Crossover
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Autore: FleurDeLys    19/08/2010    6 recensioni
[Supernatural x Doctor Who]
[Personaggi: Castiel/Sally Sparrow]
“Mi chiamo Sally Sparrow, vivo a Londra e gestisco un piccolo negozio sulla Queen Street. Un anno fa ho incontrato un uomo chiamato il Dottore. Da allora è cambiato il mio modo di vedere il mondo. E di pensare allo scorrere del tempo. Il tempo non è quello che le persone pensano che sia. E' qualcosa di molto più complicato. Il tempo vacilla, va e viene, fluttua e traballa. E quando il tempo fa i capricci non si sa mai come andrà a finire. Adesso sta succedendo di nuovo e io mi ritrovo un angelo tra i piedi. Ma questa volta, quando dico angelo intendo un vero angelo: un angelo del Signore.”
[SPOILER 5° STAGIONE DI SUPERNATURAL]
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Telefilm
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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C1

Categoria: Crossover [Doctor whoSupernatural]
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale
Personaggi: Sally Sparrow, Castiel
Rating: Giallo
Cronologia: post III stagione Doctor Who – Metà V stagione Supernatural

Declaimer: questa storia è stata scritta senza scopo di lucro. I personaggi di castiel e sally Sparrow sono proprietà rispettivamente di Eric kripke (autore e ideatore di supernatural)e di Steven Moffat (geniale sceneggiatore di molti episodi della serie passate Doctor Who e showrunner dell'ultima stagione). Spero vivamente di non aver plagiato nessuno, se l'ho fatto è stato in modo del tutto inconsapevole. Segnalate e provvederò a rimuovere la storia.


I



"F
are un respiro nel 2007 e quello successivo nel 1920 è uno strano modo di cominciare una nuova vita.
Ma una nuova vita è quello che ho sempre desiderato."

Con il ricordo di queste parole nel cuore, Sally Sparrow depose il mazzo di fiori ai piedi della lapide. Un anno e mezzo era passato dal giorno in cui Sally aveva perso la sua amica Kathy.
La ragazza andava spesso a visitarne la tomba, lì nel piccolo e vecchio cimitero al centro di Londra.
Quel giorno, si era alla fine marzo, l'aria era fredda e il cielo grigrio. Sally, stretta in una lunga giacca di jeans, con le mani affondate nelle tasche, restò ad osservare in silenzio le parole incise sulla pietra. Accanto a lei, Larry Nightingale, fratello di Kathy, con la sua zazzera di capelli biondi, la barbetta incolta e la larga felpa grigia, faceva altrettanto. Alle spalle dei ragazzi, lontano come un dettaglio sfocato sullo sfondo di un dipinto, un anonimo gruppetto di uomini e di donne abbigliati di nero assistevano alla sepoltura di un qualche loro caro scomparso.
Sally sorrise malinconica davanti alla lapide della sua amica.

Katherine Costello Wainright
Amata moglie e madre
1902 – 1987

Le parole incise sulla pietra mentivano, Sally e Larry lo sapevano bene.
Kathy era morta nel 1987, già, ma non era affatto nata nel 1902. Che strana vita quella Katherine! Nata alla fine del ventesimo secolo, un bel giorno dell'anno 2007, nel tempo di un battito di ciglia, era stata spedita indietro di decenni, fino all'Inghilterra del 1920. E in quell'epoca aveva vissuto appieno la sua vita. Si era sposata, aveva avuto dei figli e dei nipoti; una piccola consolazione per chi, come Larry e Sally, era rimasto nel 2007.

Il giorno in cui Sally Sparrow si era separata da Kathy era stato anche il giorno in cui aveva scoperto che il mondo è meno ordinario di quanto avvesse immaginato fino a quel momento.
Aveva scoperto che gli esseri umani non sono i soli abitanti della Terra, tantomeno i soli abitanti dell'intero universo.
Aveva scoperto, infine, che esistono persone che vivono vite straordinariamente fuori dal comune; esistenze piene di stranezze e di pericoli, di misteri e di avventure.
E non di rado, in cuor suo, Sally Sparrow sospirava con rammarico davanti alla consapevolezza che la sua non era una di quelle esistenze.
Il massimo che la ragazza poteva fare era tornare con la memoria agli eventi di più di un anno e mezzo prima, quando aveva incontrato un uomo chiamato il Dottore: uno di quegli incontri che non si dimenticano. Mai. Il misterioso viaggiatore del tempo aveva scombussolato da cima a fondo la vita di Sally, ma alla fine – come ogni cosa a questo mondo – anche quell'avventura era giunta al suo termine. L'ultima domanda aveva trovato la sua risposta, il Dottore se ne era andato e tutto era tornato alla normalità.
Alla rassicurante normalità, diceva Larry soddisfatto.
Alla noiosa normalità, pensava in gran segreto Sally.

Era davvero strano come in lei, con il passare dei mesi, si andava via via affievolendo il ricordo della paura nei momenti in cui aveva rischiato la vita, mentre quello dell'entusiasmo dell'avventura e del mistero da risolvere restava sempre vivo nella mente e nello spirito della ragazza. Probabilmente, l' enstusiasmo era più acuto nel ricordo di quanto non lo fosse mai stato nella realtà.
E così, giorno dopo giorno, più la sua vita si rivelava tranquilla e più Sally desiderava semplicemente che qualcosa accadesse.

In fondo, a ben pensarci, non avrebbe potuto essere diversamente.
Non era forse proprio Sally Sparrow – una minuta ragazza inglese, dal viso piccolo e i tratti delicati, quasi da bambina, con i sottili capelli colore miele e gli onesti occhi castani – non era forse lei quella che non si faceva problemi ad ignorare la scritta KEEP OUT per scavalcare vecchi e cigolanti cancelli? Non era lei quella che non aveva paura di intrufolarsi in piena notte in una spettrale casa disabitata? Non era lei quella che forzava le assi di una porta sbarrata pur di entrare nella suddetta casa?
E tutto solo per poter scattare qualche foto alle cose vecchie.
Perché a Sally le cose vecchie piacevano. La facevano sentire triste.
E anche la tristezza, per le persone capaci di sentimenti profondi, ha il suo fascino.

Non c'era dunque da stupirsi se Sally Sparrow, poeticamente incantata dai sentimenti, curiosa ma non ingenua, con un animo saldo ma insofferente all'immobilità delle emozioni, non riuscisse ad accontentarsi di una vita ordinaria.

Larry sospirò tristemente e Sally distolse lo sguardo dalla lapide della tomba di Kathy.
« Andiamo via? » sussurrò il ragazzo.
Sally annuì col capo. Fece scivolare la mano destra fuori dalla tasca e strinse quella Larry.
La visita al cimitero era solo una breve tappa, avevano intenzione di passare il pomeriggio fuori Londra, in campagna.
Insieme si avviarono verso l'uscita del cimitero. Passarono accanto al funerale, vicini abbastanza da distiguere con chiarezza le parole del revedendo.
« ...Micheal Flidder era un uomo buono, un lavoratore istancabile, un marito fedele... »
Sally si fermò all'improvviso e costrinse Larry a fare altrettanto.
« Cosa c'è? »
« Micheal Fiddler... » ripeté la ragazza a bassa voce, con un tono vagamente sorpreso. «Questo è il funerale di Micheal Fiddler... »
Larry la guardò senza capire.
« Lo conoscevi? »
« No, ma hanno parlato della sua morte al telegionale, tre o quattro giorni fa » disse Sally, spicciola, sempre parlando a bassa voce.
Larry sollevò le sopracciglia.
« Hai buona memoria per i nomi tu, eh? »
« Era un uomo d'affari piuttosto ricco, strano venga seppellito in un cimitero così piccolo » osservò Sally.
« Com'è morto? »
« Suicidio » rispose la ragazza. « Almeno così hanno detto al telegiornale. Lo hanno ritrovato morto e... galleggiante... nel Tamigi »
Larry allargò le narici in una smorfia di disgusto.

***

In capo a tre ore, Sally Sparrow e Larry Nightingale se ne stavano sdraiti su un prato di campagna, seduti su di un telo arancione, mentre sopra le loro teste, in cielo si andava pian piano annuvolando. Erano a più di sessanta miglia fuori da Londra e la strada trafficata più vicina non lo era abbastanza da rovinare la quiete del posto. Fin dove poteva arrivare l'occhio dei ragazzi si scorgeva solo il verde dell'erba, attraversato da una stradina bianca e interrotto dai toni più scuri del fronde degli alberi; alcuni crescevano isolati, altri a gruppetti. Volgendo lo sguardo a sud si incontrava il pendio di una collinetta. E lassù, sulla cima, riposavano malinconiche le rovine di una piccola chiesa in pietra grigia. Anche da lontano, si riusciva a vedere bene la croce sulla sommità della severa facciata dell'edificio.
Tutto era quieto e silenzioso, anche i due ragazzi.
Larry si era appisolato. Russava piano, con le braccia incrociate dietro alla testa e le caviglie accavallate. Dopo mangiato si appisolava sempre, non c'era nulla da fare.
Sally Sparrow, dopo aver messo via nel cesto quel che restava del pranzo a base di tramezzini, armeggiava adesso con la sua fidata macchina fotografica. Si era appena decisa a fare una passeggiata solitaria fino alla chiesa. Sempre meglio che starsene lì ad ascoltare i grugniti di Larry, pensava tra sé e sé. Prima di alzarsi da terra, la ragazza gettò indietro la testa e guardò in su, verso il cielo. Aggrottò leggermente la fronte. L'aria si era fatta più umida, odorava di pioggia.

Risalire il fianco della collina non fu affatto faticoso: c'era un sentiero che si snodava dolcemente fino alla cima. Sally passeggiò con calma. Si attardò a immortalare l'impresa di una coccinella rossa che s' arrampicava su per un filo d'erba e, pochi metri più su, scattò una foto a un bianco e solitario fiorellino di prato. Sulla sommità del colle un vento leggero piegeva l'erba tenera e rigogliosa che spuntava dal terreno umido. Le rovine della chiesa se ne stavano lì, immobili e orgogliose nella loro solitudine. Erano tutto ciò che restava di una costruzione vecchia di più di cinque secoli. Il tetto non c'era più, ma restavano in piedi la facciata a capanna, le pareti laterali e buona parte dell'abside. Sally camminò sotto l'arco a sesto acuto che si apriva sulla facciata – secoli addietro, lì doveva esserci un portale di legno. Si riuscivano ancora a scorgere i segni dei cardini. Del pavimento interno invece non c'era più traccia.
La ragazza toccò la pietra delle pareti, fredda e ruvida. Osservò l'erba e le piante che vi crescevano, sopra e tra le fessure. Riconobbe i cespugli di ortica e di melissa e si accovacciò sulle ginocchia per fotografare le gemme lucide che spuntavano tra le foglie. Che splendido affresco di antico e di nuovo in quel luogo isolato da tutto! La pietra immobile era il ricordo di un mondo passato, la natura vibrante di colore era la promessa di vita futura. Sally continuò a scattare foto, andando in cerca degli scorci più suggestivi e dei più pittoreschi contrasti di luce e di ombra; continuò fino a quando, con suo sommo dispiacere, il cupo brontolio di un tuono non l'avvertì che la pioggia era vicina.
Allora Sally oltrepassò per l'ultima volta l'arco della facciata, uscendo dal perimetro delle rovine. Si fermò pochi passi più in là e guardo verso l'alto, verso la sagoma scura della croce, stagliata contro il grigio plumbeo del cielo. Vista dal basso aveva un'aria così solennemente minacciosa che Sally non poté fare a meno di voler scattare un'ultima foto.
Sollevò le braccia, puntò l'obbiettivo della macchina fotografica verso la croce, ma... fu allora che accade qualcosa di strano.
Prima le sembrò di udire, tra i sibili del vento, un suono simile a un battito d'ali e subito dopo notò qualcosa con la coda dell'occhio, qualcosa che stava poco dietro di lei.
Sally batté un paio di volte le palpebre, abbassò le braccia e si voltò.
Il sussulto di sopresa fu così brusco che per poco non le sfuggì di mano la macchina fotografica.

C'era un uomo lì con lei, il che era strano.
E non lo era tanto l'uomo in sé, quanto il fatto che sembrava essere comparso dal nulla.
Sally era sicurissima di non aver sentito nessun rumore di passi. L'uomo doveva essersi avvicinato molto, davvero molto, silenziosamente.
Sarà un fantasma?
Sally dentro di sè sorrise per aver formulato, anche se solo per un attimo, quel ridicolo quesito.
Ovvio che l'uomo non era un fantasma. Era lì, a meno di un metro da lei, in piedi, reale, vivo e per nulla trasparente.
Era abbastanza alto, e robusto anche. Aveva indosso un lungo trench chiaro e a Sally non sfuggì la poca cura con la quale indossava la cravatta: il nodo attorno al colletto della camicia era troppo largo. A giudicare dai tratti maturi del viso, lo sconosciuto doveva avere almeno dieci anni più di Sally. Non era propriamente bello, ma aveva gli zigomi alti, le labbra piene, il naso diritto e nel complesso c'era qualcosa di piacevole nel suo aspetto. I capelli erano corti e scuri, gli occhi di un blu elettrico. Ma quale espressione si leggeva in quegli occhi! Erano occhi gentili eppure severi, allo stesso tempo calmi e frementi di vita. Fu per quello che lesse negli occhi dello sconosciuto che Sally non pensò, neppure per istante, che fosse lì per farle del male.
Strana, strana sensazione. Sally stessa se ne stupì nel provarla.
Confusa, ma per nulla spaventata, la ragazza abbozzò un sorriso e il sorriso le disegnò un accenno di fossette ai lati della bocca.
« Salve » se ne uscì con semplicità « Non l'ho sentita arrivare. Mi ha quasi spaventata. Fa... una passeggiata anche lei?»
Invece di rispondere, lo sconosciuto guardò la parte superiore della facciata della chiesa, alle spalle di Sally.
Lei lo fissò, sorpresa di non ricevere alcuna risposta.
« Beh, io mi chiamo Sally... se la cosa le interessa »
Non sorrideva più e nella voce c'era qualcosa del tono piccato di chi si sente ingiustamente ignorata.
L'uomo abbassò lo sguardo su di lei.
« Castiel » disse, senza nessuna particolare intonazione.
Sally lo guardò senza capire.
« Chiedo scusa? »
Allora lo sconosciuto parlò di nuovo; aveva una voce molto profonda.
« Il mio nome è Castiel » ripeté con calma.
Sally tornò a sorridere.
« Molto piacere... »
Nel pronunciare la breve frase, tese una mano verso Castiel facendo un passo in avanti.
Un istante dopo aver fatto quel passo – quel solo, unico, singolo passo - Sally udì un sibilo alle proprie spalle, seguito subito dopo da un tonfo.
La ragazza si voltò di scatto. Vide la croce della chiesa a terra, uno dei due bracci si era spezzato nella caduta.
Sally fissò la croce sgrandando gli occhi.
« Miseriaccia! » esclamò in un sussurro. « Questa si che si chiama fortuna! »
Volse lo sguardo verso Castiel, ma quando lo fece, si ritrovò a parlare da sola.

***

Una voce femminile dal tono aspro mise fine al riposo di Larry.
« Sveglia, bello addormentato! »
Larry aprì gli occhi con un espressione inebetita. In quel momento un ennesimo tuono echeggiò per tutta la spianata.
« Che ore sono? » domandò il ragazzo mettendosi a sedere.
« Quasi le cinque » rispose Sally, occupata a infilare la macchina fotografica dentro la custodia. «E sta per piovere»
Quella rivelazione fu ben lontana dal mettere fretta a Larry, che si tirò in piedi con calma. Alzò le braccia sopra la testa per stiracchiarsi. Poi sbadigliò, due volte, e senza preoccuparsi di nascondere la bocca dietro una mano. « Cosa hai fatto mentre dormivo? » chiese tra uno sbadiglio e l'altro.
« Sono andata a scattare qualche foto alla chiesa »
Larry si voltò distrattamente a guardare i ruderi dell'edificio.
« Trovato qualcosa di interessante? »
Sally, che stava ora ripiegando il telo, esitò per un breve istante sulla risposta da dare.
« No » disse infine con noncuranza. « Niente di interessante »

CONTINUA.

   
 
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