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Autore: Cinderella In Love    30/08/2010    0 recensioni
Corretto, apportati cambiamenti. Indaco dagli occhi del cielo. Immaginando il ritorno di Michele. (Seconda classificata al Return Contest 2010 indetto da 'amimy')
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il Paradiso può attendere.

 

{Il paradiso non attende

{Il paradiso dei Micheli

 

Bianco.

 

Michele si ritrovava lì, proprio come un mese esatto prima.

Sfidava timidamente le nuvole su cui poggiava i piedi nudi, temendo di infrangere l’incanto di quel posto tanto immacolato, tanto irreale.

 

«Michele!» esclamò la Voce a tono pieno.

Michele sussultò per lo spavento e, cautamente, rivolse gli occhi verso l’alto alla ricerca della provenienza delle parole di Angelica per, poi, rispondere: «Buonasera!»

 

«Michele! Allora, come sta?» domandò premurosa la Voce.

«Beh…Che dire?! Non potrebbe andare meglio!» rispose lui con un sorrisone.

«Come mai è qui, allora?» domandò la Voce.

«Ma come!?Che domande sono?! Mi avete convocato voi, no?» ribatté Michele, vagamente infastidito da una tale domanda.

«Ah...è vero!Che sbadata! Sa, dev’essere lo Champagne del conto alla rovescia, non essendo più abituata, non reggo per niente l’alcol...» ammise Angelica, chiaramente confusa dall’effetto di una lieve sbornia.

«Eh…capisco sì! Questi sì che sono problemi…Ma senta perché mi avete chiamato?» domandò lui, cautamente.

«Ah...già! Quasi dimenticavo!»- esclamò Angelica- «Ha visto che giorno è oggi?»

«Certo che ho visto! E’ la notte a cavallo tra il 31 dicembre e il 1 gennaio: è capodanno!» esclamò raggiante Michele, sottolineando con il tono di voce l’ovvietà di ciò che stava dicendo.

«E quindi, Michele?» chiese retoricamente la Voce.

«E quindi… stappiamo lo spumante, ci facciamo gli auguri?!» propose lui incerto.

«No, non proprio...» constatò amaramente la Voce, infastidita dalla durezza di comprendonio di Michele.

«Ah no?» -domandò ingenuo- «E quindi?»

«E quindi, noi di quassù e lei abbiamo un certo conticino in sospeso o erro, per caso?» introdusse la questione lei, rimanendo distaccata.

«Ah…quella questioncina!» esclamò ridendo scioccamente lui per ingannare l’ansia- «Beh, ma che problema c’è?!In fondo…»

«Certo, che il problema c’è!» -esclamò la Voce, irritata- «Michele, non so come sia stato possibile, ma ce l’ha fatta!»

«Cosa, cosa, scusi?» si accertò lui, incredulo al sentir pronunciare quelle parole.

«Ha capito benissimo, Michele!»- controbatté Angelica, quasi scocciata dal doverlo ammettere- «Lei torna in pianta stabile alla realtà terrena.»

«Davvero?!» si accertò raggiante l’uomo- «La prego, mi dica che non sto sognando!!»

«Michele, le ricordo che, qui, non sono bene accette le menzogne e, in questo caso dovrei mentirle per soddisfare la sua richiesta... » -constatò lei fredda- «E poi, che domande sono? Certo che sta sognando!»

«Ah…vero! Scusi, ma, d’altronde, è vero: che stupido! Il sogno è l’unico contatto possibile tra giù e su..» disse, gesticolando verso l’alto e, poi, verso il basso- «No, aspetti : forse, è il contrario!»-disse, guardandosi le mani, capendo d’aver commesso una gaffe.

«Michele, l’amore per lei è pericoloso; la rende proprio...» non fece in tempo a finire la Voce.

«Un vero coglione, lo so!’-concluse con semplicità Michele, mentre un frastuono di sirene iniziava a infastidire l’ambiente candido, muto e totalmente deserto.

«Ma lei non cambia mai: le parolacce?!» lo rimproverò acida lei.

«Scusi, scusi, scusi, scusi!»-si giustificò lui, alzando le mani a sua discolpa - «Bamboccione! Volevo dire che l’amore mi rende bamboccione!»

«Se…lallero!» –lo prese in giro, lei- «Comunque, non è finita qui...»

«Che c’è d’altro?» domandò Michele preoccupato, incupendosi.

«Non ricorda?»-chiese lei per stimolarlo a ricordare –«Il segno?»

«Ah! Il segno…»-farneticò lui, tra sé- «A me non è arrivato nulla però…»

«Non ancora, ma Michele che discorsi sono?! Non è mica come inviare una raccomandata…!»-soggiunse lei –«Comunque, a tempo debito, arriverà e le indicherà se è giusto o no che la vostra storia continui…»

«Ma se io non lo colgo ‘sto segno?» chiese lui.

«Bah...Michele, per quanto lei possa mancare di perspicacia, le assicuroche non sarà facile ignorarlo!»

«Ah beh...A prova di scemo, quindi?» cercò di ironizzare lui, con scarso successo.

«Beh, diciamo che confidiamo molto in Monica!» controbatté lei, fredda.

«Eh…Monica...»- sospirò sognante Michele –«Bene! Mi ha detto tutto, no?! Posso andare?»

«Sì, Michele, può andare…» annunciò lei con tono liberatorio.

«Grazie!No…aspetti un attimo!»- si fermò lui - «Senta, me la toglie una curiosità?»

«Sentiamo...» rispose Angelica, invitandolo a proseguire.

«Ma, scusate, se Voi quassù sapete che mi sono riappacificato con Monica, vuol dire che avete spiato…» ipotizzò lui,cautamente.

«Michele, suvvia! Abbiamo dato una sbirciata, ma cosa vuole che sia...» si giustificò lei, colta nelle sue debolezze.

«Ah Ah! E non vi vergognate!? Qui, tutto immacolato, casto, puro e poi fate i guardoni?! Questa è violazione della Privacy!» polemizzò Michele, compiaciuto di poter appuntare una mancanza a ‘Quelli lassù’.

«Eh no! Quello non era spiare: era sorvegliare la buona riuscita della missione!» -si giustificò lei, arrampicandosi sugli specchi - «E poi, se proprio dobbiamo dirla tutta, le lamentele dovremmo esporle noi! Dato che ci ha fatto fare gli straordinari la Vigilia di Natale!Anche se...»

«Anche se?» la invogliò a proseguire l’uomo, ormai, incuriosito.

«Anche se, mi pesa ammetterlo, ma l’abbiamo rivalutata in quell’occasione Michele. Complimenti!» ammise a stento lei.

«Eh...Modestamente...»- si pavoneggiò lui con un velo di strafottenza- «Però mi dispiace che abbia passato il Natale sola a causa mia...»

«Beh...proprio sola, no…»- ammise la Voce- «Non le negherò che sembrava di stare al cinema!»

«Ma come?!Gli affari miei davanti agli occhi di tutto il Paradiso e dintorni?» domandò scocciato lui.

«No, no… si figuri! Il Paradiso e dintorni!? C’erano tutti i gironi celesti e buona parte del Purgatorio, per non parlare di quegli infiltrati dei ricettatori del sottoscala al secondo!» si lasciò sfuggire con disinvoltura Angelica.

«No, no, no! Aspetti, lei mi sta dicendo che tutta la volta celeste e tutto il Purgatorio hanno visto tutto ?!» constatò infuriato Michele.

«Beh, all’inizio... Poi, quelli del sottoscala al secondo, i Lussuriosi- come le dicevo prima- hanno sfoderato le loro qualità di ricettatori doc. e…Sa, a noi questo digitale terrestre ci mette in difficoltà, non siamo granché pratici, e.. quei dannati ingrati, senza pagare neanche il canone, hanno assistito a tutto lo spettacolo. Come se non bastasse, hanno ribadito la loro indecenza e natura, infatti, erano gli unici a non indossare i copri -occhi di pure piume d’angelo, per i momenti un po’ più... mi capisce, no?»-confessò lei- «Però deve essere soddisfatto: nessuno, prima d’ora, era riuscito a farli commuovere!!»

Michele scoppiò a ridere per la disperazione, dato che, sapeva bene che qualsiasi atto improprio avrebbe potuto ritorcersi a suo discapito.

«Dopo questa, se permette, io me ne andrei per evitare di inca…»- Michele si arrestò- «Di imbestialirmi ulteriormente…»

«Ma come?! Le dico che, qui, è diventato un idolo, degno sostituto di ‘Ghost’ e lei si arrabbia?»-domandò scioccamente Angelicamente, chiaramente non consapevole delle castronerie che stava proferendo per via dell’alcol, probabilmente.

«Sì, la fama, l’aureola, ‘Ghost’ non mi importano!»- sbottò Michele –«Il Paradiso può attendere! E, adesso, con permesso…»-disse, avviandosi.

«Buon anno, Michele!» augurò malinconica la Voce.

«Buon anno anche a voi!» rispose Michele, arrestandosi un attimo in un sospiro profondo, seppur rimanendo fremente e voglioso di tornare indietro.

 

Buio.

 

Michele si dissolse di nuvole, lasciando soltanto il candore della foschia paradisiaca, lì, onnipresente.

Rimase, soltanto, la voce di Angelica che, triste e delusa, sbuffò , rivolgendosi alla schiera di  angiolette che, affrante di malinconia, sospiravano al vederlo voltato di schiena nell’andarsene via:

«Che avrà ‘sta Monica che noi non abbiamo, io non lo capisco ancora!»

 

~

 

Il freddo, fuori la finestra, si faceva sentire; il vento imponente sbuffava il suo passaggio tramite il gelo, sola andata per accompagnare l’anno vecchio a concludersi e quello nuovo a presentarsi all’alba, di lì a qualche ora.

 

Michele aprì gli occhi; ora, si sentiva tranquillo, ora, si sentiva felice.

 

Abbassò lo sguardo e la trovò stretta nel suo calore.

Monica era addormentata, abbracciata a lui, di schiena; la strinse ancora perché la paura e il freddo potessero essere dimenticate.

 

Stette a guardarla a lungo, in attesa che il sonno si riappropriasse di lui.

 

«Michele, non dormi?» le chiese piano lei.

«No…» -rispose lui, altrettanto piano- «Ho sognato che mi dicevano la cosa più bella della mia vita, sai?»

 

Monica gli sorrise, pur rimanendo voltata, con il capo poggiato sulla maglietta grigia di lui.

 

Michele cercò il suo volto, si avvicinò tanto da darle un bacio.

Dopo di che, poggiò la testa sul cuscino, continuando a stringerla a sé.

 

La notte fuori, intanto, si consumava dietro i vetri appannati di freddo e stupore,
   
 
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