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Autore: Recchan    08/08/2010    5 recensioni
Cose come “cambiare il passato”, o “ricominciare”, non erano possibili poiché non era stato concesso nulla di simile all’uomo. E quello che ti lascia, il passato, è solo il rimorso per cose non dette e mai fatte, e il dolceamaro ricordo di quello che è stato. Peccato che i suoi di ricordi fossero solo amari.
-Quello che provo ora è solo rimorso, Colonnello… ed è quello che ricorderò, solo il rimorso.-
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lal Mirch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rimorso

 

 

 

 

« Mi dispiace. Il modo in cui ti ho salvato sarebbe dovuto essere decisamente più figo. In ogni caso, continuerò a vivere… »

 

 

 

Pioveva quel giorno.

Il giorno del suo funerale che funerale non era stato. Non vi era tempo, non c’era mai tempo per niente nella mafia.-, pioveva, forte.

Lal era davanti al cumulo di terra che ricopriva il corpo del soldato.

Il completo nero zuppo, la testa china; non aveva la forza, né il coraggio, di alzarla e guardare quel mucchio di terra davanti a sé.

Era rimasta da sola lì, tutti gli altri, quelli che erano venuti per un ultimo saluto Sasagawa primo fra tutti-, se ne erano andati da tempo ormai.

Lal era rimasta, come se la sua presenza lì in quel momento potesse servire a cambiare qualcosa.

Ma non era possibile.

Cose come “cambiare il passato”, o “ricominciare”, non erano possibili poiché non era stato concesso nulla di simile all’uomo. E quello che ti lascia, il passato, è solo il rimorso per cose non dette e mai fatte, e il dolceamaro ricordo di quello che è stato. Peccato che i suoi di ricordi fossero solo amari.

 

 

« Abbiamo saputo che si è sacrificato in battaglia… »

« Colonnello, lui… è sempre stato così stupido. »

« Lal, mi dispiace. »

« … non importa. »

 

 

Era stato Sawada a darle quella notizia, proprio lui che odiava essere portavoce di certi avvenimenti. Gliel’aveva detto con occhi stanchi e tremanti. Non poteva sopportare tutto questo, non ancora una volta ne erano già morti tanti tra di loro-.

Decisamente, lui non era fatto per essere il Decimo boss.

Strinse i pugni digrignando i denti.

Doveva andare via, lontano.

Era assurdo che fosse ancora lì, sotto quella pioggia, a contemplare quel cumulo di terra. Non c’era niente, niente, che potesse fare o dire. Niente che l’avrebbe salvata dall’agonia del rimorso e dei ricordi. Un’agonia ben più terribile di quella maledizione che portava addosso.

« Avevi detto che avresti continuato a vivere, spiegami cosa vuol dire tutto questo! » un urlo attenuato dal rumore della pioggia.

« Io continuerò a vivere. » Colonnello aveva sorriso pronunciando quelle parole. Allora se ne era così sicuro, perché era andato tutto storto? Perché l’aveva illusa così? Perché era stata tanto stupida da credere così ciecamente alle sue parole?

Sapeva che era un idiota, che avrebbe rischiato la vita per qualcuno, che sarebbe morto per qualcun altro che non fosse lui, lo sapeva, una cosa simile l’aveva già fatta con lei. Eppure aveva voluto credergli, solo perché stava sorridendo mentre lo diceva.

Solo perché era Colonnello.

E anche lei era solo una stupida, stupida idiota. Una persona che si aggrappava così a delle parole, a delle bugie, non poteva che essere una persona stupida e patetica.

 

 

« In ogni caso, io continuerò a vivere. Mi seguirai? »

 

 

« E dimmi dove dovrei seguirti, pezzo di idiota! Dove… dove dovrei andare io? »

Alzò la testa verso il cielo, socchiudendo gli occhi che bruciavano. La pioggia non ebbe pietà per le sue lacrime, cancellandole dal suo viso.

 

 

« Ricordami. »

« Cosa..? »

« Ricordami, Lal. Io lo farò. »

 

 

Abbassò il viso lentamente, osservando un punto imprecisato davanti a sé.

Non aveva il coraggio di guardare quel cumulo di terra, era come dirgli addio. E non era tempo di addii, prima o poi si sarebbero incontrati, ma ci sarebbe voluto ancora un po’ prima che quel giorno arrivasse. La sua vendetta aveva la precedenza anche sulla morte.

Si voltò di scatto prendendo a camminare lontano da quel luogo, con la testa alta e i pugni stretti.

« Quello che provo ora è solo rimorso, Colonnello… ed è quello che ricorderò, solo il rimorso. »

 

 

« Ehi, stai piangendo?

Probabilmente non ci incontreremo di nuovo,

ma, ehi Lal, vivi serena anche tu. »

 

 

« Colonnello, io… »

Quello che ti lascia il passato è solo il rimorso per cose non dette e mai fatte.

 

   
 
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