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Autore: hannibalizetheworld    14/10/2010    2 recensioni
"-Vuoi essere mio..?-
Bastarono queste parole per coprire tutta la musica della sala solo nelle loro teste.
Con un piccolo sorriso, l'italiano si poggiò al petto del tedesco, carezzandolo dolcemente.
-...Tu che dici?-"
[GerIta][Per quelli che hanno già letto, la Fiction è stata modificata da me con alcune aggiunte! Godetevela
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Deja Vu


"Comincia qui, La storia mia con te..."

E così, lo stava aspettando seduto ad un piccolo tavolino in ferro battuto, dipinto di bianco latte.
Era in riva al mare. I gabbiani volavano sereni in quella splendida giornata di sole.
Sapeva che quella volta non avrebbe avuto nulla da temere. Contro ogni scherzo del destino lui ce l'avrebbe fatta.
Un caffè, disse a lui. Per convincerlo, aveva pensato.
Guardava l'angolo della strada aspettandosi di vederlo al più presto. Era lì da quasi dieci minuti ormai.
In anticipo...
La gente che passava lo guardava come se fosse stato dimenticato da qualcuno.
Ma lui sorrideva. Un sorriso bello e luminoso come il sole.
Così Ludwig lo descriveva, fermo dietro ad un auto, fissandolo da lontano. Era troppo bello per essere vero.
Non poteva essere capitato a lui. Un bel sogno da cui presto si sarebbe svegliato. E allora perchè non goderselo appieno?
Avanzò qualche passo verso il piccolo bar dove il ragazzino italiano lo aspettava. Lo sorprese, come gli piaceva sempre fare.
Feliciano lo guardò. Sembrava stesse quasi per piangere tanto era felice.
-Ludwig!- Canticchiò alzandosi dalla sedia.
-...Alla fine sei venuto-

"Perchè sei tu, Il mondo e forse più..."

Erano le cinque passate. Le luci del tramonto cominciavano a farsi strada tra le nuvole del cielo.
Sentiva il suo respiro sulla spalla e non resisteva nel voltarsi e godersi quel piccolo momento di tenerezza.
Era quello che stava aspettando. Uno dei più bei colpi di fulmine che poteva mai aspettarsi dalla sua vita.
I suoi capelli brillavano, lucenti, alla fioca luce del tramonto. Li carezzò. Quando potevano essere morbidi, proprio come la seta.
Le sue guance arrossate, lo sguardo rivolto verso il panorama, la bocca semi dischiusa, le mani giunte tra le gambe.
Troppo bello, troppo felice per essere vero. Anche se in un certo senso, Ludwig sperava fosse davvero tutto reale.
Almeno per quella volta doveva farsi coraggio ed andare avanti.

"Il tempo passa, La vita si ripete..."

Bastò quel semplice invito a dargli la piena conferma. Sarebbe andato in quel locale, a trovarlo, per vedere solamente lui.
Non badò molto a come si sarebbe dovuto presentare, sapeva con sicurezza che doveva presentarsi da solo, o altrimenti il suo piano sarebbe andato in fumo.
...Piano?
Tutto tranne quello! Stava pensando troppo, in fondo era solo un dannatissimo invito! Una comunissima festa.
Sì. Nel locale più popolato e famoso della città. Una discoteca affollata, dove tutti i pensieri della vita quotidiana vengono abbandonati all'entrata, sostituiti dall'alcool.
L'annebbiamento della mente, la confusione della folla, la potenza della musica, la calura dei corpi e dei respiri pesanti, la mancanza di aria.
Un classico dei posti frequentati dai ragazzi più giovani. Ragazzi che invece di trovare una ragione per vivere, continuavano a rovinarsi di giorno in giorno.
Droghe, fumo, alcolici, cattive amicizie. Di certo non era come l'aveva conosciuto, a Feliciano.
Gli era sembrato sin troppo buono e a posto per essere una persona del genere! E ancora si stava chiedendo come mai quella sera, come mai in quel posto!
Forse era per darsi arie con qualche amico di bevute, qualche giovane della sua età, magari più carino di lui.
...No.
Non potevano esistere fiori più belli di lui, quello che presto sarebbe diventato il Suo italiano. E lo avrebbe protetto a costo della vita.
Come faceva ad esserne così sicuro se neanche ci era uscito nel vero senso della parola?
Il suo era semplicemente intuito.
Quello che era certo non avrebbe fallito neanche una volta.

"Oggi sempre come ieri..."

La musica gli entrava lentamente nella testa. Il volume ormai aveva superato la soglia del sopportabile.
Mani alte al cielo in uno spazio così stretto per molti.
Si faceva avanti tra la folla, guardandosi intorno, scrutando nuove facce, nuove espressioni.
Quello che cercava lui però, non era nulla di tutto quello.
Alla fine della saletta li vide. Tre, alti cubi che si illuminavano a intermittenza.
Sopra uno di questi, precisamente quello centrale, vide l'oggetto del suo desiderio.
Con lo sguardo perso nel vuoto, muoveva ogni parte del suo corpo a ritmo di quella musica spaccante.
Stivali neri in pelle, pantaloncini dello stesso colore che seguivano perfettamente la linea delle sue gambe, così sottili.
Una maglietta semi-trasparente che gli copriva, per quello che poteva, il busto superiore.
Un filo di matita sotto i suoi occhi e qualche polsino lungo le braccia.
Il suo era un movimento lento e ben studiato.
Catturava l'attenzione senza che nessuno avesse il tempo di fuggire da lui.
Gli si avvicinò ancora per quello che poteva, sistemandosi proprio sotto al suo cubo.
Con gli occhi lo scrutava, non perdendosi neanche un centimetro di quello spettacolo proprio dinanzi a lui.
Il ragazzino italiano sul cubo gli rivolse uno sguardo per qualche secondo, portandosi le dita alle labbra.
Sembrava lo volesse chiamare a sè.
In effetti, pensò il tedesco che continuava a fissarlo, era proprio quello che stava facendo.
Prese coraggio, perdendo quel briciolo di orgoglio che gli era rimasto, e si tirò su, sopra quella scatola luminosa.
In due su un cubo così stretto non era di certo semplice, ma la soluzione venne trovata in un istante dal moretto.
Cominciò lentamente a poggiare e muovere il suo piccolo bacino contro quello del biondo di fronte a lui, incitandolo.
Ludwig non se lo fece ripetere sicuramente una seconda volta.
Gli circondò la piccola vita con le sue grandi, enormi, braccia, seguendo i movimenti di Feliciano.
Si erano incontrati per caso il giorno prima in un bar lungo la via principale.
L'italiano glia veva offerto un caffè e così avevano cominciato a parlare del più e del meno, dei loro interessi.
Poi... Arrivò l'invito dell'italiano a quella serata.
Quella canzone gli piaceva particolarmente, al tedesco.
"No Fire, No Fire! I wanna feel the Music higher and touch the Sky!"
Socchiuse gli occhi godendosi quel momento, lasciandosi andare a quella danza lenta e provocante guidata dal piccolo italiano.
Quando li riaprì...
"I wanna live with You, a Deja Vu..."
Gli bastò poco per raggiungere quelle dolci, morbide labbra che lo avevano così attratto.
Un bacio che di casto non aveva assolutamente nulla.
Ludwig apriva e chiudeva le labbra a ritmo con la canzone, mentre l'italiano gli portava lentamente le braccia attorno al collo.
Una passione indimenticabile in quella sera, ormai diventata notte fonda.
Sollevandogli piano la maglietta, il tedesco prese dolcemente l'italiano per i fianchi, guardandolo con dolcezza.
Feliciano in un primo momento parve non notarlo, ma poi fu quasi impossibile evitare quello sguardo di fuoco.
-Vuoi essere mio..?-
Bastarono queste parole per coprire tutta la musica della sala solo nelle loro teste.
Con un piccolo sorriso, l'italiano si poggiò al petto del tedesco, carezzandolo dolcemente.
-...Tu che dici?-
Finalmente aveva trovato quello che cercava. Non un'esperienza così, di una sola notte, con il primo che capita.
I suoi sentimenti, il suo Amore, era ricaduto tutto su quel ragazzino.
Non bastarono altra risposta e altre parole.
Ludwig lo prese in braccio e facendosi di nuovo spazio tra la folla si diresse verso l'uscita del locale.
Il vecchio cubo luminoso era stato occupato da altri ragazzi, che continuavano a farsi trasportare dall'enfasi della serata.
"I don't wanna lie, I'm feeling so good..."
Feliciano rizzò le orecchie ridacchiando e mordicchiando piano l'orecchio del tedesco.
-So take me away, So take me with You-
Ludwig lo fissò, avvicinandosi alla sua bocca, mordendo piano il labbro inferiore.
-Hey mistery girl, I'm falling for You..-
Di nuovo.
Un altro di quei baci così travolgenti, passionali, che per il tedesco dignificavano molto.
E sperava davvero che qualcosa si stesse risvegliando anche nell'italiano tra le sue braccia.
Qualche sentimento nuovo, qualche nuova sensazione. Voleva condividere tutto con Feliciano e glielo aveva fatto capire anche troppo bene.
-Ja, Ludwig... Lo so..-

"Storia, Amore, Sentimenti..."

Si erano fermati a pochi passi dal locale. Lui continuava a tenerlo in braccio, premurandosi di non fargli male in qualunque modo.
Tenerlo il più dolcemente possibile, per non arrecargli fastidi. Si stava preoccupando solo per lui in quell'istante.
E intravide una panchinetta nel parco poco distante la loro posizione. Avvicinandosi a quest'ultima, ci si sedette, mantenedo il ragazzino sulle sue ginocchia.
Sembrava un bambino, uno di quelli che aveva bisogno di una tata che lo guardasse in ogni momento. E gli si teneva aggrappato con forza, aveva freddo.
Ludwig gli baciò dolcemente la tempia, carezzandogli la nuca col sorriso sulle labbra.
Feliciano si lasciò andare a quelle tenere, non previste, coccole da parte del tedesco. Con un'aria così dura e fiera non se lo sarebbe mai aspettato.
Si avvicinò piano al viso del piccolo italiano, osservando quelle morbide labbra rosee che non facevano altro che chiamarlo.
-Prima, sono stato troppo rude con queste qui Feliciano... Saprai perdonarmi?-
Lentamente.
Assaporò di nuovo quella bocca, simbolo di un peccato che proprio quella notte si stava compiendo. Un bacio casto, dolce, profumato.
Il cuore del tedesco stava letteralmente per scoppiare, si sentiva morire. Sentiva il suo sapore dovunque e in quel momento avrebbe voluto che non finisse mai.
L'aveva già baciato qualche minuto prima all'interno dell'angusta discoteca, ma nulla di quel genere.
L'italiano gli portò dolcemente le braccia dietro la schiena, interrompendo il bacio per scendere lentamente sul suo collo e appropriarsene, mordendolo e lasciando qualche lappata qua e là.
E come non poteva non ricambiare quelle piccole attenzioni così mirate al suo punto debole. Eppure Feliciano era all'oscuro di tutto questo.
Dio quanto lo amava...
Il biondo soffocava qualche gemito di approvazione nei confronti del moro ancora seduto su di lui, cercando di mantenere veramente l'ultima goccia di dignità.
Non gli piaceva particolarmente risultare debole e indifeso davanti agli altri.
Ma forse... Godere per le attenzioni ricevute dal proprio partner non è così una cosa di cui vergognarsi?

"Un amore senza leggi, Senza regole e catene..."

Lasciarono il parco incamminandosi lungo l'affollata via principale della città, ancora così popolata di notte fonda.
Ludwig prese le chiavi del suo appartamento dalla tasca dei pantaloni, diventati ormai troppo stretti per contenere tutta la sua evidente eccitazione.
Aprì la porta e sollevò di peso l'italiano, che al gesto improvviso del tedesco emise un gemito di apprezzamento.
E così salì le scale...
Lo poggiò delicatamente sul letto, guardandolo per qualche momento.
Quel dolce sorriso della mattina precedente aveva lasciato spazio ad un'espressione decisamente diversa.
La stanza dove si trovavano era pervasa da un'aria pesante, dal calore dei loro corpi, dai loro pensieri così incentrati l'uno sull'altro.
Si volevano. Si desideravano. Un desiderio al di là di ogni immaginazione.
Il collo di Feliciano, così bianco, così puro, segnato dal passaggio del tedesco. Le sue grandi mani sui suoi piccoli fianchi.
I piccoli gemiti emessi dall'italiano sotto di lui lo incitavano a continuare, senza ripensamenti. No. Non ce n'erano in quel momento.
Nessuno dei due li aveva.
Avrebbero dovuto aspettare ancora un altro po' almeno per quelle cose.
Ma in quanto a violare le leggi della vita, le leggi di Dio, erano molto esperti. Come due Angeli caduti dal Cielo, ecco che peccavano insieme, indivisibili.
Le sottili gambe del moro, aperte su quelle candide lenzuola. La durezza del tedesco che lo possedeva senza risparmiarsi.
Un'entrata dolce, la sua. E spingeva beandosi di tutte quei piccoli versetti che Feliciano gli regalava durante quegli attimi. E non poteva non essere felice.
Il piacere sovrastava le loro menti, mentre con degli ultimi, faticosi respiri, ansimando, si liberavano sentendosi finalmente completi.
Insieme...

"Contadina senza storia, Io t'insegnerò l'Amore..."

Lo guardava. Dormiva tranquillo e il rumore del traffico fuori la finestra era finalmente cessato.
I suoi capelli castani illuminati dalla luce della luna erano davvero uno spettacolo indimenticabile, da ripetere ogni notte.
Non riusciva a dormire, il tedesco.
Non poteva dopo tutto quello che era successo.
Pensava, anzi ne era certo, di aver portato a termine, concluso appieno la sua ragione di vita.
E ce l'aveva proprio davanti ai suoi occhi.
E l'avrebbe avuta ancora per molto, come si diceva ogni volta...
-...Per sempre-

"Il piacere, La passione. La ragione, La morale..."

Fuori pioveva.
I loro corpi bagnati dalla pioggia.
Si spinsero fino al limite.
Godettero insieme.
Ripensavano ogni volta a quanto quella serata fosse stata bella.
Si concedevano sguardi profondi.
Non li davano più a nessun altro ormai.
E di nuovo, dopo qualche tempo, avrebbero ricominciato la loro avventura.
Non c'era ragione in tutto quello. Non c'era istinto, nè morale.
Piacere, passione, Amore.
Una notte calda, calda notte. Indimenticabile.
E lui lo sapeva. Sarebbe riaccaduto di nuovo. Avrebbero continuato così.
E ne era sempre più convinto.
Le sue parole risuonavano così sincere nella sua mente.
Sarebbe stato con lui per sempre, fino a quando il maledetto destino non li avrebbe divisi.
Magari il tempo... Magari un litigio...
Sicuramente una cosa positiva c'era.
Anche se il tempo passava, la vita si sarebbe ripetuta sempre. Ed oggi, sarebbe stato sempre come ieri, con l'unica differenza, che avrebbe lasciato spazio al domani.

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Salve di nuovo! Spero vi sia piaciuto questo mio breve sfogo ambientato in una GerIta (a mio parere) abbastanza OOC! <3 Ma comunque ne è uscita fuori una bella storia u.u <3 Commentate per consigli~
  
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