Crossover
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Autore: Kira La Luna Oscura    28/08/2010    1 recensioni
Se la persona che ami ti promette che tornerà a prenderti, non puoi fare a meno di crederci nonostante tutto. Personaggi: Principe Ajar Asman Gadal (Principe Soma Asman Kadar/Gadal-Kuroshitsuji [Il cognome viene tradotto in due modi differenti]), Kojiro Kazama (Hisoka Kurosaki-Yami no Matsuei), Hamir (Agni-Kuroshitsuji) Mamoru (Un povero disgraziato che si è trovato nel mezzo senza motivo). La ff è per la mia Sensei (e partner di role) Adaralbion, grazie per aver creato Ajar! piccola premessa all'interno. [[Seconda classificata al contest del Secret Whispers GDR - La vostra role 10 anni dopo]]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE IMPORTANTE: Questa storia nasce tecnicamente da un role di un gdr, ma si sviluppa all'esterno di essa, visto che l'ho presentata per un contest.

Koji è un ragazzo di 19 anni che lavora in un sexy shop in Giappone, molto timido, Ajar è invece un ragazzo di 17 anni, il futuro Maraja di un piccolo stato dell'india, e dopo un anno è costretto a tornare nel suo paese per potersi sposare con una donna che non ha mai visto, ma il giovane non è prettamente etero.

Questa storia si svolge dopo 10 anni dal loro incontro, ormai sono adulti, e la storia dovrebbe essere abbastanza comprensibile.

************

Sorrido, mentre porto alle labbra l'ennesimo boccone, stando attento a non strozzarmi.

-Smettila, così mi farai andare tutto di traverso!

Anche il mio amore sorride, bevendo un grande sorso di succo di frutta per mandare giù il cous cous.

Si lecca le dita, mentre io cerco di pulirmi con il tovagliolo, senza grandi successi.

-Ajar, quando ti deciderai a far portare delle posate?

Mi guarda, inclinando la testa di lato.

-Che te ne fai delle posate, quando puoi usare le mani?

Ridacchia, sporcandomi il naso, mentre ora mi dimeno e tento anche io di sporcarlo.

Scoppiamo entrambi a ridere, rotolandoci sui cuscini sui quali siamo seduti per il pranzo.

Hamir ci guarda con il solito sguardo impassibile, insieme a tutto il resto delle guardie di palazzo, dopo dieci anni ormai ho fatto l'abitudine a tutti quegli sguardi che sembrano vuoti, ma so che anche loro hanno pensieri ed opinioni.

E' strano pensare a come siamo arrivati a questo punto. Dopo quell'anno passato insieme in Giappone, Ajar è tornato nel suo paese promettendomi che sarebbe tornato a prendermi, ha sposato la ragazza che era stata destinata a diventare sua moglie fin dalla sua nascita, e poi... poi, una volta diventato Maraja, ha cambiato la legge. Ha mantenuto la parola, ed ha cambiato per sempre la mia vita.

Ha ripudiato la moglie, anche se è rimasta a palazzo per suo volere, non sarebbe potuta tornare dalla famiglia, l'avrebbero ripudiata anche loro e sarebbe finita in mezzo alla strada, o peggio, uccisa per il disonore recato alla sua stirpe.

Non mi dispiace che ci sia anche lei, è cortese e gentile, e una volta mi ha confidato che c'è un uomo nella sua vita, che anche lei si era innamorata in quegli anni, ma non poteva coronare il suo sogno d'amore per la promessa fatta alla sua nascita.

Io ho raggiunto Ajar dopo un anno, e finalmente siamo potuti rimanere insieme.

E' strano pensare a quanto sono cambiato, ma crescendo si cambia, si sa.

La mia profonda timidezza è mutata, anche se un po' resta sempre.

-Ajar... manda via le guardie

Gli sussurro all'orecchio, mordendoglielo subito dopo. Un rapido cenno del mio amato Maraja, e tutti escono fuori... finalmente siamo soli!

Adoro averlo su di me, che mi bacia teneramente, mi spoglia con reverenza, e mi accarezza come se fossi la cosa più preziosa del mondo.

Come sempre, dopo aver consumato il nostro amore, siamo sdraiati sul pregiato tappeto, nudi, uno tra le braccia dell'altro, ad osservare il mosaico presente sul soffitto.

Ricordo ancora quella sera di dieci anni fa in cui me lo descrisse nella sua camera d'albergo, pensando che non l'avrei mai visto, che non avremmo mai fatto l'amore sotto quel cielo fatto di sole e stelle.

Mi bacia i capelli, mentre mi accoccolo di più sul suo petto.

Ajar ormai è un uomo, un re amato e rispettato, così diverso dal principe delle seppie! Siamo cambiati tutti e due, e siamo felici, tremendamente felici.

-Che ne dici di un bagno alle rose? Dobbiamo visitare la città oggi

Ajar ha stabilito che almeno una volta al mese il Maraja visiti l'intera città, in modo da potersi rendere conto di persona se la popolazione ha bisogno di qualcosa o no.

-E bagno alle rose sia!... ... Prendimi!

Comincio a correre verso il bagno attiguo, sapendo che non c'è nessuno, altrimeni sarebbe una catastrofe! Ovvio che ancora mi vergogni se qualcuno mi vede nudo!

Alla fine della corsa Ajar mi afferra, abbracciandomi da dietro e mordendomi una spalla, strano che sia diventato tanto più alto di me, ma alla fine credo che sia costituzione.

Una volta entrati, troviamo l'acqua già pronta con essenze alle rose, e qualche petalo rosso che galleggia nell'acqua.

-GRAZIE HAMIR!

Urlo, sapendo perfettamente che è nella stanza accanto e che può sentirmi.

Mi prende come un sacco di patate, appoggiandomi sulla spalla, mentre io ridendo mi dimeno.

-Ajar, ma che modi!

Sorride insieme a me, dandomi una sonora pacca sul sedere.

-Hei, io sono il Maraja, posso fare quel che voglio!

Entriamo nell'enorme vasca, e subito prendo la spugna per potergli lavare la schiena. Ho vietato espressamente che avesse ancelle per fare il bagno, al massimo Hamir se io sono impossibilitato... nessuno può toccarlo a parte me!

Dopo esserci lavati a vicenda cospargiamo i nostri corpi di oli profumati, ho tentato di ribellarmi, visto che mi sento una cotoletta, ma il mio amore ha tanto insistito che non ho potuto fare a meno di accontentarlo! Avrà anche gli occhi di un bellissimo quasi trent'enne, ma il suo animo è dolce e puro come quando l'ho conosciuto, quindi difficilmente riesco a dirgli di no quando mi guarda in un determinato modo, e lui lo sa.

Una volta finito ci prepariamo con gli abiti da uscita, troppo sgargianti per me, ma è usanza! Ajar si fa aiutare da Hamir, il Maraja non può vestirsi da solo, io invece mi sono rifiutato di farmi aiutare, troppo imbarazzante, anche se una volta ho messo gli abiti al contrario.

Quando siamo entrambi pronti, usciamo, seduti su una portantina piena di cuscini e peluches mimetizzati abilmente, giriamo per la città, insieme ad un seguito di un centinaio di uomini armati, imbarazzante anche quello, ma ci si fa l'abitudine.

E' giorno di mercato e quindi c'è una gran folla, la gente fa gesti ossequiosi di saluto verso di noi, e Ajar ricambia sorridente, mentre io gli accarezzo dolcemente i lunghi capelli neri.

Improvvisamente, la folla si scuote, e un uomo comincia ad inveirci contro, urlando.

-IO NON MI FACCIO GOVERNARE DA UN MARAJA CHE HA SCELTO DI VIVERE CON UN UOMO! CHE NON PUO' DARCI EREDI E QUINDI SE NE FREGA DEL SUO PAESE!

L'uomo viene bloccato dalle guardie, mentre io appoggio una mano sulla spalla di Ajar, preoccupato. L'oltraggio è punito con l'esecuzione immediata, e lui sa quanto io odi le esecuzioni in generale, figurarsi quelle fatte davanti ai miei occhi.

Appoggia la mano sulla mia e mi sorride, so che non devo preoccuparmi ma non ci riesco.

Con l'aiuto di Hamir scende dalla lettiga, avvicinandosi all'uomo. Non ho paura per lui, so che Hamir non permetterà che gli accada qualcosa.

-Mi dispiace che tu la pensi così! Credo di essere un buon sovrano, anche se chi mi accompagna è un uomo! Gli eredi sono un problema mio, di questo non devi preoccuparti.

L'uomo sembra colpito dalle sue parole, ed abassa il capo, mentre una guardia è pronta a dargli il colpo di grazia. Mi irrigidisco un attimo, ma Ajar fa un cenno con la mano che la blocca.

- Lasciatelo andare

Ordina fiero ed imponente, mentre io lo guardo con adorazione sempre maggiore, dopo tanto tempo lo amo come e più di prima.

-Grazie mio signore!

L'uomo ringrazia e viene rilasciato, scomparendo tra la folla, mentre la popolazione lo acclama, chiamandolo "Il Maraja buono".

Dopo quell'avventura, decidiamo di tornare a palazzo, ormai l'imbrunire è vicino.

La cena passa con la solita discussione sulle posate, ormai è un rito, anche se non mi sono mai completamente abituato a mangiare con le mani.

-Ho una cosa per te!

Dice improvvisamente, schioccando le dita. Un servitore porta una scatola di mogano intarisiata, aprendola. Dentro ci sono delle posate d'oro.

Resto allibito, non pensavo mi facesse un regalo del genere...

Mi getto tra le sue braccia, baciandolo con passione, mentre le lacrime mi salgono agli occhi.

-Ti amo tanto Ajar!

-Anche io ti amo Koji!

Senza neanche l'ordine, tutti escono dalla stanza, lasciandoci soli.

Fare l'amore con lui è una cosa che mi sconvolge ogni volta, lui è stato il primo, gli ho donato me stesso e il mio cuore senza rimpianti.

Sfiniti, ci addormentiamo tra le stoffe preziose, sussurrandoci infiniti ti amo.

******

Un suono atroce mi colpisce le orecchie, c'è qualcosa che disturba il mio sonno.

Una mano sulla spalla mi scuote dolcemente, insieme ad un bacio sulla tempia, mentre quell'odiosa sveglia smette di gracchiare.

-Amore, sveglia o farai tardi!

Apro gli occhi, le lenzuola calde anche se inverno, davanti a me il dolce sorriso di Mamoru, mentre l'odore del caffè mi arriva al naso.

-Vado al lavoro, ci vediamo più tardi!

Mi bacia le labbra, mentre io non capisco dove sono, nè perchè, convinto di essere in India fino a qualche minuto prima. Piano, la realtà torna a farsi strada, mentre Mamoru chiude la porta di casa cercando di non fare rumore.

Mi alzo infreddolito, recuperando la vestaglia per indossarla ed andare in cucina per prendere il caffè.

Ormai sto con Mamoru da cinque anni, dopo aver aspettato invano Ajar per altrettanto tempo.

Mi sono rifatto una vita, almeno c'ho provato.

Da uno stipetto nascosto prendo un album, e poi il giornale di ieri.

Ritaglio la prima pagina internazionale.

Al centro, una foto del Maraja Ajar Asman Gadal, che appare sempre da solo, ogni volta.

E' diventato un grande sovrano, facendo diventare il suo paese ricco e prosperoso, ha scritto la storia del suo impero con alcune riforme.

Apro l'album e appiccico l'articolo. E' pieno di articoli di giornale su di lui, da quelli iniziali molto piccoli, a quelli più importanti.

Ultima pagina, ultimo articolo.

Mi ero ripromesso di aspettarlo fino a quando non fosse finito quell'album, che all'inizio sembrava così vuoto, ma che si è riempito velocemente in questi dieci anni.

Non avevo mai perso la speranza, fino ad adesso, mentre stringo tra le mani questi fogli rilegati in pelle.

Sembra felice in tutte le foto, e io spero che lo sia, e che pensi ancora un pò anche a me, mentre non posso fare a meno di credere ancora alle sue parole, e pensare che davvero, un giorno, tornerà a prendermi.

Un rumore mi riscuote dai miei pensieri, è il campanello della porta, deve essere Mamoru, ha lasciato il pranzo sul tavolo.

-ARRIVO!

Nascondo velocemente l'album, andando verso la porta con il sacchetto marrone in mano.

-Ti se dimenticato di nuovo il pran...

Sgrano gli occhi, la busta di carta cade ai miei piedi con un piccolo tonfo, mentre sollevo il viso più di quanto vorrei, irrigidendomi appena.

-Mi sei mancato...

******************

(Nda: La fan fiction per il contest finiva qui, ma una mia amica mi ha chiesto il seguito, quindi ecco a voi! ^_^ )

******************

Ci metto un pò per razionalizzare per bene, davanti ai miei occhi un sorriso luminoso, due occhi color ambra che conosco come se fossero i miei, mentre ignoro la seconda figura, un pò più indietro nel pianerottolo, che fa un breve inchino.

- A-Ajar?

In effetti è una domanda più che un'affermazione, forse sono ancora tra le coperte e neanche me ne rendo conto.

Si è fatto bellissimo, i tratti eleganti del viso adesso sono più marcati a causa dell'età, e la statura è decisamente aumentata, e pensare che era più basso di me dieci anni fa.

Continua a sorridermi in quegli istanti che per me passano come ore, intrappolato nel tempo senza riuscire più ad andare avanti.

- Posso entrare?

Tono gentile e voce profonda, davanti a me non c'è più il ragazzino a malapena diciottenne che ho lasciato dieci anni fa, adesso è un uomo, lo siamo tutti e due.

- C-c-certo

Mi sposto per far entrare entrambi, richiudendo poi la porta.

Quanti anni erano che non balbettavo più davanti a qualcuno?

Tanti, decisamente.

- Accomodatevi

Ajar prende posto elegantemente, facendo tintinnare la solita montagna di gioielli che si porta appresso, mentre Hamir resta in piedi alle sue spalle.

- Hamir, per favore, anche tu

Hamir non si schioda, ed io butto gli occhi al soffitto, sorridente, è sempre lo stesso.

Ormai mi sento abbastanza grande da potergli dare del tu.

- Ajar, diglielo tu. Sono dieci anni che non lo vedo, non mi va che stia in piedi.

Il principe gli fa un cenno con il capo, e dopo un inchino anche il servitore si siede finalmente.

In quel momento mi rendo conto di essere in boxer, con solo una vestaglia addosso.

Mi copro per bene, arrossendo un po, anche questa una cosa che è diventata sempre più rara.

- Scusatemi un secondo, mi rendo presentabile

Ajar continua a sorridere e a non dire una parola, strano, me lo ricordo un uragano di parole, richieste e così via.

A quanto pare, non sono l'unico ad essere cambiato.

Vado in camera da letto per prendere una tuta scura dall'armadio e potermi vestire, un secondo in bagno per sciacquare il viso e pettinare i capelli, per poi tornare velocemente in cucina.

- Vi faccio del thè

Sono imbarazzato e anche un po a disagio, ma questo è l'effetto che Ajar mi ha fatto sempre, e credo che niente possa cambiarlo.

Do loro le spalle, mettendo sul fuoco il bollitore, mentre dallo scaffale prendo il thè indiano.

Si, ormai bevo solo quel tipo di thè, dalla mattina in cui lo assaggiai in albergo, da Ajar.

Non è buono come quello proveniente direttamente dall'India, ma in un certo qual modo mi ha sempre ricordato il profumo di Ajar.

Le bustine mi cadono dalle mani quando sento due braccia attorno alla mia vita che mi stringono, il suo torace contro la mia schiena, mentre io mi irrigidisco e mi sciolgo allo stesso tempo.

- Mi sei mancato.

Ripete di nuovo le stesse parole, non so neanche cosa dirgli, anche lui mi è mancato, ovvio, ma non posso fare a meno di pensare alla promessa non mantenuta.

- Mi sei mancato anche tu, e ti ho aspettato. Ufficialmente per cinque anni, nel mio cuore, ti aspettavo ancora fino a dieci minuti fa. Non sei tornato a prendermi come avevi promesso...

- Ma...

- No Ajar, sono cambiate troppe cose. Io sono cambiato e anche tu, non sono più il ragazzino diciannovenne che conoscevi, sto insieme ad un ragazzo che mi ama e mi protegge, e tu... bhè, tu ormai sei il Maraja del tuo paese, governi con tua moglie, no?

Con delicatezza mi sciolgo da quell'abbraccio, anni di lacrime represse che minacciano di venir giù, ormai sono una persona adulta, questo lo so, ma si è riaperta una vecchia ferita, una di quelle che non si rimarginano mai.

Il bollitore fischia.

Verso l'acqua bollente in tre tazze, mettendo poi in infusione le bustine, portando tutto al tavolo.

Mi metto a sedere, così come fa anche Ajar, l'aria dispiaciuta perchè sa quanto io sia stato male.

Non voglio rinfacciargli niente, ci amavamo, ma non era destino che stessimo insieme

Gli faccio un sorriso, basta lacrime, basta sofferenze, ne abbiamo passate fin troppe.

Gli prendo la mano e lui mi sorride di rimando, sono così felice di averlo rivisto.

- Tesoro! Cosa ci fa il mio pranzo per terra?

Non mi sono neanche accorto della porta che si è aperta, Mamoru è tornato indietro per il pranzo. Hamir scatta in piedi, pronto a difendere il suo re, ma lo blocco con un gesto deciso, non brusco.

- Aspetta Hamir

Mi alzo e lo raggiungo, mentre anche Ajar si mette in piedi, facendo frusciare le eleganti vesti di seta bianca e oro, impreziosite con gemme.

- Mamoru, lui è...

- Il Maraja Ajar Asman Gadal, presumo. Io sono Mamoru Ngashima, il ragazzo di Koji

Gli fa un inchino rispettoso, anche se dai suoi occhi non traspare di certo simpatia per Ajar.

Mamoru non è stupido, ed io non l'ho mai ritenuto tale.

Quando mi ha conosciuto gli ho raccontato tutto, e lui ha sempre accettato che una parte del mio cuore fosse in India, con un'altra persona.

Mi ha sempre visto leggere le pagine internazionali dei quotidiani, con Ajar stampato in bianco e nero sulla carta.

- Chiedo scusa per avervi interrotto, sono tornato solo per prendere il pranzo

Si volta verso di me e mi bacia di sfuggita le labbra, i suoi occhi sembrano sapere quello che sfugge perfino a me.

- Ti amo Koji, ti ho amato sempre

Senza aggiungere altro fa un secondo inchino ad Ajar, uscendo poi dall'appartamento.

Perchè quelle parole? Perchè in quel preciso istante?

Non lo so, non so più nulla, non voglio più sapere nulla.

Ajar mi si avvicina e mi stringe tra le braccia, non faccio resistenza, non ci riesco, il suo profumo mi riporta alla mente il periodo più bello della mia vita.

- Aja...

- Koji, torna con me in India!

Mi irrigidisco all'istante, il cuore comincia a battere veloce e non solo il mio.

- Perchè?

Non è la risposta che si aspettava, lo sento dalla reazione del suo corpo, dai muscoli che si sono irrigiditi insieme alla stretta delle braccia.

- Perchè ti amo Koji, e ti voglio al mio fianco

Mi torna in mente il sogno, noi due insieme nel suo palazzo, felici, anche se quei dici anni non sono andati in quel modo.

- So che anche tu mi ami ancora...

E' vero? Si, è vero, lo amo ancora, non l'ho mai dimenticato, ma se non era possibile dieci anni fa, perchè dovrebbe esserlo adesso?

Gli appoggio le mano sul petto, scostandomi da lui, non posso farmi trascinare di nuovo, non posso, non reggerei.

- Mi dispiace Ajar

Un sorriso triste mi si affaccia sulle labbra, mentre la sua espressione cambia, diventando scura.

- Stasera torno in India, ho il volo alle nove, se cambi idea mi trovi all'aeroporto. Hamir!

Non aggiunge altro e si avvia verso la porta. Hamir mi fa un inchino, ed io ricambio con un cenno della mano, mentre loro escono da casa mia.

Mi fiondo sotto la docca, cercando di schiarirmi le idee, mi sembra di sognare per la seconda volta.

Non so neanche io se voglio andare via con lui, cosa farebbe Mamoru?

Si è preso cura di me per tutti questi anni senza chiedere nulla in cambio, mi sembrerebbe di tradirlo.

Mi vesto e vado al lavoro, sempre lo stesso.

Il signor Kazaoka mi ha lasciato il negozio dopo che si è ammalato, adesso il sexy shop è mio, che stranezza, neanche mi piaceva questo lavoro.

****************

Torno a casa dopo una giornata intera passata con la testa tra le nuvole, ogni pensiero rivolto ad Ajar e alla sua proposta.

Ho fatto cadere di tutto oggi, qualsiasi cosa avessi tra le mani, oggetti, scatoli, soldi, come se avessi le mani di burro. Giornata decisamente pesante, finalmente sono a casa. Ho chiuso prima, non mi andava di distruggere completamente il negozio.

Una doccia calda per riprendermi dal gelo esterno, la solita tuta scura e larga per stare a casa, sgranocchiando delle patatine mentre leggo un bel libro.

La porta si apre, e dopo un po trovo Mamoru davanti a me, sembra stupito.

- Cosa ci fai qui?

- Ciao anche a te, eh! Se ti fosse sfuggito io ci vivo!

Ma che diavolo gli prende? Che domande mi fa? Mi alzo e lo abbraccio, lui ricambia, sospirando.

- Scusami tesoro. Ajar?

- Ajar riparte stasera per l'India

Mi stacco da lui e torno sul divano, piegando le ginocchia sui cuscini, riprendendo a leggere e mangiare le patatine, facendogli capire che il discorso è chiuso mentre lui va in cucina.

Quando torna mi guarda stranito, mentre io lo guardo nella stessa maniera con una patatina tra le labbra.

- Cosa c'è?

- A che ora parte l'aereo di Ajar?

- Alle nove, perchè?

Da un'occhiata all'orologio appeso al muro che segna le otto e mezza, mentre io continuo a guardarlo come se avessi un alieno davanti.

Mi afferra per un braccio, tirandomi via dal divano, facendo rovesciare il pacchetto.

- Ma che.... che ti prende?

Non mi risponde, mi infila le scarpe e la giacca, e poi dritti fuori di casa, dentro l'auto.

C'è un traffico infernale, a quell'ora le persone escono dagli uffici, quindi è normale il caos in piena città.

Mamoru sembra nervoso, suona il clacson come un forsennato, ho paura davvero che sia ammattito.

Ci mettiamo una vita, e solo una volta arrivati capisco dove siamo.

- Cazzo ci facciamo in aeroporto?

Mamoru spegne il motore, mentre un uomo fuori urla che non possiamo parcheggiare li, quel posto è riservato ai taxi.

- Ho trovato l'album...

Come diavolo ha fatto a trovare il mio album? L'ho nascosto perfettamente per cinque anni, com'è successo?

*************

Fb: *Mamoru va in cucina, cominciando a cercare il thè, visto che cambio posto alle cose una volta alla settimana, facendolo ammattire.

Questa mattina però, ho conservato l'album di fretta, quindi non appena apre lo stipetto il doppio fondo cade, insieme all'album.

A mia insaputa lo sfoglia, guardando che il soggetto delle foto è sempre lo stesso, e con uno strano gioco visivo, Ajar sembra diventare più grande mano a mano che le foto vanno avanti, chiaro segno che i ritagli sono stati accumulati negli anni.

Mamoru fa un sospiro profondo, lasciando l'album sul tavolo, tornando in salotto*

*********

- Devi andare da lui Koji...

Mi spiazza, decisamente mi spiazza, non capisco, perchè mi butta tra le braccia di un altro?

Sembra leggermi nel pensiero.

Mi sorride dolcemente e si sporge per baciarmi la fronte e accarezzarmi una guancia.

- Ho sempre saputo che amavi un altro, e nonostante tutto sono rimasto con te. Non voglio che tu sia infelice, se la persona che ami vuole stare con te, tu devi andare, o non me lo perdonerei mai!

Sono più sconvolto di prima, Mamoru è sempre stato un tipo piuttosto geloso, oltre che contrario al mio lavoro, ma evidentemente ha capito quanto Ajar sia stato, e sia tutt'ora, importante per me.

- Su, vai! E sì felice...

- Anche tu Mamoru, e grazie per esserti preso cura di me!

Gli do un'ultimo bacio sulla guancia, schizzando fuori dall'auto. L'aeroporto è pieno di gente, non dovrebbe essere difficile trovare Ajar, tra lo stuolo di gente che si porta dietro e i vestiti appariscenti non dovrebbe essere difficile localizzarlo.

Corro come un pazzo, i polmoni mi bruciano e mi fanno male le gambe.

Mi fermo davanti al tabellone per le partenze, un solo aereo va in India.

Leggo il gate velocemente, ricominciando a correre.

E' tardi, dio, è tardi è tardi è tardi!

Arrivo di fronte all'imbarco, appoggiando le mani sul bancone, la schiena completamente piegata per riprendere fiato, l'hostess di terra che mi guarda preoccupata.

- Il... il... il volo....

La gola riarsa mi brucia così come i polmoni, a malapena riesco a parlare.

Quando raddrizzo la schiena vedo l'hostess che mi guarda dispiaciuta.

NO...

- Mi dispiace signore, l'aereo sta rullando

Mi fa cenno con la mano verso il finestrone, dove un aereo è già in movimento.

Mi avvicino al vetro, barcollante e con le lacrime agli occhi, appoggiandovi sopra una mano per reggermi.

L'aereo vira, prende velocità, e finalmente decolla davanti ai miei occhi.

- Ajar...

Ignoro la ragazza che mi chiede se sto bene, e mi informa che un altro aereo con la stessa destinazione partirà il giorno dopo.

Potrei raggiungerlo, si, ma come conferire con il Maraja? Non riuscirei neanche ad avvicinarmi alla porta.

E' tutto finito, l'ho perso per la seconda volta, e per sempre.

Le ginocchia cedono, le lacrime scendono, mentre il mio respiro appanna il vetro lucido che da sulla pista, lasciando una scia fino in basso, dove sono inginocchiato.

- Non... non puoi lasciarmi... non puoi lasciarmi di nuovo.... NON PUOI LASCIARMI DI NUOVO AJAR! NON PUOI!

Da un lieve sibilo, la mia voce diventa un suono alto e disperato.

Non ce la faccio, non posso pensare di averlo perso per colpa mia, per essere stato così idiota.

L'hostess da preoccupata diventa spaventata.

Indietreggia, raggiungendo il bancone, sicuramente per chiamare la sicurezza.

Non mi importa, che mi mettano in galera a vita, niente ha più senso per me.

Sento una mano premere sulla mia spalla, le guardie dell'aeroporto, di sicuro.

Qualcuno mi mette in piedi, facendomi voltare, solo che davanti a me, per la seconda volta, come se fosse un sogno, non c'è chi penso io.

Ancora quegli occhi che guardano sorridenti i miei, completamente appannati, facendomi sembrare tutto irreale.

Mi getto tra le braccia di Ajar, che mi stringe a se come faceva una volta, metre Hamir blocca l'hostess, spiegandole la situazione.

Dopo essermi reso conto che sul serio Ajar è li con me mi calmo, staccandomi da lui per poter asciugare le lacrime e guardarlo.

- Ma... ma tu... l'aereo... l'India...

Ajar ridacchia, dandomi un buffetto sul naso, mettendo poi su un'espressione fiera ed impettita, come quando aveva diciassette anni.

- Un Maraja che viaggia su un aereo di linea? Tzè, ho l'aereo privato io

Già, non ci avevo pensato, ma comunque non capisco perchè sia ancora li, visto l'orario.

Apro la bocca per chiederglielo, ma mi zittisce, baciandomi.

Le sue labbra, non le ho mai dimenticate, così come il calore e l'odore della sua pelle, è come se non ci fossimo mai separati.

Così, tra gli sguardi sgomenti dei presenti, gli porto le braccia al collo, corrispondendo al bacio, dicendomi che ci sarà tutto il tempo per le domande e le risposte. Avremo una vita intera.

Fine.

[Cit:"Se due persone sono fatte per stare insieme, non significa che siano fatte per stare insieme adesso" Joshua Jackson - Dawson's Creek]

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