Plic.
Plic.
Osservi
annoiato le gocce che scivolano sul finestrino.
Dev’essere
bella la vita per una goccia.
- Lucy,
muoviti! – urla tua madre. Lucy appare sulla porta.
- eccomi! –
esclama. E entra in macchina, scavalcando Susan, già seduta
compostamente, e
sedendosi in mezzo.
Le
gocce non hanno problemi come la scuola.
Le
gocce hanno una vita facile.
Peter sbuffa
divertito. È seduto davanti, affianco al posto di giuda.
Ride, vedendo la
faccia imbronciata di Susan. Poi posa il suo sguardo su di te.
Tu lo ignori
come sempre.
O forse non te
ne accorgi nemmeno.
Le
gocce non fanno in tempo nemmeno a rendersi conto
della fine che faranno.
Le
gocce cadono senza sapere che sotto di loro le
aspetta l’asfalto delle città.
Le
gocce vivono nella loro beata ignoranza.
- ehi Ed, ci
sei? –
La voce di
Peter ti riscuote dai tuoi pensieri.
Lo guardi.
Come sempre cerca di capirti. Di comprenderti.
Sorridi. Non
ci riuscirà.
- certo. –
rispondi. Poi torni a fissare le gocce, con calma.
Sono
strane le gocce. in ogni paese sembrano
diverse.
A
Narnia sembravano tante piccole lucciole d’acqua.
Qui a
Londra sembrano lacrime.
Bah..
sarà il grigio del fumo a farle star male.
- bene
ragazzi, salutate casa. Per tre mesi non la rivedrete più.
– comunica
soddisfatta Helen Pevensie, mettendo in moto la macchina. Peter si gira
e Susan
sospira rassegnata. Lei voleva rimanere a casa, ma la mamma non glielo
ha
permesso. Lucy lancia occhiate eccitate fuori dal finestrino di Susan,
che
cerca in tutti i modi di tenerla calma.
- papà è
già
dai nonni? – chiede Peter. Helen annuisce. Sorridi. Ti piace
andare dai nonni,
perché hanno una bellissima casa di campagna, in mezzo al
verde e non troppo
lontana da un centro abitato. Ti sembra di tornare a Narnia, quando vai
lì.
- ci sarà
anche la zia? – domanda Lucy. Helen sospira.
- certo Lucy.
Come tutti gli anni
– la piccola della
famiglia abbassa lo sguardo.
- ma non
potrebbe starsene a casa sua? – sbotti tu. Perché
la zia è l’unica nota stonata,
che ti ricorda che a Narnia non ci puoi più tornare.
- oh, Edmund.
Ma apri bocca solo per criticare la gente? – sbuffa Susan. Le
lanci uno sguardo
offeso.
- beh, prima
ha detto “certo” – scherza Peter. Lucy
ridacchia. E a te scappa un sorriso.
- e stamattina
ha detto “buongiorno” – continua Helen,
lanciando un’occhiata complice al
figlio minore, dallo specchietto retrovisore.
- mamma! Non
ti ci mettere anche tu! – esclami divertito.
- oh, ha
parlato! – ride Lucy.
- beh, io non
parlo perché parlate sempre voi. Uno silenzioso ci vuole in
questa famiglia,
no? altrimenti ci sarebbe il caos totale – ragioni tu, con
aria saccente,
facendo ridere tutti tranne Susan.
- oh, povero
il nostro piccolo e serio ascoltatore! –
- ogni tanto
potresti anche interromperci sai? Non mordiamo mica! –
- ahaha! Ed
che ascolta! Ahah! –
- ehi, tu!
Piccola bimbetta pestifera! Cos’è che ti fa tanto
ridere? – esclami, fingendoti
offeso, e iniziando a fare il solletico a Lucy, che si dimena, cercando
di
liberarsi dalla cintura di sicurezza.
- Edmund,
smettila. Rischiamo di beccarci una multa. – ti rimbecca
Susan, con tono
freddo.
La situazione
torna a calmarsi.
- ti lamenti
tanto che io parlo solo per criticare la gente, però anche
tu ci metti del tuo…
- borbotti contrariato. Lucy ridacchia, e Susan ti guarda male.
- susu,
ragazzi, fate i bravi! Metto su un po’ di radio, ok?
–
Helen accende
allegra la radio e, mentre le canzoni passano una dopo
l’altra tu torni a
fissare fuori. Le piccole gocce continuano a scorrere imperterrite sul
finestrino, ma se guardi un po’ più in
là, verso la fine della strada che state
percorrendo, vedi un raggio di sole.
E sorridi,
nonostante la pioggia continui a fare plic.
Non
chiedetemi da dove salti fuori questa – unh..
– roba.
Non
so neanche perché l’ho scritta. Ma, finalmente,
questo Edmund somiglia un po’ di più al vero
Edmund! Yay!
La
volevo postare stasera, per non intasare troppo
la sezione con storie mie, ma stasera sono ad una festa -.-
Quindi
cavoli vostri ù.ù
In
qualsiasi caso spero di non aver scritto una
scempiaggine troppo scempiagginosa.
Love You <3