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Autore: lilyblack    15/09/2010    16 recensioni
Harry come la Rowling non ce l'ha mai mostrato,dopo la guerra.Una guerra imponente che non può non mietere vittime anche emotive e anche tra i vincitori. Harry, sulla tomba di chi ha amato e ha perduto. *°*°*°* Questa storia ha partecipato al 48h contest sul Forum di EFP,classificandosi QUINTA.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Allora, questa storia ha partecipato al 48h contest sul forum di EFP.
E' arrivato quinto e metterò punteggio e giudizio alla fine della storia.
Ci tengo a spiegare che gli errori,penso la maggior parte, XD che mi hanno penalizzata sono stati eliminati e corretti. Spero almeno che il sonno me li abbia fatti vedere tutti.
Grazie,lily.


Nick autore: (sul forum e su EFP) lilyblack

-Titolo: Lettera a un padre
-Personaggi: Harry Potter, Sirius Black
-Pairing:-
-Genere: introspettivo, drammatico
-Rating: verde
-Avvertimenti: OneShot, slice of life
-Introduzione: Harry come la Rowling non ce l'ha mai mostrato,dopo la guerra. Una guerra imponente che non può non mietere vittime anche emotive e anche tra i vincitori. Harry, sulla tomba di chi ha amato e ha perduto.
-NdA (Note dell’Autore): Non è una slash. L'amore di cui parlo è assolutamente filiale. Io immagino così Harry distrutto dal dolore dopo la guerra, quando non aveva più niente da pensare e il peso dei suoi lutti gli è tutto ricaduto sulle spalle. Non ci sono tutti gli aspetti del suo carattere, ma chi distrutto dal dolore rimane totalmente fedele a se stesso? Io reputo comunque tutto ciò un'oscenità,quindi qualsiasi giudizio verrà dato sarà un guadagno.


L'erba cresceva ovunque lungo il viale percorso, lentamente, dai piedi di Harry.
Tutto li sembrava adattarsi al suo ritmo di vita, come una casa accogliente che apriva le braccia al figliol prodigo. Il vento accarezzava con più delicatezza possibile i fiori di campagna, uno scoiattolo si era fermato a guardare la triste figura vestita di rosso che aveva appena oltrepassato i cancelli e perfino le foto delle lapidi sembravano aver fermato il loro perenne agitarsi all'interno delle piccole cornici di bronzo.
Sembrava un giardino, più che un cimitero; Harry si rese conto che quel pensiero era da tempo nella sua mente, insieme a tanti altri che si era rifiutato ostinatamente di accettare.
Affidandosi solamente alla memoria dei suoi piedi si incamminò verso uno spiazzo lontano dal centro, lì dove cinque tombe, candide come cigni, attendevano l'eternità l'una accanto all'altra.
Un sospiro di sollievo lo colse, finalmente, in quel regno di morte, come se gironi infernali fossero quelli che aveva attraversato fino ad allora e solo lì, nel luogo della sua meta, avesse trovato l'agognato paradiso.
Apparentemente tranquillo, bastava guardarlo accuratamente, nei dettagli e nelle sfumature, per rendersi conto della tensione nervosa che lo percorreva dall'interno come un fuoco rovente.
Le braccia tremavano nervose, senza sosta, come se una scarica elettrica gli attraversasse perennemente i nervi e le mani gesticolavano, volavano in aria, come se un burattinaio invisibile tirasse le fila di un fantoccio oramai vuoto.
Passarono ore e solo quando le gambe furono troppo stanche per reggere il peso esiguo del suo corpo si accasciò a terra, gli occhi che non abbandonavano mai le tre tombe centrali.

REMUS J. LUPIN

SIRIUS BLACK

JAMES POTTER

I malandrini gli sorridevano dai piccoli spazi angusti che la morte concedeva loro, tutti vicini come lui stesso aveva voluto, ma il suo sguardo tornava costantemente sulla foto del suo padrino, come se il Bambino Sopravvissuto fosse stato preda di un'ossessione o di una malattia.
Tra le mani stringeva una lettera e le labbra sembravano voler leggere quelle parole, nere sull'inchiostro ma gelate sulle sue labbra, che sembravano non volersi sciogliere.
Il custode del cimitero di Godric's Hollow passò alle sue spalle, facendosi il segno della croce davanti al dolore di quel ragazzo che ogni giovedì, da due mesi, passava tutta la giornata li, con una lettera in mano che riportava sempre con se, senza leggerla mai.
Quando l'aria fu squarciata finalmente dalla sua voce, il tramonto stava calando.
Il tono che aveva sfidato spavaldo Voldemort era scomparso o, per meglio dire, nascosto sotto il tremolio tipico di chi ha appena subito un lutto e non riesce nemmeno a parlare, senza che il minimo soffio d'aria gli ricordi cosa ha perduto.
Tormentò più e più volte il foglio di carta, prima di decidersi ad iniziare la lettura, occhi negli occhi con la raffigurazione mortuaria dell'unico genitore che avesse mai conosciuto.


Caro Sirius,
mi manchi.
E' un modo banale per iniziare una lettera che non leggerai mai, ma è la cosa più vera che provo in questo momento.
Ed è tanto credimi, perché non so più cosa provo.
Ho vinto, ma non sono felice.
La mia vittoria ha portato troppa morte e il mio cuore è esploso.
E' stata un'esplosione subdola e silenziosa, Sirius, di quelle che arrivano in sordina e distruggono tutto ciò che incontrano.
Ho solo diciotto anni, ma sono il fantasma di me stesso, l'unica cosa che mi tiene vivo è il venirvi a trovare, ogni giovedì.
Sono caduto dentro i miei stessi pensieri, quelli che avevo ignorato per rincorrere i pezzi dell'anima di un uomo che forse l'anima non l'aveva mai avuta.
Il primo atto delittuoso di Voldemort risale a quando aveva appena otto o nove anni, come ho potuto pensare di essere il suo erede, come ho potuto avere questo timore, Sirius?
Io a quell'età piangevo perché non avevo nessuno che, al ritorno da scuola, mi abbracciasse felice.
Io ad otto anni mi sentivo solo e mi sento ancora solo, Sirius.
Solo in questa landa desolata che non ha niente da offrirmi.
Ron ed Hermione stanno insieme ormai e Ginny ha la forza di una leonessa, ma come posso andare avanti quando è la base del mio palazzo che manca?
Mi manchi.
Mi sento patetico a dirlo, ripiegato su me stesso ed egocentrico come tutti mi hanno sempre rimproverato di essere.
Sono stato orgoglioso, testardo e ho sbagliato tanto, ma tu saresti stato fiero di me.
Non mi avresti mai sgridato per un errore futile,
Non avresti mai rimproverato il mio seguire l'istinto,
Avresti riso ad ogni mia battuta
e ricordato ogni mio compleanno.
Mi avresti amato come mio padre e mia madre non potevano più fare, nonostante io te li avessi portati via.
Mi sento in colpa: ti ho portato via tutto quello che avevi ed è strano che l'abbia fatto proprio con te, l'unica famiglia che abbia mai conosciuto.
Il tuo migliore amico e sua moglie sono morti per colpa mia.
Tu sei morto per difendermi.
A nulla sono valse le parole dell'Ordine, di Silente e di Remus: non è vero che tu volevi morire così, tu volevi vivere e la morte proprio non l'avevi contemplata nella tua vita.
Eri morto per dodici anni ad Azkaban e saresti dovuto vivere per altri ottanta per far sfogare tutta l'immensa voglia di far esplodere il mondo che avevi dentro.
Non ho fatto niente per te da vivo, ma sto provando a fare qualcosa da morto.
Ti ho creato una tomba; sei qui, al centro fra papà e Remus.
Ho ricomposto i Malandrini ed è una delle poche cose di cui vado fiero.
Dovevate vivere uniti e io vi ho riuniti almeno nella morte, perché la vostra amicizia non era meno forte di nessun amore.
Mi sento una donnicciola, sto perfino piangendo mentre scrivo, ma sento che se non affronto almeno una volta tutti i miei punti irrisolti con te, non ci sarà mai una nuova strada per me.
Nessuna Signora Potter, nessun piccolo Sirius o piccola Lily, nessuna carriera da Auror per difendere la pace che ho tanto faticosamente portato.
So che non sono stato l'unico a combattere, tutte le vostre facce sulle lapidi me lo ricordano ogni giorno, ma sono tremendamente egocentrico e non posso fare a meno di mettermi al centro del mondo.
Sono come te, l'unico esempio che abbia mai avuto.
Sono come mio padre, come ogni giorno mi ricorda lo specchio.
Ti prometto che sarò un ottimo padrino per Teddy come tu lo sei stato per me, e sarò un ottimo padre per i miei figli come Remus e papà non hanno avuto l'occasione di essere.
Riderò e vivrò ogni volta che ne avrò l'occasione ed ogni brindisi che farò sarà in vostro onore.
Vorrei dormire accanto a voi, ma so che l'unico modo per onorare chi è morto per me è vivere al meglio delle mie possibilità.
Ora devo andare,
Ti prometto che non farò niente che tu non avresti fatto ed eviterò ogni saggio consiglio. Si sa,
i consigli li dà chi non può più dare il cattivo esempio.
Ti prometto che il tuo ricordo non mi abbandonerà mai e che non ti farò mai sentire solo.
Papà ha la mamma.
Remus ha Tonks.
Tu avrai il mio ricordo e il mio amore filiale per sempre, perché forse non ero come mio padre, ma ti ho amato come ti ha amato lui.
Lui era tuo fratello,
io ho l'onore di considerarmi tuo figlio.
Per sempre tuo,
Harry.



La figura vestita di Rosso e Oro chiuse la lettera e la mise in un cassetto fatto, probabilmente, appositamente ricavare nella tomba dell'ultimo dei Black.
Baciò la foto di sua madre e sorrise a tutti gli altri giovani volti che sorridevano sotto la luna, prima di andare via, senza voltarsi indietro, con un sorriso sulle labbra che racchiudeva l'illusione di aver visto un sorriso per lui, e solo per lui, sulle labbra del più bello dei Malandrini.

*°*°*°*°*°*°

Quinta Classificata – Lilyblack 
“Lettera a un padre”
 

Grammatica: 6.05 
Stile e lessico: 10/10 
Caratterizzazione dei personaggi: 15/15 
Originalità: 19/20 
Gradimento personale: 5/5 

55.05/60 
Questa storia è assolutamente stupefacente. Molto ma molto bella, piena di sentimento e di emozioni vivide. Le sensazioni che l’autrice ha cercato di imprimere su carta, vengono trasmesse perfettamente all’ignaro lettore. La bravura di lilyblack nel condensare all’interno di una One-Shot un’intera vita di sofferenze e di disgrazie d’ogni tipo, è molto evidente in questa storia. Perché il personaggio di Harry Potter vive. Vive tra le parole che lilyblack ha scritto. Con tutti i suoi difetti, le sue imperfezioni e tutte le sue sofferenze.
L’introspezione dei pensieri di Harry è altissima. Il personaggio viene presentato dall’autrice con diverse sfaccettature, munito di pregi e di difetti che appaiono assolutamente ed inequivocabilmente reali agli occhi del lettore stesso. E il lettore, mentre legge, verrà colto da un senso di impotenza, d’assoluta malinconia e, forse, anche una certa sensazione di pietà e di tormento. Perché questa One-Shot non è una semplice One-Shot, no, è un vero e proprio colpo al cuore per il lettore. Colpisce forte. 
Ciò che rovina molto la qualità di questa splendida Fan Fiction sono gli errori che l’autrice ha inavvertitamente o meno, disseminato nell’intero testo. E non stiamo parlando di una manciata di errori, no, sono veramente tantissimi. Spazi necessari tra le parole che sono stati omessi svariate volte, diversi errori di battitura, il se che indica la persona stessa privo dell’accento, qui scritto con l’accento, il verbo dare in terza persona scritto senza l’accento sulla lettera “a” e, per finire, la mancanza totale di un punto fermo. 
Tutto questo ha contribuito ad abbassare notevolmente il tuo punteggio nella grammatica. Ora, io non so perché tu ci abbia presentato una storia piena di carenze e di inesattezze; ma tuttavia le sviste possono capitare una o due volte, eppure qui non stiamo parlando di una qualche errore di distrazione. Se fosse solo per qualche misero errore di distrazione o di battitura, non me ne preoccuperei e non ti farei questo discorso. Ma avresti potuto ottenere un punteggio molto alto, Lily, se solo avessi prestato maggiore attenzione al testo. Avresti dovuto controllare e ricontrollare meglio. 
Perciò, in sintesi l’originalità c’è ed è molta, la caratterizzazione del personaggio principale è approfondita e traspare ogni suo sentimenti dalle parole utilizzate dall’autrice; mentre, invece, la grammatica lascia piuttosto a desiderare. Ma lo stile e la sintassi utilizzata sono assolutamente da premiare. 
Una Fan Fiction che andrebbe assolutamente letta senza remore, perché è meravigliosa e, nonostante sia cosparsa di errori, rende vivido il dolore provato dal personaggio. 
Complimenti, lily! 

   
 
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