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Autore: Mannu    24/09/2010    0 recensioni
Un oggetto misterioso entra nel sistema solare e nessuno se ne accorge fino a quando sbuca da dietro la Luna. Scatta una delle più grandi operazioni militari di tutti i tempi, ma questa situazione coinvolge inaspettatamente una persona molto, molto comune...
Questo racconto è il "gemello diverso" di "A metà strada": dal momento che volevo tentare una storiella di primo contatto ma non sapevo scegliere tra due idee, le ho scritte entrambe.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'altra metà del viaggio
2.

Stazione orbitante Apollo, Palazzo 23, sede dell'emittente televisiva Network 23. Un'ora e mezza dopo l'avvistamento.

Il telefono di Nadine richiamò l'attenzione facendo lampeggiare una porzione di schermo dove la giornalista stava faticosamente scrivendo, inventandola di sana pianta, un'intervista destinata a essere recitata da alcuni attori per un pezzo di colore da trasmettere in giornata come tappabuchi. Il volto annoiato del suo redattore capo fece la sua comparsa in una finestra video.
- Nadine fammi un favore: pare che ci sia l'ennesimo avvistamento… aspetta, non sbuffare… si stanno scaldando un po' troppo per essere completamente campato in aria. Vai a controllare, per favore. E passa a prendere una telecamera.
- Ma devo ancora finire il pezzo di colore per…
- Grazie, Nadine.
La finestra video sparì. Che palle, pensò Nadine. Nessuno ha voglia di muovere il culo qui e allora tocca a me. Se mi avessero detto che una volta diplomata in giornalismo sarei finita così, non ci avrei creduto. Pensò che l'unica nota positiva era che aveva una bella scusa per passare qualche minuto da Andreas.
Salvati i lavori incompiuti bloccò il suo terminale per evitare occhi indiscreti e si diresse al magazzino tecnico dove avrebbe ritirato una telecamera portatile per le interviste. Il magazzino si trovava una ventina di piani più sotto ed era il regno di Andreas, un bel ragazzo che, nonostante avesse numerosi capelli bianchi, non doveva essere molto più vecchio di lei. Le piaceva ma non aveva ancora avuto il coraggio non solo di chiedergli l'età, ma nemmeno di chiedergli se era già impegnato o se gli sarebbe piaciuto uscire con lei.
Sventolò il proprio badge di Network 23 di fronte alla serratura e quella scattò obbediente. Dietro il bancone protetto da una pesante rete metallica non c'era nessuno.
- Andreas? – chiese Nadine, incerta. In magazzino non c'era mai confusione, ma non trovare qualcuno era insolito.
- Arrivo – la voce dell'uomo giunse da lontano, da dietro alcuni degli scaffali che sorgevano geometrici ovunque, protetti e resi inaccessibili anch'essi da una rete metallica. La porta che unicamente Andreas e il suo vice potevano aprire, era solo accostata.
Attraverso la rete metallica Nadine poté finalmente vedere Andreas e un sorriso radioso le affiorò spontaneamente sul viso.
- Ciao! – era sinceramente contenta di vederlo.
Lui aveva tra le mani una telecamera di buona qualità e una scatolina con le memorie. Le porse tutto attraverso la feritoia nella rete e in cambio prese il badge di lei col quale registrò lo scarico del magazzino.
- Mi ha chiamato il tuo capo per avvisarmi. Ha detto che così non perdi tempo.
Andreas le sorrise e Nadine si sentì autorizzata a considerarlo suo complice. In qualche modo il suo capo si era accorto che il tempo che ci impiegava a prelevare e riconsegnare materiale dal magazzino era sospettosamente troppo.
- Ciao bello… - salutò a malincuore lei. Doveva proprio andare.
- Ciao, bella.
Mentre aspettava l'ascensore Nadine si rese conto di sentirsi come se avesse bevuto qualcosa di un po' troppo forte.

Contemporaneamente, a bordo dello shuttle Iris.

- Notizie dalla Compagnia? – chiese il comandante.
- No.
- Ma avranno capito?
- Hanno dato il ricevuto. Non è detto che abbiano capito. Conosco il funzionario a cui finiscono in mano questo genere di cose: posso cercare di contattarlo.
- Beh, allora fallo: sto misurando un po' meglio quell'oggetto: duemilaquattrocento metri circa… ha una eco radar chiarissima, quasi come se fosse fatto di metallo – disse il secondo pilota.
L'ufficiale addetto alle comunicazioni si mise alla tastiera e cominciò a battere rapidissimo il messaggio. Lo inviò appena finito senza chiedere nulla al comandante come avrebbe voluto il protocollo di bordo.
- Com'è che hai conoscenze tra i funzionari? – il comandante, incuriosito, sollevò gli occhi dagli strumenti.
- Conosco Khan Banter fin dai primi giorni delle selezioni per entrare alla Compagnia… eravamo entrambi in lista come piloti, solo che lui era… un tantino sovrappeso e l'hanno scartato agli attitudinali. È risultato invece un valido elemento per la sede e ai tempi l'avevano messo alla contabilità. Per essere il primo impiego era un bell'inizio. Quasi come salire a bordo e farsi le prime ore di volo come tecnico qualificato. Ai test attitudinali sono stato l'unico che ha tentato di aiutarlo e lui mi ha preso in simpatia per questo, credo. È una brava persona. Gli ho inviato un messaggio personale.

Ares, stazione orbitante militare. Quarantotto minuti dopo l'avvistamento.

La stazione orbita rotolando pigramente su se stessa, un tappeto bianco e blu sotto di lei. A una delle sue estremità, irte di ogni genere di dettagli, tre minuscoli portelli circolari si aprono lentamente come un diaframma lamellare. Dopo pochi secondi da ciascuno dei te portelli viene espulso in rapida sequenza e a grande velocità un oggetto. Tre droidi da battaglia con equipaggio, tre droidi antropomorfi configurati per la massima velocità e autonomia di volo. Corte ali modulari sono state installate sopra la corazza e serbatoi ausiliari sono montati su braccia e gambe con l'incarico di alimentare i motori supplementari ingordi di carburante.
Appena lanciati la loro velocità è già notevole ma subito brillano gli scarichi dei propulsori e i tre droidi, in formazione allargata, accelerano ancora.
- Leader Giallo a squadra, mantenete la formazione allargata e procedete in automatico fino a nuovo ordine. Armi in sicura e occhi aperti.
- Giallo 2 ricevuto.
- Giallo 3 ricevuto. Scarico dei dati della missione completato, la destinazione si trova a mezza orbita di distanza. Automatico confermato.

Stazione orbitante Apollo, Palazzo RaeMec, settantanovesimo piano, sede della Compagnia Tedemac.

Banter si accasciò sulla sua poltrona personale, modificata per sostenere il suo peso. Tutta quella fatica per incontrare il Direttore e questo poi non l'aveva neanche voluto vedere, mettendo sulla sua strada quell'antipatica cagna da guardia della Lobin. Che rabbia. A quest'ora la sua memoria era sicuramente già stata travasata nel terminale della giovane strega che col contenuto si sarà fatta una risata.
Si allungò verso il suo terminale e, sentendo che il suo dovere nei confronti della Compagnia era stato adempiuto, cercò di contattare l'Esercito. Loro forse sarebbero stati più interessati a quello che aveva da mostrare. Poi sarebbe andato a mangiare da Macy: aveva fame.
   
 
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