Anime & Manga > Shadow Lady
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Autore: Rik Bisini    09/11/2005    1 recensioni
Shadow Lady di Katzura è un fumetto poco noto a cui dedicai alcune fanfic che ora giacciono dimenticate su un sito che trascuro da anni.
Questa è la prima della serie, che risale all'estate 1998, e racconta cosa potrebbe succedere dal momento in cui il fumetto si interrompe.
Genere: Commedia, Sovrannaturale, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Il ritorno di Shadow Lady'
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Shadow Lady e l'Ala del Demonio
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Toccata e fuga

La notte era scesa come di consueto sulla città di Gray City, attesa con ansia dagli amanti e dai ladri. Shadow Lady non si fermò però a contemplare l'incanto della sera e si appostò su un camino da cui vedeva una trafficata strada.
"Che facciamo qui, Aimi?" le chiese Demo, accanto a lei come sempre.
"Osserviamo le mosse del nostro amico l'ispettore Dory, chissà che non ci rivelino dove colpirà il mio imitatore."
"Speravo avessi un'intuizione come quella di ieri sera."
Shadow Lady riflettè: "Torna da me se hai bisogno di aiuto." le aveva detto la ragazza che portava il suo stesso nome. "Mi farò venire altre intuizioni, se servirà." scherzò Shadow Lady.
Demo tacque per pochi secondi.
"Io credo di averne avuta una." Indicò un uomo giù in strada che passeggiava avvolto in un lungo soprabito.
Shadow Lady lo riconobbe quando sentì il suo cuore balzarle il gola.
"Bright?" chiese.
"È in gamba, giusto? Probabilmente ha avuto qualche buona idea."
"Io non so se..." cominciò Shadow Lady "no, hai ragione Demo. Lo seguiremo. Anche se ho paura che quando cercherà di catturarmi mi fermerò ad aspettarlo."
"Oh, Aimi." disse Demo.

"La villa del Sindaco?" chiese Shadow Lady indicando la bassa costruzione dall'ampio giardino "C'è qualcosa di prezioso?"
"Non so proprio dirtelo." rispose Demo.
"Non resta che andare a vedere." Shadow Lady spiccò un balzo al di sopra del muro di cinta e di Bright e dei poliziotti che lo sorvegliavano.
In un baleno fu all'interno, si accostò ad un muro attendendo il passaggio di alcune guardie e rapidamente si introdusse in ciascuna delle stanze che si affacciavano su un corridoio. Alla quarta porta il suo viso si illuminò.
"è ora di usare le mie capacità feline." sussurrò.
Si tinse gli occhi di rosso con il consueto ombretto e in uno sfavillio di luce il suo costume divenne quello ispirato ad una gatta. Si accosto ad una parete e scosto il quadro di una campagna inglese. Accostato l'orecchio alla cassaforte, la aprì con un gesto misurato.
"Ecco cosa cerca il nostro amico." annunciò.
All'interno della cassaforte c'era un meraviglioso diadema.
Il rumore della porta fece voltare Shadow Lady. In piedi all'ingresso c'era una donna dai capelli neri, avvolta in un costume attillato. Il suo volto, dalla fronte al naso, era coperto da una maschera scura. Al collo portava un medaglione dai riflessi d'oro aveva inciso il disegno di un demone alato.
"Shadow Lady" disse la nuova arrivata "così sei stata tu a rovinare i miei piani. Lo immaginavo."
Demo si era nascosto dietro una tenda.
"E tu sei il mio imitatore. Una donna, con la passione dei gioielli."
"Non una semplice donna, te ne accorgerai." disse quella.
Shadow Lady soffiò con noncuranza sui suoi artigli "Preferisco giudicare dopo averti strappato quel talismano."
La donna sussultò, poi sorrise.
"Sai molto più di quanto credessi" ammise "ma evidentemente non conosci il suo potere."
Shadow Lady si preparò a scattare come un felino. Non le servì. La donna arrivò alle sue spalle prima che lei potesse comprendere se le stesse passando a destra o a sinistra. Quando tentò di voltarsi la donna le fu addosso e la colpì con una gomitata al ventre. Shadow Lady cadde malamente sul sedere, mentre la sua rivale fuggiva.
Un allarme risuonò pochi secondi dopo. Shadow Lady con una capriola raggiunse la finestra e saltò fuori. Atterrò sulle sue gambe, come il più puro dei felini, ma aveva il fiato corto.
Quando sollevò gli occhi il suo sguardo incontrò una pistola puntata su di lei. La mano che la strigeva era quella di Bright Honda.

Bright abbassò la sua arma.
"Con te non serve." disse.
Dal suo soprabito prese un paio di manette e si avvicinò alla ragazza.
"Tenterai di fuggire?" chiese.
"Adesso no" sussurrò Shadow Lady sorridendo "ho il fiato corto."
"Hai cominciato a rubare preziosi, Aimi?"
Al sentirsi chiamare con quel nome, il cuore di Shadow Lady iniziò a battere forte.
"Non conosco nessuna Aimi" disse "sono solo Shadow Lady."
"E chi è Shadow Lady?" proseguì Bright "una ladra, una combattente, una mitomane o altro?"
"Una donna, non basta?"
"Se fossi soltanto questo, io non dovrei arrestarti, ma potrei amarti."
Shadow Lady si alzò. Respirava già con maggiore facilità, nonostante le parole di Bright le rimbombassero in tutta l'anima.
"Se tu mi amassi, io non scapperei. E tu non mi arresteresti per qualcosa che non ho commesso."
Bright abbassò il braccio che teneva le manette.
"Hai ragione. Vai."
Shadow Lady restò un secondo immobile prima di realizzare quello che Bright le diceva.
"Prenderò io il vero colpevole." disse mentre Bright accennava ad andarsene.
"No" ribattè deciso l'uomo "lo farò io."
Si voltò lentamente.
"Shadow Lady" disse dando le spalle alla donna "io non ti darò più la caccia. Sto cercando la donna che è nascosta dietro quell'abito, sto cercando Aimi e non mi darò pace finchè non l'avrò trovata."
Poi a lunghi passi si diresse verso l'ingresso della casa.

"E così insisteresti nella tua teoria." disse con aria di superiorità l'ispettore Dory.
Era seduto alla sua scrivania e di fronte a lui, in piedi, c'era Bright Honda.
"Sì, ispettore, in città c'è un ladro abile quanto Shadow Lady."
"Nonostante i nostri esperti abbiano accertato che la cassaforte è stata aperta senza scasso, come in tutte le imprese di Shadow Lady? Non ti offenderai se ci crederò solo quando lo avrò visto, spero."
Un agente in uniforme si affacciò dalla porta aperta.
"C'è una ragazza che vorrebbe raccontarle una storia, ispettore. è piuttosto interessante, seppure poco credibile."
Una ragazza bionda dai capelli mossi entrò dalla medesima porta da cui l'agente uscì.
Ad un cenno di Dory, Bright si diresse verso la ragazza per uscire, quando lei esordì: "Devo parlarle di Shadow Lady."
Bright si fermò sulla soglia.
"Io l'ho vista la notte del furto al Museo dei Preziosi." aggiunse.
"Fermati, Bright, credo che questa storia interessi anche te."
Bright si voltò verso i due.
"Ci racconti la sua storia, signorina..." disse l'ispettore Dory.
"Aimi Ibuki." concluse la ragazza.
"Lei è dunque stata testimone del furto del diamante al museo." suggerì Dory.
"No" disse con veemenza Aimi "non ero affatto in quel quartiere. Quella notte sono stata aggredita alla parte opposta della città. Shadow Lady mi ha salvato. Sono stata ricoverata al pronto soccorso più vicino."
L'ispettore Dory gettò un'occhiata a Bright che sorrideva. "E questo è tutto?"
"No, la notte dopo è venuta a trovarmi e l'ho ringraziata."
Dory guardò la ragazza con un sorriso cortese.
"Se può fermarsi per far scrivere la sua storia per iscritto, le saremmo molto grati per la sua collaborazione."

Senza trucco e con i riccioli fuori posto, molti avrebbero riconosciuto in Karin Ooki la giovane Aimi Komori. Indossava un pigiama a fiori e stava allungando piacevolmente le braccia.
"Buongiorno" disse una voce dal salotto.
"Buongiorno" rispose Aimi sbadigliando. Poi il suo sguardo cadde su Demota che usciva dal bagno assonnato, con un asciugamano sulle spalle.
"Chi c'è?" disse improvvisamente più desta.
Accomodato sul divano a guardare la televisione, c'era Bean. Le lunghe orecchie a punta e gli occhi enormi, rivelavano senza lasciare dubbi la sua natura di demone.
"Sarei venuto più tardi, Shadow Lady, ma tu devi sapere che i servitori del Sovrano del Fuoco sono particolarmente zelanti ed obbediscono alla lettera ai comandi del loro padrone."
"Non è poi così presto, solo che il mio giorno di riposo dormo un po´ di più" e concluse con uno sbadiglio.
"Io non avrei potuto dormire, finchè non avessi accontentato il tuo messaggero. Così sono arrivato diverse ore fa. Preferirei che la cosa non si ripetesse o, almeno, se vuoi parlarmi con tutta questa urgenza, affitta un paio di videocassette: alla televisione non c'era nulla di interessante."
"Io avevo chiesto a Vaar di riportarmi un messaggio, non di chiamarti."
"La nostra legge" spiegò Bean "richiede un'autorizzazione particolare per poter mettere al corrente qualsiasi essere umano sui poteri di un artefatto del mondo dei demoni. Inoltre tali informazioni devo essere date esclusivamente di persona da un membro della polizia infernale. Speravo di poter evitare di perdere tempo con queste formalità."
"Per te sono formalità, Bean" Karin si massaggiò il sedere "ma io non ho avuto una serata piacevole per cercare di prenderti quell'amuleto, quindi se davvero vuoi che lo recuperi in fretta, dimmi come si neutralizza il suo potere."
"Ma non si neutralizza" esclamò Bean indignato "figurati se un demone crea qualcosa di così dilettantesco. Il suo potere resta intatto finchè il suo possessore lo tiene al collo."
"E quale sarebbe esattemente il suo potere?"
"Il suo potere non sarebbe, ma è quello di consentire al suo portatore di spostarsi ad una velocità cento volte superiore al normale."
"Fino a cento volte?" Karin si arruffò i capelli.
"Non ho detto fino a cento volte. Ho detto cento volte, nè più, nè meno. Per che cosa credi si chiami l'Ala del Demonio: chi lo indossa va così veloce che sembra volare."
"Quindi" Karin si accigliò "se uno è costretto a rallentare, deve avere la velocità di un uomo normale."
"È esatto."
"Bean" annunciò Karin "questa notte l'Ala del Demonio sarà mia."
"Hai trovato il sistema di essere più veloce del ladro?"
"No, ma lo precederò."

"Lei mi crede, non è vero?" chiese Aimi Ibuki a Bright per il corridoio del commissariato.
Il ragazzo bevve un ultimo sorso di caffè da un bicchiere di carta.
"Io e lei" rispose Bright "che io sappia, siamo gli unici a credere all'esistenza di un ladro abile quanto Shadow Lady. Comunque l'ispettore le ha creduto... abbastanza da incaricarmi di verificare quello che è successo all'ospedale." guardò l'orologio.
"Ha fretta?"
Bright sorrise "No, sono solo impaziente di confrontarmi con questo ladro misterioso."
"Stanotte ruberà la Collana dell'Arcobaleno." sussurrò Aimi.
"Cosa?!" esclamò Bright stupito "Chi te lo ha detto?"
"È una mia ipotesi" spiegò la ragazza "ruba gioielli piccoli, molto noti e piuttosto preziosi. L'ho capito" aggiunse sorridendo "perchè ha preso solo il diamante al museo."
Bright rise di cuore "Io ci sono arrivato solo quando ha tentato il furto dall'ambasciatore indiano. Pensi di entrare in polizia?"

"Si, tre giorni fa, è stata accompagnata da una ragazza bionda ed un bambino bruno con due ciuffi sopra le orecchie" disse l'infermiera.
Bright Honda sollevò un sopracciglio "Aimi" pensò.
"hanno atteso che entrasse al pronto soccorso" continuò la donna "e poi, quando le abbiamo fatto le analisi ed ho detto che non aveva nulla di grave sono andati via."
"Questa ragazza che ha accompagnato la signorina Ibuki, è poi tornata a trovarla?"
"Mi dispiace, non so proprio dirglielo" disse l'infermiera "non abbiamo un registro per i visitatori ed onestamente non ricordo abbia avuto visite finchè una donna dall'aria autoritaria non l'ha accompagnata a casa."
"Altre visite?" chiese Bright.
"Beh, se eccettuiamo la visita di Shadow Lady la notte successiva, che sembra si sia fermata un po´ in tutte le camere..."
"Già, mi è stato detto."

La cassaforte della villa era massiccia e alta un paio di metri. La donna bruna dal vestito attillato vi giunse davanti come comparendo dal nulla.
"Alza le mani." comandò una voce di uomo.
Bright Honda puntava la pistola in direzione della donna. Si concesse un sorriso. "Sei in arresto, è finita." Accanto a lui c'erano due giovani poliziotti in uniforme.
"E così anche la polizia ha deciso di interferire nei miei affari." disse la donna.
"Proprio così" proseguì Bright "metti le mani sulla testa, lentamente."
La donna obbedì "E adesso?".
Bright fece un cenno ad uno degli agenti che si avvicinò a lenti passi. Quando il poliziotto fu sulla traiettoria della pistola di Bright, la donna si mosse. Fu su di lui sorprendendo tutti con la sua velocità. I due ruzzolarono a terra. Bright tentò di prendere la mira, ma non riuscì ad essere abbastanza rapido.
La donna si lanciò sul giovane. Bright riuscì a non perdere l'equilibrio, ma la ladra fuggì per impedirgli di afferrarla. Passò dietro al secondo poliziotto e lo spinse addosso a Bright. Bright tentò di fermarne la caduta, ma, sbilanciato dal precedente scontro, finì a terra con l'altro.
Quando tentò di rialzarsi, scoprì che le manette del secondo poliziotto erano agganciate al suo polso e a quello dell'altro.
Cercò con lo sguardo la donna e la vide armeggiare vicino al primo degli uomini in uniforme. Sentì lo scatto delle manette ai suoi polsi.
La donna guardò Bright con aria di scherno.
"Dovrete essere molti più di tre per fermarmi. Sarà uno spasso aprire la cassaforte davanti ai vostri occhi."
La donna armeggiava da alcuni minuti alla serratura, servendosi di uno strumento per ascoltare gli scatti, mentre Bright e i due in uniforme erano ammanettati ad un angolo della stanza. Con la mano libera, Bright approfittò di un momento in cui la donna guardava fuori dalla finestra per raggiungere nel suo soprabito una delle invenzioni di cui sovente si serviva nel suo lavoro.
Proprio nel momento in cui la serratura della cassaforte scattava, Bright lanciò verso la ladra una lunga catena terminante con una manetta. Le prese il polso e cominciò di tirarla a sè.
"Sarai molto veloce" disse Bright "ma sono curioso di vedere come mi sfuggirai."
"Vedo che non è facile farti arrendere" disse la donna "beh, ora che ho aperto la cassaforte posso fare tutto il rumore che voglio, non trovi? Quindi poichè il tuo collega mi ha fornito un'arma..."
Sollevò una pistola e la puntò su Bright. Poi sparò sulla catena ed uno degli anelli saltò.
Aprendo la porta della cassaforte, si nascose alla vista di Bright.
"All'inferno!" urlò la donna prima di scomparire con la sua straordinaria velocità.
Bright cercò ancora nel suo soprabito e ne trasse uno strumento sottile come un chiodo. Armeggiò sulla serratura delle manette.
"È decisamente più facile per me infilare le manette ad altri che sfilarle a me stesso."
Mentre gli altri due poliziotti, liberati anche essi, si controllavano le ammaccature e le uniformi, Bright arrivò alla cassaforte.
Vi trovò un biglietto. Lo lesse e scoppiò a ridere, tra lo stupore dei due poliziotti.
Il biglietto diceva: "Carissima, ho pensato che il posto più adatto per concludere la nostra sfida è l'Auditorio cittadino. Che ne diresti di raggiungermi?"
Era firmato da Shadow Lady. Sotto recava un poscritto:
"La Collana dell'Arcobaleno, ovviamente, l'ho io."

La donna entrò nell'Auditorio a lenti passi. Si diresse verso il palco in fondo all'edificio, restando nell'ombra.
"Shadow Lady" disse la donna producendo una chiara eco "mi stai sfidando o ti stai nascondendo?"
Un paio di riflettori risposero per lei illuminando Shadow Lady. Il suo costume sembrava, in quella trasformazione, ispirato ad un coniglio. "Sai che ti aspettavo, cara" disse sorridendo "sei così gentile a portarmi l'Ala del Demonio."
"Questo è da vedersi, pensi di essere più veloce di me?"
"Veloce quanto basta. hai notato com'è particolare la struttura di questo posto? Una sola apertura ed una enorme cupola che diffonde il suono in ogni punto, il luogo ideale... anche per la musica." "...musica" ripetè l'eco.
"Non ho tempo da perdere. Dov'è la Collana dell'Arcobaleno?"
Shadow Lady fece un gesto. Un terzo riflettore illuminò uno dei sedili delle prime file. La Collana dell'Arcobaleno riflettè i numerosi colori delle sue pietre."
La donna scattò verso quel sedile, afferrò la collana senza fermarsi.
Rallentò qualche metro più avanti. "Dov'è?" si chiese cercando Shadow Lady che non era accanto a lei, ma nemmeno sotto i riflettori.
Non lasciò trascorrere un secondo di più. Tentò di imbucare l'uscita, ma per un istante rallentò la corsa. In quel momento Shadow Lady le passò accanto. La ladra tentò di accelerare verso la porta, ma i suoi passi non erano affatto veloci. Solo allora capì che Shadow Lady era riuscita a sottrarle il medaglione.
Un altro riflettore illuminò Shadow Lady, seduta sulla spalliera di una sedia della prima fila.
"Sai cara" spiegò giocherellando con l'Ala del Demonio che teneva le dita "quando ti dicevo della forma di questa sala, era per farti capire che non saresti riuscita ad uscire senza fermarti un attimo prima di imbucare la porta. Non se fossi venuta dal punto dove avevo lasciato la Collana dell'Arcobaleno." sorrise "essere veloci serve solo a patto che si abbia una direzione verso cui fuggire."

"Scusi, Honda" chiese uno dei due poliziotti che in quel momento era alla guida di una volante della polizia "ma se aveva applicato un segnalatore a quella ladra mentre lottava con lei, perchè le ha lanciato la manetta?"
"Non volevo che la fuga le sembrasse troppo facile." spiegò Bright "e comunque il trucco poteva non funzionare. Invece sembra che il segnalatore sia rimasto al suo posto tra i capelli della donna... e c'è dell'altro: ormai ci siamo."
La vettura si fermò proprio davanti all'Auditorio.
"Il luogo indicato dal messaggio di Shadow Lady?" domandò l'uomo.
Bright annuì. "E da qui parte anche il segnale."
All'interno era rimasto acceso un solo riflettore che illuminava la ladra legata alle caviglie ed ai polsi su uno dei posti dell'ultima fila. Al collo portava la Collana dell'Arcobaleno, accanto a lei Bright trovò un biglietto.

L'ispettore Dory si mostrava ai giornalisti con l'aria del trionfatore. "La polizia non ha mai escluso che i furti di gioielli potessero essere compiuti da un professionista diverso da Shadow Lady" diceva l'anziano.
"Tutta la refurtiva è stata in effetti recuperata in casa dell'indiziata. La polizia ha dimostrato ancora una volta che è in grado di raccogliere sfide lanciate da qualsiasi tipo di criminali."
"Quando arresterete Shadow Lady?" chiese uno dei giornalisti.
"Come ho più volte detto" rispose Dory vistosamente infastidito "l'efficienza del corpo di polizia non può essere valutata esclusivamente in relazione ad un solo criminale..."
Bright assisteva alla scena dal fondo della stanza. Nelle sue mani stringeva il biglietto che Shadow Lady aveva lasciato all'Auditorio.
"Caro Bright, so che sarai il primo ad arrivare. Spero che non ti offenda se ho fatto un po´ del tuo lavoro. Ti raccomando di non smettere di cercare quella donna di cui mi abbiamo parlato ieri notte, anche se sono certa che non la troverai."
Bright lo ripose nelle tasche del soprabito.
"Ti troverò, Aimi, ti troverò."

   
 
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