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Autore: Cimb904    17/08/2010    3 recensioni
Perchè i Vizard non conoscevano altro che il significato della parola "battaglia". Di giorno affrontavano loro stessi e i loro hollow, mentre di notte affrontavano i ricordi... La verità di 98 anni fa. ShinjixHiyori
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Un patto è sempre un patto.

-Shin…ji

Ancora una volta quella voce.

-Shin...ji

Non era lo squarcio che gli attraversava il petto a fargli male, ne tantomeno la trasformazione che tentava in tutti i modi di combattere. L’unica cosa che in quel momento lo faceva impazzire dal dolore era quella voce roca che lottava per attraversare la maschera che nascondeva il viso di quella ragazza tanto odiata-amata. Hiyori. Non riconosceva i suoi occhi, ora neri e gialli, dietro quell’inumana maschera d’osso, eppure sapeva che era lei. Lei che non si arrendeva nemmeno quando tutti gli altri erano a terra, lei che nonostante fosse completamente soggiogata dall’hollowificazione, continuava disperatamente a chiamare il suo nome…

-Shi…n…ji…

L’ultimo sussurro che uscì dalle labbra della ragazza fu accompagnato da un ultimo sguardo da parte del capitano della quinta divisione. Si fissarono per un istante interminabile, finchè gli occhi di lei non si spensero del tutto a causa del colpo di grazie datole dal traditore.

 

-Hiyori!

Anche quella notte, come ogni notte, quell’incubo continuava a perseguitarlo. Sudato e ancora leggermente ansante, abbandonò il futon e si avvicinò alla finestra della sua stanza. I lunghi capelli biondi, che un tempo amava lasciare liberi, adesso erano rinchiusi in una coda bassa che gli ricadeva dolcemente lungo la schiena. Non era passato molto tempo da quella notte che aveva sconvolto per sempre le loro vite e ancora non si erano abituati del tutto a vivere come degli umani, rinchiusi in quel magazzino che era diventato la loro casa.

 Lentamente, il biondo lasciò la sua stanza, iniziando a camminare attraverso i corridoi angusti. Kisuke Urahara  sarebbe passato anche la mattina seguente, per aiutarli a combattere gli hollow rinchiusi dentro di loro. In verità ormai avevano imparato quasi tutti ad usare le maschere e si stavano allenando solo per mantenerle più a lungo. L’unica persona che doveva ancora affrontare la battaglia contro se stessa era Hiyori.

-Hirako-san… Immagino tu sappia che ci vuole calma e pazienza per affrontare se stessi… e immagino tu sappia chi sia la persona che ne è meno dotata tra voi…

-Hiyori…

-Se non riesce a prendere il controllo in tempo, diventerà un vero e proprio hollow e dovremo ucciderla…

-Lo so, Kisuke, ma non accadrà, vedrai.

Urahara sorrise leggermente, nascondendo appena un’espressione furba.

-Ne sono certo.

 

La notte è tranquilla, la notte porta consiglio…

Tutte cazzate!

La notte rappresentava il momento peggiore della giornata di ognuno di loro. Era il momento in cui nella loro mente si facevano largo i ricordi e i rimpianti della loro precedente vita.

Hirako Shinji smise di vagare a caso per i corridoi ed aprì piano una porta, entrando in una stanza, non la sua.

Hiyori Sarugaki dormiva nel suo futon. Forse dormire era una parola grossa, una parola che i Vizard non conoscevano. Quello non era dormire, ma combattere contro un incubo, o meglio, l’incubo che perseguitava ognuno di loro. Il biondo si avvicinò alla finestra, senza però distogliere lo sguardo dal viso corrugato dell’ex tenente. I capelli erano liberi dai soliti codini che la caratterizzavano e ricadevano leggeri sul cuscino e sul suo viso. Shinji provò ad immaginarla con un’espressione serena, magari con le labbra socchiuse e le guance arrossate. Sorrise al pensiero, rendendosi conto di quanto fosse improbabile l’immagine che aveva visto nella sua mente. Hiyori teneva gli occhi serrati, i denti digrignati e i pugni stretti, chiari sintomi dell’espressione rabbiosa che caratterizzava i suoi sentimenti e la lotta contro i ricordi.

-Cerca di non costringermi ad ucciderti…

Le parole dell’ex capitano si persero in quel sussurro, mentre, con delicatezza, sistemava meglio la coperta del futon per non farle prendere freddo. Fin da quando si erano incontrati, aveva sentito da subito una gran tenerezza per lei. Aveva accettato di diventare il suo “bersaglio” pur di esserle amico e, in seguito, si era lasciato contagiare dai suoi modi bambineschi. Aveva intuito che usare la violenza era il suo unico modo di esprimere affetto e, per questo, era felice di beccarsi tutti quei calci pur di sapere che conservava un posto nel cuore di quella ragazzina che l’aveva affascinato fin dall’inizio.

Continuò ad osservarla e solo allora si accorse che in quel momento, con i capelli sciolti e solo una canotta larga a coprirla, Hiyori sembrava la ragazza fragile che era e che cercava di sopprimere da sempre. Incapace di restare oltre in quella stanza, Shinji uscì velocemente, chiudendosi la porta alle spalle. Alla fine, passare un po’ di tempo nella camera della ragazza addormentata, riusciva sempre a fargli tornare il sonno che perdeva con gli incubi.

-SHINJIIIIIIII!

Da quando si erano trasferiti in quel magazzino abbandonato, ogni mattina il risveglio per l’ex comandante della quinta brigata era sempre lo stesso: un urlo disumano e una ciabattata sotto il mento che lo faceva volare via dal futon alla velocità della luce.

-Stupido calvo, dormi troppo!

Sarugaki Hiyori posò con cura l’arma del delitto al suo posto. In parole semplici, indossò nuovamente l’infradito che aveva usato per colpire il biondo.

-Sei impazzita!? Un giorno di questi mi farai venire un infarto!

-Certo, in fondo se sei calvo vuol dire che sei abbastanza vecchio per crepare d’infarto!

Si lanciarono l’uno contro l’altra, iniziando la loro classica lotta che aiutava entrambi ad iniziare la giornata con un briciolo di sprint in più. Si tiravano i capelli, si facevano le boccacce e usavano i pizzicotti. Il rito durava per qualche minuto, per poi terminare con loro due distesi fianco a fianco, con delle espressioni serie in viso. Solitamente restavano in silenzio finchè non arrivava il tacito momento in cui entrambi si alzavano e raggiungevano gli altri per fare colazione insieme. Tuttavia, quella volta, Hirako parlò.

-Oggi affronterai il tuo Hollow…

La ragazza restò in silenzio. Sapeva che Shinji non avrebbe mai interrotto quel momento di rito solo per parlare del più e del meno.

-Voglio proporti un patto…

Stavolta la ragazza si voltò e fissò attentamente il profilo del biondo. Il fatto che lei non parlasse lo incitò ad andare avanti.

-Ti concedo di tagliarmi i capelli… se mi prometti che lotterai con tutte le tue forze…

Si voltò anche lui, incrociando gli occhi bronzei di lei. I loro sguardi restarono incatenati per diversi attimi. Non era la prima volta che succedeva e entrambi avrebbero anche voluto che non fosse l’ultima. Si osservarono, per sugellare quello strano patto che avrebbe permesso a lei di realizzare uno dei suoi sogni e a lui di non perderla per sempre. Si guardarono, lasciando che le loro anime si specchiassero l’una dentro l’altra, dandosi la forza necessaria per andare avanti.

-Tsk…

Alla fine fu la ragazza ad interrompere quell’intenso contatto e ad alzarsi.

-Un passo in più per farti diventare davvero calvo…

-Da quanto tempo è dentro?

Lisa controllò con cura l’orologio che teneva al polso, prima di rispondere alla domanda di Hirako.

-Più di un’ora…

Lo sguardo serio del biondo si posò sul muro di kido dentro cui l’ex capitano della nona compagnia stava affrontando quello che ormai era un hollow bello e compiuto. Cercò gli occhi di Kisuke, ma li trovò accuratamente nascosti sotto quello stupido cappellino che aveva iniziato a mettere tutti i giorni. Sospirò, prima di avvicinarsi al Vizard che teneva su la barriera.

-Hacchi fammi entrare…

Il suo sguardo risoluto e il suo volto tirato bastarono per evitare all’omone di porgli qualsiasi domanda ed obbedire semplicemente alla richiesta.

-Fermati Hirako-san, ormai è tardi…

Una donna dalla carnagione scura e con degli improponibili capelli viola si avvicinò a lui, provando a dissuaderlo dall’entrare. Un tempo, per chi la conosceva, lei era semplicemente il capitano dello seconda brigata e dei servizi segreti.

-Yoruichi-san…

Urahara intervenne per bloccare la donna. Dietro quel ventaglietto di carta e quel cappello bianco e verde, nessuno poteva capire cosa celasse la sua espressione.

-Lasciamolo andare…

Il biondo osservò i due vecchi colleghi per qualche secondo, prima di mettere piede nella barriera nel punto in cui Ushoda aveva aperto un varco. Probabilmente il creatore del reparto di sviluppo tecnologico aveva qualcosa in mente, per questo Yoruichi decise di dargli fiducia e rinunciare al tentativo di bloccare Shinji.

-Kensei! Ti do il cambio…

Per l’uomo con il 69 tatuato sul petto fu un sollievo sentire queste parole, visto che ormai non ce la faceva più a fronteggiare il mostro racchiuso in quella barriera. Appena vide entrare Hirako, uscì prontamente da un altro buco aperto appositamente dall’omone coi capelli rosa.

-Hiyori…

Il ragazzo con i lunghi capelli lasciò che i suoi occhi si specchiassero in quelli privi di umanità dell’hollow che si trovava davanti. Il corpo dell’ex tenente era interamente ricoperto dallo strato d’osso di cui era formata anche la maschera. Lungo le spalle aveva degli strani cornetti simili a quello che aveva anche sulla fronte, mentre l’unica cosa ad interrompere il bianco inumano del suo corpo erano delle venature rosse e il buco nero che le attraversava lo stomaco. In risposta al richiamo del ragazzo, l’hollow ringhiò.

-Baka… per una volta dovrei essere io a prenderti a ciabattate.

L’essere mostruoso che stava dominando il corpo di Hiyori si fiondò rapidamente contro di lui, pronto ad aggredirlo.

-Kisuke!

Yoruichi si avvicinò all’uomo col cappello, tenendo stretta una katana e mostrando un’espressione preoccupatissima.

-E’ la zampakuto di Hirako… E’ entrato disarmato!

-S-sei soddisfatta? S-svegliati… adesso. Hiyori…

Shinji aveva bloccato la katana della ragazza con il proprio corpo e adesso la teneva stretta a se, cercando di impedirle di muoversi. Il sangue scarlatto gli colava leggero lungo il fianco destro, dove era ancora conficcata la lama di Kubikiri Orochi. Lentamente, l’hollow si sottrasse dalla sua presa e iniziò ad urlare furiosamente, mentre lo strato d’osso che ricopriva il suo corpo iniziava a sgretolarsi. Il biondo si premette con forza una mano sul fianco, riuscendo però a rimanere in piedi, in silenzio.

Lentamente la voce del mostro divenne sempre più umana, così come il suo aspetto, che, lentamente, si tramutò in quello di una ragazzina con i codini ed una tuta rossa. L’unica cosa che restava dell’essere inumano era la maschera d’osso con il corno sulla fronte che la ragazza provvide prontamente a rimuovere, mostrando il suo viso al biondo che stava nella barriera assieme a lei.

-Shin..ji…

-F-finalmente…

Il ragazzo dai lunghi capelli rivolse alla sua interlocutrice il suo solito sorriso, mentre si avvicinava alla barriera per dire agli altri Vizard che ce l’aveva fatta.

-Hacchi apri… è tutto a posto adesso.

Dietro il suo ventaglietto di carta, Urahara Kisuke sorrise.

Hirako Shinji stava seduto davanti allo specchio della sua camera, tenendo gli occhi fissi sulla figura riflessa davanti a lui. I lunghi capelli biondi erano lasciati liberi lungo le spalle. Un tempo, alla Soul Society, la sua capigliatura era una cosa di cui andava fiero e per cui riceveva decine di complimenti. Tutti ammiravano la cura con cui il capitano Hirako se ne occupava, rendendoli capaci di risplendere al sole come se fossero oro filato.

-Non devi farlo per forza.

Hiyori Sarugaki era in piedi alle sue spalle, con la zampakuto stretta nel pugno destro. Erano passati un paio di giorni da quanto aveva affrontato il suo hollow interiore e adesso Shinji ci teneva a scontare la sua promessa. Lei non era morta, quindi aveva mantenuto la sua parte del patto.

-Voglio farlo. Sai, si dice che un cambio di vita inizi con un taglio di capelli.

A cambiare vita loro erano stati costretti da una persona che li aveva usati come cavie per esperimenti per poi ucciderli… Perché lo sapevano: loro quella notte erano morti. E non c’era nulla che potessero fare per redimersi se non diventare più forti e vendicarsi e, proprio per questo, dovevano lasciarsi il passato alle spalle e andare avanti, insieme.

-Certo che sono proprio un pazzo a farti avvicinare alle mie spalle mentre hai la katana sfoderata…

Non c’era bugia più grossa. Entrambi sapevano che il biondo non avrebbe lasciato a nessun altro quel compito tanto delicato, perché lei, quella ragazzina violenta e manesca, era l’unica a cui avrebbe affidato la sua stessa vita. Delicatamente, le piccole mani dell’ex tenente raccolsero la cascata di fili d’oro del ragazzo, raggruppandoli in una coda stretta che finiva poco sotto la nuca.

Tenendo costantemente gli occhi fissi in quelli del ragazzo, Hiyori compì il gesto, tagliando accuratamente alla base della coda. Mentre i capelli dorati cadevano leggermente verso il terreno, i due continuarono a fissarsi, lasciando che l’importanza di quel momento li soppiantasse. Quel gesto li avrebbe uniti per sempre.

-Calvo…

“Il mio calvo…”

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Ebbene si, signori e signore, ho deciso di riempire anche il mondo di Bleach con le mie idiozie, e lo faccio con una Shot con protagoniste due persone che se andate a vedere la lista personaggi del fandom, neanche ci sono.

Ovviamente se siete arrivati qui vuoldire che avete già letto, quindi non mi dilungo sul presentare i personaggi e dico solamente che li adoro ** e che ci sono rimasta malissimo quando ho scoperto che qui non ci sono fic su di loro, per questo ho deciso di mettere da parte gli impegni e dedicarmi un po' a loro. Spero che questa piccola cavolata vi sia piaciuta e che possa spronare un po' di autori a dedicarsi di più ai Vizard.

Detto questo me la squaglio per evitare linciaggi.

Oyasumi nasai ^^

   
 
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