Anime & Manga > Shadow Lady
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Autore: Rik Bisini    09/11/2005    0 recensioni
Shadow Lady di Katzura è un fumetto poco noto a cui dedicai alcune fanfic che ora giacciono dimenticate su un sito che trascuro da anni.
Questa è la prima della serie, che risale all'estate 1998, e racconta cosa potrebbe succedere dal momento in cui il fumetto si interrompe.
Genere: Commedia, Sovrannaturale, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il ritorno di Shadow Lady'
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Shadow Lady e l'Ala del Demonio
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Il talismano perduto

All'ingresso del Commissariato un uomo dall'espressione asettica parlava ad un microfono.
"Continuano le imprese della celeberrima Shadow Lady, la ragazza che tiene sotto scacco da mesi tutta la polizia di Gray City. Le sue imprese sono sempre più causa di preoccupazione nella cittadinanza. Ne parliamo con l'ispettore Dory, che più volte è andato vicino alla cattura di questa singolare ladra."
All'interno, in un ufficio, l'ispettore Dory parlava sedendo ad un'ampia poltrona.
"Shadow Lady è senza dubbio il personaggio più singolare con cui abbia mai avuto a che fare. Ciò che mette assolutamente in difficoltà la polizia è che il suo obiettivo è il furto in se stesso piuttosto che il profitto che deriva da esso. Non fa ricettare quello che ruba, ma di quello che prende fa uso personalmente. Questo rende impossibile individuarla dopo che ha compiuto il furto."
"Si stenta a crederle." osservò il commentatore accigliandoci.
"Eppure è così" insistè l'ispettore "io stesso l'ho vista rubare trucchi per il viso da pochi soldi in un supermercato. In questi ultimi giorni stiamo lavorando con alcuni esperti per tracciare un profilo psicologico di Shadow Lady. Questo ci permetterà di arrivare facilmente al suo nascondiglio."
"Cosa può dirci di questo lavoro?"
"Dai trucchi che usa, crediamo che sia una esperta di chimica e di scienze in generale, oltre che un'atleta di notevoli qualità. Le caratteristiche caratteriali, il suo esasperato esibizionismo, fanno pensare che non sia una persona di successo e che queste sue imprese notturne siano un tentativo di riscattare una vita monotona."
"Ciò che attira alcune simpatie a Shadow Lady è proprio questo suo modo di esibirsi, non trova?"
"Certe esibizioni di Shadow Lady" convenne Dory "suscitano consensi specie nel pubblico maschile, parlo dei suoi abiti provocanti e del suo trucco sofisticato, ma il carattere di questa criminale, non dimentichiamo che Shadow Lady resta una criminale, si manifesta anche con i messaggi di avviso che ci invia prima di ogni colpo."
"Sembra però che negli ultimi tempi sia venuta meno a questa consuetudine."
"Cosa intende?" Dory era perplesso.
"Nessuno aveva lasciato un preavviso per il furto del diamante sottratto nelle prime ore della mattina al nuovo Museo dei Preziosi. è fra le pietre più preziose della città."
"Non siamo ancora certi che il furto sia opera di Shadow Lady."
"Davvero?" il commentatore tornò ad accigliarsi.
"Sì, si è trattato di un furto con destrezza, ma compiuto anche in gran fretta, a differenza di ogni impresa di Shadow Lady."
"L'opinione pubblica la pensa diversamente. Chi altri potrebbe essere in grado di sorprendere due guardie giurate e fuggire senza neppure farsi notare."
"Comunque" concluse Dory "sia che sia comparso un nuovo personaggio in grado di compiere imprese simili, sia che Shadow Lady abbia deciso di collezionare oggetti più raffinati, la polizia si trova di fronte ad una nuova sfida criminale, che non mancherà di raccogliere."
"Se per prendere i ladri bastasse questo..." pensò il commentatore.

"Aimi Komori" lesse Bright seduto ad una scrivania "perse i genitori all'età di tre anni, fino a tredici anni visse in orfanotrofio... da allora cominciò a vivere da sola, almeno secondo la versione ufficiale. Nessuna dote atletica degna di nota, nessun talento per giochi di magia o simili."
Si stuzzicò le labbra con il dorso di una matita.
"Eppure da qualche mese Aimi Komori si trasforma in Shadow Lady."
La sua mente si soffermò a ricordare, in pochi istanti ripercorse molti eventi recenti.

"Mettiti questo... non puoi andare in giro così!" aveva detto porgendo il suo cappotto ad Aimi Komori, il vestito lacerato, la sua treccia ed i ricci scompigliati, il suo viso senza un filo di trucco che l'affanno aveva reso tutto rosso, aveva l'aria di una qualunque ragazzina terrorizzata da un brutto incontro.
"Polizia di Gray City! Sei in arresto!" aveva intimato a Shadow Lady dopo averla raggiunta con un veicolo monoposto da egli appositamente progettato per catturare la ladra.
"Sei un po´ sbadata, eh?" aveva detto con un sorriso ad Aimi aiutandola a rimettere in piedi un tavolino.
"Perchè hai ucciso il signor Kleine?" aveva chiesto a Shadow Lady, vestita in modo ancora più succinto del solito, accanto a loro un uomo giaceva sul pavimento di una ricca villa.
"Shadow Lady ti piaceva..." aveva osservato Aimi tritemente "ma evidentemente preferisci anteporre il tuo lavoro a lei. Non ti importa la sua innocenza? Per quale motivo ti piaceva Shadow Lady?"
"Tu mi piaci come donna." aveva confessato Bright a Shadow Lady tenendola stretta per un polso, la ladra in quel momento aveva indosso un costume che ricordava l'aspetto di un coniglio.
"Nessuno riuscirà mai ad arrestare Shadow Lady..." aveva spiegato Aimi voltando le spalle a Bright "riuscirà sempre a svanire nel nulla come una nuvola di vapore."
"Nessun ladro al mondo" aveva detto Shadow Lady con il costume a brandelli "è mai stato salvato da un agente di polizia... prima di me." Nella casa di Aimi era rimasto solo il cappotto di Bright, accanto al quale stava un biglietto "Scusa se non te l'ho restituito prima..." c'era scritto "E grazie per avermi salvato..."

"Nelle prime ore di oggi" recitava la televisione "un ladro è penetrato al Museo dei Preziosi, sfuggendo alla sorveglianza. Ignorando oggetti di valore e fama maggiore, è fuggito portando con sè solo un diamante, il cui valore è comunque vicino al milione di yen."
"Che strazio questo notiziario" disse Demota "perchè non cambiamo canale?"
"Aspetta" replicò Karin "fammi sentire."
"...porterebbe la firma della famosa Shadow Lady, anche se per il momento non si escludono altre ipotesi. Abbiamo intervistato alcuni abitanti della zona a questo proposito."
"Ma no!" disse una giovane "non può essere venuta... non l'ho vista."
"Quella ladra?" chiese un uomo che vestiva come un impiegato di ufficio "Penso che sia ora che la polizia la catturi."
"Forse è vero che ha salvato la nostra città" osservò una voce di donna "ma non può prendere tutto quello che vuole."
"Shadow Lady è stata qui?" disse la voce di un giovane "proprio la sera che non c'ero..."
Karin azionò il telecomando e la televisione si sintonizzò su immagini di flora marina.
"Ehi, stavo sentendo!" protestò Demota.
"Ma che dici?" lo rimproverò Karin "era proprio uno strazio."
"E tu che hai deciso di fare? Qualcuno sta appropriandosi del tuo nome."
Karin alzò le spalle.
"La polizia non potrà cercarmi con maggiore impegno di quanto non faccia."
"E non hai paura di essere creduta un'avida criminale?"
"Non più di quando qualcuno che era con me portò via una statua d'oro di una donna nuda."
"Ma io non l'ho fatto per l'oro... e comunque dopo qualche tempo l'ho restituita. Ti aspetti che il ladro faccia lo stesso?"
"No, certo, ma la polizia lo prenderà."
"Intendi dire che Bright lo prenderà, vero?"
Karin non rispose.

"Sebbene quindi il furto abbia caratteristiche insolite per un'impresa di Shadow Lady, sembra ormai certo che la nota ladra sia stata vittima del fascino che i brillanti hanno sulle donne. Da Gray City..."
"Non può essere stata lei" disse la voce di Aimi dal suo letto di ospedale. La donnona che era nel letto accanto, in quella stessa stanza, distolse lo sguardo dal televisore.
"Come?"
"Era nella strada dove mi hanno assalito... è stata lei a soccorrermi."
La donna sollevò un sopracciglio.
"È così. Non è giusto che prenda la colpa di qualcosa che non ha fatto... Ah, ma lei non lo farà! Troverà quell'impostore. Ci scommetto. Altrimenti appena uscirò di qui la difenderò io. Qualcuno dovrà venirmi a prendere, prima o poi."
"Qualcuno... prima o poi?" ripetè la donna.
"I miei genitori sono in Europa. Mamma credo che sia in Olanda e papà dovrebbe averla raggiunta, se non è ancora in Germania. La mia governante, però, certamente mi starà cercando."
Il secondo sopracciglio della donna raggiunse il primo aggrottandosi sulla fronte.
Aimi tornò a sprofondare nel letto d'ospedale, incrociando le braccia sotto al seno "Non ha creduto nemmeno ad una sillaba di quello che ho detto." pensò.

Una pallida luna giocava a nascondino dietro le nubi della notte. Il vento però spesso trascinava via le nuvole, scoprendo il chiarore della luna e con esso la città che dormiva sotto di lei.
Non tutti dormivano però. Avvolta in un corto abito nero, provvista di lunghi guanti e di ampi stivali, Shadow Lady si lanciava con disinvoltura tra i tetti dei palazzi di Gray City. Demo svolazzava con indifferenza accanto a lei.
"Hai davvero deciso di non rubare nulla, oggi?" chiese Demo.
"In un ospedale?" ribattè Shadow Lady "E che cosa?"
"Magari dopo esserci accertati che quella Aimi stia bene, potremmo andare nella suite imperiale al Royal Hotel... scrivo l'avviso per Dory?"
Shadow Lady non rispose. Fece un balzo dal tetto, si aggrappò ad un lampione e con una giravolta in avanti raggiunse un albero all'interno di un cortile. Dopo un attimo correva in quel cortile.
Demo sospirò e la seguì in volo.
Shadow Lady saltò su di un balcone mentre Demo la raggiungeva azionando uno strumento che emise un acuto squillo.
"Buonasera gente!" disse la ragazza "sto cercando una ragazza arrivata ieri notte!"
Dentro si accesero un paio di deboli luci, prima che giungesse una piccola suora. La nuova arrivata raggiunse il balcone a piccoli passi frettolosi, ma quando vi uscì, non c'era più nessuno.
"È Shadow Lady!" urlò una voce che proveniva da un'altra delle camere.
Aimi si alzò troppo rapidamente dal suo letto e tornò a sorreggersi alla spalliera con una mano. "La testa mi scoppia" pensò.
Si fece coraggio e mosse un passo. "Devo parlare a Shadow Lady." disse a se stessa. La stanza era illuminata solo dalla luce sopra il suo letto. Con altri quattro passi incerti fu alla porta del balcone, la aprì e senti il vento aggrovigliarle i ricci. Cercò di raccogliere i suoi capelli in modo che il vento non lì portasse via. Quando alzò nuovamente lo sguardo, Shadow Lady era davanti a lei.
"Sei venuta..." disse Aimi.
"Direi che hai preso proprio una bella botta" disse Shadow Lady "ma sono contenta di vederti in piedi."
"Sei venuta per me." ripetè Aimi "Come quando mi hai salvato."
"Ehi" disse Shadow Lady "così mi fai arrossire. Ho solo pensato di fermarmi quando ti ho visto nei guai."
"Ma gli altri pensano che tu sia andata a rubare. Non devi permetterlo."
"Cosa?" chiese Shadow Lady.
"Io non voglio che la gente pensi che tu sia una semplice ladra. Io so che non è così, che sei molto buona e tutti devono saperlo."
"Sei gentile, ma non credo sia possibile convincere tutti."
"Invece sì, quando avrai catturato il vero ladro."
"Non ho la minima idea di chi sia, ne di cosa abbia in mente... penso che la polizia lo prenderà prima che io possa incontrarlo."
"Stanotte sarà alla villa dell'ambasciatore indiano. Domani arriva il suo successore e vorrà impadronirsi del rubino."
"Un rubino?"
"Si, molto prezioso. Me ne ha parlato mia madre. Ti prego catturalo."
Un paio di monotoni suoni di sirena si levarono nella notte.
"Oh, la polizia" disse indifferente Shadow Lady.
"Non lasciare che ti prendano... e fai quello che ti ho chiesto. Torna da me se hai bisogno di aiuto. Mi chiamo Aimi Ibuki ed abito nella zona residenziale sud di Gray City."
La ragazza si mosse a lenti incerti passi verso il suo letto.
Giunse appena a toccarne la spalliera quando la porta si spalancò e tre poliziotti in uniforme si lanciarono nella stanza. Ignorarono Aimi e si precipitarono sul balcone. Tre torce illuminarono il balcone vuoto.
"L'ospedale è circondato. Non può essere lontana." commentò uno dei tre.

Due isolati più in là, in cima ad un tetto Shadow Lady guardava perplessa in direzione del basso edificio dell'ospedale, circondato da sei o sette auto della polizia le cui sirene lampeggiavano e suonavano incessantemente.
"Dovrebbero lasciare riposare gli ammalati" osservò Shadow Lady "e invece guarda che confusione che fanno. Come se non mi avessero mai visto all'opera. Demo non pensi dovremmo cambiare città? Con questa polizia io non mi sento affatto al sicuro."
Una fiammella delle dimensioni di una zanzara apparve improvvisamente illuminando lo sguardo felino di Shadow Lady. La fiammella sembrò ruotare su se stessa e si trasformò in un esserino luminoso, poco più alto di un dito con le orecchie a punta ed una lunghissima coda. Di tanto in tanto ed in particolare mentre si agitava, alcune fiammelle si staccavano dal suo corpo e si spegnevano nell'aria.
"Nobile Lady, ti saluto." disse l'esserino "Lieto di poterti offrire i miei servigi."
"Che succede, Vaar?" chiese la donna.
"I demoni che tu ci hai ordinato di servire, sebbene sia nostro desiderio servire solo la tua volontà e che solo per essa noi serviamo, non vogliono apparire sovente su questo mondo. Per questo hanno chiesto ad uno di noi di recarti una preghiera."
"Ah, hai un messaggio di Bean, dimmi."
"Così dice alla tua Magnificenza il demone Bean: 'Shadow Lady, chi compie i furti attribuiti a te ha un oggetto che devi portare nel nostro mondo. Demo capirà quale esso sia.' Così finisce il messaggio."
"Grazie Vaar."
"La tua riconoscenza è la mia più ambita ricompenza." e l'esserino sparì in mille scintille di color giallo, arancio e rosso.

"Hai idea di che tipo di oggetto stia cercando Bean?" domandò Shadow Lady. Demo svolazzava con le braccia incrociate al petto.
"Non so dirti che tipo di oggetto sia, ma certamente qualcosa di appartenente al mondo dei demoni e dotato di poteri non trascurabili, non c'è dubbio che saprei identificarlo."
"Qualcosa come le pietre del diavolo?"
"No" Demo scosse la testa "voglio dire, nulla di così terribile o Bean non si sarebbe accontentato di mandarti un semplice messaggio. Ma non ho ancora capito che ci facciamo qui."
Shadow Lady stese un braccio verso una villa con un piccolo giardino.
"Quella è la residenza dell'ambasciatore indiano e credo che il mio imitatore colpirà lì, stanotte. Secondo te dov'è che tengono i preziosi?"

Il costume di Shadow Lady era decisamente cambiato: era sempre sensuale e si accoppiava ad una raffinata acconciatura, ma ricordava anche un felino. Shadow Lady si era introdotta in un buio corridoio ed aprì con circospezione la porta di una stanza. All'interno, si diresse verso un quadro raffigurante una danza di ninfe e lo scostò.
"La cassaforte è qui" sussurrò "quindi o stiamo sbagliando o abbiamo anticipato l'arrivo del nostro amico."
"L'expert change sta per scadere, Aimi."
"Non importa: il buio non dovrebbe essere un problema. Se io non ho la vista di un gatto, non credo la abbia chi aspettiamo."

La porta si aprì appena udibile nel silenzio della notte.
"Bene" sussurrò Shadow Lady che aveva di nuovo il suo consueto costume "ora vediamo quanto è svelto il nostro amico." Mentre un'ombra si muoveva guidando una debole luce verso le pareti, Shadow Lady raggiunse la porta rimasta aperta ed uscì nel corridoio.
Una manciata di secondi dopo il buio fu riempito dal suono di un allarme. L'ombra, che aveva nel frattempo sollevato il quadro e stava armeggiando con la cassaforte, trasalì, si gettò contro una finestra aperta e attraversò con un'agilità sovrumana il piccolo cortile.
Sopra un albero, Shadow Lady e Demo osservarono la scena.
"Beh" osservò la ragazza "a scappare è lesto. Vediamo cosa ha preso." Si lanciò all'interno della stanza, seguita da Demo.
La cassaforte era intatta.
"Che delusione!" esclamò Shadow Lady "Non è riuscito a rubare nulla. Tu sei riuscito a vedere se aveva quell'oggetto con sè?"
"Era troppo buio." spiegò Demo.
Il viso assonnato di un uomo in uniforme si affacciò alla stanza. Shadow Lady gli lanciò un bacio e fuggì via.

"Questa mattina torniamo ancora a parlare di Shadow Lady" disse il giornalista dall'espressione asettica.
"La scorsa notte la nota ladra è stata vista presso la residenza dello ambasciatore indiano, probabilmente tentava di aggiungere uno dei preziosi del nostro illustre ospite alla sua nascente collezione di gioielli. Questa nuova sfida della criminale è affrontata con il consueto zelo dalle nostre forze di polizia. Alcuni agenti ci racconteranno con quale spirito stanno preparandosi a quella che assomiglia sempre più ad una caccia all'uomo."
Si avvicino a Bright Honda che sorseggiava un caffè perplesso.
"Lei può dirci qualcosa a proposito del piano di prevenzione che la polizia metterà in atto a partire da stanotte."
Bright sollevò lo sguardo "Per arrestare Shadow Lady" spiegò "non è sufficiente correrle dietro tutte le notti, nè anticipare le sue mosse. è necessario scoprire dove si nasconda durante il giorno e su quali complicità possa contare."
"Lei crede che abbia dei complici?"
"Sì, un bambino con le corna."
Il giornalista rise. "E che ruolo avrebbe avuto negli ultimi furti?"
"Non sono certo siano opera di Shadow Lady."
L'altro si accigliò. "Vuole dire che l'uomo che l'ha vista la notte scorsa si è sbagliato?"
"No" rispose Bright "ma non credo avesse intenzione di rubare qualcosa, altrimenti ci sarebbe riuscita. Non c'erano molte guardie e nessun poliziotto. Ed al Museo dei Preziosi non c'era."
"Bene, ho capito la ringrazio." concluse l'uomo.
"Non trasmetterò un fotogramma di questa intervista." si disse.

Sotto il leggero trucco di Karin, Aimi Komori ovvero Shadow Lady sedeva sul divano davanti alla televisione. Accanto a lei Demota rideva di cuore. "Non è buffissimo, Karin?" domandò.
Karin si voltò "Scusa, ma non sto seguendo la televisione. Hai idea di come possiamo contattare Bean?"
Demo si accigliò. "Perchè?"
"Pensavo al mio misterioso rivale." spiegò Karin.
"Ieri l'hai sconfitto, di che ti preoccupi?"
"Ieri è finita pari. Lui non ha preso quello che voleva ed io non ho capito di che oggetto sono in cerca. La sua maniera di muoversi fuggendo, poi, ha qualcosa che mi dà i brividi. Come un presagio sinistro."
"Cos'è che ti preoccupa?"
"Quando Bean mi ha mandato alla ricerca delle pietre del diavolo, non mi ha rivelato nulla dei loro poteri. Fosti tu a mettermi in guardia. Preferirei sapere quello che dobbiamo affrontare."
"Io non posso contattare Bean, ma puoi chiedere aiuto ai sudditi del Sovrano del Fuoco, visto che ti considerano la loro padrona."
Le porse una scatola di fiammiferi.
"Se questo è il tuo consiglio..." disse prendendo un fiammifero tra le dita e sfregandolo. Pose la fiammella davanti al volto e chiamò: "Vaar."
Dalla fiamma si staccò una scintilla che prese forma come era avvenuto la sera precedente.
"Mia Signora e Padrona" disse l'esserino scintillante "comanda, perchè il tuo servo obbedisca."
"Vaar, devo parlare con Bean." disse Karin.
"Nobile Lady, il suo umile servo osa ricordarle che egli non ha la capacità di manifestare velocemente le parole di altri, pertanto la prega di formulare una richiesta precisa al demone Bean, affichè ella abbia la risposta che desidera."
"Devo sapere di quale oggetto Bean vuole che io vada in cerca."
"Mi perdoni ancora la mia Padrona, se attendo i suoi comandi per esaudire i suoi desideri, io conosco ciò di cui ella parla. Si tratta di un medaglione sparito da millenni dal regno dei demoni e che si credeva distrutto per sempre. Esso è chiamato l'Ala del Demonio."
Karin sorrise.
"È già qualcosa" disse la ragazza "ma sai dirmi che poteri abbia?"
"La mia Padrona non si adiri dell'incapacità del suo servo. Pochi fra i demoni ricordano il potere del talismano e nessuno fornisce spiegazioni su di esso ad altri, se non che è un indizio troppo evidente della esistenza del mondo dei demoni perchè possa rimanere nel mondo degli umani. Le leggi proibiscono di parlare ad altri di oggetti demoniaci posseduti da umani."
"E tu? Non stai facendo proprio questo?"
Vaar si agitò sprizzando più scintille del solito.
"Nobile Signora, avrà dunque compreso che uno dei suoi servi è una spia." Karin scoppiò a ridere.
"Grazie Vaar, cerca Bean e digli che voglio conoscere il potere dell'Ala del Demonio. Torna da me quando hai la risposta. Una altra cosa: chiamami Karin."
"Se è questo che la mia Padrona Karin desidera." e l'essere si accommiatò in una pioggia di scintille.

"Devi prendere quella ladra." ordinò con tono perentorio l'ispettore Dory. "So che puoi farlo. In fondo se non fosse comparso quel mostro, ora la terremmo in prigione, no?"
Bright, in piedi davanti all'uomo seduto alla scrivania teneva con aria indifferente le mani in tasca.
"Ispettore, le ho già spiegato che non credo di poter prendere Shadow Lady in una caccia notturna, ma con indagini ed appostamenti."
"E sai dirmi che risultati hai ottenuto dal tuo lavoro?"
"Io..." cominciò Bright. "Non ha senso che faccia il nome di Aimi" pensò.
"Sapresti indovinare dove colpirà stanotte?"
"Il prossimo furto sarà in casa del Sindaco, immagino, ma non mi aspetto di vedere Shadow Lady."
"Mi hai già parlato della tua ipotesi dell'esistenza di un secondo ladro acrobata. Voglio crederti. Dimentica Shadow Lady questa notte e cattura lui."
Bright trasalì.
"Ti affido la custodia della casa del sindaco. Ho bisogno di tutti i miei uomini per questa operazione." disse Dory.
"E se per caso ti sbagli" concluse "dovrai adattarti a dare la caccia a Shadow Lady."

   
 
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