Ben
ritrovati, signori e signore, è sempre in Cantastorie che vi parla.
Di
nuovo qui per narrarvi una nuova storia d’amore.
La
favola che sto per narrarvi parla di un giovane principe.
Un
anima vuota, triste e solitaria.
E
della giovane serva che scalderà il suo cuore.
Un
amore proibito, mie gentili spettatori.
Godetevelo.
Il
Principe e la Serva
Due corpi avvinghiati nel fuoco della Passione,
bruciante e devastante, in un letto di fattura lussuosa. Lenzuola rosse e stoffe
pregiate, dalla tessitura molto antica e preziosa per un semplice letto.
Un giovane possedeva senza risparmiarsi una
ragazza dai capelli biondi e gli occhi smeraldo, ma non vi era amore in quel
atto che avrebbe dovuto averne.
Passione, Lussuria, Desiderio Carnale… Solo
questi desideri riecheggiavano in quella stanza, tra un gemito di piacere e l
‘altro.
Alla fine, esausti, i due si unirono in un
abbraccio che niente aveva di affettivo: nessun calore traspariva dagli occhi
ametista del ragazzo. I capelli argentei leggermente imperlati di sudore, il
viso liscio e perfetto e il fisico muscoloso e scolpito… Una meravigliosa
scultura greca.
“Mio principe… Siete stato meraviglioso.”
“Lieto che vi sia piaciuto, milady.”
“Siete sicuramente l ’amante migliore che abbia
mai avuto.”
“Ora siete voi a lusingare me, ma devo
andare.”- il giovane si alzò dal letto, recuperando i suoi vestiti e
infilandoseli, mentre la ragazza si alzò, tenendosi il lenzuolo per coprirsi.
“Come mai andate via? Restate ancora un po’ con
me.”
“Mi dispiace ma ho altro a cui pensare. E poi
voi dovete partire, entro domani voglio che siate tornata a casa vostra.”
“Ma, mio signore…”
“Ora scusatemi, ma devo andare. È stato un
piacere, grazie della piacevole compagnia.”- e così dicendo il ragazzo dagli
occhi ametista uscì dalla questa, lasciando una fanciulla con il cuore infranto
combattere contro la tristezza che lottava per assalirla.
Eccolo qui, signori: vi ho presentato il
principe Kei Hiwatari.
Erede di un piccolo ma ben tenuto regno, con la
presunzione di poter fare o dire quello che vuole a suo piacimento.
Ma con un animo pieno di enorme tristezza e
solitudine.
Freddo come solo il ghiaccio può esserlo.
Nessun legame, a parte una fievole amicizia con
il fidanzato della sorella.
Un’anima vuota e senza scopo.
Camminò per il lungo corridoio che dava alla
sala da pranzo, finendo di mettersi in ordine prima che suo padre scoprisse che
cosa aveva in realtà fatto pur di saltare quella stupida riunione.
Non curandosi di guardare dove andasse, il
giovane andò a sbattere contro una fanciulla che portava vaso pieno d’acqua,
facendola cadere.
“Ehi, attenta a dove vai, razza di stupida!”-
sbraitò Kei, guardando male la giovane, che raccoglieva ad uno ad uno i cocchi
del vaso, senza mai alzare lo sguardo.
Una giovane molto graziosa, sapete?
Capelli come l ‘oro, ricci e tenuti in ordine
da una coda bassa.
Occhi castani, grandi e profondi.
Un viso scarno, ma comunque liscio e ben fatto.
Labbra rosee e sottili e un corpo tonico,
seppur molto magro.
“Vi chiedo perdono, mio signore.”- sussurrò la
giovane, finendo di raccogliere tutti i pezzi del vaso. Kei la osservò, dall
‘alto in basso, con un piccolo moto di disgusto.
Non ricordava quella serva, ne avevano
parecchie al loro servizio. Erano tutte molto magre e alcune fragili, ma lei
sembrava diversa.
La giovane finì il suo lavoro e si alzo,
tenendo sempre gli occhi bassi… Era proibito alle serve guardare un nobile o i
loro padroni dritti negli occhi.
“Vi chiedo ancora perdono, mio signore.”
“Vedi di guardare dove vai, qualcun altro
avrebbe reagito in maniera peggiore”
“Certo, principe Kei.”- la giovane fece un
lieve inchino e superò il ragazzo, che prima di lasciarla andare le porse una
domanda…
“Come ti chiami? Al momento mi sfugge il tuo
nome.”- la fanciulla voltò appena il volto, tenendo sempre gli occhi bassi.
“Mi chiamo Aline, mio signore.”- mormorò
dolcemente, rifacendo di nuovo l ‘inchino e sparendo lungo il corridoio.
Kei la vide andare via ed entrò nella sala da pranzo dove suo padre e sua sorella, in compagnia del fidanzato nonché capitano delle guardie, lo stavano aspettando.
“Kei, finalmente! Si può sapere dov’eri
finito?”
“Sono stato occupato, scusate il ritardo.”
“Immagino cosa ti ha tenuto occupato,
fratellone.”- mormorò maliziosa la giovane principessa.
A differenza del fratello aveva i capelli
castani, lunghi fino alle spalle, ma gli occhi erano gli stessi del principe.
Un bel viso, liscio e ben curato e un corpo piccolo ma comunque perfetto: una
bellissima principessa.
“Fatti gli affari tuoi, Malisa!”- esclamò
irritato il giovane principe, suscitando una risatina alla sorella.
“Yuri, ma come fai a sopportarla? Altro che
capitano, devi essere un santo.”
“Diciamo che la so gestire meglio di te.”- Yuri
Ivanov, capitano delle guardie che, nonostante la giovane età, aveva fatto
carriera grazie al suo talento e al suo valore.
Era l ‘unico amico che Kei potesse definire
tale e per “amico” intendiamo una persona che lo sopportasse. Da quando si era
fidanzato con la principessa Malisa il loro rapporto si era intensificato dal
fatto che presto sarebbero stati parenti.
Il matrimonio ovviamente era stato combinato,
ma quei due avevano finito per l ‘innamorarsi sul serio, cosa che a Kei in
fondo faceva piacere.
Ma per quanto lo riguardava non aveva alcun
interesse per l ’amore.
Lo considerava un sentimento stupido e privo di
significato, aveva giurato che non si sarebbe mai innamorato.
Ora vi spiegherete il perché del suo
comportamento con il gentil sesso…
Un caso davvero pessimo, signori.
“Kei, figliolo, voglio cogliere l ’occasione
che siamo tutti qui per annunciarti che ho preso una decisione.”- il re, Sosuke
Hiwatari, un uomo severo e rigido, ma un buon sovrano per il suo regno. Capelli
argentei come il figlio, fisico possente, un leggero accenno di barba e viso
dai lineamenti marcati, ma non duri.
“Quale decisione, padre?”
“Ho firmato un contratto con il re del regno
vicino, per solidificare questa unione abbiamo deciso che tu e la sua
primogenita vi sposerete.”- il principe fece cadere la forchetta, fissando con
astio il proprio genitore, mentre la sorella e Yuri lo guardavano preoccupati.
“Spero che sia uno scherzo.”
“Nessuno scherzo. Incontrerai Camille domani a
pranzo e per il tuo bene ti conviene essere cortese.”
“Io non intendo sposare una perfetta
sconosciuta!”
“Tu farai come ti ordino, o saranno guai,
capito?!”- una caratteristica del caro Re: tutto quello che dice è legge.
Normale per un sovrano, non trovate?
Lo sguardo del giovane principe era in preda
alla collera: mai al mondo avrebbe sposato una donna di cui conosceva solo il
nome. Non voleva fare come sua madre, che aveva vissuto infelice per tanti anni
accanto ad un uomo che non amava.
Si alzò di scatto dal tavolo, uscendo dalla
grande sala e avviandosi verso la biblioteca, certo del fatto che nessuno li lo
avrebbe disturbato.
Entrò sbattendo forte la porta, facendo però sobbalzare la persona che in quel
momento si trovava lì, intenta a fare pulizia.
“Mio signore…”
“Ah, sei tu Aline.”- mormorò scocciato,
sedendosi di peso sulla prima poltrona e sbuffando sonoramente. Aline gli
rivolse occhiate fugaci, cercando di non farsi notare… Si domandava cosa mai
poteva turbare tanto il suo principe.
Continuò le sue mansioni, continuando ad
osservarlo… Lei lo trovava bellissimo.
“La smetti di fissarmi di sfuggita?! Mi dai sui
nervi!”- esclamò adirato il giovane principe, facendola spaventare.
Non trovate che questo giovane sia totalmente
all ‘oscuro di cosa siano le buone maniere?
Aline si scusò e fece per andarsene, quando una
mano grande e calda le afferrò delicatamente il polso… Si voltò e vide il
principe trattenerla.
“Scusami, lo so che tu non c’entri.”
“Non preoccupatevi altezza, ma se posso
permettermi cosa vi affligge?”- Kei la osservò, incuriosito: quella fanciulla
aveva qualcosa che nelle altre non aveva mai visto, ma non riuscì a capire di
cosa si trattasse. Forse parlare con qualcuno non gli avrebbe fatto peggio di
come si sentiva in quel momento… Non si sfogava mai con nessuno.
“Posso parlarti senza problemi? Insomma, non
sei una persona che spettegola.”
“Signore, l ’unica persona con cui posso
parlare è me stessa, non abbiate timore.”- il giovane principe colse molta
tristezza in quella frase, ma cercò di non badarvi e invitò la ragazza a
sedersi accanto a lui. Le rivelò la decisione di suo padre di farlo sposare con
una donna mai conosciuta, il suo rifiuto e anche la sua paura.
Paura di non avere scelta, di essere destinato
per sempre all ‘obbedienza.
Aline lo ascoltò, paziente e gentile, come una
vera ascoltatrice.
“Mio signore, comprendo il vostro turbamento, e
penso che abbiate ragione.”
“Ma non posso ribellarmi, mio padre ha già
deciso tutto. Mi negherà la corona se non faccio ciò che mi ordina.”
“E la corona è più importante della vostra
felicità? Non pensate che forse dovreste anteporre voi stesso al vostro
titolo?”- mai Kei aveva sentito tanta saggezza venire da un semplice servo.
Quella ragazza sembrava quasi una nobildonna, se non fosse stato per gli abiti
spogli e l ‘aspetto trasandato.
“Si, probabilmente dovrebbe essere così.”
“Non siete mai stanco di stare nella vostra
gabbia dorata?”
“Ci sto bene, ho tutto quello che desidero.”
“Ne siete sicuro?”- quella domanda lo colse
impreparato? Era davvero sicuro di essere felice? Di avere tutto quello che
voleva? Ora non lo sapeva più.
“Si, almeno credo…”
“Verreste con me in un posto? Non è lontano, è
qui nel castello.”- domandò dolcemente Aline, mentre Kei continuava ad
osservarla: cosa aveva quella giovane da provocargli il turbamento che sentiva
in quel preciso istante?
La giovane serva gli porse la sua mano, lui la
afferrò e lo condusse in sul retro del castello, aprendo una piccola porta di
legno e arrivando in un posto dove il sole batteva radioso e il prato era pieno
di fiori in sboccio.
C’erano delle rovine, ma davano un tocco di
antichità a quel posto così suggestivo.
Kei si guardò intorno, pensando che era già
stato in quell ‘angolo del suo palazzo, ma non lo ricordava…
“E’ un bel posto.”
“Non vi ricordate? Da bambini venivamo qui.”-
il giovane principe la guardò stupito: lui andava in quel posto con quella
serva? Gli era difficile crederlo.
Aline lo fissò, sorridendo tristemente: si era
dimenticato dei momenti passati insieme quando erano poco più che fanciulli e
non lo biasimava…
Chi voleva ricordare il tempo trascorso in
compagnia di una misera serva?
“Veramente? Non lo ricordo.”
“Venite, vi mostro una cosa.”- lo prese di
nuovo per mano e lo condusse dietro ad una colonna, dove vi erano incise due
lettere: una K e una A.
“Sono le nostre iniziali.”
“Le abbiamo fatte noi con un sasso, dicendo che
questo sarebbe stato per sempre il nostro posto segreto.”
“Perché l ’ho dimenticato?”- mormorò il giovane
principe, più a se stesso che alla giovane accanto a lui. Si sedette su una
delle rocce, cominciando a guardarsi intorno… Era tranquillo, nessun rumore, se
non quello del vento e di qualche uccellino che cantava la sua gioia al sole.
Come avrebbe voluto essere come loro, poter
volare libero, senza nessuno che lo comandasse.
“Mio signore, vi ho turbato portandovi qui?”
“No, è solo che… Mi rendo conto che ho
dimenticato i momenti più belli della mia infanzia e sapere che li ho passati
con te, una serva che ho sempre trattato male… Mi rende infelice.”- la giovane
sorrise lievemente: per un attimo le era sembrato di rivedere il Kei fanciullo
cresciuto insieme a lei.
Era molto diverso, sapete?
Un bambino molto taciturno, è vero.
Ma quando era con lei liberava la sua felicità
e la sua voglia di vivere celate sempre dentro di se.
“Vi lascio solo, devo tornare al lavoro.”
“No, ti prego. Resta ancora un po’, per
favore.”- Aline lo guardò negli occhi e vi lesse una specie di supplica a cui
non seppe dire di no.
Si sedette accanto a lui, osservando il
cielo…Era azzurro, solo alcune nuvole ne turbavano il colore, ma era sempre
bellissimo.
“Davamo un nome alle nuvole, vero?”- chiese all
‘improvviso Kei alla giovane accanto a lui, che lo guardò sorridendo: forse
cominciava a ricordarsi qualcosa.
“Si, lo ricordate?”
“Vagamente. Tu ne avevi chiamata una “palla di
neve” perché si sembrava un’enorme palla di neve.”- i due cominciarono a ridere
di gusto.
Non sono belli insieme?
Il chiaro esempio de “gli opposti si
attraggono”.
Una gioia per gli occhi e per il cuore.
Smisero di ridere, fissandosi intensamente… Per
la giovane il tempo sembrava essersi fermato. Tante volte aveva sognato quel
momento…
Di essere lì, insieme a lui, di averlo così
vicino.
Sentire il suo respiro, il suo profumo
inebriarle le narici.
Le sue mani accarezzarle la pelle…
Ma era un sogno impossibile, almeno per lei.
Kei stava già avvicinando il suo viso a quello
di Aline, quando la ragazza abbassò il volto e scese dalle rocce, dirigendosi
verso la porta da cui erano entrati.
“Aline, perché scappi?”
“Perché non voglio essere ingannata, non da
voi.”
“Come sai che voglio ingannarti?”
“So quello che fate con le ragazze, non sono
una stupida.”- Kei la guardò colpevole: forse era per quello che aveva
dimenticato tutto, che aveva dimenticato Lei.
Crescendo era diventato un uomo stupido e
immorale, che usava le ragazze solo per gioco e divertimento personale.
Non voleva amore e non lo ricercava. Così come
la felicità, non gli importava.
Tranne che in quel momento, con quella ragazza.
Con lei voleva.
“E’ vero, io sono come dici tu, ma con te è
diverso.”
“Non potete saperlo e non voglio che l ’unica
persona che abbia mai amato si prenda gioco di me. Ora scusatemi, ma devo
tornare al lavoro.”- Aline, con gli occhi lucidi, fece un lieve inchino e sparì
oltre la porta, lasciando solo Kei con i suoi pensieri.
Quella giovane lo aveva amato.
E forse lo amava ancora.
E lui, sciocco ragazzo immaturo, lo aveva
dimenticato.
L ‘unica che lo avesse mai amato era sua madre.
E aveva vicino un’altra persona che poteva
davvero dargli l ’amore.
Ma lo voleva?
Non faceva che chiederselo, quel giovane
principe smarrito che restò ancora qualche minuto ad osservare il cielo azzurro
e le nuvole.
*
Passò una settimana da quel giorno e per tutto il tempo Aline cercò di mantenere, per quanto le fosse possibile, le distanze dal principe Kei.
Quest’ultimo invece cercava in tutti i modi di
parlare con lei, con scarsi risultati: quella giovane sapeva essere anche più
testarda di lui.
Il giovane principe aveva incontrato la sua
futura sposa: una sciocca nobildonna che aveva come unico interesse il
prestigio e il suo trono. Come poteva passare tutta la vita con una persona
come lei? Se lo domandava spesso il nostro principe, chiedendosi se avrebbe
avuto gli stessi pensieri anche senza parlare con Aline.
Pensava a lei molto spesso, quasi tutto il
tempo della sua giornata… La vedeva lavorare, sorridere, anche affaticarsi. E
ogni volta sentiva una strana morsa allo stomaco e al petto, qualcosa che non
aveva mai provato prima.
Un vero colpo di fulmine, miei gentili
spettatori.
Del resto anche la giovane era in preda agli
stessi sentimenti.
Il suo principe le mancava, terribilmente… Ora
che finalmente aveva ritrovato quel lato di lui che tanto amava, era costretta
a stargli lontano.
Sapeva che presto si sarebbe sposato, con una
bellissima principessa.
Aveva visto Camille: capelli castani, tenuti
alla perfezione, labbra rosse e sottili, un viso a dir poco stupendo, occhi
smeraldo e un eleganza innata ad ogni nobildonna.
Come poteva competere con lei? Lei, una misera
serva senza un briciolo di classe o bellezza.
Tanti pensieri e molteplici emozioni
percorrevano gli animi di questi due giovani destinati ad incontrarsi.
Quando un giorno il fato decise che era il
momento di entrare in scena.
Aline stava raccogliendo i fiori in quel angolo
di castello che era il posto suo e di Kei, quando lo vide arrivare dalla
piccola porta di legno.
Kei sgranò gli occhi: finalmente, dopo giorni,
aveva la possibilità di parlarle e non se la sarebbe lasciata scappare.
La giovane serva si alzò per andarsene, ma lui
la trattenne per un braccio, fissandola intensamente con quei suoi occhi
ametista che lei tanto amava.
“Mio signore…”
“Smettila di scappare da me, Aline. Sono qui
per chiederti aiuto…”- la voce del principe era roca e triste, la giovane serva
lo fissò intenerita: la situazione in cui si trovava doveva pesargli molto.
Davanti ad una richiesta come quella, la
ragazza non seppe resistere e a costo di lasciarsi andare e infrangere ogni
regola prese il suo principe per mano e lo fece sedere accanto a lei, sul
prato.
“Ditemi, mio principe.”
“Kei. Per favore, non vedermi come un principe
in questo momento…”
“Va bene… Kei.”- era bellissimo poter
pronunciare il suo nome, il cuore di Aline era in preda alla gioia. Il giovane
le sorrise riconoscente, per poi rivelarle tutti i suoi tormenti… Quella
principessa che non sopportava, suo padre irremovibile, il matrimonio già
organizzato e nessuno che chiedeva cosa ne pensasse.
“Sai, io posso essere uno a cui non importa di
niente e di nessuno, so di essermi creato questa fama, ma da quando ho parlato
con te e ho ricordato i momenti passati insieme sento di voler essere diverso.”
“Sono lusingata, mio signore.”
“Non devi esserlo, davvero. Aline… Io voglio
stare con te.”- il cuore della giovane mancò di un paio di battiti: voleva
stare con lei. Ma cosa intendeva? Doveva saperlo o sarebbe impazzita.
“Che cosa intendete dire, mio signore?”
“Io credo, anzi sono sicuro, di averti amata
quando eravamo fanciulli ma crescendo la mia immoralità mi ha fatto dimenticare
quel bellissimo periodo della mia esistenza. Tu devi averne sofferto e questo
pensiero mi fa male…”
“Kei, voi non dovete… E poi una relazione tra noi
sarebbe comunque sbagliata. Voi siete un principe, io una serva.”
“Non mi importa!”- tuonò il principe, alzandosi in piedi e costringendo la giovane a fare altrettanto. Ma quando la fece alzare la cinse in un caldo abbraccio, inebriandosi del profumo di fiori di campo che la giovane emanava. Così come Aline si lasciò cullare dal calore e dal battito del cuore del suo principe.
“Principe…”
“Vieni via con me, Aline. Scappiamo insieme.”
“Cosa?”
“Me lo hai detto tu: la mia felicità e la mia
vita vengono prima di una corona o di un titolo. Ed io voglio rinunciarvi per
essere felice… Insieme a te.”
“Ma io…”
“Grazie a te ho riscoperto quanto è bello
provare sentimenti e il bellissimo sapore della vita. Sono innamorato di te, e
voglio vivere insieme a te. Non rifiutarmi, ti prego…”
Per la prima volta in vita sua il giovane
principe Kei stava aprendo il suo cuore.
Un cuore che per troppo tempo era stato chiuso
ai sentimenti.
Un cuore inaridito dalla stupidità e dall
’immaturità.
Un cuore che stava venendo riscaldato dal
tiepido amore di un’adorabile serva.
“Va bene, mio signore. Voglio fuggire con voi e
vivere al vostro fianco per sempre…”
“Mi ami, Aline?”
“Sempre, mio principe.”- Aline sollevò il
volto, sfiorando le labbra del principe con le proprie… Kei sentiva un calore
mai provato prima e non ci mise molto a ricambiare il bacio, stringendo a se
quell ’angelo che gli stava donando l ’amore che lui per anni, inconsciamente,
aveva sempre cercato.
Il bacio si fece lungo, appassionato,
disperato…
Caddero sull ’erba e in quel posto dove un
tempo il loro amore era solo una fievole luce…
Ora era sbocciato, sfociando nel fuoco della Passione.
Erano una cosa sola, che niente al mondo
avrebbe separato.
*
Padre, ho preso una decisione che spero comprenderai. Io
vado via, portando con me Aline… La amo e voglio passare la mia vita con lei.
Tu non mi avresti mai permesso di farlo, per questo rinuncio alla corona… Dalla
a Yuri, sicuramente sarà un re migliore di quanto io avrei potuto esserlo.
Forse un giorno ci rivedremo e mi avrai perdonato… Di a Malisa che le voglio
bene e che sono certo sarà una splendida regina per il tuo regno.
Per quanto riguarda te, Yuri, sappi che sei stato e sarai
sempre il migliore amico che abbia mai avuto. Abbi cura di mia sorella, falla
felice e sii un buon marito, fedele e leale al sentimento che vi unisce.
Padre…
Vorrei dirti tante cose, ma temo che ogni mia parola sarebbe sprecata.
Non ti
ho rinnegato, né ti odio per avermi costretto ad un matrimonio forzato, ma non
posso essere come tu mi vuoi.
La mia
felicità, la mia vita e il mio cuore vengono prima di un titolo.
Ti
sembrerà assurdo che io, il tuo immaturo figlio, ti stia parlando in maniera
così saggia.
Il
merito è di Aline… Quella giovane serva che ha passato con me l‘infanzia e di
cui ora sono talmente innamorato da rinunciare a tutto.
Spero
che capirai la mia decisione e non ci cercherai. Forse un giorno torneremo e
magari tu sarai pronto ad accettare il fatto che tuo figlio ha solo voluto
vivere libero.
Anche se
non te l ‘ho dimostrato, sappi che ti voglio bene.
Ne
voglio a tutti voi.
Addio.
Kei.
“Se n’è andato… Quel disgraziato di un figlio.”
Il Re Sosuke aveva ricevuto quella lettera da
una delle serve che si occupavano di rassettare le stanze. E a quanto si diceva
tra la servitù anche Aline sembrava essere sparita, così come Phoenix, il
cavallo di Kei.
Quei due erano davvero scappati insieme.
Malisa era stretta al suo amato Yuri, cercando
però di confortare anche il padre, conscia del fatto che quest’ultimo
probabilmente aveva sbagliato.
Obbligarlo a sposare una sconosciuta, per
giunta una persona non meritevole, era stato un gesto sbagliato ed ora doveva
pagarne le conseguenze.
Sapeva dell ’affetto, sfociato in amore, del
fratello per quella serva e adesso erano insieme.
In fondo era felice per loro, se Kei fosse
rimasto non lo sarebbe stato e non era giusto.
Perché lei poteva essere felice e lui no? Solo
perché era il maggiore? Non lo aveva mai capito.
“Padre, in fondo era prevedibile.”
“Malisa…”
“Lo hai obbligato ad una scelta troppo grande,
ha solo agito di conseguenza, andando
via con la persona che ama davvero. Non possiamo fare nulla, cercarli sarebbe
inutile.”
“Altezza, temo che vostra figlia abbia
ragione.”- Yuri, mise una mano sulla spalla del re, che li osservò: che
avessero davvero ragione? Quella lettera parlava chiaro, ma era pur sempre suo
figlio, il suo unico erede maschio. Doveva davvero lasciarlo andare?
“Forse avete ragione e poi, come ha detto lui
stesso, un giorno forse tornerà.”
“E tu lo avrai perdonato, padre?”- il Re guardò
sua figlia, poco prima di uscire dalla porta e le rivolse un sorriso triste.
“Solo il tempo saprà dircelo, mia cara figliola.”
Il Re Sosuke uscì da quella stanza, tenendo
stretta quella lettera, ormai unico ricordo di un figlio perduto che aveva
anteposto la sua vita al trono.
Scelta che nemmeno lui stesso aveva avuto il
coraggio di compiere, tanto tempo fa.
*
“Siete sicuro che non ci cercheranno?”
“No e comunque non ci troveranno, domani ci
imbarcheremo sulla prima nave diretta in Italia.”
“Perché proprio l ’Italia?”
“Non era tuo sogno andarci?”- Kei sorrise
radioso alla sua Aline, che lo abbracciò stretto, baciandolo. Si erano
rifugiati su una collina, lontano dal castello del principe, in una baita
abbandonata. Non rimpiangevano quella scelta, ora erano insieme e niente li
avrebbe divisi…
“Aline?”
“Si, mio signore.”
“Vuoi farmi un grande regalo.”
“Quale?”
“Chiamami Kei e dammi il tu. Non sono più il
tuo principe, ora sono semplicemente il tuo uomo e tale voglio essere.”- Aline
gli sorrise dolcemente, baciandolo a fior di labbra e abbracciandolo… Era vero,
adesso era solo il suo Kei.
Il suo compagno.
Il suo amore.
La sua vita.
“Va bene… Kei.”- i due risero, quando il
giovane prese la sua amata per mano, continuando ad osservare il sole che,
lentamente, andava a coricarsi dietro la collina dove avevano trovato rifugio.
“Aline, devo dirti un’altra cosa.”
“Ovvero?”
“Io ti amo.”
Tre semplici parole che possono colpire più di
ogni altra cosa il cuore di qualcuno.
La giovane sorrise radiosa, stringendosi ancora
di più a lui, sentendo il suo cuore battere e il suo profumo pervaderle l
’animo.
“Ti amo anch’io, mio dolce principe.”
Il sole davanti a loro sorgeva.
Ma l ’alba del nuovo giorno avrebbe illuminato
il cammino della loro nuova vita.
Insieme.
Come anime legate da un destino indissolubile.
*The
end*
E così anche questa
favola si è conclusa, signori e signore.
La storia di un amore nato per caso, rafforzatosi
solo con le emozioni.
Un amore che ha spinto due giovani a compiere una
grande scelta pur di stare insieme.
Il tramonto di un principe.
La nascita di un uomo.
Spero tanto che questa storia abbia colpito i
vostri cuori tanto quanto ha colpito il mio e spero tanto che me lo farete
sapere con le vostre preziosissime opinioni.
Anche per un Cantastorie è bello sapersi
apprezzato e anche criticato o consigliato.
Il cantastorie vuole ringraziare di tutto cuore
la sua lover Ika, la sua tesora Lirin Lawliet, la dolcissima Avly e la sua carissima Saruwatari_Asuka.
Grazie per il sostegno che non mi fate mancare mai in questa mia raccolta di
favole. Vi ringrazio dal profondo del mio cuore, vi voglio bene <3
E per deliziare
i vostri occhi ecco a voi le immagini di Aline, Malisa e Camille. Spero vi
piacciano^^
Questa tiepida favola è dedicata alla mia cara Asuka per il suo compleanno^^ Il tuo Cantastorie spera tanto che possa farti piacere questo piccolo regalo e ci tiene a dirti che ti augura il compleanno migliore del mondo e che ti vuole tantissimo bene <3 Buon compleanno, tesoro, ti voglio tanto bene <3
Alla prossima favola, miei carissimi spettatori.
Il vostro
Cantastorie.