Noia
di serata. D’accordo, per
qualche volta è stato divertente. La prima volta, persino
eccitante. Non ne ho
più voglia di giocare, di indovinare chi
c’è sotto la maschera. Li conosco
tutti troppo bene, le donne soprattutto. conosco a memoria le loro
spalle, il
loro petto, i loro fianchi, la lunghezza delle loro gambe o la
circonferenza
delle loro vita, neanche fossi la loro sarta. So che colori
prediligono, il
loro stile nel vestire, so cosa possono permettersi in termini di
denaro e so quanto
sono disposti a spendere. Saprei indovinare
l’identità di ognuno di loro, che
indossi una maschera di cartapesta, di argento, con piume, fili
d’oro o perle.
Di qualcuna posso anche dire che forme nasconde sotto un abito da sera
elegante, una gonna a balze, un colletto ricamato. È
interessante, se vogliamo,
osservare come desiderino giocare a nascondersi, celarsi dietro le
più bizzarre
combinazioni di colori, il bianco più splendente o il nero
più profondo e cupo
ma no, non ci mettono abbastanza impegno. Certo loro non stenteranno a
riconoscermi: sono in poche della mia stazza a sapersi destreggiare
bene su
tacchi tanto alti. La rans più piccola della storia, mi
hanno chiamata. In
effetti deve essere vero, di capi amkade donne se ne sono sempre viste
poche, e
chi sopravvive alle lotte per il potere non è mai esile o
basso, di solito sono
dei bestioni come Dehal, Mirţian o Aswadd. Un po’ di furbizia
e il sangue misto
sono stati meglio dei muscoli e della stazza, i miei cari fratellastri
hanno
fatto male i conti.
Oh, interessante. Una
elegante
nota color cobalto e argento. Questa non l’ho mai vista.
Davvero… notevole, sì,
è l’aggettivo giusto. Sono bassa, ma a confronto
con quella lì mi sento
decisamente piccola. Sarei curiosa di vederla in faccia.
Così sembra carina…
lunghi capelli biondo oro raccolti a lato, spalle bianche scoperte,
seno
prosperoso, corpo snello, gambe lunghe, lunghissime, coperte dalle
pieghe della
gonna blu che le lascia scoperte le caviglie, un po’ incerta
sui tacchi a
spillo di cui, sicuramente, non ha bisogno. Al braccio destro ha un
bracciale
d’oro che la copre fino al gomito con una pietra azzurra
incastonata, gioiello
prezioso… ma che nessuno oserebbe sfoggiare in mia presenza.
Non ha al collo il
campanello che ho mandato agli invitati, e se anche accompagnasse uno
di loro
non avrebbe mai potuto dimenticarselo, sapendo della tendenza delle
stanze a
cambiare continuamente. Ha l’aria di chi non si sta
divertendo, e nemmeno ha
intenzione di farlo. Diamole una scossa. Mi
concedete un ballo, signorina? La vedo diventare rigida e
tirarsi indietro.
Se non avesse la maschera d’argento a coprirle il viso, credo
che la vedrei
impallidire. Povera piccola… il bicchiere è di
troppo, di solito si balla in
coppia. Vi ho fatto una proposta,
intendete rispondermi o avete perso la lingua? Le tocco le
labbra, lei si
ritrae. Ha una paura assurda, e l’ho messa
all’angolo. Suvvia, non si rifiuta
un invito della padrona di casa… Mi levo la
maschera, ma credo che abbia già intuito chi sono. Lei
sospira, dice di non
saper ballare. Si impara…
le insegno
dove mettere le mani, anche se questa spilungona potrebbe fare la parte
dell’uomo tocca a me guidare. Non ha mai camminato sui
tacchi, specialmente
ballando. È una tortura, autoinflitta per di più.
Non vi mangio, rilassatevi. Siete rigida come
marmo. Non vi sto torturando,
stiamo solo ballando… però è
uno spasso vederla in questo stato. Ha la
coscienza sporca. Non gradite le mie
attenzioni, vedo. Sposto la
mano sul
suo fianco un po’ più in basso. Non vorrei essere
nei suoi panni. Forse solo un
pochino. Non tutti sono inclini ad
accettare certi contatti… Ora basta con i
giochetti sadici. Non è certo
un’innocua imbucata, questa. Quella pietra non è
un semplice sasso. Indossate un bel bracciale. Deve essere
costato parecchio,
sembra un pezzo unico. È muta. Annuisce e non
aggiunge altro. Soprattutto perché
contiene uno tzephi piuttosto
potente... Lo so, che sai che lo so. L’ho capito. E
tu hai capito che io ho
capito. Ascoltate, colonnello, riferite a
Shiamen Deleanil che, qualunque cosa voglia da me, non
l'avrà tanto facilmente,
intesi? Si morde il labbro. Le ho detto ciò che
non avrebbe voluto sentirsi
dire. Sono curiosa di vedervi in faccia,
mia cara. Posso? Non aspetto il suo “no”,
le tolgo la maschera e basta,
scoprendo davanti a tutta la sala i suoi begli occhi celesti. La sua
agitazione
si ripercuote anche sullo tzephi, facendo illuminare la pietra di un
bagliore
tremulo. La musica si interrompe, non per lei, ma so che ha avuto
quella brutta
sensazione. Non vorrei lasciarla andar via così presto. Un altro ballo, colonnello? La pensa
diversamente, a quanto pare.
Si riprende la maschera e traballa via quando l’orchestra
riprende a suonare.
Peccato davvero. Stavo iniziando a divertirmi solo ora.