Note dell'autrice: Salve a tutti °w° in primis grazie per avere aperto questa FF e prego chi già mi segue di non linciarmi anche se ne avrebbero tutto il diritto visto che ho almeno tre storie a metà >.< prometto di aggiornare presto presto. Anche questa Fic sarà una raccolta di storie con vare coppie. L'ho scritta principalmente per il compleanno della mia Tada <3 ma voglio dedicarla anche a due fantastiche ragazze che ho avuto il piacere di conoscere [ ballerinaclassica, smary ] grazie mille ragazze, adoro la vostra compagnia *-* e ora buona lettura e non dimenticatevi di lasciare un commentino :D
The sweetest moments
capitolo primo:
La prima vacanza
( Lovino <3 Antonio )
Quando
Antonio propose a Lovino di passare le vacanze estive insieme,
quest'ultimo ebbe subito uno strano presentimento. L'idea di
trascorrere un po' di tempo lontano dal caos di Roma, senza dover
ospitare Feliciano e il suo massiccio fidanzato tedesco quasi tutti i
santi giorni a pranzo e i rumorosi amici di Antonio la sera,
allettava parecchio Lovino, ma il ragazzo sapeva per esperienza
personale che ogni iniziativa dello spagnolo si trasformava
inevitabilmente in qualcosa di potenzialmente nocivo per lui.
Alla
fine cedette convinto dalle innumerevoli preghiere, coccole e altre
tecniche tutt'altro che caste che Antonio aveva impiegato come
possibile mezzo di persuasione. Il programma che gli era stato
esposto non suonava poi così male: una settimana di tutto
relax in
un posto bellissimo, pieno di sole, immerso nella natura e con ottima
cucina; l'unico problema era rappresentato dal fatto che la
destinazione sarebbe stata una sorpresa. Lovino non accolse con
troppo entusiasmo quell'ultimo dettaglio, ma decise di non protestare
oltre anche perché quel bastardo di Antonio si era messo a
spiegargli le dinamiche del viaggio durante i loro irrinunciabili
riposini pomeridiani ovvero nel momento in cui l'italiano era
più
innocuo; insomma chi avrebbe voglia di polemizzare con il pancino
pieno di pasta al pomodoro e con uno spagnolo bellissimo, arrapato e
mezzo nudo nel letto ?!
Ormai
erano fidanzati da quasi due anni, convivevano da dieci mesi buoni e
non erano mai stati in vacanza insieme da soli, al massimo qualche
gita in compagnia di Feliciano, Ludwig, Gilbert e Francis. Passarono
quindi tre giorni a buttare all'aria il loro appartamento per
preparare la valigia e il momento della partenza arrivò fin
troppo
presto, almeno per Lovino che si trovava in uno stato di crescente
disagio. Il non sapere dove erano diretti lo agitava davvero
parecchio, lui era abituato ad avere sempre e comunque il controllo
della situazione e l'aver dato totale fiducia ad Antonio era un
palesemente un rischio, l'unico campo in cui aveva concesso allo
spagnolo piena autonomia era sotto le coperte; per il resto il
fidanzato non era autorizzato neppure ad andare a fare la spesa senza
un'accurata lista preparata da Lovino.
L'italiano
si stava nervosamente rigirando fra le mani un ruvido tovagliolino di
carta, ultimo rimasuglio di una frettolosa colazione appena consumata
all'affollato bar dell'aeroporto. L'idea di dover prendere l'aereo
non lo entusiasmava più di tanto e la spensierata allegria
di
Antonio iniziava davvero a dargli sui nervi. Lui era teso e veramente
preoccupato per quello che gli sarebbe potuto accadere da lì
a poche
ore e per tutta risposta lo spagnolo aveva pensato che il modo
migliore per distrarlo fosse tirarlo da tutte le parti per mostrargli
le meraviglie nascoste di una sala d'aspetto che conosceva fin troppo
bene. Infatti nel corso della loro vita i fratellini Vargas si erano
visti costretti a prendere più volte l'aereo e specie dopo
il
divorzio dei loro genitori facevano la spoletta fra Venezia e Roma
almeno una volta al mese.
Neppure
a dirlo il loro volo, di cui Lovino ignorava ancora la destinazione,
era in ritardo. Non appena Antonio gli comunicò la
sgradevole
notizia, l'italiano non trovò niente di meglio da fare se
non
buttare a terra il proprio bagaglio a mano per poi lasciarsi
scivolare pesantemente su una delle innumerevoli sedie di metallo
grigiastro che adornavano la stanza relativamente spoglia. Per
scaricare la tensione iniziò a giocherellare con uno dei
lacci del
cappuccio della propria maglietta finendo inevitabilmente per
portarlo alla bocca. Antonio fissò piuttosto intenerito
l'ennesimo
capriccio del fidanzato, ormai era abituato ai suoi continui
comportamenti infantili, costituivano una parte del fascino di
Lovino e gli facevano venire una voglia irrefrenabile di coccolarlo
che ben presto sfociava in tutt'altro tipo di pulsione decisamente
meno casta. Pochi passi e lo spagnolo lo raggiunse piazzandosi
davanti all'esile figura dell'italiano, si inginocchiò poi
in mezzo
alle gambe divaricate di quest'ultimo riuscendo così a
guardarlo
negli occhi e dopo avergli rivolto uno dei suoi abituali sorrisi
solari iniziò a parlargli con la solita voce calda e dolce.
- Va
tutto bene Lovino ? Non essere così nervoso, vedrai che ti
divertirai tantissimo e che il posto che ho scelto ti farà
impazzire.
- Prega solo che mi faccia impazzire in positivo altrimenti non la passi liscia questa volta. - Ribatté piuttosto acido l'italiano irritato ancora di più da un fastidioso mal di testa che stava cominciando a farsi sentire.
- Tranquillo mi niño, ho tutto sotto controllo. - Aggiunse Antonio con tono calmo mentre passava delicatamente una mano fra i capelli ramati del più piccolo.
- Proprio per questo non riesco a stare tranquillo, stupido. - Lovino si agitò appena sentendo la lieve pressione della mano dello spagnolo sulla sua testa, ma inaspettatamente quel gesto riuscì ad allentare il suo nervosismo. Le carezze lente di Antonio avevano il potere di farlo sentire al sicuro e sempre più spesso cercava la protezione di quelle braccia forti in cui poteva permettersi il raro lusso di lasciarsi completamente andare.
Lovino si sporse un po' in avanti allacciando le braccia al collo del fidanzato, appoggiò la punta del naso su quella appena un po' più abbronzata di Antonio e per qualche secondo si perse nei suoi grandi occhi verdi. Iniziò a rispondere al bacio prima ancora di rendersi conto che Antonio aveva definitivamente annullato le distanze fra le loro labbra e, per una volta, decise di non farsi problemi anche se si trovavano in un luogo pubblico. Che la gente pensasse pure quello che voleva di loro, ora l'unica cosa capace di far star bene Lovino erano le labbra del suo ragazzo che, a differenza sua, non aveva mai mostrato alcun tipo di remora a scambiarsi effusioni anche in mezzo a tante persone.
Il tempo
sembrava non passare mai e, come era prevedibile, il ritardo del loro
volo aumentò. Lovino aveva smesso di gironzolare attorno ai
distributori automatici di cui conesceva ormai a memoria l'esatto
contenuto con i relativi prezzi. All'inizio Antonio aveva cercato di
distrarlo portandolo un po' in giro per i carissimi negozietti
disposti a lato di un affollato corridoio, ma dopo meno di un'ora
anche quel diversivo aveva esaurito il suo effetto. L'ottimismo dello
spagnolo però era difficile da vincere e malgrado i vari
contrattempi Antonio aveva conservato intatto il suo buon umore anche
se, dopo quasi tre ore d'attesta, la sua pazienza stava cominciando a
dare segni di cedimento, almeno Lovino sembrava essersi un po'
calmato. Da quasi mezz'oretta era impegnato a completare un
cruciverba e per riuscire meglio nell'impresa aveva deciso di
sdraiarsi occupando così circa tre sedili e appoggiando la
testa
sulle gambe del ragazzo più grande che quasi d'istinto aveva
iniziato a passare le dita fra quei sottili capelli castani cercando
qualche improbabile nodo da districare.
Lovino
si stufò ben presto del cruciverba e cominciò
nuovamente a
lamentarsi con Antonio usando qualsiasi stupido pretesto, dapprima
cominciò a piagnucolare perchè l'aria
condizionata era troppo alta,
poi perché gli scappava pipì ma gli scocciava
andare in bagno. Lo
spagnolo accolse con un sorriso i capricci del più piccolo,
l'assurdità di quelle richieste infantili era senza dubbio
divertente, almeno agli occhi innamorati di Antonio. Improvvisamente
la suoneria insistente e fastidiosa del cellulare dell'italiano
bloccò sul nascere una nuova serie di inutili lagne. Antonio
tirò
un mezzo sospiro di sollievo mentre Lovino si affrettava a recuperare
il piccolo oggetto da una delle tasche dei jeans scruri. Con una sola
rapida occhiata al display luminoso riuscì a individuare
l'identità
della persona che lo stava chiamando e con un gesto vagamente
scocciato si costrinse a premere il pollice sul tasto di risposta. La
voce dall'altra parte della cornetta era piuttosto disturbata,
ciò
costrinse Lovino a spostarsi più vicino alle ampie vetrate
sperando
di riuscire a trovare un punto in cui il segnale fosse più
decente.
Dopo pochi minuti l'italiano si trovò costretto a terminare
la sua
breve telefonata, interrotto dall'annuncio dell'imbarco del suo volo.
Salutò velocemente il fratello minore e raggiunse in fretta
Antonio,
prima partivano e prima scopriva dove quell'idiota del suo fidanzato
lo stava trascinando.
- Chi
era al telefono niño ? - Chiese lo spagnolo piuttosto
incuriosito
mentre si avviavano entrambi verso il Gate indicato pochi istanti
prima dalla voce gracchiante dell'altoparlante.
- Solo il mio amante. - Rispose Lovino alzando appena le spalle. Prima di replicare ulteriormente Antonio fece una sonora risata, l'italiano era solito a fare certe uscite e lui poteva vantarsi di non essere mai caduto in certi tipi di scherzi. Si fidava troppo di Lovino per poter sospettare anche il più piccolo tradimento e poi vista la frequenza dei loro intensi incontri sessuali sarebbe stato veramente massacrante per il più piccolo gestire una doppia relazione.
- Impossibile, sono sicuro di non averti chiamato. - Antonio si prese la libertà di continuare a fissare il fidanzato finché le guance di quest'ultimo non assunsero la colorazione rossastra desiderata, poi incurvò appena le labbra in un dolce sorriso prima di afferrare la mano di Lovino e stringerla saldamente nella propria. Solo alcuni metri dopo l'italiano smise di cercare inutilmente di liberarsi dalla presa dello spagnolo e a ricominciare il discorso interrotto poco prima.
- Era Feliciano. - Fece una breve pausa, indeciso se continuare o meno la conversazione visto che ormai erano arrivati in prossimità del cancello designato; Lovino odiava lasciare i discorsi a metà oppure essere interrotto mentre parlava, ma Antonio l'incitò a continuare fissandolo incuriosito. - Ha detto che gli manchiamo già e che vuole che torniamo presto anche perché adesso che non può venire a mangiare da noi è costretto a ingurgitare la roba che cucina Ludwig. -
- Povero Feliciano. Ludwig sarà anche un bravo ragazzo, ma in cucina è davvero negato specie se deve cucinare per una persona come tuo fratello. - Antonio sorrise ripensando alle espressioni disgustate dipinte sul viso dei due italiani ogni qualvolta che il tedesco si offriva di cucinare per loro, la cena era seguita dai commenti disgustati di Feliciano che, vinto più dalla fame che dalle minacce di andare a letto a stomaco vuoto, ingurgitava gran parte del piatto preparato con tanto amore dal suo fidanzato. Lovino invece si rifiutava categoricamente di mangiare, se una cosa non gli piaceva non c'era modo di fargliela neppure assaggiare e più volte Antonio si era visto costretto a cucinargli qualcosa una volta tornati a casa.
Superata
una breve ma lenta fila i due ragazzi riuscirono finalmente ad
imbarcarsi e dopo aver esibito biglietti e carta d'identità
poterono
finalmente raggiungere l'enorme mezzo di trasporto. Durante lo
scomodo viaggio in navetta Lovino tentò nuovamente di farsi
un'idea
riguardo alla destinazione. Il fatto che per imbarcarsi non avevano
avuto bisogno del passaporto gli aveva fatto escludere tutte le
località extra europee, di conseguenza non si sarebbero
mossi dal
vecchio continente. L'essere giunto a questa brillante conclusione
tranquillizzò un po' l'italiano, alla fine non si sarebbe
allontanato troppo da casa.
Trovarono
velocemente i loro angusti posti e sistemarono alla meno peggio il
bagaglio a mano, Lovino si piazzò vicino al finestrino
mentre
Antonio era incastrato fra l'italiano e una corpulenta signora bionda
che, dopo aver bofonchiato qualcosa in una lingua molto simile al
tedesco e aver ingurgitato una manciata di piccolo pilloline rosate,
continuò a russare imperterrita per tutte le due ore
abbondanti del
viaggio.
Tutto
sommato il volo fu piuttosto tranquillo anche se Lovino
faticò
parecchio per smontare l'idea fissa di Antonio del fare l'amore nel
bagno dell'aereo. Dopo i primi due spintoni, l'italiano si vide
costretto a ricorrere addirittura ai pugni, quando quell'idiota del
suo moroso si metteva in testa che aveva "voglia di coccole"
era quasi impossibile fargli cambiare idea. Purtroppo per lui Antonio
si dovette accontentare di un paio di baci veloci e di fare da
cuscino ad un assonnato Lovino che nonostante tutti gli sforzi non
riuscì a dormire neppure un minuto.
Finalmente, quando atterrarono, Lovino ebbe la conferma di quello che aveva iniziato a sospettare dall'inizio del volo ovvero dal momento in cui il capitano dell'aereo aveva annunciato la destinazione. Lovino non aveva afferrato granché di quello che era stato detto anche perché Antonio si era messo a urlargli praticamente nelle orecchie per evitare che la sorpresa che aveva preparato con tanta cura fosse rovinata. E adesso finalmente dopo parecchi giorni d'ansia poteva rilassarsi, la scelta di Antonio era molto più semplice e azzeccata di tutte le possibili fantasie che si era creato in quell'ultimo periodo. Era a Madrid, in Spagna. Antonio aveva deciso di fargli passare le vacanze estive nella sua calda terra natale, quello stesso paese di cui lo spagnolo gli aveva spesso parlato raccontandogli storie della sua infanzia, aneddoti, tradizioni e tanti altri dettagli che avevano sempre incuriosito l'italiano. Recuperarono in fretta le valige e appena usciti dall'aeroporto Lovino fissò il fidanzato, Antonio aveva gli occhi letteralmente brillanti e il suo solito sorriso era ancora più luminoso. Era emozionato e felice di essere tornato a casa dopo più di due anni d'assenza, la cosa che però lo faceva sentire davvero felice era avere Lovino lì con lui, nella sua adorata Spagna.
Presero
il primo taxi disponibile e successivamente un autobus piuttosto
sgangherato. Per tutto il tragitto Antonio continuò a
indicare fuori
dai finestrini una miriade di dettagli che Lovino riuscì a
cogliere
solo in parte, chiacchierò praticamente con ogni persona che
incontravano, felice di potersi finalmente esprimere con totale
libertà in una lingua che gli apparteneva. L'italiano
fissava quasi
ipnotizzato Antonio, gli sembrava quasi che il ragazzo avesse
acquisito una nuova sicurezza e adorava sentirlo parlare usando
quelle calde parole di cui riusciva solo ad afferrare vagamente il
senso.
Dopo
un'ora buona di viaggio in autobus finalmente lo spagnolo
indicò al
fidanzato una piccola costruzione che dalla loro posizione
s'intravedeva appena. Lovino pensò che si trattasse di una
sorta di
agriturismo visto che si trovavano praticamente in campagna e che la
casa indicatagli dava tutta l'impressione di essere una fattoria.
Scesero vicino ad un piccolo agglomerato di negozietti arrampicati su
una piccola altura sulla cui sommità faceva capolino una
piccolo
chiesa piuttosto antico. Non dovettero camminare più di
dieci minuti
per trovarsi di fronte alla fattoria che avevano visto poco prima.
- Eccoci niño, siamo arrivati. Staremo qui per una settimana, ti piace vero? - chiese Antonio facendo un ampio gesto della braccia come a voler presentare tutta la zona circostante all'attenzione di Lovino.
- E'
davvero un bel posto. - Esclamò l'italiano contemplando la
bellezza
naturale di quel luogo così simile alla campagna in cui,
quando
erano ancora bambini, lui e Feliciano trascorrevano le loro estati.
Lovino continuava a guardarsi in giro affascinato da quello che aveva
di fronte: una casa piuttosto grande con le pietre a vista e un
piccolo porticato che ne circondava il perimetro, i davanzali erano
ornati con diverse varietà di fiori variopinti e
tutt'intorno alla
casa il sole si posava sui prati verdi e accarezzava i frutti maturi
delle lunghe file di alberi. Compiendo un piccolo giro su se stesso
l'italiano poté accorgersi anche della presenza di un
angusto
pollaio, una stalla e un vecchio pozzo diroccato sulle cui pareti
cresceva un sottile strato di muschio. Erano appena le otto del
mattino e la quiete e la tranquillità che regnavano in quel
posticino isolato riuscirono davvero a rilassare Lovino e ad
attenuare almeno in parte quel fastidioso brutto presentimento che
covava da quando erano partiti da casa.
Antonio,
felice della reazione avuta del ragazzo alla visione del loro luogo
di villeggiature, si avvicinò maggiormente a lui e
approfittando
della distrazione momentanea di quest'ultimo gli cinse la vita
attirandolo a sé e catturando le morbide labbra di Lovino in
un
dolce bacio che venne approfondito dopo pochi secondi.
Non
riuscirono però a concludere quella piccola effusione
poiché
vennero improvvisamente interrotti dalla voce felice di una donna
che, dopo aver spalancato fragorosamente la porta della casa, correva
verso di loro continuando ad urlare.
- ANTONIO !! o, finalmente, el niño volvió a casa. - Non appena li raggiunse, la donna si lanciò letteralmente sul ragazzo spagnolo abbracciandolo e coprendolo di baci mentre continuava a dire cose che Lovino non riusciva minimamente a intendere. Dopo qualche minuto di quella scena assurda, almeno agli occhi dell'italiano, Antonio si voltò nuovamente verso di lui e indicando la donna sorridente che l'aveva assalito poco prima esclamò raggiante al fidanzato.
- Lovino, ti presento la mia mamma. - Panico. Fu l'unica cosa che Lovino fu certo di provare nel preciso istante in cui si rese conto che Antonio l'aveva portato a casa dei suoi genitori e che lui era totalmente impreparato a questo genere d'incontro.
FINE PRIMA PARTE
grazie per essere arrivati alla fine,
spero che abbiate voglia di lasciarmi un commentino
e ci sentiamo presto con la seconda parte di questo primo capitolo.