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Autore: Diana924    28/08/2010    0 recensioni
Karen si deve recare in Argentina per il matrimonmio di sua cugina,scoprirà che alcune vecchie leggende...
Genere: Dark, Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cercai per tutta la casa, per due giorni. Niente di niente, tutto fu vano. Ogni volta che pensavo dia verla trovata quella maledetta statuetta spariva, letteralmente, dalla mi vista. E ogni volta che smettevo di cercarla e cercavo di fare dell’altro lei riappariva, in un posto diverso, ma riappariva.

Ogni tanto controllavo Clara. Stava bene, ma orami le sue condizioni mentali erano irreversibili.

Io stavo perdendo al pazienza e forse anche l’intelletto. Mi ritrovai ad urlare: << Ti troverò dannata statuetta, ti troverò! >>

In quei momenti mi rendevo contò che stavo impazzendo, ossessionata dalla statuetta, e tornavo a più miti consigli; ma dopo un po’ la mia mente tornava ad occuparsi di quella dannata cosa, la maledivo, e infine, spossata, tornavo a cercarla.

Mi ero sempre chiesta di che materiale fosse fatta, ma quando il secondo giorno riuscì a prenderla non lo seppi dire con esattezza, era una lega formata da almeno sei metalli.

Una cosa del genere non poteva esistere in natura, eppure lei era lì, che mi guardava beffarda; non solo, questa volta sorrise, facendomi andare in bestia.

Com’era possibile che quella statua cambiasse posto ogni due ore? E che fosse fatta di un metallo che in natura, o con le conoscenze degli indios, non poteva, ne doveva esistere?

Domande, domande, troppe domande, e non avevo nessuna risposta, nessuna.

L’ultima sera che avrei passato in Argentina, cioè ieri, ho visto qualcosa che mi ha terrorizzata a morte. Mi stavo per mettere a letto, quando lo vidì. Lui. Malcolm McCormack. L’abate maledetto, il lascivo violatore di suore, il bastardo. Lui, che annunciava la morte di ognuno di noi, apparendo semplicemente.

Lui era lì, vicino la finestra, che mi guardava.

<< Malcolm?! >> urlai, avvertì il terrore pervadermi, non ora, perché ora?

Avevo sempre pensato che l’avrei rivisto a ottant’anni, o anche dopo, e pensavo che sarei morta in pace nel sonno. Non a ventitre anni, lontana da casa, con un principio d’isteria.

Lui non mi rispose, semplicemente mi fissò, poi guardò fuori dalla finestra.

<< Che vuol dire? >> domandai, ma anche questa volta non ottenni risposta, e lui sparì, com’era apparso.

 

   
 
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