Videogiochi > Final Fantasy XII
Segui la storia  |       
Autore: Arshatt    12/09/2010    0 recensioni
Si tratta di un racconto "a puntate",ambientato dopo gli eventi di ff12 Revenant Wings. La coppia principale è quella di Balthier e Fran,ma appaiono con frequenza anche Vaan e l'intero equipaggio della Galbana, Sono previste apparizioni di altri personaggi sia tratti da FF12 sia dalla mia fantasia XD.E'un racconto fantastico del tutto inventato, dai toni romantici e drammatici,ma talvolta anche comici.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Balthier, Fran, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fran era salita al piano superiore della Strahl e si era diretta nella sua camera, per far cosa non lo sapeva nemmeno lei. Era molto scossa dal luogo in cui si trovava, l’intera pianura era avvolta da un Myst oscuro e gelido che l’angosciava profondamente. Era certa che in quel luogo avrebbero trovato solo guai, se lo sentiva. Conosceva già da tempo la leggenda che aleggiava su Arthahl  e per questo se ne era tenuta sempre ben distante. Da quando erano atterrati aveva avvertito la presenza di una forte fonte di energia misteriosa, probabilmente doveva trattarsi di qualche temibile Esper che viveva rinchiuso da qualche parte in quelle lande. La pioggia che ormai da secoli picchiava incessantemente su quelle terre e che oscurava completamente il cielo, non poteva essere opera di cambiamenti climatici, era sicura che avesse a che fare con quanto accaduto in seguito alla battaglia tra la misteriosa donna della leggenda e  l’occuria Quertzahl. Una forza molto potente era stata sprigionata al punto da distruggere l’intera pianura nel giro di pochi attimi e le anime dei suoi abitanti erano state condannate a vagare per l’eternità nell’oblio di quei luoghi ormai dimenticati.

Tutti quei pensieri frullavano nella mente di Fran rendendola ancora più ansiosa, come se non bastasse Balthier aveva completamente ignorato ciò che lei gli aveva detto, le sue preoccupazioni e timori e questo l’aveva ferita. Le costava ammetterlo ma l’aveva delusa, sapeva che un tempo non l’avrebbe mai fatto. Aveva sempre prestato molta cura alle sue parole e aveva sempre avuto fiducia  nelle sue sensazioni, eppure da qualche tempo qualcosa in lui era cambiato. Non aveva mai voluto parlarne esplicitamente, ma la morte di suo padre Cid aveva suscitato in lui dei sentimenti cosi violenti che non riusciva a decifrare nemmeno lui. Di tanto intanto si isolava completamente dal resto del mondo, persino da lei, perdendosi  nei suoi pensieri e alle domande rispondeva, invece che col suo solito sarcasmo, semplicemente con lunghi momenti di silenzio. Per la prima volta da quando si erano conosciuti, lo sentiva distante, non si sentiva più parte di quel loro prezioso piccolo mondo che avevano creato e condiviso insieme in tutti questi anni.

Fran si chiedeva se non avesse sbagliato tutto nel loro rapporto e se fosse davvero solo la storia di Cid a turbarlo. Le tornò in mente una notte di tanto tempo prima, subito dopo gli eventi di Lemures e la sconfitta del dio Feolthanos, quando si erano ritrovati a guardare le stelle nel loro “posto speciale”, com’erano soliti fare spesso. Chiuse gli occhi per un attimo  e ripensò a quei momenti.

 

***

Erano nel piano più alto della Strahl, in una piccola sala da cui era possibile ammirare le stelle da una cupola di vetro sopra le loro teste. Erano seduti per terra e stavano brindando alla loro ennesima avventura insieme.

 

“ Tu saresti capace di scovare una bottiglia di vino anche dentro un tempio di monaci kilthiani, non è cosi?” lo schernì lei, sorpresa nel vedere come, anche in un luogo cosi mistico come la terra degli Aegyl, fosse riuscito a procurarsi da bere.

 

“Puoi ben dirlo! Questo è pregiato vino di Bhujerba, gentilmente concessoci dai nostri amici di Rabanastre” sottolineò lui, con aria soddisfatta.

 

“ Concessoci gentilmente? Questo vuol dire che l’hai rubato?” chiese lei in tono retorico, lanciandogli un’occhiatina maliziosa.

 

“ Dettagli mia cara, dettagli. E poi è una piccola ricompensa per i servigi offerti dalla migliore spalla che questa storia potesse avere” ironizzò. I due si guardarono e sorrisero.

 

“ Ma com’è che hai deciso di rinunciare al ruolo del protagonista? Non è da te cercare di non metterti al centro dell’attenzione..”  Adorava punzecchiarlo sul suo ego grandioso e lui altrettanto adorava controbatterle a tono.

 

“ Dovresti saperlo che non amo le complicazioni  e le scocciature e la popolarità è una calamita per entrambe. Un uomo affascinante come me deve salvaguardarsi da queste cose o rischia di perdere di vista quello di cui veramente gli importa..”

 

“ E cosa può importare ad un aviopirata, più della sua aeronave?” chiese lei, incuriosita dalla risposta che avrebbe ricevuto.

 

“ La Strahl non è la mia unica compagna di viaggio sai..  ci sarebbe anche un coniglietta che ama fare la preziosa  e a cui sto dietro da un po’…” replicò, con l’aria da furbetto.

 

“ Ma come un uomo del “ tuo calibro”, che non riesce a conquistare una donna..? Mi deludi socio, forse dovresti ridimensionare le tue aspirazioni”  La viera tentò di alleggerire i toni prendendolo in giro, quella conversazione iniziava ad imbarazzarla.

 

“Sciocchezze, sappiamo entrambi  che è pazza di me”  la spiazzò lui, lo divertiva un mondo vederla arrossire con le sue frasi ad effetto.

 

“ Oh ma davvero..? e allora com’è che non ti salta al collo, come sono solite fare le donnine di cui ti circondi?” lo punzecchiò lei, lasciando trasparire un velato disprezzo per questo suo stile di vita.

 

“Lei non è come le altre … … Fin dalla prima volta che l’ho vista, ho capito subito che era speciale.... .. Mi ha detto che “per certe cose sono ancora un bambino” e che dovrei limitarmi a quelle storielle da una notte con cui sono tanto bravo..”

 

Il tono di Balthier si era fatto più serio e dolce allo stesso tempo. Non aveva scelto quella frase a caso, l’immagine di lei che gli urlava contro quelle cose, era vivida nei suoi ricordi. Era accaduto una sera in cui l’aveva beccato a flirtare con Ashe, sulla prua della Galbana. Rientrando nella Hall e vedendola irritata, le aveva teneramente sussurrato che lei  e solo lei era il suo unico grande “amore” e Fran, sentendosi presa in giro, gli aveva urlato contro che non doveva nemmeno permettersi di pronunciare quella parola perchè “l’amore non è un gioco per bambini come lui”. Inutile dire che abissale figuraccia avesse fatto davanti a Vaan e i suoi che non avevano mancato di prenderlo in giro per tutto il resto della serata.

 

“.. Devi proprio averla fatta infuriare allora …” Anche Fran ricordava bene quell’episodio, ancora si vergognava ripensando a quella scenata  in pubblico. Fortunatamente solo Balthier si era reso veramente conto che era stata la gelosia, piuttosto che la sua battuta, a farle saltare i nervi.

 

Capendo che entrambi avevano intuito il riferimento, il pirata ne approfittò per sottolineare la sua posizione.

 

“  Speravo fosse chiaro che si trattasse solo di un passatempo … non per dimenticare ma per colmare il vuoto che mi lascia nel cuore ogni volta che mi rifiuta “

 

Lei rimase in silenzio qualche istante, poi lanciandogli un’occhiata sconfortata, replicò.

 

“ ……… Sei proprio un bambino… non sei ancora capace di capire quel’è il tuo bene e quale il tuo male.. Ti ostini  verso un direzione che non ti porterà a niente”

 

Fran non era una capace di parlare esplicitamente, anche nel suo dirgli che doveva smettere di fare il cascamorto con lei, era pragmatica. Ma lui la intendeva benissimo ormai e non era certo intenzionato a farsi vincere da questi giri di parole.

 

“ Io so benissimo qual’è il mio bene…  E’ lei …  Ed è anche quella che nel mio male mi ci fa affogare. E poi verso quale direzione dovrei virare, se quella è l’unica strada che può portarmi dove voglio?

 

“ Non ha senso percorrerla , se si è da soli a farlo … possibile che tu non l’abbia ancora capito?“ A quest’ultima affermazione,  Fran aveva chinato il capo scuotendolo. L’atmosfera da giocosa era diventata amara e triste. Per l’ennesima volta lui le stava spiattellando in faccia quanto la desiderasse , facendola sentire terribilmente inadeguata.

 

“ E tu non hai ancora capito che è inutile continuare a fingere che non te ne importi nulla di me e sforzarti di trovare le parole più dure per ferirmi? Questo cuore non si spezzerà, per quante cattiverei tu possa dirm i… possibile che tu non l’abbia ancora capito?”  la sfidò lui.

 

La fissava negli occhi, aspettando che gli dicesse qualcosa, anche se in cuor suo sapeva che non avrebbe ottenuto la risposta che voleva, nemmeno stavolta.

Ci fu un attimo di silenzio, gli occhi di Fran si erano fatti lucidi, avrebbe soltanto voluto scappare in quel momento.  Il modo in cui lui la guardava con quel suo sguardo cosi intenso e malizioso, la lasciava senza fiato. Si sentiva rapita da lui, dai suoi gesti e dalle sue parole dolci. Ogni giorno si sforzava in tutti i modi di resistergli, lasciarsi andare anche solo una volta avrebbe voluto dire abbandonarsi ad un vortice di emozioni, da cui sapeva bene che non sarebbe potuta tornare indietro. Quel sentimento cosi forte e appassionato che li univa le faceva paura, temeva che prima o poi avrebbero perso la testa e che questo avrebbe inevitabilmente distrutto il loro rapporto. Lui aveva fatto della libertà, la ragione della sua vita, non era fatto per i legami. Temeva che l’amore che provava per lui, prima o poi, l’avrebbe fatto sentire in gabbia e che l’avrebbe perso per sempre. Stargli accanto semplicemente come socia le bastava, se l’alternativa era rischiare di perderlo.

 

Non ce la faceva più, doveva andare via da quel posto o avrebbe finito per fare qualche sciocchezza. Così Fran tentò di sollevarsi in piedi per lasciare la stanza, ma lui di scatto l’afferrò per i polsi e la spinse verso di se. Lo fece d’istinto senza pensarci, l’idea di lasciare nuovamente “quel” discorso a metà lo logorava, l’avrebbe trattenuta con qualunque mezzo.

Balthier accostò il volto al suo, erano cosi vicini che poteva ascoltare il suo respiro e sentire il profumo della sua pelle. Quell’odore gli inebriava i sensi, la voleva come non aveva mai desiderato nessun’altra ma non voleva violare il loro “tesoro più prezioso”,  ovvero l’immensa reciproca fiducia che li univa da sempre. Le sue labbra e le sue mani non l’avrebbero mai toccata senza il suo consenso.

 

 “Smettiamola con questi giochetti, Fran. Lo sappiamo tutti e due che provi le stesse cose che provo per te.. Te lo leggo negli occhi ogni volta che i nostri sguardi si incrociano.. lo sento ogni volta che i nostri corpi si sfiorano … e anche adesso che ti sento tremare mentre ti stringo sul mio petto”.  I loro cuori viaggiavano sulla stessa lunghezza d’onda, era impossibile nasconderlo. Fran si sentiva completamente senza difese, quelle emozioni cosi forti che stava provando la confondevano. Lui la stringeva sempre più forte, le sue mani avevano lasciato i suoi polsi per spostarsi sui suoi fianchi sinuosi. Il contatto delle sue carezze con la sua pelle nuda le provocava dei brividi di piacere che le percorrevano lungo schiena. Si stava  completamente perdendo tra le sue braccia, le sembrava che il cuore le stesse esplodendo in petto, ormai non riusciva più a distinguere il suo battito da quello di lui, e i loro respiri si erano fatti sempre più affannosi.

 

“ Lo senti, Fran? Senti quello che ti sto dicendo in questo momento ..? .. Senti che provo per te quello che non ho mai provato per nessuno e che sei l’unica che voglio ?… che  gli unici sorrisi che voglio e le uniche lacrime che mi tormentano, sono le tue.. ? .. che non passa giorno o attimo in cui non desideri averti accanto .. ?.. che ogni bacio rubato ad un’altra donna è solo un misero tentativo di lenire la sofferenza che provo quando penso che non mi vuoi, e forse non mi vorrai mai?... che sei l’unica notte che non ho mai avuto e che non vorrei finisse mai?”

 

Lo sentiva, eccome se lo sentiva. I loro occhi dialogavano ad ogni sguardo, senza che fosse necessario emettere alcun suono. Quel caldo abbraccio che li stringeva stava dicendo loro, molto più di quanto sarebbero stati in grado di esprimere a parole. Fran era visibilmente agitata, tutti quei sentimenti  cosi confusi ed intensi le stavano facendo esplodere la testa. Aveva iniziato a tremare come una foglia già da qualche minuto e le sue pupille si erano fatte sempre più umide. Lui la fissava aspettando un gesto che gli lasciasse intendere che anche lei voleva quello che voleva lui, ma la viera rimaneva immobile. Ad un certo punto vide le sue labbra muoversi, stava per dirgli qualcosa.

 

“ N-no non possiamo farlo… i-io non posso farlo… perdonami.. io.. non è quello che voglio.. scusami” 

 

Non appena ebbe pronunciato quelle parole, gli occhi umidi e gonfi  di Fran cedettero bagnandole le guance. Si staccò violentemente dalle braccia di Balthier e corse fuori dall’osservatorio in lacrime. Il pirata rimase li fermo, non fu in grado di dire o fare nulla, l’amarezza e la delusione l’avevano completamente atterrito. L’aveva rifiutato anche stavolta.

***

Il ricordo di quei momenti  le faceva ancora venire i brividi, si domandava come avesse potuto mentirgli cosi spudoratamente, ancora un volta. Il panico le aveva fatto perdere la testa e l’aveva portata ad agire impulsivamente. Eppure il mattino seguente lui aveva continuato  a rivolgersi a lei, come se nulla fosse successo. Si domandava come potesse continuare a volerle bene , nonostante tutto il male che gli stava facendo. Una volta gliel’aveva anche chiesto e lui le aveva risposto con molta nonchalance “So essere un uomo molto paziente”..

 

Quel vortice di pensieri che affollava la sua mente, si interruppe improvvisamente, un rumore l’aveva distratta.  Per un attimo le era sembrato di sentire il suono di alcuni passi provenienti dalla vetrata della Strahl che dava sulla sua stanza. Si avvicinò al vetro, scrutando l’ambiente circostante, la pioggia continuava incessantemente a battere sull’asfalto rendendolo fangoso. Era sicura di aver sentito quel rumore, eppure non vi erano orme sulla strada. Per un secondo le frullò per la testa che forse poteva essersi sbagliata ma ecco che il rumore si ripresentò, Stavolta senti che si trattava del suono di zoccoli, che ci fossero cavalli in quella zona? Scosse la testa, non era possibile, Arthahl era ricoperta da macerie ormai da secoli e il clima freddo e umido non consentiva a nessuna specie animale normale di poter sopravvivere. Forse si trattava di qualche mostro presente nei paraggi.

 Incuriosita, decise di uscire fuori a vedere cosa stava accadendo. Afferrò la mantellina col cappuccio stesa sul suo letto e il suo arco e senza pensarci troppo si fiondò verso l’uscita posteriore dall’aeronave. Quando ebbe raggiunto l’esterno potè osservare meglio il paesaggio circostante. Si trattava di un’area costeggiata da imponenti alberi completamente spogli che affondavano le loro grosse radici sul terreno scuro e scivoloso, e a tratti paludoso, Resti di vecchie costruzioni e blocchi di marmo e pietra si estendevano qua e là per tutta la zona. Grandi nuvole nere ricoprivano completamente il cielo, senza lasciare spazio alla luce della luna e delle stelle, l’atmosfera cupa e uggiosa rendeva l’aria pesante.

Osservando quella landa desolata, una sensazione di angoscia la pervase completamente. Era una delle poche volte in cui era riuscita ancora a sentire la Parola Verde. La foresta di quel luogo le stava trasmettendo un forte senso di tristezza, le sembrava quasi di sentirla urlare per il dolore.  Mosse qualche passo e la sua attenzione fu nuovamente attirata da quel rumore di zoccoli che battevano sull’asfalto, stavolta proveniva dal lato della sala motori. Si avvicinò con passo lento e accorto, temeva di trovarsi davanti qualche creatura mostruosa da un momento all’altro.

 

Preparò il suo arco, la punta della freccia era pronta a scattare in qualunque istante. Fece per tirare quando si rese conto che non c’era nessuno davanti a lei. Con lo sguardo smarrito cerco qualche conferma di ciò che aveva udito, scrutando intorno a lei. Improvvisamente avvertì una presenza dietro le sue spalle,  non fece in tempo a voltarsi e fu travolta da una forza misteriosa. Scivolò per terra sbattendo la testa sul portellone della Strahl, l’impatto fu fortissimo.

 Poco prima di perdere i sensi le sembrò di vedere l’imponente figura di un cavallo nero dinnanzi a lei: le sue membra erano ricoperte da una corazza equestre color platino, tipica dei cavalli da combattimento, mentre due occhi gialli trasparivano dalla criniera corvina, fissandola in modo inquietante. Perse coscienza dopo qualche secondo, lasciandosi cadere sul terreno fangoso.

 

 

 

**Spazio dedicato ai chiarimenti**

Per chiunque volesse chiedermi qualcosa in merito alla storia, aggiornerò questo spazietto a fine capitolo ogni volta che mi verrà richiesto.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy XII / Vai alla pagina dell'autore: Arshatt