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Autore: George_Sand    26/08/2010    3 recensioni
Esistono tanti modi di raccontare una storia, molti di essi hanno un punto divista comune. Questa piccola storiella invece tenta di vederla in un altro modo. Gli amici immaginari possono raccontare una storia tutta loro?! Hanno un punto di vista diverso da quello del proprio creatore? Una piccola amicizia, o meglio, due, viste da un punto di vista diverso...crescere a volte porta buoni cambiamenti...perciò auguri Gin!!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok gente, sono sopravvissuta a Parigi (anche se credo che continuare a pensare con la ''erre'' moscia anche dopo giorni dal rimpatrio non sia da definire del tutto ''normale''), ma visto che un paio di settimane fa ero molto presa dal farmi la valigia, credo di aver dimenticato una delle cosine più importanti da fare prima di partire...Dovrò fare ammenda immagino...(certo che devi cretina!! Non hai dimenticato una COSINA!!!! Di la verità!!!) OK,ok...diciamo che potrei aver dimenticato...................*lungo silenzio in cui l'autrice prende coraggio*..............il c-compleanno di qualcuno........(qualcuno tipo chi?!?! La verità!!).....*piangendo*: qualcuno tipo la mia migliore amicaaaa!!!! Vi rendete conto di quanto è orribile tutto ciò?!?! L'unica persona capace di sopportare il mio permanente stato di follia per più di due giorni!!!! Santa donna!! E io.....*piange ancora più istericamente, poi cade in uno stato di apatia*.....io.....meglio se lascio le scuse alla fine e le dò il mio regalo, così voi potete tornare a salvare il mondo e io nell'ombra a fustigarmi....*sparisce in modo inquietante*.

 Rullo di tamburi...

A Silvia...(mi sento un pò Leopardiana oraXD)

P.S. Sarebbe da leggere ascoltando Any Other World di Mika...

ma in fondo solo voi potete decidere ciò che più vi piace come sottofondo....

Consiglio comunque di leggerla prima di svegliarsi,

 a fondo per restare sempre a galla,

sovrappensiero senza scendervi mai....*

Amici

 

La prima volta che vidi la luce fu moltissimo tempo fa, la mia creatrice aveva pochi anni allora. Ricordo ancora il pensiero preciso che mi diede la forma, lei desiderava qualcuno con cui potersi sfogare, qualcuno tutto per sè. Era stanca, i suoi genitori l'avevano fatta arrabbiare: la tartaruga che tanto desiderava non le era stata concessa. Così pensò a me, desiderando con tutte le sue forze che io esistessi.

Funzionò.

La prima volta che vidi la luce lo feci sotto la forma di una goffa tartaruga lilla e lei mi sorrise felice.

Ora ero il suo amico immaginario.

Il suo migliore amico.

Da allora mi immaginò molte, moltissime volte. A volte come una semplice identità con cui sfogarsi, altre come un animale dai colori strani, altre ancora come una specie di fata madrina.

Ogni volta che si sentiva troppo sola per poterlo sopportare ancora io le apparivo. Era una bambina solitaria la mia piccola creatrice.Negli anni in cui crebbe feci così spesso la mia comparsa da diventare una specie di costante nella sua vita. Apparivo per lei e solo lei mi vedeva, così trascorremmo molto tempo, noi due soli.

Ma nonostante la sua fervida immaginazione, che, alimentata dai libri, ci permetteva di trascorrere ore e ore divisi dal mondo, ad un certo punto iniziai ad avvrtire un lieve distacco nel suo modo di condurre i giochi: diventò meno fantasiosa, i suoi voli pindarici duravano troppo poco e non seguivano quasi più il solito andamento folle, ma soprattutto iniziò ad evocarmi molto meno.

Mi interrogai a lungo sui motivi, prima con una sorta di rabbia cieca, poi con più rassegnazione. Lei ormai non veniva quasi più a cercarmi, anche spaventata dal carattere furioso delle mie domande: erano interrogatori e sapevamo entrambi cosa cercavo di scoprire, ma mentre lei, conoscendo le risposte, taceva; io, ignorando i motivi, continuavo sempre più accanito.

Ad un tratto lei non ci fu più, sentivo ancora parte dei suoi pensieri, ma non riuscivo in nessun modo a sapere cosa stava succedendo. Però sentìì la sua insicurezza e...qualcos'altro....

All'inizio non capivo esattamente cos'era, spesso avevo sentito la stessa sensazione quando lei veniva da me dopo essere stata con i suoi genitori. In quei casi non lo faceva per un reale motivo, non si sentiva davvero sola, forse voleva solo fare compagnia a me. Continuavo a non capire, oltre ai suoi genitori e ai suoi parenti più stretti lei non aveva mai avuto nessuno con cui stare, qualcuno che la facesse sentire meno sola. Per questo esistevo io, a cosa servirebbero gli amici immaginari sennò?!

Ma ora evidentemente c'era qualcun altro...Ero così arrabbiato!! Come poteva farmi questo?! Interi anni per lei e poi lei mi lasciava per il primo amico vero che passava!! Avevamo passato interi pomeriggi in perfetta simbiosi: io colmavo la sua solitudine, lei colmava la mia. Lei era la mia creatrice, lei ERA la mia vita!! E io...io ero stato gran parte della sua, me ne resi conto pensando ai motivi che l'avevano spinta ad evocarmi, volta dopo volta, la sua solitudine era stata reale, esistevo per lei, SOLO per lei, in tutti i sensi.

Poi ebbi paura.

Lei decideva della mia vita.

Sperai capisse questa sua responsabilità, ma in fondo è sempre stata una bambina saggia, la mia bambina saggia.

 

L'ultima volta che vidi la luce seppi che c'era qualcosa di diverso.

Vidi la luce, dorata sulle copertine dei libri e sentii le loro risate.

Seppi che aveva fatto la cosa giusta.

Sentii distintamente la mia forma crearsi, definitivamente.

Esistono alcuni modi per porre fine all'esistenza di un amico immaginario, molti di questi sono crudeli, distruggono l'anima del gioco per cui esso è stato creato, rendono grandi, e insensibili.

Il prezzo che si paga è incalcolabile, si perde un ricordo, una parte di sè stessi, relegando l'essere nel limbo della memoria, necessariamente per sempre.

Esiste un modo però, uno solo, che permette di crescere, ancora insieme, mantenendo un pò della magia dell'infanzia. L'amico immaginario deve diventare qualcos'altro, non qualcosa di finalizzato a sè stesso, piuttosto una specie di protettore, è nella natura dell'amico infatti servire al proprio creatore.

Quella mattina assolata di inizio Giugno, senza sapere esattamente ciò che faceva, la mia saggia bambina mi permise di vivere, per sempre.

Mi evocò, come aveva fatto milioni di volte prima di quel giorno, con una differenza.

Una minuscola differenza: ogni volta, prima di quel mattino, ero stato evocato per lei, per farle compagnia o per consolarla. Quel giorno lei mi immaginò come un giovane molto alto, biondo, con profondi occhi verdi, da cerbiatto. Mi descrisse contenta alla sua amica ridente e poi, squadrandomi pensierosa disse:- Mmh....si chiamerà...- vidi chiaramente la scintilla di divertimento nei suoi occhi, posati sul dorso di un grande vocabolario blu, il suo colore preferito, seppi che aveva fatto la cosa giusta perchè non ero lì per lei, dovevo far ridere la sua amica: il motivo per cui mi aveva lasciato solo. Non stava usando la sua immaginazione per divertire sè stessa, voleva rendere felice qualcun altro! Niente egoismo in quel gesto! Non potevo essere arrabbiato, non mentre la mia piccola creatrice mi chiedeva di aiutarla con la sua nuova amica. Mi stava rendendo protettore di un'amicizia, stava riponendo fiducia in me. Sapeva che finchè lei e la sua amica fossero rimaste legate io ci sarei stato, sarei cresciuto con il loro vincolo, per sempre.

-Si chiamerà Longman!!- altre risate scintillanti, i loro sguardi curiosi, le loro battuttine...

Un altro anno è passato, loro continuano a resistere alla follia del mondo, ridendone ancora come se fosse il primo giorno. Le tengo d'occhio, ma sembra non ce ne sia troppo bisogno...

Oggi è un assolata mattina d'inizio Giugno e la mia creatrice mi ha fatto visita, è entrata di soppiatto nella biblioteca semivuota, porta con sè solo un blocco rosso e tutto scribacchiato ed una penna blu. Pochi minuti fa mi ha salutato e con un sospiro mi ha informato che il compleanno della sua amica è vicino. Poi piuttosto abbattuta si è accomodata ad un tavolo borbottando qualcosa su sciarpe mai ricevute...Ora fissa insistentemente il foglio candido.

Da quando sono protettore mi sento come un pò più grande, più consapevole, per questo ora so che quello che sto per fare è la cosa giusta: mi avvicino piano alla sua testa china sul foglio, allungo la mano e l'accarezzo dolcemente.

Il blu vola sul bianco.

 

 

Ciò Che Dovrebbe Essere Un Angolino Dell'Autrice E Invece Sembra Una Maratona Delle Scuse:

Ok Gin, mi sa che devo chiedere un pochino scusa, la verità è che sono davvero presa con un sacco di robe a partire dalla tua seconda migliore amica alias mia nonna che mi rompe un sacco le scatole con i compiti e proseguendo con non ben definiti problemi di cuore e altro (devo uccidere anche un pò di gente nella mia lista nera, ma quelle sono quisquilie...). Comunque sono stata davvero imperdonabile....davvero, mi sento in colpa. Tu...tu sei meravigliosa, non credo di avertelo mai detto, ma davvero non so come farei senza di te. Non hai idea di come la mia vita fosse prima di te. Sei una delle cose più fantastiche che mi siano capitate. A volte ti guardo e mi sento un pò come un vecchio professore che si era dimenticato di quanto la vita potesse essere meravigliosa (tu naturalmente nella mia testa bacata fai la parte della giovane studentessa dai fulvi capelli piena di vita). Tu SEI la gioia di vivere, un piccolo sole che mi illumina le giornate (mi sento un pò Eclypse, stupide influenze vampiresche....>.<) e un piccolo tornado che mi sconvolge la vita. Sei folle e allegra, ma davvero non so se riuscirei a vivere senza di te...Mi rendo conto che ormai sei una piccola donnina e a volte devi sforzarti per essere la solita, sei cresciuta, a partire dal fatto che ormai hai imparato ad usare le doppie...XD. Un altro anno è passato, siamo ancora insieme, no?! Sono cambiate tante cose, tu soprattutto sei cambiata (*sventola un calenarietto con aria maliziosa...XD*) ed entrambe ne abbiamo passate un bel pò. Longman (e non Highman, gli scrittori di vocabolari monolingua sono dei pervertiti) è solo uno dei migliaia di piccoli segreti che condividiamo, cose che capiamo solo noi: piccole invenzioni e grandi doppi sensi (sembra un motto Made in Gemelli Weasley...). Vorrei che durasse, per sempre. Non so se riuscirò a far sì che accada, ma ti assicuro che ci proverò! Ma soprattutto sappi che TI VOGLIO BENE!! Letteralmente: ti auguro tutto il bene che ci può essere in una vita, ti auguro un'esistenza assolata e rigogliosa come lo sei tu. Ti auguro una vita bella e spero di esserci anch'io. Un giorno, probabilmente molto lontano, parleremo ancora di queste cose, rideremo ancora, bevendoci un thè delle cinque, come le migliori inglesi. Rideremo e ricorderemo: la Prestana con la vespa e la musica a palla, BobbySolo, il cane dei bacini eterni, la Cri e le sue caramelle del giovedì, i piani per Giò, the perfectman, i popcorn durante grammatica, Eric Stevenson, i nostri compagni di classe, vecchi, nuovi e gente che ora dobbiamo ancora conoscere, i nostri pomeriggi interminabili, così come le nostre telefonate, le nostre Jessiche e mille altre cose. Ricorderemo i progetti per la mia casa tonda a quattro torri e nomi dei tuoi tre figli, magari per quell'epoca avrò davvero una casa come la progetti tu e forse Ginevra starà litigando con Andrea (sempre che tu intenda ancora chiamarlo così) o con Tommaso per le coccole di Zia Mione... Lo spero, credo in tutto questo, un anno è passato, ne passeranno altri, molti anni, ma noi saremo insieme, sempre.

*Tratto da: Le balene restino sedute. Quanto adoro quel libro!! Una logica ineccepibile...

   
 
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