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Autore: yukiko_no_niji    14/09/2010    18 recensioni
Arthur sentì qualcosa scattare dentro di sé e prima che potesse frenarsi pronunciò quelle parole.
“Parlami di lei…”
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Principe Artù, Uther
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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IMPORTANTE: I personaggi di queste storie non mi appartengono, ma appartengono alla BBC e chi per essi. Da queste storie non ci ricavo niente.

 

Questa storia partecipa al FanonFest di FW.it, con il prompt:

Merlin, Arthur/Uther, Parlami di lei...

 

As always ringrazio la gentilissima Egle, che mi ha betato la storia. Non so da che parte del mondo sei ç.ç Ma anyway, grazie!!

 

Something about her.

 

La cotta dell’armatura pesava lievemente sulle sue spalle.

Sentiva il vento scompigliargli un poco i capelli.

Aveva sempre amato la brezza leggera che soffiava in quel punto preciso del regno.

Durante la sua infanzia, Arthur si era recato spesso in quel luogo, per sfogare le mille frustrazioni che ogni giorno assorbiva dentro di sé, per cercare un po’ di respiro e soprattutto per fare visita a lei… sua madre.

Anche se era doloroso recarsi alla tomba di quella Regina che non aveva mai avuto la possibilità di conoscere, in un certo senso aveva sempre trovato rincuorante parlare con lei, confidarle i suoi dubbi in segreto e lontano dai mille occhi del popolo di Camelot – che lo osservavano silenziosamente, qualsiasi azione compiesse –, lontano dalle oppressioni, lontano da tutto e da tutti.

Si era sentito spesso un codardo, un uomo volubile.

Sarebbe divenuto Re, prima o poi, e non avrebbe potuto permettersi di essere vulnerabile.

Ma nonostante cercasse di nascondere i suoi punti deboli, talvolta sentiva il bisogno di poter riprendere quel respiro che quotidianamente gli veniva tolto con la forza.

Guardava dritto davanti a sé, quella imponente lastra di marmo lucido.

Aveva imparato a conoscerla, con il passare degli anni.

Le scritte scalfite nella pietra erano massicce, importanti.

Era giunto in quel luogo nascosto dal resto del regno in un giorno di pioggia, per caso.

Non aveva capito di cosa si trattasse, fino a che non aveva letto le antiche scritte segnate sulla lapide.

Ed un nome, che catturò la sua attenzione.

Ygraine.

Non aveva mai sentito quel nome, ma in quel momento, proprio quando lesse quella incisione, il suo cuore mancò di un battito.

Capì di aver trovato la tomba di sua madre.

Quella tomba che gli era sempre stata tenuta nascosta e che non gli era stata mai fatta vedere, che non aveva mai avuto modo di visitare.

E per un certo verso si era sentito indipendente, perché aveva finalmente trovato quel luogo – anche se per caso – con le sue sole forze.

Ma quel giorno non si trovava lì da solo.

Si volse un attimo di lato, per scrutare la possente  figura di suo padre.

Era la prima volta, quella, che Uther aveva deciso di fare visita a quella tomba assieme a lui.

Solitamente, dopo aver preso un cavallo dalle stalle, Arthur si allontanava solitario dal castello, assentandosi per qualche tempo, a volte molto lungo. 

Lasciava sempre che fosse Merlin a trovare una buona scusa per la sua assenza.

Sapeva bene che in un modo o nell’altro il suo servo avrebbe trovato il modo di coprirlo.

Ma quel giorno, quando si era recato alle stalle per prendere il cavallo che il suo valletto gli aveva fatto trovare già sellato, aveva trovato suo padre ad attenderlo.

E quando lo aveva visto davanti a sé si era stupito della sua presenza.

Ma era montato sul suo destriero, in silenzio, ed era partito al galoppo, seguito da quel Re autoritario.

Non si erano detti una parola durante il tragitto.

Osservava quel luogo così estraneo, ma allo stesso tempo a lui così familiare. 

Il silenzio avvolgeva le loro figure, rendendoli partecipe della sua malinconia.

Arthur sentì qualcosa scattare dentro di sé e prima che potesse frenarsi pronunciò quelle parole.

“Parlami di lei…

Non riusciva a credere di averglielo veramente chiesto.  Proprio non gli sembrava possibile.

Aveva abbandonato l’etichetta, si era rivolto solamente a suo padre, non al Re, non al sovrano di Camelot, ma solamente a quel padre che aveva sempre saputo di avere, ma che per voleri superiori non aveva mai potuto appellare come tale.

E abbandonando l’etichetta gli aveva chiesto di parlarle di quella donna che non aveva mai potuto conoscere.

In tutti quegli anni aveva tenuto duro, ed era riuscito a tenere chiusa dentro di sé quella sete di conoscenza che aveva sempre avuto nei confronti di sua madre.

Nessuno al castello gli aveva mai detto una parola.

Nessuno.

Tutti avevano sempre preferito far finta di niente, far finta che la Regina Ygraine non fosse mai esistita, che fosse stata soltanto un’ombra leggera nel regno di Camelot, apparsa fugacemente per dare alla luce Arthur e per poi tornarsene da dove era giunta.

Il principe ereditario aveva stretto i denti, aveva cercato di non pensare a quell’importante figura femminile che era da sempre mancata nella sua vita.

Servirà a rinforzarti l’animo…

Servirà a farti diventare un cavaliere coraggioso e senza paure…

Un erede al trono degno di questa carica.

Quelle erano le frasi che si era ripetuto più e più volte nel corso degli anni, cercando di scansare da sé quelle domande che gli logoravano il cuore.

Sua madre lo aveva visto almeno una volta prima di morire? Lo aveva tenuto stretto tra le sue braccia?

Aveva pronunciato il suo nome, anche solo in un soffio, prima di abbandonare per sempre il mondo dei vivi?

Non era mai riuscito a trovare delle risposte.

Non aveva mai messo un punto alla fine di quella questione.

Sentì suo padre sospirare.

Arthur sapeva che suo padre non era un uomo stupido e che forse aveva immaginato che un giorno proprio lui gli avrebbe fatto tale richiesta.

Era sufficientemente adulto per sapere qualcosa.

E suo padre avrebbe dovuto comprendere quel suo bisogno di sapere.

“Ho sempre amato tua madre”

Le parole si amalgamarono a quel vento debole che scompigliava i sottili fili d’erba posati sul terreno.

Quel manto verde brillante gli trasmetteva uno strano senso di tranquillità.

“Era la donna più bella che io abbia mai visto nella mia vita”

Arthur capì che pronunciare quelle parole doveva costare molto a suo padre, che il ricordo di lei gli faceva male.

E gli dispiaceva, molto, ma doveva sapere.

“Ed aveva anche un carattere molto forte”

Lo stava guardando, quando lo vide voltarsi verso di lui, per accennare un sorriso.

Negli occhi riusciva a leggere un’amara rassegnazione.

“Riusciva a tenermi testa in ogni discussione, ed il più delle volte riusciva a vincermi”

Arthur si ritrovò a sorridere a quell’affermazione.

Era strano per lui sentir parlare suo padre con quei toni così pacati, soprattutto sentirlo ammettere di esser stato battuto da una dama, soprattutto se quella dama era la donna che lo aveva dato alla luce.

Rendeva il racconto ancor più reale.

Avrebbe dato tanto per riuscire a ricordare almeno un momento passato con lei.

Almeno un piccolo, piccolissimo ricordo.

“Era incredibilmente vitale. Non le piaceva stare ferma e con le mani in mano. Trovava sempre qualcosa da fare, benché non fosse così adatto per una gentildonna del suo calibro”

Arthur annuì debolmente.

Sua madre doveva essere stata una donna estremamente fantastica.

Da ciò che gli aveva appena rivelato suo padre, sembrava essere stata una gentildonna con molti pregi.

Una vera Regina pronta a regnare su un vasto regno, che aveva a cuore i suoi sudditi e che avrebbe voluto per loro solo il meglio.

“Tu hai i suoi stessi occhi”

Arthur si volse verso suo padre, incontrando il suo sguardo.

“Ti rivedo in lei ogni giorno che passa, ogni momento che scorre…

Il principe tornò ad osservare la lapide della tomba di sua madre.

Quella sembrava essere una strana riunione di famiglia.

Ed un pensiero attraversò la sua mente solo in quel momento.

Non si erano ritrovati tutti e tre assieme, come stava succedendo in quegli attimi.

“E non passa giorno in cui io non sia fiero di te”

Padre…

Non avrebbe mai pensato che suo padre avrebbe potuto arrivare a tanto.

Solitamente si limitava a dargli qualche pacca sulla spalla, o ad annuire, quando sapeva di aver fatto qualcosa che lo avrebbe reso orgoglioso di lui.

“Sono sicuro che lo sarebbe stata anche lei, ogni giorno della sua vita”

Arthur annuì lievemente, sentendosi felice per quelle parole.

Vide suo padre volgere le spalle a quella lapide, riprendere la sua via e montare sul suo cavallo.

Rimase per qualche secondo a fissare quella tomba.

Sentiva che suo padre non gli aveva rivelato tutto, ma aveva finalmente parlato con lui di lei.

Gli aveva finalmente rivelato alcune informazioni che Arthur da quel momento in poi avrebbe custodito gelosamente.

Tu hai i suoi stessi occhi…

Nessuno glielo aveva mai fatto presente prima di quel momento.

Guardò seriemente davanti a sé, sentendosi orgoglioso di essere figlio di quella donna che aveva perso la sua stessa vita dandolo alla luce.

Il senso di colpa che gli aveva sempre fatto compagnia, per la perdita di lei, non lo avrebbe mai abbandonato, ma sapeva che da quel momento in poi le cose sarebbero state diverse.

Ogni volta che si sarebbe riflesso allo specchio avrebbe visto gli occhi di sua madre.

E forse, un giorno, avrebbe avuto nuovamente l’occasione di parlare con suo padre e magari lui gli avrebbe raccontato l’intera verità su quella vicenda.

 

 

 

Note:

Questa storia presumibilmente si colloca all’inizio della seconda stagione e non tiene presente la cronologia da quel momento in poi.

E’ una What If? un po’ particolare dal mio punto di vista. Ho adorato scriverla, ed il risultato finale non mi dispiace. Ho sempre pensato molto ad il rapporto tra Uther ed Arthur… ed è così che lo vedo.

Spero possa piacervi!

 

Ringrazio chi ha commentato la mia precedente storia Nothing can change our destiny.:

 

Vi sarà piacere sapere che i vostri commenti li ho letti tra un film e l’altro alla Mostra del Cinema di Venezia *ahah*

 

elyxyz [Grazie! Ho un appunto da fare però *ihih* Nothing’s gonna change my life è il titolo di una mia fiction su Supernatural xD], Aleinad, Oryenh, Murasaki [Grazie mille del commento e della critica, ho apprezzato davvero molto!], _Diane_, Egle, LaTuM, bilancina92, ChelseaH, _Saruwatari_ [Grazie per avermelo fatto notare, ho modificato!], Tao [Grazie per i commenti che hai lasciato qua e là, mi hanno fatto molto piacere!], mindyxx [Che piacere vedere che sei appassionata anche di QAF! Awh!]

 

Grazie mille a tutti, a chi lascia commenti alle storie precedenti, chi inserisce nei preferiti etc.

    

   
 
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