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Autore: tikei_chan    01/09/2010    1 recensioni
[Ambientata nel periodo della rottura fra Yushin e Satomi.]
Ci sono alcuni giorni in cui Nobara non riesce nemmeno a riconoscere Yushin, tanto è il dolore che lo afflige, addirittura capace di togliergli la voglia di allenarsi. E lei, Nobara, non può accettare di vederlo così.
Non è detto però che le sue attenzioni siano gradite...
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I need a little room to breathe - Im' about to break!


Ad occhi chiusi ascolta il suono dell'acqua che scorre copiosa sulla sua testa.
Non riusciva più a stare in palestra, era troppo distratto, lontano anni luce dal campo da gioco, e il rumore dei palloni che rimbalzavano era diventato per lui insostenibile, spaventoso e insopportabile come lo scoppio di granate.
Quel giorno, come tanti che lo hanno preceduto nell'ultimo periodo, scorre lentamente nel segno del dolore per Yushin, che, teso e inquieto, temporeggia nel ritornare ad allenarsi.
Da quando è finita con Satomi, ci sono giorni in cui vuole solo giocare, per dimenticarsi di lei e poter finalmente pensare ad altro. Altri giorni, come quello, in cui non ha voglia di far nulla, desidera solo rimanere per l'intera giornata a letto a poltrire.
E durante questi ultimi stare in palestra diventa un supplizio.
Per questo è uscito a rinfrescarsi; aveva bisogno d'aria fresca, di silenzio, di solitudine.
Solleva la testa, godendo della pace che regna intorno a lui e che sembra in grado di quietare almeno un poco l'agitazione dei suoi pensieri e la sofferenza del suo cuore.
Così com'è, rilassato e finalmente, per qualche istante, privo di tristi pensieri, non si accorge dell'avvicinarsi di una ragazza alle sue spalle, che prende a fissarlo come se fosse anche lei partecipe del suo dolore.
"Yushin!" Nobara fa due passi in avanti, preoccupata per il ragazzo, che ancora non si è girato verso di lei.
Yushin, non visto, serra gli occhi infastidito. Addio tranquillità.
Una mano leggera si posa sulla sua spalla.
È l'ennesima volta che Nobara trova Yushin distante, taciturno, depresso e privo di forze. Tanto provato da non riuscire nemmeno a trovare le energie per giocare.
Non è questo lo Yushin che ha imparato a conoscere, che apprezza. Non è questa la reazione che si sarebbe aspettata da lui. E non riesce a ignorare tutto questo, stavolta; è troppo preoccupata.
"Yushin, piantala! Ti prego, cerca di riprenderti, perchè non sei più tu. Non..." Nobara, che ha cominciato a scuotergli energicamente la spalla, sente improvvisamente il proprio polso venir stretto in una morsa d'acciaio ed essere scagliato all'indietro verso di lei, controdi lei.
Accusa il colpo ed è costretta a fare un passo indietro, seguita subito da Yushin che, dopo essersi voltato, le si fa addosso, afferrandole entrambe le spalle.
"Smettila, Nobara! Smettila di impicciarti, la mia vita privata è affare soltanto mio! Tu non sai niente di me... la tua continua apprensione non fa altro che infastidirmi ancor di più."
A pochi centimetri dal volto impaurito della ragazza, Yushin urla queste parole di sfogo, di frustrazione e collera e, preso dalla foga, la getta a terra con uno spintone.
Ansimante, la supera a grandi passi, dirigendosi verso la porta della palestra, che oltrepassa deciso dopo essersi rivolto a Nobara un'ultima volta.
"Lasciami in pace, Nobara. Tu non sai niente." mormora, varcando la soglia della porta.
Ma prima che questa si richiuda sente un suono che gli impedisce di proseguire oltre. E così è costretto a girarsi e a guardare la figura di Nobara che, dall'altra parte degli spessi vetri del corridoio, singhiozza disperata.
È rannicchiata per terra, lì dove lui l'ha gettata, e non riesce a trattenere quel pianto che scuote tutto il suo esile corpo con continui tremiti.
No, non riesce proprio a muovere un passo, Yushin.
La consapevolezza - lampo improvviso guizzato nella sua mente - di essere stato lui a ridurre così Nobara, di aver persino usato della violenza contro di lei, non gli permette di staccare gli occhi da quella ragazza, il cui viso arrossato e coperto di lacrime è il risultato e la prova tangibile di quel suo terribile gesto.
Subdolo, un incontenibile senso di colpa si insinua dentro di lui. Perchè lui lo sa, lo sa che Nobara è preoccupata e stava solo cercando di aiutarlo; non avrebbe dovuto prendersela con lei.
In quel momento, senza smettere di piangere, la ragazza si alza e, tenendo sempre gli occhi serrati, si dirige di corsa verso la porta e la apre, finendo contro Yushin. Solo allora alza le palpebre per permettere ai suoi occhi appannati di vedere l'ostacolo in cui si è imbattuta.
Alla vista di quel viso, tanto amato quanto - in quel momento - odiato, spinge con tutte le proprie forze il corpo del ragazzo contro al muro, per poi correre via lungo il corridoio deserto.
Prima che lei scompaia oltre l'angolo, Yushin avverte dentro sè il dovere, il bisogno, di dire qualcosa per scusarsi.
"Scusa, -grida, lasciando poi che la sua voce si affievolisca sempre più - non è colpa tua."
È semplicemente una giornata di merda.












YUPPI!!! --- Fiction per festeggiare la creazione di una sezione apposita per Crimson Hero!! =) ---

Angolo autore: Anche se non sembra, visto che questa ff è ambientata ai tempi della rottura tra Yushin e Satomi, sto progredendo nella lettura. Lentamente, ma vado avanti a leggere ù.ù E - squilli di tromba - sono arrivata al fatidico volume 9!!!! Yeeah! Gioia e tripudio nel mio cuore... finalmente ce l'hanno (quasi, in realtà) fatta! :D

 




 NB: Titolo tratto dalla canzone "Ones step closer", Linkin Park  
   
 
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