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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    26/08/2010    17 recensioni
Sorridendo compiaciuto, si rivolse al suo attento uditorio: “Immaginate una soffitta buia e un bambino come voi seduto a leggere alla luce di una candela, pensate a un drago bianco che vola nel cielo… E all’amicizia più bella tra un ragazzino e il suo cavallo. Questa è una storia che parlerà di tutto questo e anche di molto di più.”; i piccoli si fecero interessati e nella mente di Bastian sfrecciarono come fuochi d’artificio i ricordi delle sue avventure in Fantasia, la vecchissima Morla, l’Oracolo del Sud, il Bosco della Luna, il Deserto Dipinto, il Portale…
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bastiano Baldassarre Bucci
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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THE NEVERENDING STORY

 

Una Storia Veramente Infinita

 

 

“Maestro! Maestro!”

 

Bastian sentì qualcosa tirarlo per un lembo dei calzoni: abbassato lo sguardo, si trovò davanti una piccoletta di nemmeno sei anni, paffuta e dai folti riccioli rossi che lo fissava implorante.

 

Il giovane insegnante si chinò e la prese in braccio: “Che succede, Meredith?” gli chiese, vedendola crucciata; per tutta risposta, la piccina gli mostrò un ditino, “Max mi ha morso.” ammise, mostrando un segnetto piccolissimo sulla pelle, “Fa male.” si lamentò lei.

 

Il maestro rise e gli diede un buffetto sulla testolina: “Non c’è nulla, non preoccuparti… Max, chiedi scusa a Mery.” disse con tono di rimprovero verso un bambino biondissimo che giocava pacificamente con le costruzioni; il piccolo scosse la testa, “Lei mi ha preso Teddy.” dichiarò, stringendo l’orsetto vestito da marinaio, “E nessuno può toccarlo!” esclamò convinto.

 

Bastian sospirò, poggiando la bambina accanto al compagno: “Non litigate e giocate assieme con le costruzioni. Max, Meredith non proverà più a prenderti l’orsetto, promesso.” decretò l’uomo, allontanandosi verso la scrivania.

 

Sbadigliando, si sedette e tentò di riprendere la lettura da dove era stato interrotto ma di nuovo un pianto a dirotto lo attirò verso l’angolo della grande sala dove si trovavano gli scivoli; per un’ora buona, il maestro corse qui e là dove era richiesto e poco prima dell’ora del riposino, si ritrovava esausto con i bambini che richiedevano a gran voce una favola.

 

Bastian sorrise, il lavoro di maestro di asilo era davvero stressante ma si trovava bene coi bambini.

 

“Che favola volete?” chiese, prendendo in mano un bel libro rilegato dallo scaffaletto in legno alla sua destra.

 

“Niente Biancaneve! Vogliamo una storia nuova!” esclamò Mery, sbandierando una bambola di stoffa per sottolineare le proprie parole, “Si, vero!” asserì Max, “E che sia bellissimissima!” reclamò la piccola Lucy, agitando la testolina; un brusio di approvazione serpeggiò nel gruppo, l’insegnante si sentì preso in trappola: “Una favola nuova… bellissimissima…” ripetè come per convincersi, lui non conosceva molte favole purtroppo.

Si, era sempre stato un avido lettore da giovanissimo ma molte delle storie che aveva letto erano troppo difficili per loro.

 

Restò in silenzio qualche minuto, lambiccandosi il cervello per trovare un’idea, poi, all’improvviso, arrivò.

Un’idea che aveva la forma di un medaglione, di una Torre D’Avorio e di due bambini davanti a uno specchio magico…

 

Sorridendo compiaciuto, si rivolse al suo attento uditorio: “Immaginate una soffitta buia e un bambino come voi seduto a leggere alla luce di una candela, pensate a un drago bianco che vola nel cielo… E all’amicizia più bella tra un ragazzino e il suo cavallo. Questa è una storia che parlerà di tutto questo e anche di molto di più.”; i piccoli si fecero interessati e nella mente di Bastian sfrecciarono come fuochi d’artificio i ricordi delle sue avventure in Fantasia, la vecchissima Morla, l’Oracolo del Sud, il Bosco della Luna, il Deserto Dipinto, il Portale…

 

Atreiu e Fiordiluna.

 

La nostalgia si fece sempre più forte a mano a mano che la sua storia entrava nel vivo…

L’Acqua della Vita.

 

E la promessa che lo legava ad Atreiu, solo grazie a lui era potuto tornare a casa.

Il maestro parlava e parlava, raccontava con dovizia di particolari gli ambienti, ricordava amici e fedeli compagni che credeva di aver dimenticato, riscopriva la felicità di Fantasia e ne respirava l’aria.

Ogni parola lo portava un po’ più vicino a quel mondo fatato che era rimasto sempre nascosto nel suo cuore.

 

Il racconto si protrasse per ore e ormai si era fatto tardi quando la favola finì.

 

In lontananza, il campanile suonava le cinque del pomeriggio, a breve la giornata sarebbe finita.

Svegliatosi come da un sogno, Bastian guardò stralunato i faccini sognanti dei suoi piccoli alunni, nessuno di loro s’era addormentato benchè l’ora del riposino fosse ormai trascorsa, sui loro volti si leggeva gioia e anche eccitazione.

 

Mery scattò in piedi: “Maestro, possiamo andare anche noi a Fantasia?” chiese con aria insolitamente seria, “Voglio vedere Fiordiluna.” disse lei; l’insegnante sorrise debolmente, inginocchiandosi accanto a lei, “Tutti possono andare a Fantasia, l’importante è trovare la strada giusta. E ti dirò di più, l’Infanta Imperatrice sarà contentissima di vederti. E chissà, magari con un po’ di fortuna potresti incontrare anche Fùcur e potreste volare assieme nei cieli blu sino alla Torre D’Avorio. Sono sicuro che voi potreste riuscirci!” dichiarò convinto Bastian con gli occhi lucidi.

 

§§§

 

Bastian rientrò nell’appartamento tranquillo e silenzioso che l’ora di cena era passata già da un pezzo; con calma, si levò il soprabito e le scarpe, poi rimase al buio nell’ingresso, ipnotizzato dal proprio riflesso nello specchio sul muro.

 

Era stata una giornata strana, il giovane maestro se lo sentiva fin nelle ossa, quella strana eccitazione che pensava di aver perduto anni prima, quando aveva lasciato quel mondo magico che gli aveva regalato l’avventura più bella della sua vita.

 

Per un attimo, al suo riflesso si sovrappose l’immagine di un suo coetaneo dalla pelle bronzina vestito di una semplice tunica verde e dal sorriso smagliante e sentì il proprio cuore battere più forte, ma così come era apparso, l’uomo scomparve, lasciando un vuoto immenso.

Bastian cadde in ginocchio, stringendo tra le dita un lembo del tappeto.

 

“Non ti ho mai dimenticato, amico mio… Non ho mai scordato né te né Fiordiluna… E nemmeno te, Fùcur. Spero che tutti voi amici miei stiate bene…” mormorò, cercando di ricacciare indietro le lacrime.

 

Improvvisamente, il giovanissimo scattò in piedi, ansimando e sfrecciò attraverso l’appartamento sino nella propria stanza; accese la luce dell’abat-jour sulla scrivania e, respirando affannosamente, osservò le sagome dei mobili nella fioca luminescenza dorata della lampada.

Sul letto, poggiati su morbidi e colorati cuscini c’erano tre pupazzi fatti a mano.

 

“Atreiu… Fùcur… Fiordiluna…” ripetè tra sé e sé, “Giuro su me stesso che troverò il modo di tornare a Fantasia un giorno e potremmo di nuovo guardare assieme le stelle eterne.” mormorò, sorridendo tra le lacrime, “è una promessa.”.

 

Gli occhi dei pupazzi brillarono per un istante, come se fossero vivi, poi la luce si spense.

Nell’aria, solo la lontana risata di Fùcur.

 

La sua promessa era stata accettata.

 

La Storia Infinita lo attendeva nuovamente.

 

Dedicato a chi non smette mai di sognare.

   
 
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