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Autore: Liy    04/10/2010    1 recensioni
Beatrice trattenne a stento un gemito, cercando di soffocarlo mordendosi le labbra leggermente gonfie.
“Ba-Battler...! Non lììì!”
Quel loro frammento era unico, ed irripetibile.
[BatoBea][slight-pwp][AU]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Battler Ushiromiya, Beatrice Ushiromiya
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Fuori tema
Personaggi: Battler, Beatrice.
Pairing: BattlerxBeatrice.
Rating: Arancione.
Genere: Fluff, slice of life, pwp.
Avvertimenti: One-shot.

Note: Altra fanfic! Questa è stata scritta nel giro di una giornata - oggi piove, e quando piove io scrivo. Prima di lasciarvi alla "lettura", un grazie speciale alla Wand, che legge sempre tutto quello che scrivo e recensisce! Grazie mille! <3

Disclaimer: Quei due qua non mi appartengono, con mio immenso dispiacere.

Fuori tema

 

Beatrice trattenne a stento un gemito, cercando di soffocarlo mordendosi le labbra leggermente gonfie.

Si contorse appena sotto il peso di Battler, il capo volto all'indietro, verso i cuscinetti del divano e i loro libri di testo abbandonati – che ormai giacevano sparsi per tutto il salotto.

Sentiva dolore... e piacere. Un forte calore in punti che non credeva nemmeno di avere – e che avrebbe continuato ad ignorare, se non fosse stato per il giovane che ora la sovrastava.

Lo vedeva digrignare i denti mentre la guardava sorridendo – no, più che un sorriso quello era un ghigno.

Erano entrambi rossi in volto ed avevano il fiato corto. Respiri brevi, fra un gemito e l'altro.

“Ba-Battler...! Non lììì!”

Lui ghignò ancora, senza prestare attenzione alle sue parole e continuò imperterrito, strappando un gridolino a Beato, che lo maledì con lo sguardo. L'avrebbe fatta pagare a quell'idiota, si disse, nel tentativo di non esplodere in quel momento e di rovinare tutto.

Infondo, lei non voleva che tutto quello finisse così in fretta. Non avrebbe permesso che finisse così in fretta.

“Ah... aah!”, trattenersi, cercare di non dare soddisfazioni a quell'incompetente – che rideva compiaciuto ogni volta che lei ansimava – sembrava impossibile.

Le dava fastidio sapere che lui godeva nel vederla così vulnerabile – e così dipendente da lui – ma non poteva fare a meno di desiderare comunque con tutta sé stessa quella situazione.

Odiava quel sorriso idiota sul volto di Battler, ma adorava il fatto che fosse lui ad averla sotto il suo controllo.

Sobbalzava ad ogni suo tocco, la pelle che sembrava andare a fuoco sotto le dita di lui – che la toccavano fremendo di gioia mista a paura, paura probabilmente dettata dalla sua inesperienza.

Una lenta, dolorosa agonia era la loro. Un'agonia che, tuttavia, piaceva ad entrambi.

“Ba... ah-ttler!”

Beatrice inarcò la schiena, il petto premuto contro quello del giovane e le dita strette saldamente alle coperte del divanetto.

Ancora un gemito lasciò le sue labbra quando Battler le morse appena il collo, le mani intente a tener Beato per i fianchi – per non farla scappare dalla sua presa, e perché adorava poterla avere sotto il suo controllo. Il solo fatto che lei dicesse il suo nome con quel tono – totalmente diverso dal solito, senza nessuna risata ineducata – lo faceva impazzire. Vederla sotto di sé, rossa in volto, con la fronte imperlata di sudore e praticamente già al proprio limite era una soddisfazione che non avrebbe mai creduto di ottenere in tutta la sua vita – anche se l'aveva spesso sognata una situazione simile, dovette ammettere.

“Zitta, Beato... zitta!”, le afferrò le gambe e spinse più forte di prima, assicurandosi di tapparle la bocca con la propria, soffocando i suoi gemiti.

Beatrice imprecò quando fu la prima a venire, la vista che si appannò per qualche attimo mentre tremava ancora stretta a Battler. E lui rise, uno sguardo vittorioso in volto.

“Ho vinto io”, le sussurrò ad un orecchio, mordicchiandole il lobo.

Nemmeno Battler durò oltre e, dopo pochi secondi, si accasciò stanco su Beato, il respiro affannato e le palpebre sempre più pesanti, che chiedevano un po' di riposo.

“Battler...”, sussurrò Beato, accarezzando il volto del giovane, “sei sudato e pesi... levati.”

Lo spinse a lato, facendolo cadere dal divanetto con un sonoro thud.

“Aah... Beato!”

Battler la prese per le gambe e la trascinò con sé, avvolgendola con entrambe le braccia quando finì sopra di lui. “Che cosa stai-!?”

Uno sbuffo, le sopracciglia e le labbra piegate in una smorfia stizzita.

“Sei una stronza ingrata, lo sai?”

“E tu sei un idiota, lo sai?”

“Aah, senti chi parla!”

E continuarono ad insultarsi e ridere, ignari che quel loro momento era particolare e speciale. Unico.

In alcuni frammenti non si sarebbero mai incontrati, in altri non avrebbero passato il loro tempo in quel modo...

Quel loro frammento era unico, ed irripetibile.

“Stupido idiota.”

E loro avrebbero continuato a ridere e scherzare, ignari di quanto fossero fortunati.

   
 
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