Un
licantropo innamorato.
Avvertì lo stomaco
contorcersi e il cuore salirgli in gola. Il respiro gli
mancò e per qualche
secondo si chiese se non stesse per venirgli un colpo proprio
lì, nel cortile
della scuola. Si sentì le mani sudate e le
strofinò sulla felpa, cercando di
non dare nell’occhio.
Al suo fianco Darren,
incurante del tumultuo interiore che lo stava scuotendo, continuava a
parlare,
lamentandosi di Cordelia che, come diceva lui, lo
stava tormentando .
Oz teneva gli occhi puntati
su un punto ben preciso del campus e avvertiva solo un brusio
indistinto di cui
non riusciva a cogliere che qualche parola, ma non se ne curava, in fin
dei
conti in quel momento non c’era altro che gli interessasse.
La vide camminare lenta,
passare vicino alla fontana, tra Xander e Buffy con i libri stretti al
petto e
lo zaino che le pendeva da una spalla. Parlavano animatamente e lei
rideva,
mentre l’amico la guardava di sottecchio, probabilmente punto
nell’orgoglio da
qualche frecciatina di una delle due ragazze.
I capelli fulvi le
ricadevano docili sulle spalle minute, incorniciandole il viso tonfo e
paffuto,
la bocca piccola e rossa risaltava sulla carnagione pallida del viso e
si
muoveva veloce e invitante; di tanto in tanto il labbro inferiore,
più pieno in
confronto a quello superiore, tremava
e
sporgeva conferendole un’aria deliziosa. Gli occhi verdi
guizzavano frenetici
dagli amici ai ragazzi che le passavano accanto. Li osservava per
alcuni
secondi, come se cercasse tra di loro qualcuno, ma la cosa durava solo
pochi
secondi, poi abbassava lo sguardo e le gote le si tingevano di un
leggero
rossore. E Oz si sentiva, per qualche inspiegabile motivo, infastidito
e geloso.
All’improvviso Xander
iniziò
a gesticolare, preso in chissà quale buffo racconto, e
Willow rise. A Oz sembrò
quasi di sentire la sua voce cristallina e si chiese se non fosse
proprio così,
in fin dei conti, dopo la trasformazione i suoi sensi si erano acuiti,
infatti
riusciva a percepire il profumo di lei anche a enorme distanza.
Quell’odore
dolce e allo stesso tempo pungente che spesso risvegliava i suoi
peggiori
istinti, il lupo che era in lui e lo faceva tremare, spaventato dalla
sua
stessa natura.
La vide avvicinarsi,
tagliare per il prato e dirigersi nella sua direzione, accelerando il
passo per
riuscire a mantenere quello di Buffy. Gli scappò un sorriso
e si preparò ad
andarle in contro. Fece pressione sui piedi e le convers nere e
consumate
stridettero al contatto con l’asfalto. Abbassò per
un secondo gli occhi sulle
scarpe e si accigliò. Una gomma da masticare gli si era
attaccata alla suola di
una scarpa, maledizione.
Quando rialzò gli
occhi rimase
contrariato: non c’era più, se ne era
andata e Darren continuava imperterrito a parlare.
Con la coda
dell’occhio vide
una chioma rossa svolazzare. Eccola,
esultò
senza che un solo muscolo del suo viso si smuovesse.
Con una leggera spinata si
staccò del muretto di candidi mattoni sul quale era
appoggiato.
Fece un cenno con la testa a
Darren e si congedò. Il ragazzo lo guardò
contrariato allontanarsi e lo maledì
con un insulto a mezza voce.
Oz si mosse rapido, aggirando
agile tutti i ragazzi che gli venivano in contro. La campanella che
segnava l’inizio
della ricreazione era suonata da poco e gli studenti si erano riversati
in massa
nel cortile per godere del sole primaverile. La calca gli veniva in
contro e
faticava a mantenere la direzione da lui desiderata. Alla fine si
fermò in
mezzo al cortile, l’aveva persa, di nuovo. La
cercò con gli occhi, sentiva il
suo odore, ma non riusciva a definirne la direzione.
Una mano gli strinse il
polso e delle dita si chiusero attorno alla stoffa della felpa. Rapido
si voltò
e il mondo gli sembrò fermarsi: Willow lo fissava, gli occhi
verdi puntati nei
suoi, i loro nasi
che si sfioravano e i
petti che si toccavano a ogni respiro; aveva i capelli un po’
arruffati e le guance
arrossate, come se avesse corso o si fosse divincolata in una marmaglia
impazzita.
Sorrise e poggiò le
sue
labbra su quelle
della sua ragazza. Ne seguirono
una serie di baci tutti uguali, lenti e dolci. Willow azzerò
la distanza tra i
loro corpi poggiando il suo petto su quello di Oz e, forse si
impressionò, ma
le sembrò di sentire il suo cuore.
-Ehi!- sussurrò il
ragazzo
una volta che si furono staccati, portandole una ciocca di capelli
dietro l’orecchio
–Qualcosa non va?-
-Mi mancava il mio
licantropo innamorato.- rispose candida lei, baciandolo di nuovo.
Un tossicchiare fastidioso
colse la loro attenzione e svelti si staccarono.
-Signorina Rosenberg, signor
Osbourne, andate in classe. Siamo in una scuola!- la voce fastidiosa e
viscida
del preside Snyder li fece sussultare. Svelti si defilarono, con la
testa bassa
per nascondere il sorriso che si di disegnava sui loro volti e le mani
intrecciate.
-Il tuo licantropo
innamorato, eh?- ripeté dopo pochi minuti.
Willow rise e strinse di
più
la presa sulla mano del ragazzo.
-Sì.-
Angolo
Autore:
Ed eccomi tornata per
un’altra
piccola incursione nel fandum. È da un po’ che
pensavo di scrivere un’altra
Will&Oz, ma l’ispirazione aveva preso il volo per orizzonti ben più
rosei. Ora è tornata, più o
meno, e ha rigurgitato questa cosa. Ero
indecisa se postarla o meno, poi mi sono detta “ma
sì, va” e perdi più, dopo
aver letto la fic di RealMe mi
sono decisa. Sì, con mio grande piacere ho
scoperto che, come me, anche lei ama Willow e Oz. Dedico questa fic a
lei che,
oltre ad aver contribuito a illuminarmi sul finale per questo scempio,
mi ha
anche dedicato la sua fanfiction – che vi obbligo a leggere
xD.
Bene detto questo spero che qualcuno avrà il buon cuore di recensirmi. Mi scuso con alcune autrici per non aver letto le loro storie, ma, mio malgrado scrivono fanfic rosse e, anche se sono molto tentata, non posso ancora leggerle -.-‘
Ps: abbiate pietà, ma sono quasi le sei del mattino e forse
mi è sfuggito qualche errorino. ù.ù