Desclaimers: I personaggi non mi appartengono.


Introduzione

Nel posto dove sono nato, o meglio, nel posto in cui ho aperto per la prima volta gli occhi fa tanto freddo.
Ricordo il suolo ghiacciato sotto la mia testa, il vento freddo che voleva accarezzarmi per darmi il benvenuto al mondo ma che era capace solo di ferirmi e farmi sentire sempre più freddo.
Con un grande sforzo mi ero messo a sedere per poter guardare qualcosa di diverso dal cielo bianco.
Ricordo la delusione nel vedere che anche intorno a me non c'era che neve.
Prima della fame, della sete o di qualsiasi altra cosa ho provato la solitudine.
La mia bella terra, incantevole e meravigliosa, era ed è spesso tuttora imprigionata nel ghiaccio ai confini del mondo, isolata e lontana.
Sentivo il ghiaccio anche nel cuore, si faceva strada piano piano e gocce bollenti mi rotolavano giù dagli occhi trasformandosi in cristallo prima di arrivare sulle labbra.
Come un bambino umano, appena nato ho provato solo che sconcerto e paura, ho pianto e i miei gemiti sono arrivati in alto verso un sole che sembrava irradiare solo gelo.
Chi chiamare? Chi cercare? C'è qualcuno?
Con le mie manine seppi solo stringermi nella pelliccia in cui mi ero ritrovato aprendo gli occhi. Le guardavo, sorpreso che quelle cosine bianche con unghie rosa-blurastre fossero mie. Guardavo le dita chiudersi tra i folti peli della pelliccia.
Fa tanto, troppo freddo.
Cercavo di tirarmi i lembi fin sopra il viso per cercare di riscaldarlo.
Nel mio cuore, anche se assediato dal ghiaccio, c'era ancora un piccolo tizzone che ne manteneva caldo un angolino: speravo che tutto quel gelo finisse presto.
Avevo appena aperto gli occhi per la prima volta eppure mi sentivo spossato e stanco.
Tornavo a chiudere gli occhi sulla mia terra di ghiaccio, sulla mia Islanda.



E' una fic senza pretese che mi è venuta in mente di questi giorni.
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