergli UN SACCO di dettagli," sorrise
in modo molto malvagio Lina.
I tre piccoli Inverse si
guardarono tra di loro e alzarono le spalle. In ogni modo, senza che loro ne
fossero a conoscenza, nella biblioteca del palazzo reale di Seyrune
il loro 'zio Zelgadis' avvertì un improvviso
brivido gelato corrergli giù per la schiena.