Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
Segui la storia  |       
Autore: Carrie_brennan    02/09/2010    4 recensioni
Seguito di "Si sistemerà tutto". Masumi e Maya si sono dichiarati sotto le luci e i colori dei fuochi d'artificio. Cosa succederà adesso? Come sistemeranno le cose?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Vorrei ricordare che ieri ho pubblicato la seconda parte del capitolo 7

 

 

EPILOGO



“Salve, signor Hayami!”
Una lussuosa auto scura si era appena fermata davanti l’abitazione di Masumi. Ne era sceso un raggiante Hijiri, in un elegante smoking nero. Masumi ricambiò il saluto e gli si avvicinò, anche lui elegantissimo e affascinante come sempre.
"Sempre puntuale, Hijiri" lo schernì Masumi.
"A dire il vero oggi ho rischiato di fare tardi a causa della mia dama" "rispose scherzando, e Masumi lo guardò perplesso
"Dama?Hijiri c'è qualcosa che devo sapere?" rispose sorpreso, con un sorriso malizioso.
"Buona sera signor Hayami!" una voce squillante attirò l'attenzione del ragazzo. Dietro Hijiri comparve una bambina di circa dieci anni, dai lunghi e mossi capelli castani e i lineamenti occidentali.
"Sanae, ma sei tu?" disse lui, incredulo
"Si, Hayami san!" rispose felice la bimba, ricambiando l'abbraccio dell'uomo che si era chinato per stringere la bambina.
"Sei cresciuta tanto, e sei sempre una bellissima principessa"
Lei fece un risolino felice. Masumi guardò Hijiri.
"Hijiri.."
"Si, Hayami san.. mi ha concesso l'affido congiunto"
I due uomini si scambiarono un lungo sguardo commosso.
"Sono davvero contento per te" riuscì solo a dire Masumi, mentre accarezzava la testa della bambina
"Grazie, Hayami san"
Masumi non aveva mai visto Hijiri con quello sguardo. C'erano tantissime emozioni dentro, ma tutte raccontavano la profonda felicità che stava provando e che Karato difficilmente riusciva a trattenere.
"A questo proposito credo che poi dovremmo parlare..sa, per il lavoro" aggiunse Hijiri, mentre Sanae gli si era riavvicinata e l’uomo l’aveva presa per mano.
"Domani, Hijiri. Domani parleremo a lungo e mi dirai che cosa vuoi fare. ti appoggerò in tutto, lo sai questo"
"Grazie Masumi san"
"Hayami san!"disse Sanae tirando Masumi per una manica
"Si,chibi chan?"
"Ci sarà Maya stasera? Mi piacerebbe tanto conoscerla"
"Si, Sanae, la incontreremo alla festa, lei sta andando li con i suoi amici"
"Siiii" trillò felice.
"Bene, è meglio non fare tardi" disse poi Masumi sorridendo dell’entusiasmo della bambina.
Hijiri annuì e entrarono tutti nell'auto.

Erano passati due mesi da quando Maya e Masumi si erano recati a Yokohama. Era stato difficile mantenere segreta la loro relazione, il desiderio di vedersi, di stare insieme, senza curarsi dei giudizi e dei pettegolezzi, era difficile da contenere, ma era bastato parlarne una volta insieme perché ad entrambi fosse chiara la necessità di questa cautela. Era importante per la carriera di Maya. Era una forma di rispetto verso la signora Tsukikage, che si apprestava a compiere un gesto importante per lei e la sua vita, designando la sua erede, e verso Kuronuma e il suo gruppo teatrale, che tanto energia avevano investito in quel progetto. Avrebbe permesso a Masumi di continuare a lavorare serenamente alla gestione dello spettacolo. Ma soprattutto sentiva che lo doveva ad Ayumi. Perché potesse misurarsi con Maya ad armi pari, senza distrazioni esterne.
E finalmente il giorno delle rappresentazioni era arrivato. Masumi si era sentito così fiero della sua compagna. La sua Akoya era stata coinvolgente, affascinante, destabilizzante, eterea e pura come uno spirito, eppure appassionata e viva come una creatura terrestre.
E nonostante avesse trovato ayumi strabiliante nella sua performance, quella di Maya gli era sembrata più ricca di colori. Avvolgente. Perfetta.
Ora, in quella serata di gala le due attrici avrebbero saputo il verdetto di quel percorso che per tanti anni aveva caratterizzato la loro vita. Un percorso che aveva canalizzato le loro energie, i loro pensieri, i loro sogni, allontanandole, a volte, dalla vita reale, altre, invece, insegnando loro a sentirne tutta l’essenza.
L’atmosfera, nel salone finemente illuminato e addobbato, era di trepidante attesa. Ovunque visi più o meno conosciuti del mondo teatrale e cinematografico.
"Signorina Kitajima!"
Un ragazzo alto e dal bel portamento si avvicinò a Maya. Lei, accanto al buffet, sorseggiava un cocktail di frutta, in attesa di veder arrivare Masumi. Anche se non potevano farsi vedere come coppia la sua presenza era fondamentale per lei, soprattutto in una serata come quella. Anche solo sentire un suo sguardo su di lei l’avrebbe aiutata a sostenersi e ad affrontare con coraggio il suo destino.
"Si?" disse lei voltandosi verso la voce, e arrossendo leggermente quando incontrò un paio di occhi scuri e incantatori.
"Ci tenevo molto a conoscerla, sono un suo ammiratore" proseguì il ragazzo, sfiorando il dorso della mano di Maya con le labbra.
"Oh..beh, grazie. Lei è molto gentile" rispose lei un po' in imbarazzo. Notando il suo disagio il ragazzo sorrise.
"Mi scusi, non mi sono neanche presentato. Sono un suo collega, mi chiamo Tamaki Hiroshi*"
"Oh" Maya si coprì la bocca con una mano, sorpresa.
"Si, è lei a dovermi scusare! Proprio questa settimana ho visto un suo film, è sempre bravissimo" rispose lei sorridendo gentile.
Il ragazzo rimase incantato dal suo sorriso, riconoscendo le espressioni della Dea Scarlatta, che tanto aveva apprezzato durante il suo spettacolo.
"Sono contento le sia piaciuto. Ma se parliamo di bravura, la mia non è certo comparabile alla sua. La sua Dea Scarlatta è stata meravigliosa"
Maya, non riusciva ad abituarsi ai complimenti delle persone. Recitare per lei era un’azione cosi naturale, che sembrava quasi stupirsi del fatto che le altre persone potessero trovare straordinarie le sue prestazioni.
"Grazie" rispose solo, abbassando lo sguardo.
"Mi concederebbe un ballo? In fondo sono uno dei suoi più grandi ammiratori, me lo merito, no?" la incalzò, pur rimanendo estremamente gentile nei modi.
"Tamaki mi dispiace, ma la signorina aveva già promesso il suo primo ballo a me"
"Signor Hayami!"esclamò sorpreso il ragazzo. Gli occhi di Maya si illuminarono vedendo giungere Masumi accanto a loro.
"Non so come fa Hayami san, ma lei arriva sempre prima degli altri"
"Anni di esperienza credo, soprattutto quando si tratta di non perdere qualcosa di veramente prezioso" rispose incrociando brevemente lo sguardo di Maya, per poi stringersi la mano amichevolmente con Tamaki.
"Beh, allora buon divertimento. Maya, non si libererà di me, mi farò rivedere più tardi" le disse facendole l’occhiolino.
"D'accordo Tamaki, a più tardi allora" rispose lei, unendosi alla sua risata leggera.
"Balliamo?"le disse Masumi guardandola negli occhi.
"Si, balliamo Masumi" e i due innamorati cominciarono a volteggiare leggeri.

“Sono davvero belli insieme, vero?”
“Si, Rei. Non so come facciano gli altri a non vedere l’amore che hanno negli occhi l’uno per l’altro..” rispose Sayaka, con aria sognante.
“Chissà se anche noi troveremo mai un ragazzo” disse Rei, sconsolata.
“Beh, se fossi in te darei un’occhiata a quel tipo laggiù, ti sta guardando da un bel po’. E non è l’unico. Finalmente ti sei decisa a metterti una gonna!” la canzonò. Risero insieme e si aggiunsero ad altri amici della loro compagnia. Maya aveva espresso la richiesta di averli tutti accanto in quel momento. Avrebbe tanto desiderato che anche sua madre potesse essere presente. Vederla sorridere e sentirle dire che era orgogliosa di lei. Ma sapeva che dal posto in cui era, l’avrebbe comunque guardata, e sarebbe stata felice per lei.
La musica terminò e Masumi fu costretto ad allontanarsi dalla sua compagna.
“A dopo” le sussurrò nell’orecchio. Lei annuì, felice, e fece per avvicinarsi al bordo della sala.
“Maya, mi concedi questo ballo?”
Sakurakoji era apparso accanto a lei, anche lui elegantissimo. Maya si accorse solo in quel momento di quanto fosse cambiato in quegli ultimi anni. Non era più il ragazzino fine e delicato di quando si erano conosciuti. Pur mantenendo i suoi atteggiamenti sempre gentili e premurosi, i suoi lineamenti erano cambiati, maturati. Era diventato un uomo sotto i suoi occhi e lei gli augurava di tutto cuore che arrivasse il momento dell’amore anche per lui. Dopo il fatto della sua incursione a casa, si era fatto silenziosamente da parte, distaccandosi anche un po’ da lei. Lei aveva accettato questa sua premura, intuendone anche il senso protettivo che, quell’allontanamento graduale, aveva per Sakurakoji. Solo sulla scena si concedeva ancora di provare quell’antico ardore che aveva provato per lei. E così permetteva alla sua recitazione di essere efficace, e nello stesso tempo si concedeva quel piccolo spazio per sognare.
“Lo sai che non sono una gran ballerina, vero?” rispose lei con una strana espressione
“Lo so bene, l’importante è che non mi pesti i piedi” rispose lui ridendo.
E iniziarono a ballare, con quella complicità e spensieratezza che in quell’ultimo periodo, sembrava fosse destinata a scomparire, ma che l’amicizia aveva salvato. La sala osservò attentamente i due ballerini. Chi invidiando l’uno, chi l’altro, chi facendo ipotesi sugli effettivi rapporti tra i due protagonisti della Dea scarlatta.


“Kitajima!”
Istintivamente, Maya scattò sull’attenti, facendo oscillare, pericolosamente, l’acqua nel suo bicchiere.
“Si-signor Kuronuma ” disse tremante. Lui scoppiò a ridere, attirando l’attenzione di alcune persone che erano loro accanto.
“Su, Kitajima, non siamo alle prove! Non devi essere così terrorizzata”
Lei fece una smorfia divertita e rise insieme a lui.
“Maya, volevo dirti che comunque vadano le cose, sono stato onorato di lavorare con te. Lo spettacolo di ieri è stato la cosa più bella che io abbia mai fatto, e resterà la più bella della mia carriera. E questo grazie a te”
Lei lo guardò grata e un po’ spiazzata dalla sua frase.
“No, signor Kuronuma, non è merito mio, ognuno di noi è stato importante e poi lei ha avuto tanta pazienza con me!”
“Questo è vero!” rispose lui, ridendo di nuovo, forte.
“Allora..” disse poi abbassando il tono “quando diventerai la signora Hayami?”
“Cosa?!” esclamò Maya arrossendo di botto. Lui le sorrise, guardandola con tenerezza.
“Beh.. in realtà vorremmo..vorremmo sposarci il prima possibile.. però prima bisognerà vedere come si metteranno le cose quando diventerà pubblica la nostra relazione..” spiegò, assumendo un tono più mesto.
Il regista gli posò una mano sulla spalla
“Andrà tutto bene vedrai. E poi Hayami ti ama davvero tanto. Sarete felici”
Lei si sfiorò un occhio con la punta delle dita, a raccogliere una piccola lacrima.
“Grazie signor Kuronuma, davvero”

“Stai benissimo con questo vestito, Maya”
“Tutto merito del mio stilista, signor Hayami” rispose lei impertinente.
“Beh, quando l’ho visto ho pensato subito che ti sarebbe stato d’incanto. E poi mi piace che hai lasciato i capelli sciolti, avrei tanta voglia di toccarli, sembrano così morbidi”
Lei alzò gli occhi e si scambiarono uno sguardo intenso.
“Vorrei anche io non dover mantenere questa sciocca distanza da te..ho sempre bisogno di sentirti vicino..”
“Presto le cose cambieranno, non dovremo più nasconderci”
“Si, cambieranno tante cose da domani”
“Si, Maya, e le affronteremo insieme”
“Si”
“Maya, vieni, sta entrando la signora Tsukikage” Rei le si era avvicinata e le aveva sfiorato un braccio. Lei guardò ancora una volta Masumi. Lui le sorrise, e fece un cenno di incoraggiamento come per dire “vai”. Lei ricambiò il sorriso e si avvicinò al lato della sala dove lei ed Ayumi erano richieste.

Un giornalista prese la parola, mentre vari flash illuminavano i volti sorpresi ed emozionati di Maya ed Ayumi
“Allora signorina Kitajima, si aspettava questa decisione della sensei?”
Maya si schiarì un po’ la voce, le mani le sudavano e si sentiva la gola secca.
“Aspettarmelo? No.. in realtà non so bene cosa mi aspettavo.. per tutto questo tempo ho pensato solo a fare un buon lavoro e..”
Un altro giornalista intervenne non lasciando finire Maya
“Kitajima è vero che il suo modo di recitare si basa su una vera e propria immedesimazione del personaggio? Lei, cioè cerca di essere il suo personaggio?”
Maya strinse il tessuto della gonna su cui aveva poggiato le dita.
“Io.. si.. questo è stato il mio modo di imparare i miei personaggi. Cercavo di annullare Maya perché il personaggio che volevo impersonare avesse pieno spazio in me. Questo fino ad Akoya”
Si sentì un improvviso brusio.
“Cosa vuole dire?”
“Akoya è un personaggio molto complesso.. è una donna, ed è una dea. Riuscire a comprenderla, a conoscerla, a sentirla.. è stato molto difficile. E’ stato impossibile. Questa è la realtà. Più provavo ad essere Akoya e più sentivo di allontanarmi da lei. La sua forza mi dava euforia, la sua disperazione mi feriva l’anima. Forse se avessi continuato in quel modo, avreste visto un’altra Dea Scarlatta. Migliore o peggiore non lo so, ma io non sarei stata più la stessa. Ma sono stata fortunata, perchè una persona molto importante per me un giorno mi ha detto: Ricordati chi sei. E grazie a queste parole ho capito che io non potevo essere Akoya, una dea, una donna che ama ma che rinuncia per un bene supremo. Potevo solo cercare di avvicinarmi il più possibile a lei pur rimanendo Maya. Imparare da lei perché la mia vita fosse migliore, confrontarmi coi suoi sentimenti perché mi aiutassero a comprendere i miei. Potevo provare ad essere Akoya pur essendo felice di essere Maya. E questo, per me, è stato il dono più importante che abbia ricevuto dall’aver lavorato sulla Dea scarlatta. Perché finora ho recitato per essere qualcun altro. Ma ora posso recitare essendo contenta di essere me stessa. Per questo sono contenta che sia Ayumi a mettere in scena la Dea Scarlatta. Devo ancora imparare molto. Ma in ogni caso io ho avuto già il mio premio”

Le domande successive furono rivolte alla vincitrice della competizione. Quando ormai la serata stava per concludersi Maya si ritirò in un posto appartato e, sebbene soddisfatta del suo lavoro e di se stessa, non potè non nascondere un velo di amarezza.
“Maya..”
“Sensei..” sussurrò Maya vedendola avvicinarsi.
“Maya, spero tu non ce l’abbia con me per la mia decisione”
“No, no sensei, io mi sono sempre fidata delle sue scelte. Va bene..così”
“Non vuoi sapere i motivi per cui ho scelto Ayumi?”
“Solo se lei vuole, signora Tsukikage”
Lei fece una smorfia, e sorrise. Maya rimaneva la sua amata figlioccia, così geniale nella sua passione e così semplice e onesta nella vita.
“Ayumi è una professionista Maya, per questo l’ho scelta. Rispetto a te ha stabilità e coerenza nel recitare, una volta plasmato il suo personaggio. E poi la dea l’ha aiutata a fare un lavoro importante su di se, non è più la Ayumi tecnica e distaccata, e questo credo l’abbia capito anche tu. La Dea ha bisogno di un gran equilibrio, Maya, un equilibrio che io e te non avremmo mai, perché la nostra vita, la nostra sensibilità ci ha sempre messo alla prova. Non ho voluto che tu fossi la Dea scarlatta per questo Maya, perché volevo per te una vita più felice, serena, senza il rischio di confondere realtà e finzione. Di inseguire fantasmi come ho fatto io. So che tu sei cresciuta tanto, hai lavorato senza sosta, sei diventata una donna e hai incontrato l’amore della tua vita. Hai avuto molto più coraggio di me Maya, e il dubbio che tu potessi essere, comunque, Akoya pur non soffrendone, mi rimarrà per sempre. Per questo ti chiedo di perdonare questo mio gesto egoistico”
La signora Tsukikage aveva parlato quasi senza prender fiato.
Di quel fiume di parole ciò che più di tutto sconvolse Maya fu vedere le lacrime sul volto della sua amata maestra.
“Sensei, non si deve scusare, lei è stata la mia seconda madre e mi ha permesso di realizzare il mio sogno. Io sono un’attrice, e continuerò ad esserlo grazie a tutti i suoi insegnamenti. Lei non mi ha tolto nulla.. mi ha solo dato.. ”
Chiugusa poggiò la schiena alla parete, il viso tirato e stanco.
“Maya c’è un’altra cosa che non ti ho detto e voglio chiederti. E’ un grande favore Maya. E ti chiedo di rifletterci”
“Mi dica, signora Tsukikage..” rispose Maya preoccupata.
“I diritti.. voglio che li abbia tu. Ho sempre pensato che dovessi averli tu, era una mia eredità che volevo lasciarti, anche dal punto di vista economico, perché io ti considero una figlia. Ma ora, anche se hai, comunque, accanto Hayami, vorrei che li avessi tu perché vorrei che fossi tu a vigilare su ciò che verrà fatto dell’opera della Dea Scarlatta in futuro. Soprattutto vorrei che fossi tu a prenderti cura di chi impersonerà Akoya e Isshin, perché solo tu potrai sentire che sono adatti, che possono custodire la loro essenza. Ti prego Maya, fallo per me, anche se ti sembra un’offesa, visto che non sarai tu a recitarla”
“Sensei.. lei.. lei..”
“Si Maya, sono alla fine ormai. Ma non lasciarti condizionare da questo. Parla col tuo uomo e poi dimmi cosa vorrai fare”
“D’accordo signora Tsukikage” e ormai incapace di frenare la commozione Maya abbracciò la sua maestra.

Fu una primavera molto movimentata quella che caratterizzò la stampa mondana e dello spettacolo di quell’anno. Ayumi la nuova dea scarlatta, Yuu Sakurakoji il nuovo Isshin. Sebbene la prescelta fosse la Himakawa, i diritti erano invece stati assegnati a Maya Kitajima. Solo qualche settimana dopo si era venuti a conoscenza della relazione sentimentale tra Maya Kitajima e Masumi Hayami, con relativi commenti sul fatto che fosse o meno una rapporto di interessi. Ma bastò poco perché gran parte del pubblico e addetti ai lavori, quelli più seri almeno, capissero l’autenticità dei sentimenti dei due, tanto da regalare copertine su copertine alle foto dove loro erano insieme e proclamare il loro successivo matrimonio, evento dell’anno. Chissà quale delusione quando i giornalisti appresero che la cerimonia si sarebbe svolta in un piccolo tempio, con una lista ristretta di invitati e accesso solo a pochi e selezionati fotografi.

Maya tirando un po’ su l’orlo dell’abito da sposa riuscì a entrare nell’auto, in attesa, davanti al tempio. Masumi la raggiunse entrando dall’altro sportello.
“Hayami san, andiamo a casa?” gli disse, gli occhi felici, il sorriso dolce e irresistibile che tante volte l’avevano fatto capitolare su quelle labbra.
“Si, andiamo Chibi chan” e intrecciò le dita con quelle di lei.


FINE

 

Approfitto di questo spazio per ringraziare tutte le persone che hanno letto la storia. Per me è stato piacevole scriverla, come un bel viaggio, con la compagnia di due personaggi che amo molto.

Se ne avete voglia, e tempo, un commento fa sempre piacere.

Carrie.

* è un attore giapponese, interpreta Chiaki nel drama di "Nodame Cantabile" ;-).

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Il grande sogno di Maya / Vai alla pagina dell'autore: Carrie_brennan