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Autore: Oxis    02/09/2010    1 recensioni
''- Mi hanno affidato un caso importante - disse. Ovviamente. Chissa' chi sarebbe stato quella volta. Sfiga. - Tre persone verranno affidate a me dopodomani. Da quel giorno saro' responsabile di loro. Ottimo. Non una, tre. - E chi sarebbero mai? - I fratelli Jonas. Le cadde la forchetta di mano. - I Jonas Brothers. Qui. A casa nostra. - Si'' Hope, giovane ragazza, figlia di una guardia del corpo a cui sono stati affidati i Jonas da proteggere. Riuscira' a conviverci, nonstante la sua ferma decisione che le star sono tutte presuntuose e viziate?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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OPERAZIONE PROTEZIONE JONAS - hope52



--con questa mia storia, pubblicata senza scopo di lucro non intendo dare rappresentazione veritiera di queste persone, nè offenderle in alcun modo-- (ho tratto inoltre ispirazione dal film ''Princess Protection Program'', di proprieta' della Walt Disney)





Una lussuosa auto nera si fermo' davanti alla porta di una graziosa villetta. L'autista scese con dignitosa discrezione e porse una mano guantata di bianco al passeggero.

Era un uomo sulla cinquantina, muscoloso, completamente vestito di nero, con occhiali e guanti scuri.

L'autista si esibi' in un inchino e riparti', lasciandosi dietro una nuvola di fumo sulla ghiaia chiara.

Il signore si rassetto' la giacca e suono' al campanello della porta d'ingresso.

Una voce risuono', seguita da qualche tonfo e la porta si spalanco'.

- Ciao, folletto mio.

L'uomo, chiamato Jim, si tolse gli occhiali con un sorriso ed entro' in casa.

Davanti a lui c'era una ragazza di circa quindici anni, con lunghi capelli rossi e occhi verdi che brillavano. Indossava una T-Shirt che le arrivava a meta' coscia, jeans corti sfilacciati e guanti viola senza dita.

- Ciao papa' - rispose armeggiando con le cuffiette dell'iPod e seguendo il padre in cucina.

- Tutto bene a scuola? - chiese lui sedendosi al tavolo.

Hope, la figlia, annui' distrattamente, aprendo il frigo e prendendo due uova.

Mentre mangiavano uova al bacon e formaggio, il padre si schiari' la voce.

Immediatamente la ragazza si immobilizzo', fissandolo.

Incominciava sempre cosi'. Ogni volta che davano un lavoro a suo padre, ci andava sempre di mezzo lei.

- Mi hanno affidato un caso importante - disse, ignorando il sospiro semitrattenuto di Hope.

Ovviamente. Chissa' chi sarebbe stato quella volta.

Madonna? Beyonce'? Oppure Brad Pitt?

- Tre persone verranno affidate a me dopodomani. Da quel giorno saro' responsabile di loro, fino a quando il loro team di guardie del corpo non tornera' al completo.

Ottimo. Non una, tre.

- E chi sarebbero mai?

- I fratelli Jonas.

A Hope cadde la forchetta di mano.

Jim sospiro', se l'era aspettato.

- I Jonas Brothers. Qui. A casa nostra.

- Si.

- E magari dovrei anche dividere la stanza con loro! - esclamo' la ragazza furiosa alzandosi, con un ultimo tentativo di sarcasmo.

Il padre tacque.

- Stai. Scherzando.

Hope si lascio' afflosciare di nuovo sulla sedia, davanti al su piatto ormai freddo.

Suo padre era stato una delle migliori guardie del corpo in circolazione, ma da quando aveva avuto un brutto incidente, spesso gli venivano affidate da proteggere a tempo indeterminato, persone piu' o meno importanti a casa sua. Il lavoro sul campo non poteva piu' farlo.

Ed era cosi' da piu' di quattro anni.

- Il Gran Consiglio mi ha affidato questo lavoro, sai che non posso rifiutare... Comunque solo uno dei ragazzi dormira' nella tua camera... - sbircio' la figlia, a braccia conserte e scura in volto. - Andiamo, Hope! Milioni di ragazze farebbero i salti di gioia!

Lei scosse la testa esasperata.

- Ho conosciuto due terzi dei divi di Holliwood. Sono solo persone! Normalissime persone diventate arroganti e presuntuose per colpa della fama e della ricchezza! Voglio una via normale, non voglio diventare come loro, viziata ed egoista!

Jim sospiro'. La stessa storia ogni volta.

- Magari non sono come gli altri. - azzardo'.

- No. Saranno esattamente cosi'. Papa', a scuola mi trattano come una privilegiata, ci manca solo dividere il letto con un Jonas!

Jim alzo' gli occhi al cielo.

- La stanza, tesoro, non il letto.

Hope ringhio', per poi uscire a passo di carica dalla cucina e chiudersi in camera sua al primo piano.

Non aveva scelta. Il suo sguardo si poso' su una foto sul comodino.

Ritraeva una splendida donna dai capelli rossi, somigliante in modo incredibile a Hope.

Sua madre, morta annegata solo due anni prima.

Lei l'avrebbe capita, se solo ci fosse stata ancora.


- Folletto?

No, non adesso. Adesso non ho la forza.

- Hope!

Gemette.

- Che c'e? - sbraito'.

- Devi riordinare la tua camera! E prendi il materasso nel ripostiglio... Hope! Mi hai sentito?

- Si, ti ho sentito.

Hope si alzo' dal letto e getto' uno sguardo alla sveglia. Le otto e un quarto.

Per la frustrazione sbatte' per terra il cuscino.

Si alzo' e si guardo' allo specchio, che le restitui' la sua stessa occhiata malevola.

Si lego' in fretta i capelli e indosso' i vestiti del giorno prima.

La sua stanza era a dir poco nel caos. Ovunque c'erano abiti, riviste, pacchetti di biscotti, libri, fogli, custodie di cd e briciole dappertutto.

Ci mise tutto il giorno a rendere decoroso il suo piccolo regno che da li a poco avrebbe dovuto condividere con qualcun altro.. Per l'ora di cena era esausta.

- Hai fatto un ottimo lavoro - commento' Jim tornato a casa con due porzioni di fish and chips - come ci sei riuscita? Erano anni che non riordinavi la' dentro.

- Con la forza della disperazione - brontolo' lei.

Jim sorrise.

- Ti piaceranno, vedrai.

   
 
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