Anime & Manga > Ransie la strega
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Autore: armony_93    27/08/2010    3 recensioni
-Ehi. Come mai qui?-
-Passavo di qua...-
La sua voce così distaccata ma con quella nota dolce, unica e insostituibile che usava da sempre solo con lei. Avvertì una mano sulla sua guancia e riaprendo gli occhi incontrò quelli scuri e profondi di lui, così accoglienti e suoi, maledettamente suoi. Avvampò sorridendo mentre un pensiero le martellava nella testa al ritmo del cuore.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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{batticuore notturno vol. after 30}





L'ambientazione della storia è successiva al capitolo trentesimo e anche all'ultimo volume della serie Tokimeki Tonight pubblicato nell'aprile del 2000 'Nei pressi di una stella'. Non avendo letto, ma solo conosciuta a grandi linee, la trama di quest'ultimo non assicuro la totalità della presenza degli eventi che vengono riportati in esso.

I personaggi così come i caratteri, le ambientazioni e la storia dei personaggi stessi non mi appartengono, bensì sono stati ideati da Koi Ikeno nel manga Tokimeki Tonight chiamato nella versione italiana 'Batticuore Notturno – Ransie la strega'. Vi prego di perdonarmi errori di battitura, di distrazione o anche per quanto riguarda i caratteri dei personaggi.







Ranze passeggiava tranquillamente per il giardino stringendo fra le mani il cesto contenente il bucato. La donna fermatasi di fronte ai fili sui quali avrebbe dovuto stendere guardò i panni contenuti nel cesto con uno sguardo scettico prima di rivolgere la sua attenzione a quel pallido e fiacco sole invernale. Era perfettamente delineato nella sua lucente forma circolare eppure uno strato di nuvole alto e denso lo rendeva luminoso ma non accecante, calando sopra i colori della città un certo pallore.


-Ci mancavano solo queste belle giornate oltre al gelo.-


Sbuffò la mora portandosi una mano sulla fronte e chiudendo un momento gli occhi. Avvertì il silenzioso vento scompigliarle i capelli mossi corti mentre il viso ancora dolce e giovane assumeva un espressione rigida per via del freddo che le pizzicava le guance strappandola dal torpore di casa. Posò a terra il cesto e battendosi le mani sul volto come incoraggiamento iniziò a stendere i panni pensando in parte all'inutilità di quel gesto.


Una volta terminato il suo dovere osservò i panni bagnati agitarsi appena a quel vento gelido. Spostò nuovamente lo sguardo sul sole fiacco e la sua espressione non potè che assumere contorni tristi. Ormai era rimasta sola in casa, Shun sempre impegnato con la box e i titoli da vincere, Taku ormai era perso nel Mondo Magico per via di Coco e l'unica che rimaneva era Aira... eppure doveva andare a scuola, e quando questa sarebbe finita anche lei avrebbe preso il 'volo' andandosene con Shinjo. Com'erano cresciuti i suoi bambini. Le sembrava ieri quando con indosso l'uniforme delle scuole medie correva dietro a Shun facendo battaglia con Kamiya, a quando si aggirava per casa avvertendo le grida dei suoi genitori e tranquillizzando il piccolo Rinze.


A quel pensiero un sorriso intenerito andò disegnandosi sul suo viso diafano. La ragazza si portò una mano sotto al mento e pensierosa afferrò il cesto rientrando in casa. Una volta dentro andò al piano superiore cambiandosi molto rapidamente e, lanciata un'occhiata fugace all'orario, appurò che entro la sera sarebbe tornata a casa in perfetto orario. Scese le scale con rapidità e chiusa a chiave casa si diresse a piedi verso la sua vecchia dimora.


Mentre camminava si strinse nel giubbotto pesante che aveva indosso affondando il volto nella sciarpa. A metà strada decise di fare una tappa prima di raggiungere casa Eto. Accelerò il passo notando che il freddo iniziava a provocarle dei brividi sulla schiena. Quando raggiunse la palestra con un mezzo sorriso si avvicinò all'entrata senza però varcarla.

Quel gesto in particolare le riportò alla mente vecchie esperienze nella palestra di Tamasaburo Kamiya, il padre di Yoko, dove da giovane Shun aveva passato la sua adolescenza ad allenarsi.

Attraverso il vetro intercettò una sagoma a lei molto famigliare e sorrise divertita come una bambina. Shun si stava allenando molto duramente. Poggiò una mano contro il vetro e indecisa se entrare o meno rimase a fissare l'interno con un mezzo sorriso soddisfatto.

Quell'uomo famoso, bellissimo e un po' freddo era suo marito. Ridacchiando si coprì la bocca con una mano liberando una nuvoletta di fumo che vibrò sempre più alta fino a scomparire.


Quando riaprì gli occhi un sorriso ancora più radioso e divertito le dipinse le labbra notando una sagoma avvicinarsi a lei. Così senza ormai altra scelta varcò l'entrata venendo accolta dal caldo prepotente della stanza. Si sfilò la giacca e la sciarpa tenendoli sulle braccia quando un corpo muscoloso e slanciato le si parò davanti.


-Ehi. Come mai qui?-


-Passavo di qua...-


La sua voce così distaccata ma con quella nota dolce, unica e insostituibile che usava da sempre solo con lei. Avvertì una mano sulla sua guancia e riaprendo gli occhi incontrò quelli scuri e profondi di lui, così accoglienti e suoi, maledettamente suoi. Avvampò sorridendo mentre un pensiero le martellava nella testa al ritmo del cuore.


Possibile che io lo ami con la stessa forza e passione di quando ero un'adolescente? Cribbio eppure l'adolescenza l'ho superata da qualche annetto. Shun... ti amo sempre di più.


Riaperti gli occhi ancora con il viso premuto contro quella mano la donna fece una piccola linguaccia notando l'accenno di un sorriso sul volto di lui: probabilmente le aveva letto nella mente. Lo vide dondolare sconsolato la testa e la mano scivolò via dal suo viso. Si voltò con un asciugamano sulle spalle detergendosi il sudore dal viso e avvicinandosi ad una panca lì vicino convinto che Ranze lo avrebbe seguito. La donna invece quando Shun si voltò verso di lei alzò una mano in segno di saluto e fattogli l'occhiolino si voltò verso la porta infilandosi il giubbotto pronta a uscire.


Il moro sgranò gli occhi e con un movimento fluido fu subito in piedi e dopo pochi passi raggiunse la moglie già sulla soglia mentre si cingeva il collo con la sciarpa. Makabe allora allungò una mano e le cinse la vita da dietro accogliendo la schiena della moglie contro il proprio petto. Ranze sorpresa non ebbe tuttavia nemmeno bisogno di voltarsi che quella presa, quel respiro caldo, quel corpo alle sue spalle rivelavano già l'identità dell'uomo.


-Come mai così di fretta?-


Chiese con un sospiro leggermente imbarazzato l'uomo: di certo non era abituato a dimostrazioni di affetto in pubblico vista anche la quantità di gente che affollava la palestra. Ranze invece compreso il disagio del marito si voltò nel suo abbraccio incrociando il suo sguardo scuro.


-Niente in particolare, ma non voglio esserti d'impiccio durante l'allenamento.-


Rispose prontamente con un sorriso divertito e gli occhi che brillavano di luce propria. L'uomo la fissò in quel mare scuro e improvvisamente una morsa gli strinse il cuore colto da una profonda ansia. La mascherò prontamente con un espressione seria e distaccata cercando di placare quella spiacevole sensazione.


-Aira e Taku? Dove sono?-


-... Aira è a scuola come sempre mentre Taku è con Coco a palazzo da Aron... Tesoro...?-


Shun lanciò uno sguardo all'esterno e la strinse con più forza affondando il viso nei capelli di Ranze. Rimase un momento immobile inspirandone il profumo prima di separarsi e poggiare un pugno sulla testa come faceva da ragazzo poi le disse con un espressione seria e lo sguardo distante.


-Sta attenta, ho un brutto presentimento.-


Ranze annuì confusa per puoi agitare la testa e tornando a sorridere. Si guardò attorno attenta a non aver attirato l'attenzione di nessuno e con un piccolo sorriso complice si alzò sulle punte baciando le labbra di Shun che rispose con dolcezza prima di separarsi e vederla scomparire oltre la porta dopo un veloce saluto. Eppure la morsa che, da quando l'aveva vista lì fuori, gli aveva attanagliato le membra non si era sciolta e anzi, pareva ancora più forte e preoccupante di prima.


Ranze invece proseguì per la sua strada con tranquillità riprendendosi con un sorriso soddisfatto da quella piccola deviazione che aveva fatto. Camminò rapidamente finché non giunse davanti al cancello di quella che sin da piccola era stata casa sua. Suonò il campanello alla porta e immediatamente la sagoma di Sheera comparve sulla soglia. La bella bionda con un sorriso raggiante abbracciò la figlia di slancio baciandole affettuosamente una guancia.


-Tesoro guarda chi è venuto?-


Proclamò la donna lupo verso il salotto dal quale provenivano risate infantili e la voce di Narumi. Da quando Rinze e Narumi si erano stabiliti lì con i coniugi Eto quella casa era sempre in movimento, non che prima con Ranze e Rinze fosse la dimora della tranquillità, ma con gioia di Sheera e Mori era tornata ad essere viva. Ranze si avvicinò chiacchierando con la propria madre quando sulla soglia della porta comparve la figura slanciata e longilinea di Mori. Il vampiro vista la figlia lasciò che il sorriso gli dipingesse il viso mentre gli occhi brillavano gioiosi.


-Ranze!-


La donna si avvicinò al padre abbracciandolo e avvertì la presa salda che da bambina aveva sempre ritenuto un enorme conforto oltre che il luogo più sicuro dove rifugiarsi. Si separò dal padre con gli occhi leggermente lucidi e l'uomo con una risata la accompagnò in salotto ove vi fu una bella rimpatriata con anche Hiu e Chiki, i figli di Narumi e Rinze.








Continua...

  
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