Il Paradiso può
attendere.
{Il
paradiso non attende
{Il
paradiso dei Micheli
Bianco.
Michele
si
ritrovava lì, proprio come un mese esatto prima.
Sfidava
timidamente
le nuvole su cui poggiava i piedi nudi, temendo di infrangere
l’incanto di quel
posto tanto immacolato, tanto irreale.
«Michele!»
esclamò
Michele
sussultò
per lo spavento e, cautamente, rivolse gli occhi verso l’alto
alla ricerca
della provenienza delle parole di Angelica per, poi, rispondere:
«Buonasera!»
«Michele!
Allora,
come sta?» domandò premurosa
«Beh…Che
dire?! Non
potrebbe andare meglio!» rispose lui con un sorrisone.
«Come
mai è qui,
allora?» domandò
«Ma
come!?Che
domande sono?! Mi avete convocato voi, no?»
ribatté Michele, vagamente
infastidito da una tale domanda.
«Ah...è
vero!Che
sbadata! Sa, dev’essere lo Champagne del conto alla rovescia,
non essendo più
abituata, non reggo per niente l’alcol...» ammise
Angelica, chiaramente confusa
dall’effetto di una lieve sbornia.
«Eh…capisco
sì!
Questi sì che sono problemi…Ma senta
perché mi avete chiamato?» domandò lui,
cautamente.
«Ah...già!
Quasi
dimenticavo!»- esclamò Angelica- «Ha
visto che giorno è oggi?»
«Certo
che ho
visto! E’ la notte a cavallo tra il 31 dicembre e il 1
gennaio: è capodanno!» esclamò
raggiante Michele, sottolineando con il tono di voce
l’ovvietà di ciò che stava
dicendo.
«E
quindi,
Michele?» chiese retoricamente
«E
quindi… stappiamo
lo spumante, ci facciamo gli auguri?!» propose lui incerto.
«No,
non proprio...»
constatò amaramente
«Ah
no?» -domandò
ingenuo- «E quindi?»
«E
quindi, noi di
quassù e lei abbiamo un certo conticino in sospeso o erro,
per caso?» introdusse
la questione lei, rimanendo distaccata.
«Ah…quella questioncina!»
esclamò ridendo
scioccamente lui per ingannare l’ansia- «Beh, ma
che problema c’è?!In fondo…»
«Certo,
che il
problema c’è!» -esclamò
«Cosa,
cosa,
scusi?» si accertò lui, incredulo al sentir
pronunciare quelle parole.
«Ha
capito
benissimo, Michele!»- controbatté Angelica, quasi
scocciata dal doverlo
ammettere- «Lei torna in pianta stabile alla
realtà terrena.»
«Davvero?!»
si
accertò raggiante l’uomo- «La prego, mi
dica che non sto sognando!!»
«Michele,
le
ricordo che, qui, non sono bene accette le menzogne e, in questo caso
dovrei
mentirle per soddisfare la sua richiesta... »
-constatò lei fredda- «E poi, che
domande sono? Certo che sta sognando!»
«Ah…vero!
Scusi, ma,
d’altronde, è vero: che stupido! Il sogno
è l’unico contatto possibile tra giù
e su..» disse, gesticolando verso l’alto e, poi,
verso il basso- «No, aspetti :
forse, è il contrario!»-disse, guardandosi le
mani, capendo d’aver commesso una
gaffe.
«Michele,
l’amore
per lei è pericoloso; la rende proprio...» non
fece in tempo a finire
«Un
vero coglione,
lo so!’-concluse con semplicità Michele, mentre un
frastuono di sirene iniziava
a infastidire l’ambiente candido, muto e totalmente deserto.
«Ma
lei non cambia
mai: le parolacce?!» lo rimproverò acida lei.
«Scusi,
scusi, scusi,
scusi!»-si giustificò lui, alzando le mani a sua
discolpa - «Bamboccione!
Volevo dire che l’amore mi rende bamboccione!»
«Se…lallero!»
–lo
prese in giro, lei- «Comunque, non è finita
qui...»
«Che
c’è d’altro?»
domandò
Michele preoccupato, incupendosi.
«Non
ricorda?»-chiese
lei per stimolarlo a ricordare –«Il
segno?»
«Ah!
Il segno…»-farneticò
lui, tra sé- «A me non è arrivato nulla
però…»
«Non
ancora, ma
Michele che discorsi sono?! Non è mica come inviare una
raccomandata…!»-soggiunse
lei –«Comunque, a tempo debito, arriverà
e le indicherà se è giusto o no che la
vostra storia continui…»
«Ma
se io non lo
colgo ‘sto segno?» chiese lui.
«Bah...Michele,
per
quanto lei possa mancare di perspicacia, le assicuroche non
sarà facile
ignorarlo!»
«Ah
beh...A prova
di scemo, quindi?» cercò di ironizzare lui, con
scarso successo.
«Beh,
diciamo che
confidiamo molto in Monica!» controbatté lei,
fredda.
«Eh…Monica...»-
sospirò sognante Michele –«Bene! Mi ha
detto tutto, no?! Posso andare?»
«Sì,
Michele, può
andare…» annunciò lei con tono
liberatorio.
«Grazie!No…aspetti
un attimo!»- si fermò lui - «Senta, me
la toglie una curiosità?»
«Sentiamo...»
rispose
Angelica, invitandolo a proseguire.
«Ma,
scusate, se
Voi quassù sapete che mi sono riappacificato con Monica,
vuol dire che avete
spiato…» ipotizzò lui,cautamente.
«Michele,
suvvia! Abbiamo
dato una sbirciata, ma cosa vuole che sia...» si
giustificò lei, colta nelle
sue debolezze.
«Ah
Ah! E non vi
vergognate!? Qui, tutto immacolato, casto, puro e poi fate i guardoni?!
Questa
è violazione della Privacy!» polemizzò
Michele, compiaciuto di poter appuntare
una mancanza a ‘Quelli lassù’.
«Eh
no! Quello non
era spiare: era sorvegliare la buona riuscita della
missione!» -si giustificò
lei, arrampicandosi sugli specchi - «E poi, se proprio
dobbiamo dirla tutta, le
lamentele dovremmo esporle noi! Dato che ci ha fatto fare gli
straordinari
«Anche
se?» la
invogliò a proseguire l’uomo, ormai, incuriosito.
«Anche
se, mi pesa
ammetterlo, ma l’abbiamo rivalutata in
quell’occasione Michele. Complimenti!» ammise
a stento lei.
«Eh...Modestamente...»-
si pavoneggiò lui con un velo di strafottenza-
«Però mi dispiace che abbia
passato il Natale sola a causa mia...»
«Beh...proprio
sola, no…»- ammise
«Ma
come?!Gli
affari miei davanti agli occhi di tutto il Paradiso e
dintorni?» domandò
scocciato lui.
«No,
no… si figuri!
Il Paradiso e dintorni!? C’erano tutti i gironi celesti e
buona parte del
Purgatorio, per non parlare di quegli infiltrati dei ricettatori del
sottoscala
al secondo!» si lasciò sfuggire con disinvoltura
Angelica.
«No,
no, no!
Aspetti, lei mi sta dicendo che tutta la volta celeste e tutto il
Purgatorio
hanno visto tutto ?!» constatò infuriato Michele.
«Beh,
all’inizio...
Poi, quelli del sottoscala al secondo, i Lussuriosi- come le dicevo
prima-
hanno sfoderato le loro qualità di ricettatori doc.
e…Sa, a noi questo digitale
terrestre ci mette in difficoltà, non siamo
granché pratici, e.. quei dannati
ingrati, senza pagare neanche il canone, hanno assistito a tutto lo
spettacolo.
Come se non bastasse, hanno ribadito la loro indecenza e natura,
infatti, erano
gli unici a non indossare i copri -occhi di pure piume
d’angelo, per i momenti
un po’ più... mi capisce,
no?»-confessò lei- «Però deve
essere soddisfatto: nessuno,
prima d’ora, era riuscito a farli commuovere!!»
Michele
scoppiò a
ridere per la disperazione, dato che, sapeva bene che qualsiasi atto
improprio avrebbe
potuto ritorcersi a suo discapito.
«Dopo
questa, se
permette, io me ne andrei per evitare di inca…»-
Michele si arrestò- «Di imbestialirmi
ulteriormente…»
«Ma
come?! Le dico
che, qui, è diventato un idolo, degno sostituto di
‘Ghost’ e lei si
arrabbia?»-domandò
scioccamente Angelicamente, chiaramente non consapevole delle
castronerie che
stava proferendo per via dell’alcol, probabilmente.
«Sì,
la fama,
l’aureola, ‘Ghost’ non mi
importano!»- sbottò Michele
–«Il Paradiso può
attendere! E, adesso, con permesso…»-disse,
avviandosi.
«Buon
anno,
Michele!» augurò malinconica
«Buon
anno anche a
voi!» rispose Michele, arrestandosi un attimo in un sospiro
profondo, seppur
rimanendo fremente e voglioso di tornare indietro.
Buio.
Michele
si dissolse
di nuvole, lasciando soltanto il candore della foschia paradisiaca,
lì,
onnipresente.
Rimase,
soltanto,
la voce di Angelica che, triste e delusa, sbuffò ,
rivolgendosi alla schiera
di angiolette che,
affrante di
malinconia, sospiravano al vederlo voltato di schiena
nell’andarsene via:
«Che
avrà ‘sta
Monica che noi non abbiamo, io non lo capisco ancora!»
~
Il
freddo, fuori la
finestra, si faceva sentire; il vento imponente sbuffava il suo
passaggio
tramite il gelo, sola andata per accompagnare l’anno vecchio
a concludersi e
quello nuovo a presentarsi all’alba, di lì a
qualche ora.
Michele
aprì gli
occhi; ora, si sentiva tranquillo, ora, si sentiva felice.
Abbassò
lo sguardo
e la trovò stretta nel suo calore.
Monica
era
addormentata, abbracciata a lui, di schiena; la strinse ancora
perché la paura
e il freddo potessero essere dimenticate.
Stette
a guardarla
a lungo, in attesa che il sonno si riappropriasse di lui.
«Michele,
non
dormi?» le chiese piano lei.
«No…»
-rispose lui,
altrettanto piano- «Ho sognato che mi dicevano la cosa
più bella della mia vita,
sai?»
Monica
gli sorrise,
pur rimanendo voltata, con il capo poggiato sulla maglietta grigia di
lui.
Michele
cercò il
suo volto, si avvicinò tanto da darle un bacio.
Dopo
di che, poggiò
la testa sul cuscino, continuando a stringerla a sé.