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Autore: Keyra    04/09/2010    2 recensioni
Eveline traccia sulla sabbia il suo passato, attirando l'attenzione degli estranei. Con le sue dita racconta la sua vita. Nessuno sa chi sia, quella ragazza venuta da lontano. Dicono però che sia fuggita. E ora guarda il mondo con i suoi occhi stanchi. Le mani magre e bianche. Lei, rivuole il suo passato.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Con le sue dita tracciava innumerevoli forme, a volte scomposte e indefinibili, a volte geometricamente perfette, artefici di brividi sottocutanei e sospiri di ammirazione da parte degli estranei. La vedevi lavorare con la sua fantasia così ermenticamente chiusa al cuore e agli occhi delle persone che l'amavano di più, e non avresti mai detto che i suoi occhi - occhi scuri come il legno - avevano amato un uomo solo, un uomo soltanto, per un tempo infinito, non avresti mai detto che seguivano ancora l'illusione di una vita perfetta - quella che si era costruita nell'antro della sua mente, in un posto nascosto, che lui solo era riuscito a scaldare, con la sua voce.
Aveva sempre le mani fredde, Eveline, perché nessuno da tempo gliele stringeva come le stringe un uomo che ti ama davvero. Le nascondeva sotto le maniche di maglioni sfibrati e stanchi, sfiniti dall'ossessione che cercava di coprire indossandoli. Erano magre e bianche, eppure Eveline non era mai stata né magra né bianca. Se qualcuno l'avesse incrociata per la strada, non avrebbe riconosciuto il sorriso che ogni tanto - fino a pochi anni prima - si intravedeva tra le sue guance piene - solamente i suoi occhi - scuri come il legno - solamente quelli erano gli stessi.
Tracciava forme colorate con la sabbia - gliel'aveva insegnato un tale di Edimburgo, l'aveva conosciuto mentre aspettava l'ennesimo treno, l'ennesima fuga dalla sua ipercaotica realtà fatta di frammenti e pezzi di quotidiana felicità ormai accantonata in qualche lontanissimo ricordo.
Raccontava storie facendo ballare le mani tra la sabbia, sotto gli occhi stupiti della gente, immersa in un mondo che non esisteva, un mondo fatto di quelle forme e quelle geometrie così facilmente smontabili e ricostruibili. E le sembrava di nuotare nel silenzio, un silenzio ovattato, il silenzio della folla che congelata osservava le sue dita - erano dita normali, pallide, magre, come potevano creare tutto ciò?
Non capivano che tutto si attorciglia nella mente e poi si scioglie nelle dita - la sua genialità stava lì, nella sua mente, e in nessun altro luogo. Le sue mani erano mani come tutte le altre. Le sue dita erano dita qualsiasi.

  
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