Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: Oxis    21/08/2010    1 recensioni
un criminale che rispunta fuori dopo un anno. era stato assolto per mancanza di prove. e se le prove le avesse avute... una collega della polizia? e se le aveva, perchè non le ha usate? forse aveva paura...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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scusate il ritardo colossale!! mi ci vorranno secoli per farmi perdonare!

oddio da quanto è che non aggiorno!

spero di non aver perso le mie lettrici!! ho avuto molti problemi...

perdonatemi, vi pregooo







- JAN? Jan ci sei? Dove sei? Perche' c'e' buio? Non vedo niente, non puoi aprire la finestra?

Jan si era bloccato.

Non riusciva a muoversi.

Guardava la sua collega agitarsi, senza capire.

La voce non gli rispondeva piu', come se non ci fosse mai stata.

La guardava.

La vedeva.

La vedeva perche' non c'era affatto buio nel magazzino.

Le parole di lei gli risuonarono nelle orecchie, rimbombando.

- Hope, cosa stai dicendo...?

La ragazza parve confusa. Si stropiccio' gli occhi e provo' a tirarsi su.

- Jan?

Il giovane si era immobilizzato davanti a lei, il cuore che gli sbatteva nel petto.

- Tu... non vedi? Cosa vuol dire che è... buio? Hope?

- Jan, mi stai spaventando.

- Anche tu!

Jan la afferro' per le spalle e la scosse.

- Mi vedi, Hope? Mi vedi? Sono davanti a te! MI VEDI?!

- Cazzo, Jan! No che non ti vedo!

Hope parve capire.

La sua espressione si fece terrorizzata nel giro di dieci secondi. Si deformo' così lentamente da far paura a guardarla.

Si porto' una mano agli occhi e li copri' di scatto, scuotendo la testa violentemente.

- Cosa mi sta succedendo? JAN!

Ma lui non poteva fare niente.

Nient'altro che guardare orripilato le spalle della sua amica sussultare, mentre lei in preda alle lacrime, teneva le mani serrate sugli occhi.


Semir aveva fatto centro.

Attaccato al computer di Andrea, che non smetteva di stringergli il braccio, terrorizzata all'idea che si mettesse di nuovo nei pasticci, trascriveva l'indirizzo di un vecchio magazzino vicino alla campagna, appartenente a Henselm.

L'ultima risorsa.

- Lo sai che ti amo, vero? - chiesa raggiante ad Andrea, che aveva appena concluso la sua ricerca.

- Si... Ma non andare... Insomma - Andrea sospiro'.

- Tesoro, lo sai che e' il mio lavoro... Ti prometto che tornero' sano e salvo solo per te. E poi mi porto i rinforzi - aggiunse.

Lei non sembrava poi cosi' convinta, ma non pote' fare altro che annuire debolmente.

Semir bacio' Andrea e si precipito' in macchina, seguito da altri due colleghi.

Nonostante il sollievo per essere scampato a una morte quasi certa, il suo cuore gli martellava frenetico in petto.

La sua preoccupazione saliva alle stelle quando era da solo e adesso l'angoscia gli stava quasi impedendo di guidare con lucidita', come avrebbe dovuto fare.

Degluti' e cerco' di non pensare al peggio.

Arrivo' poco dopo, un vecchio edificio scrostato, con i prati verdi intorno e un'auto parcheggiata malamente davanti.

- Bene. Si va in scena. - mormoro', caricando la pistola e uscendo dall'auto.


In pochi secondi fu accanto alla macchina.

Intravide la sagoma di un uomo che dormiva sul sedile posteriore dell'auto e per poco non rise.

Era troppo facile.

Con cautela si accosto' alla portiera e in quel momento senti' una fitta dietro alla nuca, che lo costrinse a inginocchiarsi, vinto dal dolore.

- Salve. 

Ovviamente. Semir si maledisse per la sua scarsa prudenza. Avrebbe dovuto prevederlo.

Se i sui colleghi fossero arrivati in tempo avrebbe anche potuto scampare un'altra volta la morte, ma Henselm non sembrava uno di quegli assassini sfrontati che parlano a vanvera per poi fregarsi da soli contro il tempo.

Il suo viso era pallido e scarno, segnato dal dolore, o forse dalla stanchezza.

- Dove sono Hope e Jan.

Non era una domanda. Era un ordine.

- Jan? Il suo amichetto, vero? Lui sta bene.

La voce tagliente arrivo' alle orecchie di Semir come un dolore sordo.

Lui stava bene. E lei?

- Cosa...

- Cosa ho fatto non ha importanza.

Avvicino' la pistola al cuore di Semir, immobilizzato contro la portiera dell'auto.

Un colpo secco.

Vide il volto' deturpato perdere di colpo la poca luce che aveva, Henselm guardo' il cielo e strinse i denti, quasi accettando quella fine.

Mori' ancora prima di toccare terra.

Semir si rialzo' di scatto e guardo' oltre al corpo inerme ai suoi piedi.

- Jan!

Un uomo ansimante lo guardava, pallido e stravolto.

Il suo viso rifletteva la paura, ma anche il folle, assurdo piacere della vendetta.

Semir si spavento'.

Non aveva mai visto quella espressione crudele sul volto del suo collega.

   
 
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