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Autore: virgily    21/09/2010    1 recensioni
Senza rispondergli allora la piccola mora fece un passettino in avanti, accorciando le distanze tra loro e si mise appena in punta di piedi, era un po’ titubante ma sicura di quello che voleva fare. Si avvicino’ ancora, quel tanto che le bastava per restituirgli un bacino sulle labbra. In quella piccola frazione di secondo, mentre le loro labbra erano semplicemente poggiate l’une sulle altre, sia Craig che Ettie sentirono i loro piccoli cuoricini cominciare a battere forte e quando si separarono la piccina gli sorrise -grazie- ridacchio’ prima di senitre la voce della mamma chiamarla per medircarle la mano. Lascio’ cosi’ Craig solo, sperso nel pieno del suo ingenuo e candido stupore.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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NICE TO MEET YOU ANGIE

 

 

 

 

 

Max dal canto suo, sebbene odiasse il fatto che avesse preso parte ad una competizione cosi’ stupida e totalmente priva di senso, si era offerto lo stesso di aiutarlo, dopotutto era il suo migliore amico, non poteva tirasi indietro; non ora che Craig aveva bisogno piu’ che mai di lui. Di scatto si volto’ dall’altro lato del letto e osservo’ il suo conmodino in legno scuro tetramente vuoto e spoglio. Allungo’ una mano e apri’ lentamente, quasi fosse timoroso, il cassettino ove all’interno vi era un frammento molto importante di tutta la sua vita: un fotografia un po sbiadita di due ragazzi di circa quindici/sedici anni: abbracciati l’uno accanto all’altra con gli occhi serrati e le labbra dischiuse, quasi volessero baciarsi. Da quando la sua Ettie era partita quella piccola fotografia era l’unico ricordo materiale che possedesse di lei, l’unico oggetto che riusciva a non farle dimenticare il suo visetto pallido e dolce, le sue labbra morbide e rosee. Sentendosi preso da un’attacco di depressione malinconica la sua mente viaggio’ automaticamente per un’ennesimo trip: lui e la sua Sarah, in camera del moro che facevano l’amore nella penombra e nel silenzio piu’ totale; le lenzuola non trapelavano alcuna nudita’ e dalle loro labbra sgusciavano solamente sussulti e lievi gemiti. Craig sentiva il cuore leggero, si sentiva libero e finalmente felice, come se quel vuoto che da tre anni gli aveva mangiato e legorato le membra si fosse finalmente appagato e colmato. Sorrise dolcemente alla sua bella, che stordita e stranita osservava un punto indefinito della camera, e sicuramente non lui

 

-piccola? Tutto bene?- le domando’ improvvisamente scostandole una ciocca rossiccia dal viso, cosi’ che potesse lasciarle un tenero bacio sulla guancia

 

-c-chi e’ quella?- gli domando’ a sua volta con tono serioso indicandogli con lo sguardo una piccola cornice argentata contenente la fotografia di lui e la sua Ett

 

-e’ la mia migliore amica, ci conosciamo da quando eravamo piccoli. Perche’?- le domando’ ridacchiando a sua volta, stentando a credere al fatto che fosse gelosa

 

-levala immediatamente dalla mia vista- affermo’ fredda e spietata fulminandolo con lo sguardo. Immediatamente Craig rimase a dir poco allibbito dalla sua affermazione crudele e imperosa; non l’aveva mai vista cosi’, mai pensava che la sua dolcezza si potesse frantumare nel giro di pochi secondi

 

-Ma... Sarah e’ soltanto una vecchia foto, per di piu’ di una mia amica...- ma il moro non ebbe neanche il tempo di finire la frase che immediatamente la rossa gli tappo’ le labbra con un bacio suadente, passionale ma allo stesso tempo possessivo

 

-si e’ fatto tardi e io devo andare. Vedi di farla sparire-disse rivestendosi velocemente, quasi volesse scappare da qualcosa, o forse da lui stesso

 

-perche’?-

 

-perche’ sei il mio uomo. Fine della storia-

E per quanto stupido potesse essere, lui obbedi’ come un bravo cagnolino; nascose cio’ che aveva di piu’ caro al mondo per la donna che amava, e che ama tutt’ora, pur trovandosi tra le braccia di un’altro uomo.

 

Diede un’ultimo sguardo alla fotografia e la poggio’ sul comodino, ove doveva stare, e socchiuse gli occhi. Sperava che un buon sonno potesse alleviare tutto il dolore, tutta la disperazione che da tempo si portava dentro; pergo’ affinche’ un dolce sonno lo cullasse, regalandogli la pace.

 

-hi-hi Mr. Hug hai avuto una bellittima idea a venire qui! Ettie questa volta non ci trovera’ hi-hi- una vocina squillante e melodiosa ruppe improvvisamnte il silenzio che si era venuto a creare, e che aveva avvolto il moro in uno stato di dormi-veglia rilassante. Gli parve un cinguettio, un docile richiamo da parte di un grazioso uccellino.

 

-Mr. Hug guarda! C’e’ un ragazzo! Come dici? Assomiglia all’amichetto di Ettie? Ne tei siciuro?- domando’ la dolce melodia deliziandogli l’udito con il solo suono della sua vocetta

 

-hmm, shi! E’ lui!- esulto’ improvvisamente dopo pochi secondi di silenzio. Fu cosi’ che Craig senti’ che qualcosa di piccolo ma molto agile si arrampicava sul suo letto, e una manina piccola e mordiba accarezzargli una guancia, quasi volesse coccolaro e accudirlo con amore e dolcezza

 

-hmm cosa? Dovrei svegliarlo? Okey! Craig! Hey Craig?- quella manina piccola dal suo viso si diresse assieme assieme all’altra sulla sua spalla, cercando di scuoterlo con tutta la forza che aveva. Mabbit si sentiva stranito, chi era? Cosa voleva da lui? Ma sopratutto cosa centrava Ettie? Spalanco’ gli occhi e si alzo’ di colpo, cogliendo la fragile cratura di sorpresa: aveva la pelle pallida e vellutata, le labbra piccolissime e rosse; una folta chioma corvina le incorniciava gli occhi verdi e quel sorrisetto tenero, quasi dipinto sul suo volto lo fece palpitare. Gli parve un sogno, perche' non poteva  credere che la sua prediletta, la sua Ett fosse tornata bambina e fosse venuta per lui, seguita a ruota dal suo fido orsacchiotto

 

-E-Ettie?- domando’ titubante sentendosi improvvisamente paralizzato dallo sguardo vivo e intenso della piccola. Alla sua domanda la bambina comincio’ a ridere a squarcia gola abbracciandosi forte l’orsetto di pezza, che nel corso degli anni era sempre rimasto identico: con il pelo folto e morroncino, gli occhi color nocciola e un grande fiocco blu sul collo.

-io non sono Ettie! Io sono Angie!-  rispose orgogliosamente scandendo bene il suo nome, quasi come se dovesse presentarsi a qualcuno di veramente importante

-Angie chi?- domando' incuriosito il moro rimanendo sulle sue per secondi interminabili: chi era questa strana bambina? e perche' assomigliava cosi' tanto alla sua piccola Ett, la sua amata moretta dagli occhi verdi?

-la sorellina! Tupido!- ridacchio' esopnendogli un dolce sorriso, rapendolo in un folle uragano di curiosita' e stupore, che lo fece lettaralmente partire per quello che si mostrava il piu' lungo dei suoi fantomatici trip mentali. 

  
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