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Autore: Ariadne_Bigsby    01/09/2010    4 recensioni
I Beatles sono appena stati scritturati da un Richard Lester ansioso di triplicare il suo successo e quello dei quattro, per recitare nel loro terzo film. L'unico problema è che la sceneggiatura non è stata scritta e che toccherà proprio ai 4 scriverne una. Mentre John, George e Ringo accolgono con entusiasmo l'idea, Paul protesta e, dopo aver litigato con gli altri se ne va a casa. Colto dalla stanchezza, sognerà un'avventura emozionante, nella quale i Beatles non sono altro che degli scapestrati pirati. Che sia l'idea giusta per la sceneggiatura?
Genere: Azione, Commedia, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Harrison, John Lennon , Nuovo personaggio, Paul McCartney , Ringo Starr
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Non ho voglia, non ho voglia! Ho detto che non ho voglia!”

Ci fu un rumore di bicchieri infranti, seguiti da esclamazioni concitate e borbottii confusi.

“E dai ma che sarà mai, si tratta solo scribacchiare qualcosa, leggere e memorizzare!”

“E’ questo il punto! Mi costa fatica, la fatica è sudore e sudare fa male…e mi fa arricciare i capelli.”

Ormai queste liti erano all’ordine del giorno: da quando Richard Lester li aveva reclutati per il suo nuovo film nessuno dei Beatles aveva più dormito sonni tranquilli. Tutti loro erano rimasti allo stesso tempo lusingati e scioccati alla proposta di girare un nuovo film.

Lusingati perché Richard aveva detto che con loro aveva incassato più di quanto avesse mai fatto con 3 film all’anno e perché secondo lui avevano una presenza scenica ed una comicità irresistibile (oltre al fatto che attiravano fan con gli ormoni a mille così come la carta moschicida attira le zanzare). Lo shock era stato sapere che..non c’era nessun copione , alla cui stesura i Beatles avrebbero partecipato come compositori di canzoni..e  come sceneggiatori!

Paul aveva accolto la notizia con un solenne sbuffo: Lui era un compositore di canzoni, non uno sceneggiatore! Erano gli altri che dovevano dirgli cosa recitare, lui non si sentiva tagliato per farlo.

John aveva accolto la notizia con sincero entusiasmo, stropicciandosi le mani e pensando ai suoi libri, immaginando già un mega film, un kolossal con effetti speciali futuristici, al di là delle tecniche di ripresa anni 60’ ed una storia che non aveva ne’ capo ne’ coda. Paul aveva capito di aver perso un alleato prezioso nella sua lotta contro l’imposizione di Richard ed aveva sperato  in un’eventuale tentennamento di George o di Ringo.

Con suo grande disappunto i due avevano detto che “Si, è una idea grandiosa! Ma possiamo inventarci tutto quello che ci pare?”

Richard aveva alzato le spalle ed aveva detto che se fossero arrivati con un copione pronto anche l’indomani sarebbe stato perfetto. Insomma gli aveva dato carta bianca. O, per dirla con le parole di John “Siamo come un leone in un recinto pieno di cibo in scatola!” Paul si era battuto la fronte esasperato, quando Ringo aveva osservato che i leoni non mangiano cibo in scatola e John aveva risposto con l’aria di chi la sa lunga che il cibo in scatola preferito dai leoni erano gli umani strizzati nelle macchine che andavano a fare Safari e che la Ford era la marca che apprezzavano di più.

George Martin dal canto suo aveva le stelline al posto degli occhi: prevedeva già un’impennata delle vendite di dischi e Brian aveva letteralmente iniziato a saltellare sul posto quasi con le lacrime agli occhi al pensiero delle vendite di gadget e robe simili. E poi c’era anche da considerare l’idea di trarre un libro dalla sceneggiatura. Insomma, tutti parevano al settimo cielo.

Tranne Paul, appunto.

“Ma non sarà troppo presto? Voglio dire, “Help” è uscito neanche 2 mesi fa…” aveva obiettato debolmente davanti ad un estatico John, che continuava a saltellare per la stanza e, preso com’era dall’entusiasmo si era perfino messo a ballare con Brian.

“Ma chi se ne frega Macca! Voglio dire, se ci avessero propinato una sceneggiatura come quella di Help avrei protestato anche io…ma ci hanno dato carta bianca! Carta bianca Paulie!”

George stava bevendo il tè delle 8 di sera insieme a Ringo, che pareva in pace con il mondo.

“Allora? Questa sceneggiatura?” li esortò George mentre beveva un sorso di Earl Grey reso torbido dalla montagna di zucchero che ci aveva versato dentro “Ci mettiamo a tavolino e buttiamo giù qualcosa?”

“Adesso?” protestò Paul, mentre sentiva le ginocchia cedergli “Ma io non ne ho voglia ragazzi! Non so se avete capito che io mi considero fuori da questo progetto. Non mi va, non ho voglia di mettermi li e lavorare per una branca di sceneggiatori che staranno a grattarsi la pancia e a riderci alle spalle. Se voi volete farlo, divertitevi, chiamatemi quando avete finito. Io vado da Jane!”

“Tu Tarzan, lei Jane. Tarzan va da Jane. Non fa una grinza! “aveva commentato John osservando l’amico. Poi sorrise e disse “Abbiamo già un’idea di partenza! Paul Tarzan e Jane Jane!”

“Si e voi fate le scimmie. Arrivederci allegri scrittori. Io vado a prendere la giacca.”

E, detto questo Paul aveva marciato verso lo studio di George Martin ,dove aveva lasciato il suo cappotto e le chiavi della macchina. La porta non si apriva e per poco Paul non la prese a calci, mentre alle orecchie gli arrivavano le risate acute di John, George e Ringo, insieme ai versi di approvazione di Brian.

“Ma tu guarda se mi tocca sobbarcarmi di altro lavoro. Paul fai questo, Paul fai quello. Paul sistema quel si bemolle, Paul ricordati di cantare. Che palle!”

Mentre tornava nella stanza dove si trovavano gli altri, per uscire dagli studi EMI, riuscì a captare qualche proposta dei suoi amici, e si mise ad ascoltare tanto per rendersi conto dei livelli di idiozia che potevano raggiungere.

“Io la ambienterei in India!” aveva proposto George alzando la mano

“In India? Ma non ti sono bastati gli Indiani su “Help”? Io di Indiani ne ho visti abbastanza per i prossimi due anni!” aveva riso Ringo.

“Mah, non lo so..però è così bella!” rispose George in tono beato, gli occhi persi ad immaginare quelle esotiche località.

“Io propongo un posto immaginario, il luogo più inimmaginabile che mente umana possa aver mai immaginato! Un posto al di là di ogni comprensione, dove  l’erba è azzurra ed il cielo è verde.”

“John, dacci un taglio con l’LSD…Va bene?” gli aveva detto Ringo

Paul aveva sentito abbastanza: sarebbe venuta fuori la solita stronzata delirante alla quale Ringo  e George avrebbero dato il loro contributo.

Mentre usciva dagli studi di registrazione rimase per un attimo folgorato: c’erano dei nani travestiti da pirata che correvano per la strada!

Paul sbatté gli occhi e si rese conto che i nani erano in realtà due bambini: uno indossava un cappello tricorno nero, un completo verde smeraldo ed una spada di plastica alla cintura. Il secondo aveva un cinturone di finta pelle attaccato alla spalla, gilet marrone e bandana rossa in testa. Lui in mano aveva una carabina finta.

I due bambini lo oltrepassarono, ridendo come pazzi e fu allora che Paul comprese.

“Ma si, è Halloween! Devono essere bambini che vanno a fare il giro delle case, in cerca di dolcetti…”

Era insolitamente caldo per essere Ottobre e Paul sentiva un po’ di stanchezza. Decise di andare a casa a rilassarsi:poteva guardarsi qualche film interessante in tv, magari mangiando qualche schifezza rimediata nel frigo.

Tanto Jane non c’era, era ancora in tournée con la compagnia e lo aveva abbandonato da solo. Agli altri non lo aveva detto, perché altrimenti non avrebbe avuto modo di scappare da quella sessione di scrittura.

Una volta in casa, si rese conto che, non solo il frigo era vuoto ma che la TV si era guastata.

“Te lo avevo detto che dovevi portarla a farla sistemare, te lo avevo detto, te lo avevo detto!” sbraitava il Paul del suo cervello, battendogli con le nocche contro la testa.

“Oh, vattene…” rispose lui scuotendo la testa.

E ora? Che poteva fare ora? Non poteva mangiare: avrebbe potuto ordinare qualcosa, oppure andare al ristorante..

“Ma chi me lo fa fare. Tanto non ho neanche più fame.” Sbottò il bassista mettendosi a sedere sul divano.

Osservò il cielo londinese fuori dalla finestra “Forse sono stato eccessivo con i ragazzi. Dovremmo essere un gruppo solidale e non perderci a litigare per sciocchezze. Sarei dovuto restare con loro, magari le trovate di John facevano anche ridere…”

Pensò con invidia a quei 4, stipati nello studio a snocciolare un’idea dopo l’altra e a ridere come degli ossessi, magari davanti ad una buona tazza di tè.

“Sono un idiota..” considerò Paul giocherellando con un filo penzolante del suo divano verde bottiglia.

Poteva quasi sentirlo John, rispondergli “Si, indubbiamente lo sei.”

Paul fece una smorfia, cercando di togliersi dalla testa il ghigno compiaciuto di John e le facce altrettanto sarcastiche degli altri.

“Ok, allora mi metterò a dormire e non penserò a queste cose. Domattina mi sveglierò e tornerò in studio per trovarli addormentati o mezzi ubriachi riversi sulle panche. Ah, che risate che mi farò!”

E detto questo, Paul Mc Cartney chiuse gli occhi aspettando che il sonno lo cogliesse.

Non sapeva che l’avventura era appena iniziata.

 

Penny Lane:

Eccomi qui con una nuova idea delirante! Ieri sera bighellonavo per DeviantArt e mi sono imbattuta in un disegno dei Beatles versione pirata! La mia prima reazione è stata quella di scoppiare a ridere, perché hanno un’aria veramente ridicola! Poi ho pensato ad un’eventuale avventura dei Beatles nel mondo…piratesco ed ho buttato giù questo Prologo…Spero che vi piaccia!

 

 

   
 
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