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Autore: Elis12    16/08/2010    3 recensioni
La guerra porta solo morte, sangue e distruzione e questo Gintoki lo sa molto bene.
Genere: Generale, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gintoki Sakata
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: i personaggi non mi appartengono e questa fic non + stata scritta a scopo di lucro.

A un certo punto ho lasciato sfogare i miei pensieri, e ho detto ma si dai pubblichiamola, chissene frega se fa schifo. XD Spero vi piaccia.

Buona lettura. ^^

La strada per il futuro

 

Personaggi: Gintoki Sakata, accenno a Otose.

 

Corri, corri, non puoi fare altro che correre, Gintoki. Sotto la pioggia fitta che ti imperla i vestiti di acqua e il freddo dell’inverno che ti punge fino alle ossa. Ma non ti importa, tu continui a correre su quella strada asfaltata a tratti, mettendo una gamba dopo l’altra, gli occhi fissi sull’orizzonte.

Scappi dal passato intriso di sangue, dal dolore della guerra, dalle lacrime versate per i compagni caduti, dalla paura della morte che ti segue impercettibile. Non ne puoi più di tutto questo, di rimanere a combattere fino all’ultimo vedendo i tuoi amici cadere morti, insieme ai nemici. Sei stanco di rimanere solo sul campo di battaglia, in mezzo a quella miriade di cadaveri, con lo sguardo di un demone negli occhi. E allora fuggi, non puoi fare altro. Continua a scappare e lasciati tutto alle spalle, portando con te solo il ricordo lontano dei sorrisi degli amici, rimpiangendo in eterno che molti di loro non li potrai più vedere.

Ma a che cosa serve tutto questo? Dico, a che cosa serve la guerra? Solo a fare degli uomini le sue vittime, e si va avanti così, a combattere ogni giorno di più impugnando le armi, finché uno dei due nemici non cade a terra esausto, ferito, morto. Ma non si risolve niente, solo un mucchio di vite perse, sangue disperso a litri e grida di dolore rivolte al cielo. È per questo che non vuoi più prenderne parte, che sei stanco di questa routine e scappi, e non importa se ti daranno del vigliacco, non importa se ti derideranno, o se Katsura ti guarderà in modo severo, tu non ne puoi più di vedere questo scenario macchiato di sangue.

Sei stanco per il gran correre, non ce la fai più. Il fiatone ti impedisce di respirare, i polmoni ti bruciano nel petto, la milza sembra stia per esplodere e i morsi della fame ti attanagliano la pancia. Non mangi da giorni, cadi a terra esausto e semi-svenuto. Dopo quella che ti sembra un’infinità di tempo scorgi un cimitero a poca distanza, decidi di riparti lì, tra quelle lapidi bagnate e scivolose, sotto le lacrime degli dei. Ti trascini vicino a una di esse e ti lasci cadere appoggiando la schiena. Ti sembra una visuale famigliare. Vedi una vecchia avvicinarsi alla tomba a cui sei appoggiato, la vedi deporre del cibo ai piedi della lapide, puoi sentirne una scia di profumo tra l’odore di terra bagnata.

 

“Ehi vecchia, non è che potrei mangiarli? Sto morendo di fame.” chiedi senza timore.

“Non sono miei, devi chiedere a mio marito.” ti risponde lei.

Capisci che si riferisci all’uomo sepolto lì sotto, ti avvicini e afferri quelle polpette di riso bianco, felice come non mai di poterle anche solo sfiorare con le dita; e incredulo di essere così contento per del semplice riso scondito. Le mandi giù in due o tre bocconi.

“Che ti ha detto mio marito?” chiede lei.

“E da quando in qua i morti parlano?” rispondi tu ritrovando un po’ della tua aria strafottente.

 

Ricordo ancora l’immagine del sorriso che le si dipinse sulla bocca in quel momento.

Quel giorno ho fatto una promessa riguardo a quella vecchia, la stessa vecchia che ora mi rompe le scatole tutti i giorni per quel dannato affitto. Ho giurato di proteggerla da lì in poi, perché quel giorno ormai sfocato, Otose-san mi salvò la vita.

 

Angolo dell'atrice:

"Che cos'è questo obbrobrio?" vi chiederete voi, "boh non lo so neanchio." risponde sconsolata la povera autrice. Non ho commenti da fare. XD

Commentate voi al mio posto.

Grazie anche a chi si è limitato di leggere questa cosa informe. XD

 

  
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