LA STORIA DI ANTINOO
Quel sabato del
ventotto marzo del 1781
era stata organizzata una festa dal conte Harvey, per dare il benvenuto
alla
Primavera.
Costui aveva
invitato i signori più in vista, con le rispettive mogli.
La festa era
iniziata sin dal pomeriggio, nel vasto giardino del conte, curato
ogni giorno dai giardinieri più capaci.
Verso sera gli
ospiti si erano trasferiti all’interno della casa, che era
stata
interamente riscaldata per l’occasione.
Il conte di
Harvey era un uomo giovane e allegro, che amava le feste come
molti. Era alto e bello, le sue ospiti desideravano stare accanto a
lui. A
parte una ragazza. Lei si chiamava Chiara Olzer, era stata invitata
come
sorella minore del miglior amico del conte Harvey, il quale si chiamava
Alberto
Olzer.
La signorina
Olzer non era per niente contenta di stare alla festa, avrebbe
preferito vedersi di nascosto con un ragazzo poco più grande
di lei, Robert, un
giovincello ignorante e rozzo, con il quale Chiara si divertiva
soltanto.
Lei non
credeva nell’amore. Riteneva che fosse inutile, e alla stessa
maniera
lo erano gli uomini in generale. Quest’ultimi servivano solo
per far godere di
tanto in tanto le donne e anche per farle soffrire.
Così
Chiara preferiva starsene sola in disparte, lontana
dall’attenzione. Ella
mandava occhiate minacciose al conte, ma forse si trattava solo di
tristezza.
Dal canto suo
Harvey era più interessato a lei che a tutte le donne troppo
rumorose e affascinanti che si ritrovava a fianco.
Chiara
l’aveva vista poche volte, suo fratello non le permetteva di
uscire
troppo spesso, anche quando andava dal conte, lei rimaneva sempre fuori
dalle
loro conversazioni.
Solo una volta
si erano parlati, quando si erano presentati, però sempre
sotto
la sorveglianza del fratello.
Durante quella
sera il conte guardava la ragazza con interesse nuovo, per la
festa aveva un vestito molto elegante, di colore scuro, non come i
soliti dai
colori allegri che era costretta ad indossare.
Quell’abito
era perfetto con la carnagione pallida e i capelli lunghi e scuri
acconciati in una crocchia sulla nuca, da dove cadevano morbidi boccoli
che le
arrivavano a metà schiena.
Era molto
carina e il fatto che se ne stesse sempre così in disparte
incuriosiva Harvey, che era molto attratto da lei e dalla sua persona
piccola e
fragile.
Ad un certo
punto Chiara uscì dalla sala troppo affollata per dirigersi
nel
giardino, a lei così famigliare, per prendere aria e
rinfrescarsi.
Il conte la
vide, si allontanò dalle donne scusandosi, per poter seguire
la ragazza.
Quando le fu
alle spalle lei si voltò.
“cosa
volete da me, signore?” chiese un poco spaventata, poteva
immaginare le
sue vere intenzioni.
“niente...
solo conoscervi, se non vi dispiace.” Rispose, calmo, il
signore.
“bene...
facciamo due passi.” Propose la ragazzina, iniziando a
camminare nel
giardino.
“per
quale motivo vi siete appartata?” domandò
l’uomo.
“avevo
caldo, lì dentro... ed ero stufa.”
Replicò schietta Chiara.
“mi
dispiace di ciò, voi siete Chiara, vero? La sorella minore
del mio amico Alberto
Olzer.”
“sì.”
disse.
Adesso i due
stavano per entrare in un boschetto, molto distante
dall’abitazione.
Superati
alcuni alberi la ragazza iniziò a sedurre abilmente il conte
Harvey.
Lei
iniziò a baciarlo delicatamente sulle labbra, lui rispondeva
con ardore.
Era da tutta la serata che desiderava le sue rosee labbra, ora
finalmente
poteva averle.
Ad un certo
punto lei scivolò sul collo del conte, il quale stava per
entrare
in estasi.
In quei
momenti di follia iniziava a parlarle.
“forse
non ci crederete mai, ma il mio nome è Antinoo! Come quello
che
pretendeva Penelope di Ulisse... avete mai letto l’Odissea?
È un’opera
magnifica... cosa state facendo?” chiese il conte
Harvey.
La ragazza
aveva fatto scivolare la mano verso la propria coscia e stava alzando
la gonna, mostrando le calze e le gambe.
Gli premette
la bocca sulla sua e lei alzò la gamba scoperta verso i
fianchi di
lui, avvolgendoli.
Ma lui non
poteva vedere il riflesso sinistro della luna che si specchiava
sulla lama di un coltello infilato alla sommità della calza.
Chiara, senza
timore, prese silenziosamente il manico, si allontanò
dall’uomo e
infilò la lama nello stomaco di lui, senza sporcarsi di
sangue.
Intanto il
conte Antinoo Harvey era caduto in ginocchio nell’erba tra
due
grandi abeti.
Una macchia
scura iniziava a dilagarsi, Chiara Olzer si ritrasse indietro di
alcuni passi.
Il suo odio
per gli uomini l’aveva condotta ad uccidere pure il migliore
amico
di suo fratello, d’altronde come aveva già fatto
con un amico di Robert e con
altri ragazzi che si erano abusati del suo corpo; li aveva uccisi
tutti. Senza
pietà.
Guardò
il corpo, pulì il coltello e lo rimise al suo posto. Poi si
incamminò
nella direzione del prato, guardò che non ci fosse nessuno,
poi si fece qualche
giro sul parco per calmarsi e per rassettarsi un poco.
Infine
tornò alla festa per aspettare il fratello, per poi tornare
a casa.
Il giorno
seguente Chiara prese il quotidiano sulla tavola e cercò
l’articolo
che annunciasse la morte del conte Harvey.
Lo
trovò alla terza pagina, era piuttosto breve.
È
MORTO IL CONTE HARVEY, TROVATO STAMANI.
Il famoso conte Harvey è stato trovato da un giardiniere,
che sistemava la
tenuta del conte dopo la festa della sera prima, quest’uomo,
di cui non faremo
nome, ha trovato il corpo senza vita di Harvey in prossimità
del bosco.
Probabilmente egli è stato assassinato da qualcuno,
poiché portava tagli
profondi all’altezza dello stomaco anche se non è
stato trovato alcun coltello in prossimità del
corpo.
Verrà sepolto nel cimitero di famiglia, assieme ai genitori
e al fratellino
morto poco dopo essere nato.
Che egli riposi eternamente in pace.
Questo era
l’articolo.
A Chiara
sfuggì un sorrisetto, che simulò subito in una
smorfia di dispiacere
quando entrò nella stanza il fratello.
La ragazza
andò ad abbracciarlo per consolarlo e aveva la faccia
triste, ma nei
suoi pensieri era molto felice, di una felicità insana,
quella era la sua prima
vittima importante, e il fatto che nessuno l’avesse scoperta
rendeva la
faccenda ancora più emozionante!
Vent’anni
dopo Chiara venne vista mentre uccideva l’ennesimo uomo alla
stessa
maniera, venne messa in prigione.
Qualche mese
dopo morì pure lei, a causa della malnutrizione del carcere.
Nel 1881 una
ragazzina, di nome Angela Olzer, con la passione delle case
abbandonate dall’uomo, ma abitate dai fantasmi degli antichi
proprietari; aveva
in programma di entrare a curiosare la casa sulla collina,
dov’era morto il
conte Harvey, il caso vuole che ella ci vada proprio il ventotto marzo.
Era notte
quando arrivò al cancello, si guardò in giro, per
assicurarsi che non
ci fosse proprio nessuno.
Tutt’intorno
era deserto.
Angela
scavalcò.
Dall’altro
lato le sembrava strano guardare la strada, come se non fosse
più la
stessa. Quindi si girò, sconcertata, verso il giardino.
L’erba
che una volta doveva essere corta e ben tenuta risultava alta e
selvaggia. Il bosco dov’era avvenuta l’uccisione si
era esteso a dismisura dopo
cento anni esatti.
Angela
entrò nel bosco, spinta da una curiosità che non
aveva mai sentito
dentro.
In quello che
una volta doveva essere il centro del boschetto si trovavano
delle mura alte, chiuse da un cancello decorato alla maniera gotica.
Angela
notò che esso era stranamente aperto, spinse un battente ed
entro. Era un
cimitero, un antico cimitero, su tutte le tombe c’era il nome
della famiglia
Harvey. La ragazza cercò di ricordare il nome
dell’uomo ucciso un secolo prima,
ma non le veniva in mente.
Iniziava con
la A.
Si
fermò, senza rendersene conto, alla tomba di un certo
Antinoo Harvey. Ora
che lo vedeva si era ricordata di quel nome.
Si
avvicinò alla lapide, appoggiò una mano su di
essa e la guardò per un poco,
qualcuno le aveva detto che era stata una sua prozia ad ucciderlo, ma
lei non
ci aveva mai creduto.
Ad un certo
punto la sagoma di un uomo varcò silenzioso il cancello e si
avvicinò alla ragazza.
“sei
identica a Chiara.” Sussurrò
all’orecchio di lei.
“chi
siete?” domandò Angela. Senza voltarsi. Aveva
paura di vedere l'uomo, lei credeva nei fantasmi, ma non ne aveva mai
visto uno sul serio; la faccenda le provocava un pò di
inquietudine anche se cercò di non mostrarla.
“Antinoo
Harvey, l'ultimo proprietario di questa tenuta.” A quel punto
lei si girò e
lo vide in faccia.
Non era
esattamente in carne ed ossa, forse stava pure sognando, ma al momento
non le interessava, anzi voleva saperne di più di Antinoo e
Chiara. Quell’uomo
stava parlando della... sua parente?
“potreste
raccontarmi la vostra storia, signore? Vorrei sapere se
questa Chiara sia una Olzer.” Domandò lei
gentilmente.
Fu presto
accontentata. L’uomo le raccontò della sua storia,
senza tralasciare
alcun particolare.
Quando egli
terminò lei affermò: “io non avevo mai
creduto che Chiara avesse
fatto davvero questo, ma sappiate che io non farò mai
ciò che ha fatto lei.”
gli sorrise, si alzò e uscì dal cimitero.
Fuori
dall’entrata Angela si voltò e vide Antinoo
scomparire.
Entrambi
quella sera trovarono la pace che era stata negata loro da un secolo.