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Autore: Blue Flower    05/08/2010    1 recensioni
Cosa succederebbe se... i ruoli di Edward e Bella, dopo Breaking Dawn, si capovolgessero nel vero senso della parola? Cosa ne sarebbe dell'eterna storia d'amore? Cosa ne penserebbe loro figlia? Questo lo scoprirete...
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Niente è per sempre... nemmeno gli amici durano per l’eternità. Non puoi credere a nessuna dolce illusione perché prima o poi finirà. A volte bisogna fare scelte dolorose, difficili per te e per tutti. Non si può essere egoisti in certi casi, ma nessuno ti vieta di soffrire, di piangere... di scappare. 


Scappavo, come se la corsa avesse potuto farmi lasciare alle spalle tutto quello che avevo vissuto: risate, giochi, battute... Dovevo sapere che era tutto destinato a finire. Era solo finito più presto del previsto, ma era pur sempre un argomento concluso.

Allora perché non riuscivo a lasciarmi alle spalle i bonari occhi verdi del mio miglior amico?

Prima dell’incidente non avevo mai avuto un vero amico: i miei familiari mi bastavano. Poi mio padre è tornato umano per colpa mia e io ho iniziato a sentirlo come qualcosa di diverso da un padre. Lasciati il passato alle spalle, vivi una nuova vita... mi diceva il mio subconscio, ed era quello che stavo cercando di fare. Quando entrai nella radura dove c’era la mia casa, non mi fermai e proseguii per il mio cammino assaporando per l’ultima volta l’aria fresca di quel posto. Le lacrime continuarono a scendere: stavo soffrendo troppo per riuscire a dimenticare.

Mi fermai qualche chilometro, più in là in uno spiazzo vuoto, mi misi con la testa tra le gambe e piansi, piansi quanto potevo, per chissà quanto tempo. Calò la notte, poi tornò il giorno, poi di nuovo la notte e finalmente mi addormentai sul terreno spoglio. Non ero sicura se mi fossi semplicemente addormentata o invece fossi svenuta, ma all’alba del nuovo giorno mi svegliai, sporca di terra e foglie. Mi alzai a fatica, sbadigliando e mi incamminai verso la foresta più folta... qualcosa mi attirava verso quel punto. Sentivo che presto tutte le mie sofferenze sarebbero finite lì.

Reneesme?” mi domandò una voce cristallina. Sobbalzai perché non sapevo chi fosse. Dall’oscurità emerse una ragazza con i capelli biondo rossiccio e un ampio sorriso dipinto sulla faccia: Tanya.

Tirai un sospiro di sollievo.

“Tanya sei tu?” “Certo piccola, come stai?” “Beh...” esitai io incerta se dirle o no la verità. “Coraggio, sai che mi puoi sempre dire la verità” mi disse in tono vellutato. “E’ iniziato tutto quando Carlisle ha creato una macchina che inverte il processo di vampirizzazione qualche mese fa...” e così le raccontai tutto per filo e per segno. Tanya rise, ma mi fece paura. Era un ghigno malefico che non faceva pensare a niente di buono. La guardai negli occhi e con mio orrore mi accorsi che erano rossi come il fuoco.

“Tanya ma...” lei mi interruppe. “Così mi faciliti il compito Nessie...” “Quale compito?!” domandai io impietrita. “Ora ti racconterò la mia storia... La mia creatrice morì tanti anni fa ed io rimasi con le mie sorelle Irina e Kate. A noi si aggiunsero Carmen e Eleazar e come potresti facilmente pensare la storia si conclude qui, ma no! Quando Irina ti ha visto è andata a dirlo ai Volturi, perché lei sapeva che tu sei qualcosa di sbagliato! Purtroppo per questo è morta... Nemmeno le autorità dei vampiri hanno capito che eri un pericolo. Poi Kate è fuggita con il suo nomade, Garrett e Carmen se ne è andata con Eleazar...” prese un respiro e poi tornò a fissarmi con quegli occhi rosso cremisi. “Io sono rimasta sola e lui.. lui ha preferito sin dall’inizio lei a me!” urlò con un tono di voce crescente.

“Ora è il momento della resa dei conti... Non ti preoccupare Nessie: sarà semplice e veloce. Del resto... nessuno ti verrà a salvare!” in una frazione di secondo si avventò su di me e mi fece sbattere violentemente la testa contro un grande albero. Mi toccai la testa per analizzare la ferita ma quando la ritrassi la mano era piena di sangue. Me la strofinai sui jeans e cercai di scappare, ma il dolore era troppo forte e Tanya mi piombò addosso. “Lo vuoi sapere il finale della storia? Ho ricominciato a cibarmi di sangue umano e adesso... adesso sto benone!” detto ciò sentii una pressione straziante sulla gamba sinistra. Non riuscivo ad alzarmi. Chiusi gli occhi in attesa della fine. 

Reneesme sto arrivando! Resisti!

Quella voce piombò nella mia testa sconquassata... Era da tanto che non la sentivo: una voce dolce e vellutata. Serrai i pugni: dovevo resistere... “Tu stai facendo tutto questo solo perché sei gelosa...” dissi con tutto il fiato che avevo in gola. Tanya sbarrò gli occhi rossi. Avevo trovato il suo punto debole. 

Continua così Nessie... Sto arrivando al confine del Canada... dove ti trovi tu!

Ero al confine del Canada? Comunque dovevo continuare... “Esatto... anche tu avresti voluto essere felice e avere una famiglia, una figlia e un marito che ti vogliono bene... Tutte cose che secondo te Bella ti ha sottratto!” “Come osi ragazzina?!” in una frazione di secondo mi fu di nuovo addosso, ma quando stava per sferrare il colpo finale ecco che risentii la voce, ma stavolta era compatta, udibile anche fuori dalla mia testa.

 “Lascia stare Reneesme, Tanya!” in piedi davanti a noi ecco Edward Cullen, fiero e aggraziato com’era prima dell’incidente. I capelli erano tornati al loro colore bronzeo, il fisico più possente e slanciato e gli occhi erano rossi come quelli di tutti i neonati.

Provai uno strano compiacimento a rivederlo così: di nuovo il vampiro forte e veloce ma soprattutto sicuro di sé. Non era più il pavido e ingenuo ragazzino quale Edward Masen.

In una frazione di secondo si lanciò su Tanya: i suoi riflessi, la sua forza e la sua velocità erano di gran lunga migliori rispetto a quelli di lei. In un attimo le fu al collo e le disse immobilizzandola: “Ora tu vieni con noi”. Lei annuì spaurita e si rannicchiò in un angolo. Iniziai lentamente a perdere i sensi, un po’ per l’emorragia e un po’ perché non mangiavo né bevevo da due giorni. “Reneesme sono qui!” diceva la voce cristallina. “Reneesme sono tuo padre, sono il tuo miglior amico!” riuscii ad accennare un sorriso fiacco.

“Ti sei ricordato...” sussurrai.

 Poi la vista venne meno e fui invasa dal buio, ma era un buio piacevole perché sapevo che si ricordava, che c’era ancora il mio amico.
  
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