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Autore: Bel Riose    09/08/2010    2 recensioni
[E venne il giorno]
Dieci anni sono passati da quando le piante hanno iniziato a rilasciare la loro mortale neurotossina nell'aria, uccidendo milioni di persone. In un mondo profondamente cambiato da questa catastrofe immane, il professor Moore e la sua famiglia dovranno affrontare un nemico antico quanto la natura stessa: la volontà umana.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Signori e signore, ho l’onore di presentarvi Marcus Flanagan, nuovo Segretario Generale delle Nazioni Unite.-
L’annunciatrice arretrò discretamente di un passo, unendosi agli applausi del resto della platea, e lasciando la scena al sorridente ed elegante giovane di cui aveva appena fatto il nome.
Questi si pose dinanzi al leggio, godendosi per qualche minuto l’ovazione, prima di indicare, con un gesto della mano destra, che era pronto ad iniziare il suo discorso.
Sulla sala scese improvviso il silenzio.
Tutti erano ansiosi di udire le prime parole da Segretario Generale di quel carismatico oratore.
- Vi ringrazio per la calorosa accoglienza. Tuttavia vi informo che i vostri applausi hanno sortito l’effetto di intimidirmi, ed oro in tutta sincerità non so cosa dirvi.-
Sorrise, con quel sorriso affabile che tanto facilmente gli aveva permesso di conquistare le masse e i potenti, mentre il suono di una unanime risata si diffondeva per la platea, scomparendo poco dopo.
- D’altro canto, ora potrò andare dritto al punto, senza troppi fronzoli.- riprese:- Tutti voi sapete bene quanto siano duri i tempi in cui ci troviamo a vivere, nostro malgrado, e quanto sia più dura ancora la carica che ora mi trovo a detenere. Fino a non molto tempo fa, quello di Segretario Generale era poco più di un ruolo di rappresentanza. Ora, chi possiede questo titolo ha il potere di dirigere l’intera umanità. Un onore, e molto più un onere. Quanto accaduto negli ultimi dieci anni ha sconvolto le nostre vite, smantellato le nostre convinzioni, minacciato di annientare l’intera civiltà umana. La più immane catastrofe che la Storia ricordi, è accaduta sotto i nostri occhi, senza che neppure i più potenti potessero fare nulla.-
Si interruppe, giusto il tempo di schiarirsi appena la voce, e bere un sorse dal bicchiere d’acqua che aveva accanto:- Ma noi siamo qui. Noi, gli esseri umani, siamo ancora vivi, e portiamo nella nostra mente, vivido, il ricordo di quello che non c’è più, di quello che abbiamo perso, e di coloro che non sono stati così fortunati da sopravvivere. Noi siamo qui, e con la nostra sola presenza, abbiamo lanciato e continuiamo a lanciare, ogni giorno, un messaggio chiaro: l’umanità sopravvivrà, sempre e comunque. Questo vorrei che fosse il motivo conduttore del mio mandato: che l’umanità continui a combattere, come prima e anche di più. Questa è una guerra, signori e signore, una guerra in piena regola. E come tale va affrontata. Senza esitazioni, senza tentennamenti. Noi vinceremo. Noi sopravvivremo. Non siamo stati annientati in questi dieci anni, e non lo saremo mai. Mai.-
Un applauso scrosciante divampò, seguito a ruota da esclamazioni entusiaste.
Flanagan aveva ora assunto un‘aria severa, intonata con il suo discorso, e la mantenne anche durante gli applausi.
Le sue parole, che pure effettivamente gli erano sorte spontanee dal cuore, rimodellate dalla sua innata abilità oratoria, avevano sortito l’effetto sperato.
I rappresentanti delle nazioni della Terra erano con lui.
E dietro di loro, erano con lui anche i milioni di spettatori che avevano assistito, trasmesso in diretta su tutto il globo e su tutte le stazioni spaziali orbitanti, al suo discorso.

Il cinquantenne professor Elliot Moore e la sua giovane assistente Jess Cooper erano tra questi.
Essi assistettero alla diretta da un piccolo salotto che fungeva da area ricreativa nella struttura di ricerca nella quale lavoravano.
L’evento aveva meritato una pausa nel loro incessante lavoro.
- Dunque Flanagan ce l’ha fatta.- osservò Cooper, spegnendo il televisore poco dopo.
- Sei stupita, Jess?- il professore abbozzò un sorriso sul volto dall’apparenza ancora giovanile, nonostante le rughe che lo segnavano. Rughe che, più che all’età, dovevano la loro esistenza ai travagli che quell’uomo aveva passato.
- Niente affatto.- la ragazza con un lieve balzo si risedette sul divanetto:- Aveva catturato gli animi di tutti fin da prima delle elezioni. La sua vittoria era scontata.-
- Così come il suo discorso.-
- Più che altro è stato un riassunto di quella che è stata la sua propaganda. Ma è riuscito a riproporlo come nuovo, ha galvanizzato gli spiriti. E’ questo, questa sua abilità, a renderlo tanto popolare.-
Moore si volse a guardare la ragazza: quella diciottenne dai grandi occhi marroni e la lunga chioma nerissima, di cui lui si era preso cura fin da quando era una bambina, fin da quando la catastrofe di dieci anni prima l’aveva lasciata orfana, aveva sviluppato negli anni la capacità di leggere i comportamenti delle persone, di capire quello che si celava dietro i loro discorsi e le loro azioni.
Flanagan aveva sempre attirato la sua attenzione: di poco più grande di lei (aveva venticinque anni), era riuscito in poco tempo ad accattivarsi le simpatie di tutti, con una azione politica lungimirante ed oculata ed una eloquenza eccezionale. Era il tipo di persona che Jess analizzava con piacere, con un qualunque organismo al microscopio del suo laboratorio.
Pure, per la maggior parte, il nuovo Segretario Generale restava un mistero anche per lei.
Il che la turbava alquanto.
- Ha tutta l’aria di uno che cambierà la vita alle persone.- osservò la ragazza.
- Forse lo farà.-
- Forse.-
- Resta da vedere se in meglio o in peggio, tuttavia.-
- Concordo. Ma di sicuro, Marcus Flanagan è quello che tutti aspettavano: l’uomo nuovo.-

  
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