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Autore: crisalide    30/08/2010    5 recensioni
“Stava raccogliendo pietre da mettere nei polmoni, sacchi di carne e sangue”
“ Perché le raccoglieva?”
“Cercava disperatamente l’ansia e la crisi, e l’ansia e la crisi la ritrovavano ancora”
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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r THE FOOLISH IMPRESSIONS OF AN UNDYING CHRYSALIS
                                                               le folli impressioni di una crisalide che non muore


“Stava raccogliendo pietre da mettere nei polmoni, sacchi di carne e sangue”
“ Perché le raccoglieva?”
“Cercava disperatamente l’ansia e la crisi, e l’ansia e la crisi la ritrovavano ancora”


Affoga, e in questo vuoto non troverà mai nessun appiglio,  poiché non è stato creato e mai lo sarà- nel sempre del mai, dal vuoto colorato: dolgono il cuore e gli occhi, che fermano tante lacrime solo per farle annidare dentro, DENTRO,
cancro che si diffonde e riempie di metastasi.
Macchie che di nero non si possono dipingere. (“Macchie? Nella carne, non è il nero a sporcare”.)
La risacca!
Salsedine, che fa riaffiorare immagini di dipendenza, e la lingua,  costretta a leccarla  fino a spezzarsi.
Lo fa senza morire, un…addio.
I sogni… i sogni sono soltanto per chi ha il collo già scoperto per la ghigliottina.
… sono morti i sogni, nel futuro che è già presente che è già passato.
Chiude gli occhi, piccolo folle fumo, e ansia e crisi, ansia e crisi  è quello che cerca in un sentiero, cerca pietre per polmoni e polsi, ma non vede mercato che possa offriglierli.
Neppure nel cielo, trova riparo: corre verso nuvole che ne coprano gli squarci.
Annoda i nastri stretti, per far ricadere le mani nel grembo vuoto: grembo di fata, troppo sottile per ospitare alcuna vita, al di fuori della propria; anch’essa, troppo sottile.
La mia anima soffre di anoressia: e neppure possiede ossa che possano sostenerla.
Ho visto il cielo e l’acqua scorrermi tra le mani, e non ho potuto fermarli neppure questa volta- e allora, ho lasciato il mio cadavere in balia delle loro correnti. Solo e vuoto, è diventato bluastro, come il mare.

“ Dipingeva il proprio corpo con incerte pennellate, di vernice bianca; ma questa subito si seccava, e il colore era confuso e disordinato”
“ Dipingeva un quadro bianco sporco.”

Brucia, e nell’immenso oceano non troverà mai abbastanza acqua per poter spegnere il suo rogo- con i polsi segnati,
dalle corde coperte di sale: la carne geme, e il sangue rosso colora il blu della pelle marcia; diventerà viola la sua carnagione, e così vestirà il colore della sfortuna.
In giorni da brivido.
   
 
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