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Autore: _aspasia_    15/09/2010    4 recensioni
Euterpe, la musa della musica dopo essere stata trasformata in statua si risveglia nella Roma del 2010. cosa accadrà alla musa?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2010. Roma, Musei Vaticani. È notte fonda ormai e la luna rischiara con i suoi pallidi raggi la sala delle muse. A un tratto si sente una leggera musica diffondersi nella sala, nessuno se ne accorge, le guardie sono altrove e le telecamere non registrano niente.

I capelli morbidi cadono sulle spalle e un peplo leggero ricopre placido le sue morbide forme, i piedi sono stretti da sandali greci e tra le mani tiene un flauto, è da lì che proviene quella musica soave.

Aprì gli occhi, due pozzi neri restati ciechi per tanto, troppo tempo. Dov’era? Cos’erano quelle cose attorno a lei?
Era tornata. Era tornata nel mondo dei mortali. Ma era sola, le sue sorelle non erano con lei. Dov’era? Perché si era risvegliata?

Come per rispondere a quelle mute parole qualcosa si mosse vicino a lei, era una figura femminile luminescente, stava uscendo davanti a lei da dei riflessi colorati che venivano creati da dei prismi colorati illuminati da una lieve luce che proveniva da una strana sfera. Era Iris, la messaggera degli dei ed ancella di Era, la personificazione dell’arcobaleno.

Forse lei avrebbe potuto dirle qualcosa; la sua figura era dolce ed aggraziata anche se era sorella delle arpie. Le sorrise e si avvicinò a lei.

Euterpe figlia di Zeus Egìoco, il tuo sonno è finito. La maledizione che ti aveva tramutata in statua è finita ed ora sei tornata nel mondo dei mortali”.

Iris ala d’oro , dove mi trovo? E le mie sorelle, le altre muse perché non sono ivi con me?”

musa la maledizione che ti incatenò in un corpo di pietra colpì solo te, le tue sorelle rallegrano l’Olimpo come nei tempi antichi, ma il tuo destino è un altro; colei che ti trasformò in pietra, Medusa la gorgone è morta da tempo ma tu solo ora sei di nuovo libera. Tuttavia non puoi tornar sull’Olimpo, il Cronide Zeus è stato cristallino resterai qui fino a quando non avrei adempito ai tuoi doveri; solo allora sarai libera di tornare dalle tue sorelle”.

Detto questo svanì misteriosamente come era arrivata, lasciando sola Euterpe, la musa della musica.

Era tornata.

Uscii da quel luogo stranissimo, dove erano le colonne? Dove erano gli altari? E cos’erano quelle strane sfere luminescenti da dove sgorgava una tenue e giallastra luce?

Era confusa e non capiva. Che anno era? Dov’era? Come avrebbe adempito ai suoi compiti come voleva Zues padre di tutti gli dei?

Arrivò alla fine di quella che era quella strana costruzione ed uscì.

Attorno a lei non c’erano i colori vivaci della sua madre patria, dov’erano le aspre scogliere? Dov’era Zefiro che soffiava potente? Dov’erano le polis? Vedeva solo cose grigie e per terra non vi era un morbido prato verde e nemmeno pietre ma una strana cosa nera. La pallida luna stava cedendo il posto all’alba e presto Apollo sarebbe arrivato sul suo carro alato portando il sole.

Intanto aveva camminato per tutte quelle stradine fino ad arrivare ad una piazza enorme, al suo centro si ergeva qualcosa di appuntito era enorme, intorno invece una serie di colonne si stagliavano formando un’ovale, davanti a lei una strada, dietro una chiesa. Che strana architettura, non aveva niente a che fare con la sua epoca, gli ultimi anni che ricordava erano quelli in cui Alessandro il Macedone conquistava terre su terre rendendo la Grecia una forza inarrestabile, e poi il nulla. Ricordava solo se stessa con un flauto e poi un leggero passo di donna, aveva alzato il viso verso il suo, ricordava solo due occhi colmi di ammirazione e un sibilare si serpenti. Era medusa, e lei aveva guardato i suoi occhi trasformandosi in pietra.

Ed ora eccola camminare per quelle bizzarre vie dove tutto era nuovo, strano, non sapeva se definirlo spaventoso od elettrizzante. Poi il sole si levò alto nel cielo, Apollo aveva trainato l’astro col suo carro ed ora la luce tornava illuminando qualunque cose incontrasse.

Le ore passavano e la gente cominciò ad arrivare. Come erano strani i loro pepli! Erano colorati e non avevano dappreggi, inoltre molti di loro portavano delle cose bizzarre sul naso, dai colori scuri nascondevano i loro occhi. Tra le mani tenevano strane armi che puntavano davanti a loro per lasciare nuovamente. Non capiva. Cos’era tutto questo? Essi non erano il suo popolo.

Un ragazzo intorno ai 25 anni le venne incontro.

Salve signorina. Scusi mi può dire che ci fa qui vestita in questa maniera?”

Euterpe inclinò il capo, stranamente capiva quello che diceva, grazie ai Numi Zeus le aveva conferito la capacità di capire tutte le lingue che venivano parlate attorno a lei.

In che senso signore? sono vestita come tutte le donne achee, non vedo niente di bizzarro”.

Ceerto- rispose lui con un netto sarcasmo nel tono della voce- perché secondo te le ragazze vanno in giro vestite come nell’antica Grecia”

Perché giovane guerriero, non siamo forse nella terra di Menelao? Nella terra di Paride? In che anno siamo?”

Beh ragazza, qui siamo a Piazza San Pietro, in Vaticano. E siamo nel 2010, sai no…dopo cristo.”

Cristo? Chi è costui? Un altro figlio di Crise?”

Il ragazzo la guardava sempre più perplesso, non credeva ad una sola parola che proferivano le sue labbra e cominciava a pensare seriamente che lei fosse realmente pazza.

Come ti chiami ragazza?”

Euterpe, musa della musica.”

Euterpe…la vera Euterpe? Sei sicura di non essere scappata da un manicomio? Io comunque sono Stefano e sono di Roma. Sono un musista”

Intanto una folla di curiosi aveva circondato la povera ragazza cominciando a scattarle delle foto per il suo strano abbigliamento. Il ragazzo la guardò preoccupato e le disse:

Euterpe, non vorrei sembrare un maniaco ma secondo me sarebbe meglio se tu venissi con me a casa mia; probabilmente ti andranno bene dei vecchi vestiti di mia sorella; lei non abita più con me e quindi potresti usare i suoi. Desteresti meno l’attenzione dei turisti.”

che fanno costoro?- chiese la ragazza in lacrime- come possono avere le saette del saggio Zeus? Che vogliono da me? Falli smettere mortale, sei un musicista un mio discepolo salvami dai titani!”

  
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