Capitolo
4
Ciao
nonno
Non
era c’era un cielo particolarmente sereno quel giorno , anzi
direi che era
esattamente l’opposto della serenità . Le nuvole
dominavano in quella immensa
distesa di blu terso , ricoperta nettamente dal quel grigiore pallido .
Di
tanto in tanto si sentivano alcuni tuoni . Voleva piovere , me lo
sentivo , ma
forse anche il cielo , spinto dalla compassione , voleva essere forte
per noi ,
forte per coloro che non avevano mai smesso di sperare invano . La
distesa
verde che mi circondava era enorme , non un fiore , soltanto verde regnava , piccoli ciuffi
continui di erba
fresca appena potati ed innaffiati . Si sentiva infatti quel profumo di
acqua e
terriccio che insieme all’erba davano un aroma sopportabile ,
ma non del tutto
gradevole . Eravamo tutti in nero in quel momento , e l’unica
tonalità chiara
che si riusciva a percepire dalla
folla erano le camice dei vari uomini che erano accorsi al rito prima
in Chiesa
e poi lì, in quel luogo del riposo eterno , sormontato da
tante croci bianche
che venivano fuori dall’erba potata .
C’erano
tutti lì , a commemorare la memoria del nonno . Tutti a
partire da Mark ,
Amanda , la Signora Meade , Daniel , Henry e via discorrendo. Tutto lo
staff
Mode era lì , insieme a parenti ed amici . Mi guardai
intorno . A parte Daniel
, che sapevo essere venuto con Zia Betty , dal momento che in questi
due mesi
avevano approfondito il loro rapporto fino ad arrivare a stare insieme
, non mi
parve di notare nessuno di particolarmente importante , nessuno che
avesse
particolare rilevanza per me . Forse cercavo Austen , nonostante tutto
, volevo
ancora vederlo , ma sapevo che era impossibile , non poteva essere
lì , il
giorno dopo il suo incidente . Speravo però che almeno
avesse saputo che cosa
mi fosse accaduto , speravo che almeno qualcosa gli sarebbe giunto
all’orecchio
.
Girai
lo sguardo varie volte e poi , e varie volte tentai di vedere e di
colmare quel
mio desiderio invisibile , inutilmente però . Arrivammo
allora alla sua croce ,
sul luogo dove avrebbe riposato per sempre , sul luogo dove avrebbe per
sempre
vegliato su di noi . Guardavo quella fossa , e lacrime mi sgorgavano
dagli
occhi , lacrime di grande tristezza . Non riuscivo a spiegarmi
perché mi aveva
lasciato solo , perché non era restato per un altro
po’ lì a darmi man forte ,
a sostenermi .
Immerso
nei miei mille pensieri , mi disposi in fila insieme a mia madre ,
Bobbie , la
zia Betty e Daniel. A quel punto alzai lo sguardo verso il leggio posto
accanto
a mia madre e da lì il mio grande sguardo
cominciò ad ispezionare gli angoli
più remoti della folla . Non mi aspettavo così
tanta gente , in realtà non mi
aspettavo neanche di trovare Willhelmina vicino Mark . Ma durante
questa mia
escursione nella folla di gente che vi era , intravidi due persone che
non mi
sarei mai aspettato venissero al funerale .
La
madre ed il padre di Austen si stagliavano dietro alcuni presenti .
Erano le
persone più alte in quel momento e riuscivano ad intravedere
tutto anche a
qualche fila di distanza . Erano entrambi vestiti in nero e
l’unico accessorio
che la madre di Austen si era permessa era un cappello molto fatiscente
e nero
. Non volevano farsi vedere da me , ma appena notarono che il mio
sguardo si
era posato su di loro , la signora Tyler mi mandò
un’occhiata molto dolce ,
voleva starmi vicino , questo era evidente . Non volevo però
verificare se
anche il signor Tyler avesse voluto , perché in quel caso
credo che l’unica
vicinanza che avrebbe accettato , sarebbe stata quella delle sue mani
intorno
al mio collo . Lo guardai negli occhi , ma non vi vidi rabbia ,
soltanto un po’
di tristezza, un po’ di malinconia che tutti portavano come
bagaglio in certe
situazioni .
Iniziò
così la cerimonia . Era tutto perfetto , i fiori al posto
giusto , tutto era al
suo posto . Non appena il prete iniziò a recitare il salmo ,
mia madre e mia
zia Betty contemporaneamente avvicinarono il fazzoletto al naso ed
inspirarono
affannosamente . Non volevo assolutamente sentire cosa stessero
provando in
quel momento . Se in quel momento avessi potuto decidere quali menti
sondare ,
non avrei scelto le loro , sarebbe stato come un suicidio . Il salmo
occupò ben
dieci minuti , non che mi fossi aspettato chissà cosa , ma
nei film di solito
durava di più . Quello però non era un film era ,
sfortunatamente e
provvidenzialmente , la realtà dei fatti . Il sacerdote ci
chiese se qualcuno
di noi avesse qualcosa da dire . Nessuno si alzò , forse era
il momento di
agire , di fare anche io qualcosa , non me ne sarei stato con le mani
in mano ,
non in quel momento , per mia Zia Betty e per mia madre . Mi alzai .
Mia
madre mi fissò con gli occhi spalancati e con lo sguardo
vuoto , i suoi occhi
lasciavano cadere qualche lacrima . Le avrei voluto dire tante cose ,
ma non
potevo, non era il momento. Sapeva già di Austen , di
ciò che gli era accaduto
dopo il pranzo da lui , ma la situazione in cui viveva non gli permise
di dare
un giudizio molto obiettivo
sulla
questione . Questo era soprattutto per lei , che non aveva mai demorso
di
fronte alla realtà , che non si era mai arresa di fronte
alle tante
controversie che la vita le aveva presentato. Le volevo bene e questo
era il
mio riconoscimento.
Mi
avvicinai al leggio blu scuro e notai che aveva qualche intarsiatura di
oro
negli angoli molto particolari . Non feci particolarmente caso a
ciò che non
era degno di nota e decisi quindi di sfogare ogni mia paura :
-
Buongiorno … - avevo già cominciato male , non
stavamo prendendo un tè ,
eravamo ad un funerale , poi ripresi - … Ehm …
Scusate , non sono pratico con
questo genere di cose , non sono mai stato protagonista di certe
situazioni ,
quindi non so molto bene che cosa dire , e che parole usare . In
realtà non
sono mai stato bravo con le parole , chi era bravo in questo genere di
cose era
il nonno . Trovava sempre il modo di farci sorridere , di metterci di
buon
umore .
Intravidi
una lacrima sul volto di mia madre , che abbassò lo sguardo
e chiuse gli occhi
emozionate , non volevo fermarmi perciò continuai :
-
Nonno non era solo bravo con le parole , aveva tanti altri talenti :
sapeva
cucinare , sapeva lavare , cantare .
Tante piccole cose che lo rendevano la persona speciale
che era e che
per me continua ad essere tuttora . Non era solo un nonno per me , era
un padre
, un padre col quale potevi parlare di tutto , con il quale potevi
confidarti .
E’ sempre stato una buona forchetta ma la sua caratteristica
principale era
quella di saper trovare il buono nelle persone anche quando di buono
non c’è
nulla . Per un esempio pratico , guardate me . Sarei il nipote perfetto
se non
fosse per un piccolo particolare . Sono gay .
In
quel momento mia madre alzò di nuovo lo sguardo verso di me
, seguita dalla zia
Betty , Bobbie e Daniel . Non credevano alle loro orecchie , o meglio
non
credevano al fatto che avessi trovato il coraggio di dirlo , di
parlarne , di
rivelarlo. Presi il coraggio a due mani e ripresi il discorso :
- Mentre molte persone in questo momento staranno avendo pensieri
razzisti , e
credete a me , molti ne hanno , lui non lo avrebbe mai fatto , non mi
avrebbe mai
rimproverato perché sono “diverso” , non
mi avrebbe mai allontanato per questo
, questo perché lui mi considerava un UOMO
a tutti gli effetti , con
tutti i miei pro ed i miei contro . era una persona speciale ,
l’unico sul
quale sapevo di poter contare sempre . Le persone parlano ,
spettegolano ,
giudicano , ma non si può parlare senza giudicare , non si
può parlare senza
sapere . Sapere come si senta una persona , sapere cosa provi questa
persona
dentro di se . Lui lo aveva capito , mi aveva accettato , mi aveva
sempre
invitato a non demordere . Bisogna solo seguire il proprio cuore !
Non
credevo molto nell’ultima frase che avevo pronunciato ,
l’avevo detta perché
sapevo che avrebbe avuto un certo effetto visto che è stata
l’ultima che il
nonno ha pronunciato prima di lasciarsi . Guardai mia madre dritta
negli occhi
e provai gioia nel vedere che accennava ad un sorriso , che era fiera
di me ,
che finalmente aveva trovato ciò che la rendeva orgogliosa
di suo figlio . Non
voleva altro per me se non il meglio .
Mi
allontanai dal leggio , feci pochi passi e mi tornai a sedere . Il
sacerdote
non impiegò molto tempo per portare a termine la cerimonia .
Gli ultimi momenti
furono i più strazianti . La bara stava per essere messa
sotto terra . Era
arrivato il momento di salutarlo per sempre , di dargli un ultimo
saluto . Non
avevo la forza di farlo , non riuscivo a crederci che non
l’avrei più rivisto
. Mi avvicinai alla
fossa , presi il
coraggio a due mani ed afferrai un fiore , una rosa bianca come
l’innocenza .
Nella mano destra tenevo la rosa , e con la sinistra presi un
po’ di terriccio
. Lanciai il terriccio su quella sua nuova dimora perpetua di legno poi di seguito gli lanciai
la rosa . La rosa
cadde lentamente , aveva voglia di prolungare l’agonia , o
forse stava solo
cercando di farmi dimenticare ciò per cui ero venuto e
ciò che stavo compiendo
.
Il
turno di ognuno sembrava non passare più e l’unica
cosa che sentivo era una
fitta al cuore , un pezzo di cuore che cadeva ogni volta che ognuno di
loro
gettava una rosa . Mia madre tornò a posto , dopo le ultime
parole del
sacerdote il rito si concluse . La folla si dissolse e fummo
completamente
invasi da un cumulo di persone . Io i distaccai dalla mia famiglia per
un
momento giusto il tempo per poter andare a parlare con coloro che
realmente mi
interessavano . Intravidi i signori Tyler in fondo alla fila , magari
mi
stavano aspettando , chi poteva mai saperlo ? Mi avvicinai a loro e la
signora
Marylin mi abbracciò e mi disse :
-
Mi dispiace tanto Justin
Il
marito , che non sembrava più apatico come il nostro primo
incontro , si
abbassò , per accorciare la sua enorme statura , prese la
mia mano e disse :
-
Le mie più sincere condoglianze … - si
fermò come se avesse lasciato in sospeso
il discorso , poi continuò - … associate alle mie
più sincere scuse per la
brutta conversazione di ieri .
-
Grazie - risposi senza lasciare intendere se fosse unicamente per le
condoglianze o anche per le scuse e poi domandai :
-
Ed Austen ?
-
I medici non gli hanno dato il permesso di uscire
dall’ospedale , sai è
passato solo un giorno dall’incidente . -
rispose la madre
-
Ah capisco - dissi un po’ deluso.
-
Riguardo a ieri , voglio che tu sappia che non ce l’avevo
assolutamente con te
. Ero soltanto molto sorpreso e molto irato per la rivelazione che mi
aveva
fatto mio figlio . Non me lo sarei mai aspettato , in fondo io
l’ho cresciuto
in un modo e mai avrei potuto pensare a
questa “diversità”
- intervenne il signor Tyler
-
Siamo come tutti voi , soltanto abbiamo altri interessi - precisai
-
Lo so , ed è per questo che me ne pento . Ieri , dopo che
Austen si svegliò ,
ho parlato a lungo con lui , e sono riuscito a farmi un’idea
di che persona
speciale abbia allevato , di che dono mi abbia fatto il cielo , e di
che grande
favore mi abbia fatto a fare in modo che conoscesse te .
-
A sua descrizione sei una persona fantastica , ed hai anche il
più bel di
dietro di tutti i suoi amici .- intervenne la mamma di Austen - ma sei
tu che
lui vuole .
Non
riuscii a trattenere una lacrima , in questi due giorni se qualcuno le
avesse
raccolte , avrebbe potuto riempirci una bacinella con le mie lacrime .
Il
signor George prese un fazzoletto e me le asciugò poi mi
disse :
-
Mi ha detto di riferirti una cosa
-
E che cosa ?
-
Ti amo
Rimasi
di soppiatto , non avrei mai pensato che sarebbero uscite queste parole
dalla
bocca del Signor Tyler, ma nel proferirle sembrava provasse un grande
affetto
paterno nei miei confronti . continuai a fissarlo per un po’
di tempo fin
quando non sentii mia madre che mi
intimava di tornare . Li salutai e loro mi invitarono a venire a
trovare Austen
. Mi voltai e varie volte girai il volto dietro , giusto il tempo per
poterli
vedere mentre andavano via . Stava cominciando a piovere e non volevano
assolutamente bagnarsi .
Entrai
in macchina , piccole gocce cominciarono ad appannare i vetri . Non
riuscivo ad
intravedere più niente a parte la terra ormai fresca sul
luogo di sepoltura di
Ignacio Suarez “ padre e nonno esemplare” . Ogni
goccia era una lacrima per me
una lacrima che mi trafiggeva , che non mi dava pace . Non avevo
più bisogno di
consolazione , avevo bisogno solo di un po’ di forza, forza
che non avrei
ottenuto tanto facilmente . Guardai per un ultima volta quella bella
distesa di
verde nella quale croci bianche dominavano . Vidi le tante gocce
abbattersi sul
prato verde e riuscii a cogliere la croce di mio nonno . Lo avrei
voluto
rivedere , lo avrei voluto rimirare di nuovo , non per trattenerlo con
me , non
per poterlo far stare qui ancora , ma soltanto per potergli dare un
saluto .
Forse ora era il momento , chi poteva saperlo . Arrivederci nonno , ci
rincontreremo , ma fino a quel momento arrivederci .