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Autore: Trilla    24/10/2010    1 recensioni
Durante il rapimento di Takada Mello ripensa ad una conversazione avuta con Near alla Wammy's House dopo la morte di L.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kiyomi Takada, Mello, Near
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ti voglio bene

Mello sfrecciò sulla moto con Kyiomi Takada abbracciata dietro di lui, mentre Matt distraeva le guardie come d'accordo.
Improvvisamente la donna sentì che uno dei suoi polsi veniva stretto da una manetta:
“Cosa...?”
“Taci!” la zittì Mello. Non era di buon umore quel giorno, nonostante il piano sembrasse aver successo.

Maledetto Near! È l'ultima volta che mi sacrifico per te. L'ultima!

Continuò a sfrecciare sulla strada, ignorando le deboli lamentele della donna dietro di lui.

Presto finirà tutto. Presto tu avrai ciò che ti spetta in quanto successore di L e io non ti disturberò più.
Ti odio Nate River: sei la persona che odio di più al mondo, dopo Kira.
Tuttavia...

I pensieri di Mello ritornarono alla Wammy's House, il luogo che lo aveva ospitato per tutta la sua infanza, esattamente il giorno in cui Roger aveva annunciato a lui e Near la morte di L.
L era morto! Il più grande detective del mondo si era fatto fregare da Kira e, cosa ancor peggiore, non aveva ancora eletto un erede!
“Se non riesci a vincere il gioco, se non riesci a completare il puzzle...” disse pacatamente Near mentre aggiungeva l'ultimo tassello di un puzzle bianco “...sei solo un perdente.”
Mello lo aveva compreso poco più tardi che quel commento non era riferito a L. D'altronde non sarebbe stato da Near offendere così la memoria dell'uomo che tentava di emulare; probabilmente era un consiglio che si era dato da solo, per convincersi di questo fatto.
In ogni caso Mello, in quel momento, lo aveva preso molto male. L'aveva reputato un altro segno dell'arroganza di Near, di volersi sempre sentire superiore agli altri.
E Mello era sempre secondo in tutto.
Roger guardò tristemente i due ragazzini e disse:
“Dato che L è morto troppo presto, potreste lavorare insieme al caso Kira. Sono sicuro che avrete più successo...”
“Secondo me è una buona idea.” mormorò Near dal pavimento sul quale era seduto.
“Mai!” gridò Mello, guardando Near con disgusto “Io, collaborare con LUI! Non succederà mai!”. Si voltò e guardò apertamente il bambino vestito di bianco che era intento a disfare il suo puzzle, per niente stupito dell'uscita del compagno:
“Dopotutto sei tu il migliore della Wammy's House! Lascio a te l'onore di succedere ad L! Io lascio la Wammy's House!”
Si diresse verso la porta.
Roger si alzò in piedi e tentò di fermarlo:
“Mello, non fare così! Dove credi di andare?”
Mello non si voltò neppure, ma prima di aprire la porta e andare a fare i bagagli rispose:
“Ho 15 anni. È tempo che lasci questa casa e me ne vada per la mia strada. Risolverò il caso Kira da solo!”
Si udì la porta sbattere con violenza.
Quella sera Mihael Keehl si preoccupò di fare i pochi bagagli in gran fretta. Non vedeva l'ora di andarsene, di iniziare una nuova vita!
Qualcuno busso alla porta. Mello non rispose; non voleva salutare nessuno, non voleva vedere nessuno!
Near aprì lentamente la porta ed entrò, chiudendosela dietro.
Che cosa voleva adesso, quello lì? Mello si portò una mano tra i capelli dalla frustrazione, ma decise di ignorarlo sperando di farlo andare via.
“Te ne vai davvero...” commentò Near guardando con indifferenza la valigia aperta piena di vestiti.
“Certo. Cosa credevi?” rispose Mello continuando a piegare le varie magli e i pantaloni che possedeva “Quando dico di fare una cosa, la faccio!”
Near non ripose. Si limitò a rimanere in piedi davanti al letto di Mello, guardandolo affaccendarsi nel mettere tutta la sua roba in una sola valigia, buttando via cose che riteneva inutili. Improvvisamente vide che il compagno stava per buttare un disegno.
“Anche quello?” chiese Near guardando Mello negli occhi.
Mello abbassò gli occhi sul disegno. Era uno scarabocchio fatto un po' di anni fa, quando era appena entrato nella Wammy's House: sopra il foglio erano raffigurati due bambini, uno vestito di grigio e l'altro vestito di nero.
“Cosa vuoi che sia...” rispose Mello infine, ma la sua mano aveva allentato la presa sul disegno evitando di stropicciarlo ancora di più “Siamo cresciuti e sono cambiate molte cose.”
Near continuò a restare dov'era, lo sguardo non tradiva assolutamente nessuna emozione.
Mello rise nervosamente e continuò a rigirarsi il foglio tra le mani, dicendo:
“Che scemi siamo stati, eh? Mi vergogno se ripenso a ciò che dicevamo...”
“Io no.” ribatté serio Near “Le pensavo davvero.”
Mello si vergognava, ma non perché pensava che quelle fossero sciocchezze da bambini. Semplicemente, lui allora aveva fatto qualcosa che non avrebbe mai ripetuto in passato: aveva aperto il suo cuore ad un'altra persona.
“In effetti, lo penso ancora...” continuò Near abbassando lo sguardo sui suoi piedi coperti dalle calze bianche.
Mello si morse il labbro, non osando alzare gli occhi verso il ragazzino. Anche lui, voleva dirgli, pensava ancora quelle cose di Near.
Però quanto tempo era passato! Troppo tempo, davvero. Per un motivo o per un altro si erano allontanati.
Mello oltrepassò il letto e si avvicinò a Near, porgendogli il disegno.
“Sei cresciuto, Mihael.” disse il ragazzino vestito di bianco, alzando il viso verso di lui. La mano si chiuse intorno al foglio di carta, quel disegno che rappresentava tanto per entrambi.
“A quanto pare...” commentò Mello.
“So che da anni ormai non facciamo più una conversazione come si deve, senza litigare.” continuò Near guardando il disegno che li rappresentava “Però tu per me sei stato come un fratello, Mello.
Mello chiuse gli occhi, storcendo la bocca e pensando ad altro per evitare a sé stesso di piangere. Se quello lì gli faceva certe confessioni in quel momento voleva dire che presto si sarebbero rivisti in altre vesti, come nemici. Non aveva nulla di cui lamentarsi, era quello che aveva sempre voluto: confrontarsi con Near.
"Tu mi fai proprio ammattire!" esclamò Mello rabbiosamente "Ti credi superiore a tutti, sei egocentrico e non te ne frega nulla delle altre persone! Sono felice di liberarmi di te e degli altri, perchè da molto tempo non vi sopporto più!"
Near continuò a stringere il disegno tra le mani senza lasciar trasparire nulla sul proprio viso.
Mello guardò la testa nivea del ragazzino e continuò implacabile:
“L avrebbe comunque scelto te come erede, perché sei il più bravo, il migliore! Ma ascoltami bene, Nate River!” prese Near per le spalle e lo scosse per avere la sua attenzione “Ti odio come non ho mai odiato nessuno, più dei miei genitori, più di Roger! Tuttavia...”

...ti voglio bene!

Ricordò Near, con il suo pigiama bianco, le calze bianche e i capelli bianchi, la sua espressione indifferente quando gli aveva detto quelle parole. Era sicuro, però, di aver provocato una reazione in lui perché le mani che stringevano il disegno lo accarezzarono con i pollici.

Ricordi, ricordi, ricordi! Ho la cattiva abitudine di vivere nel passato. Sei stato come un fratello per me, Nate River; per anni ci siamo confidati e sostenuti a vicenda, condividendo i dispiaceri e le vittorie personali.
Temo, però, che non sentirai mai più quelle parole da me.

E scacciando dalla sua mente l'amore fraterno che lo univa al suo peggior rivale, Mello continuò a percorrere la strada sulla sua moto con il proprio assassino attaccato alle spalle, verso un destino crudele.

Nata per un contest chiamato "Amore Fraterno". Purtroppo ho avuto una brutta posizione, ma ormai la storia è stata scritta e ho pensato di pubblicarla.  Non c'è assolutamente yaoi tra Mello e Near , nè nel manga nè nell'anime e nè in questa fanfiction! Questo, per me, è puro e semplice amore fraterno! 
All'inizio, invece di Near, avevo scelto il personaggio di Matt, ma ci ho ripensato poiché non si può intuire da pochi dialoghi che sono comparsi nel manga e nell'anime il suo rapporto con Mello. 

   
 
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