“Non ho voglia, non
ho voglia! Ho detto che non ho voglia!”
Ci fu un rumore di
bicchieri infranti, seguiti da esclamazioni concitate e borbottii
confusi.
“E dai ma che sarà
mai, si tratta solo scribacchiare qualcosa, leggere e
memorizzare!”
“E’ questo il punto!
Mi costa fatica, la fatica è sudore e sudare fa male…e mi fa arricciare i
capelli.”
Ormai queste liti
erano all’ordine del giorno: da quando Richard Lester li aveva reclutati per il
suo nuovo film nessuno dei Beatles aveva più dormito sonni tranquilli. Tutti
loro erano rimasti allo stesso tempo lusingati e scioccati alla proposta di
girare un nuovo film.
Lusingati perché
Richard aveva detto che con loro aveva incassato più di quanto avesse mai fatto
con 3 film all’anno e perché secondo lui avevano una presenza scenica ed una
comicità irresistibile (oltre al fatto che attiravano fan con gli ormoni a mille
così come la carta moschicida attira le zanzare). Lo shock era stato sapere
che..non c’era nessun copione , alla cui stesura i Beatles avrebbero partecipato
come compositori di canzoni..e come
sceneggiatori!
Paul aveva accolto
la notizia con un solenne sbuffo: Lui era un compositore di canzoni, non uno
sceneggiatore! Erano gli altri che dovevano dirgli cosa recitare, lui non si
sentiva tagliato per farlo.
John aveva accolto
la notizia con sincero entusiasmo, stropicciandosi le mani e pensando ai suoi
libri, immaginando già un mega film, un kolossal con effetti speciali
futuristici, al di là delle tecniche di ripresa anni 60’ ed una storia che non
aveva ne’ capo ne’ coda. Paul aveva capito di aver perso un alleato prezioso
nella sua lotta contro l’imposizione di Richard ed aveva sperato in un’eventuale tentennamento di George
o di Ringo.
Con suo grande
disappunto i due avevano detto che “Si, è una idea grandiosa! Ma possiamo
inventarci tutto quello che ci pare?”
Richard aveva alzato
le spalle ed aveva detto che se fossero arrivati con un copione pronto anche
l’indomani sarebbe stato perfetto. Insomma gli aveva dato carta bianca. O, per
dirla con le parole di John “Siamo come un leone in un recinto pieno di cibo in
scatola!” Paul si era battuto la fronte esasperato, quando Ringo aveva osservato
che i leoni non mangiano cibo in scatola e John aveva risposto con l’aria di chi
la sa lunga che il cibo in scatola preferito dai leoni erano gli umani strizzati
nelle macchine che andavano a fare Safari e che la Ford era la marca che
apprezzavano di più.
George Martin dal
canto suo aveva le stelline al posto degli occhi: prevedeva già un’impennata
delle vendite di dischi e Brian aveva letteralmente iniziato a saltellare sul
posto quasi con le lacrime agli occhi al pensiero delle vendite di gadget e robe
simili. E poi c’era anche da considerare l’idea di trarre un libro dalla
sceneggiatura. Insomma, tutti parevano al settimo
cielo.
Tranne Paul,
appunto.
“Ma non sarà troppo
presto? Voglio dire, “Help” è uscito neanche 2 mesi fa…” aveva obiettato
debolmente davanti ad un estatico John, che continuava a saltellare per la
stanza e, preso com’era dall’entusiasmo si era perfino messo a ballare con
Brian.
“Ma chi se ne frega
Macca! Voglio dire, se ci avessero propinato una sceneggiatura come quella di
Help avrei protestato anche io…ma ci hanno dato carta bianca! Carta bianca
Paulie!”
George stava bevendo
il tè delle 8 di sera insieme a Ringo, che pareva in pace con il
mondo.
“Allora? Questa
sceneggiatura?” li esortò George mentre beveva un sorso di Earl Grey reso
torbido dalla montagna di zucchero che ci aveva versato dentro “Ci mettiamo a
tavolino e buttiamo giù qualcosa?”
“Adesso?” protestò
Paul, mentre sentiva le ginocchia cedergli “Ma io non ne ho voglia ragazzi! Non
so se avete capito che io mi considero fuori da questo progetto. Non mi va, non
ho voglia di mettermi li e lavorare per una branca di sceneggiatori che staranno
a grattarsi la pancia e a riderci alle spalle. Se voi volete farlo, divertitevi,
chiamatemi quando avete finito. Io vado da Jane!”
“Tu Tarzan, lei
Jane. Tarzan va da Jane. Non fa una grinza! “aveva commentato John osservando
l’amico. Poi sorrise e disse “Abbiamo già un’idea di partenza! Paul Tarzan e
Jane Jane!”
“Si e voi fate le
scimmie. Arrivederci allegri scrittori. Io vado a prendere la
giacca.”
E, detto questo Paul
aveva marciato verso lo studio di George Martin ,dove aveva lasciato il suo
cappotto e le chiavi della macchina. La porta non si apriva e per poco Paul non
la prese a calci, mentre alle orecchie gli arrivavano le risate acute di John,
George e Ringo, insieme ai versi di approvazione di
Brian.
“Ma tu guarda se mi
tocca sobbarcarmi di altro lavoro. Paul fai questo, Paul fai quello. Paul
sistema quel si bemolle, Paul ricordati di cantare. Che
palle!”
Mentre tornava nella
stanza dove si trovavano gli altri, per uscire dagli studi EMI, riuscì a captare
qualche proposta dei suoi amici, e si mise ad ascoltare tanto per rendersi conto
dei livelli di idiozia che potevano raggiungere.
“Io la ambienterei
in India!” aveva proposto George alzando la mano
“In India? Ma non ti
sono bastati gli Indiani su “Help”? Io di Indiani ne ho visti abbastanza per i
prossimi due anni!” aveva riso Ringo.
“Mah, non lo
so..però è così bella!” rispose George in tono beato, gli occhi persi ad
immaginare quelle esotiche località.
“Io propongo un
posto immaginario, il luogo più inimmaginabile che mente umana possa aver mai
immaginato! Un posto al di là di ogni comprensione, dove l’erba è azzurra ed il cielo è
verde.”
“John, dacci un
taglio con l’LSD…Va bene?” gli aveva detto Ringo
Paul aveva sentito
abbastanza: sarebbe venuta fuori la solita stronzata delirante alla quale
Ringo e George avrebbero dato il
loro contributo.
Mentre usciva dagli
studi di registrazione rimase per un attimo folgorato: c’erano dei nani
travestiti da pirata che correvano per la strada!
Paul sbatté gli
occhi e si rese conto che i nani erano in realtà due bambini: uno indossava un
cappello tricorno nero, un completo verde smeraldo ed una spada di plastica alla
cintura. Il secondo aveva un cinturone di finta pelle attaccato alla spalla,
gilet marrone e bandana rossa in testa. Lui in mano aveva una carabina
finta.
I due bambini lo
oltrepassarono, ridendo come pazzi e fu allora che Paul
comprese.
“Ma si, è Halloween!
Devono essere bambini che vanno a fare il giro delle case, in cerca di
dolcetti…”
Era insolitamente
caldo per essere Ottobre e Paul sentiva un po’ di stanchezza. Decise di andare a
casa a rilassarsi:poteva guardarsi qualche film interessante in tv, magari
mangiando qualche schifezza rimediata nel frigo.
Tanto Jane non
c’era, era ancora in tournée con la compagnia e lo aveva abbandonato da solo.
Agli altri non lo aveva detto, perché altrimenti non avrebbe avuto modo di
scappare da quella sessione di scrittura.
Una volta in casa,
si rese conto che, non solo il frigo era vuoto ma che la TV si era
guastata.
“Te lo avevo detto
che dovevi portarla a farla sistemare, te lo avevo detto, te lo avevo detto!”
sbraitava il Paul del suo cervello, battendogli con le nocche contro la
testa.
“Oh, vattene…”
rispose lui scuotendo la testa.
E ora? Che poteva
fare ora? Non poteva mangiare: avrebbe potuto ordinare qualcosa, oppure andare
al ristorante..
“Ma chi me lo fa
fare. Tanto non ho neanche più fame.” Sbottò il bassista mettendosi a sedere sul
divano.
Osservò il cielo
londinese fuori dalla finestra “Forse sono stato eccessivo con i ragazzi.
Dovremmo essere un gruppo solidale e non perderci a litigare per sciocchezze.
Sarei dovuto restare con loro, magari le trovate di John facevano anche ridere…”
Pensò con invidia a
quei 4, stipati nello studio a snocciolare un’idea dopo l’altra e a ridere come
degli ossessi, magari davanti ad una buona tazza di
tè.
“Sono un idiota..”
considerò Paul giocherellando con un filo penzolante del suo divano verde
bottiglia.
Poteva quasi
sentirlo John, rispondergli “Si, indubbiamente lo
sei.”
Paul fece una
smorfia, cercando di togliersi dalla testa il ghigno compiaciuto di John e le
facce altrettanto sarcastiche degli altri.
“Ok, allora mi
metterò a dormire e non penserò a queste cose. Domattina mi sveglierò e tornerò
in studio per trovarli addormentati o mezzi ubriachi riversi sulle panche. Ah,
che risate che mi farò!”
E detto questo, Paul
Mc Cartney chiuse gli occhi aspettando che il sonno lo
cogliesse.
Non sapeva che
l’avventura era appena iniziata.
Penny
Lane:
Eccomi qui con una
nuova idea delirante! Ieri sera bighellonavo per DeviantArt e mi sono imbattuta
in un disegno dei Beatles versione pirata! La mia prima reazione è stata quella
di scoppiare a ridere, perché hanno un’aria veramente ridicola! Poi ho pensato
ad un’eventuale avventura dei Beatles nel mondo…piratesco ed ho buttato giù
questo Prologo…Spero che vi piaccia!