Nei giorni a seguire la situazione non cambiò, Monica
era sempre nelle stesse condizioni, nemmeno i dottori si spiegavano come mai
Monica ancora non si fosse ripresa. L’operazione era superata ma lei era sempre
senza conoscenza furono consentite le visite nella speranza che magari una voce
o una sensazione potesse farla riprendere. Uno alla volta entravano nella
stanza. Le parlavano cercando di farla reagire, speravano che magari sentendo
ancora il contatto con la realtà lei avrebbe trovato la forza di continuare a
vivere, le parlavano di tutto, dal tempo , allo sport, ai vestiti, al nuovo
film “polpettone” che le sarebbe piaciuto tanto, ma non sembrava sortisse
l’effetto voluto.
Poi
finalmente…………..
-
Monica? Monica? Amore svegliati su fai uno sforzo, ti prego, apri gli occhi,
Amore mio prova dai!
Sentendosi
chiamare Monica tentò di fare come chiesto, come sempre. Ma sembrava che i suoi
muscoli non volessero ubbidirle, poi però quella voce, così implorante, quel
tono così disperato, finalmente riuscirono nell’impresa di farla svegliare.
Riuscì
finalmente ad aprire gli occhi, ma non riconobbe subito dove si trovava, poi
realizzò di essere in ospedale, ma non si ricordava come e quando ci fosse
arrivata, soprattutto aveva un gran mal di testa. Sentì il calore di una mano
che stringeva la sua, una stretta familiare ma molto “AMATA”, tentò di girare
la testa, ma il dolore la costrinse a farlo molto, molto lentamente. Quando
finalmente riuscì lo vide, era lì accanto a lei e a giudicare dalla barba non si
era mosso da molto tempo, poi però si ricordò che lui in realtà non c’era, o
si? Che stava succedendo?
-
Monica, amore finalmente ti sei svegliata! Grazie al cielo!
-
Michele???? MICHELE?!?!?!?! Oddio se ci sei tu vuol dire che sono morta! Non è
possibile!
- No
tesoro non sei morta, hai avuto un incidente.
- Ma
incidente di che? No Michele tu sei morto otto mesi fa! Che ci fai qui ora?
- Ah io
morto? Amore sei stata quasi tre mesi in coma, per poco non te andavi nel
paradiso delle giornaliste e vieni a dire a me che sono morto? Che ti hanno messo nella flebo?
-
Eh? Michele ma che cavolo dici?
-
Monica! Hai avuto un incidente d’auto mentre
andavi a casa di Laura per la festa di addio al nubilato.
Monica
era sempre più confusa. D’improvviso sobbalzò.
- il
bambino!!! Dov’è il bambino?
Michele
le sorrise e le mise la mano sul rigonfiamento della sua pancia.
-
Tranquilla è qui con te. E sta bene.
Monica
chiuse gli occhi cercando di capirci qualcosa mormorando.
- NON E’ NORMALE!
Ma non
poté far altre domande a Michele perché entrarono i dottori per visitarla.
Alla
fine della visita decisero che la giornalista e il bambino erano fuori pericolo
e sarebbero stati dimessi presto, ma come precauzione dato il trauma subito,
sarebbe dovuta rimanere a riposo per il resto della gravidanza. Monica era
confusa e disse ai dottori di non ricordare niente di quello che le era
successo, ma la tranquillizzarono che delle piccole amnesie erano normali. Il
fatto però era che lei non aveva amnesie, lei pensava proprio ad un’altra vita.
I medici uscirono e Michele entrò nella stanza e in meno di due secondi si
ritrovò abbracciata al lui.
-
Amore mio!
Le
disse con voce tremante.
- Non
mi fare più uno scherzo del genere.
Monica
si staccò dall’abbraccio tanto da guardarlo negli occhi visibilmente commossi.
-
Michele ascolta…
- No
senti, da quando mi hanno avvisato che avevi avuto l’incidente non sai quanto è
stata dura! Ho seriamente pensato di perderti. Ogni volta che tornavo a casa
nostra, vedevo come sarebbe potuta essere la nostra vita insieme, e non potevo
sopportare che stavo rischiando di perderti per sempre.
Monica
guardò Michele sempre più allibita, era convinta di aver fatto lei a Laura quel
discorso… NON E’ NORMALE!
-
Monica? Stai bene??
Monica
però era presa dai suoi pensieri molto, molto confusi.
- Tesoro
mi fai preoccupare così! Mi guardi come se fossi un fantasma!
- No, no
non sei un fantasma, questo lo so, lo so.
- Ah bene,
andiamo meglio.
- Sei una
specie di angelo, e hai visto già il bamb… oddio il bambino, devo ripartorire???
Da capo?!?!! Ancora il TPLDS!
-
Monica adesso mi sto preoccupando sul serio. Ma di che parli? Basta vado a
chiamare i medici, mi sa che la botta in testa è stata più forte di quello che
pensavano e non ti hanno rimesso proprio tutta in ordine in sala operatoria.
Michele
fece per alzarsi ma Monica lo bloccò li.
- No!
Non mi lasciare, non di nuovo Michele.
Bisognava
cambiare atteggiamento sennò se ne riandava.
- Va bene,
va bene. Mi metto giù tranquilla e sarò buona, ma tu non ti azzardare a
lasciarmi, un’altra volta.
- Oh!
Finalmente iniziamo a ragionare! Brava.
Monica
si sdraiò di nuovo sul letto ma lasciò lo spazio libero per Michele che si
sdraiò accanto a lei e l’avvolse con il suo abbraccio.
- Ora rilassati
e cerca di riposare. Per oggi hai avuto fin troppe emozioni.
- Non sai
quante!!!!
-Michele?
- Si amore?
- Da quando
sono in ospedale?
- Te
l’ho detto quasi tre mesi.
-
Raccontami cosa è successo……..
- Ti faccio
solo un breve riassunto, devi riposare, avremo modo di parlare poi, allora..
la tua macchina è distrutta, un pirata è passato col rosso mentre tu stavi
guidando verso casa di Laura e ti ha preso in pieno. Ovviamente il matrimonio è
stato rimandato, don Luigi ci ucciderà prima o poi, Stefania ce l’ha fatta!
Cinque chili e mezzo di gemelle…
-
Aspetta, Rebecca e Rachele, come le protagoniste di un film horror…..
- e tu
come lo sai?
Rise
Michele e poi aggiunse
- Beh
forse te lo ha detto Laura. Sai è stata qui notte e giorno, proprio oggi non
c’è perché è a Sorrento a proporre il libro ai francesi, sai il libro è un
successone e vogliono tradurlo in altre lingue.
Monica
ebbe un brivido al ricordo degli avvenimenti successivi al viaggio di Laura a
Sorrento.
- E
Paolo?
- ah
Paolo! No è che Laura non voleva assolutamente partire perché era troppo
preoccupata per te, solo che l’incontro era troppo importante, così Paolo ha
deciso di accompagnarla per darle il suo appoggio, ti mandano un bacio, li ho
chiamati mentre ero fuori e sono già in viaggio per venirti a trovare, Laura
era euforica.
- Ah bene!
Beh almeno
una catastrofe epocale era stata evitata!
Passarono
le ore successive a parlare, Monica aveva talmente paura che se si fosse
addormentata avrebbe di nuovo perso Michele che gli faceva domande per tutto e
per tutti.
Così
seppe inoltre che Adriano era ripartito per andare appresso ai suoi pennuti, le
ragazze stavano mandando avanti il giornale e che quando ha saputo che lei era
in ospedale Elio ha lasciato il giornale dove era andato a lavorare e si era
ripreso il posto di grafico a “TU DONNA”
per aiutare la baracca, in attesa del suo ritorno.
Parlarono
anche del loro bambino.
- Ah appunto
Monica, il bambino! Cara! Da quanto lo sapevi? Perché non me lo hai detto
prima? Per fortuna che almeno Laura lo sapeva e ha informato i dottori
- Avevo
intenzione di dirtelo il giorno del matrimonio. Subito dopo la cerimonia, era
il mio regalo.
- Amore
mio. Dovevi vedere la mia faccia quando Laura ce l’ha detto; per poco non ho
avuto un infarto, mi hanno addirittura fatto stendere e dato l’ossigeno.
Monica
pensò seriamente che tutto ciò NON E’
NORMALE!
- Ma ti
dispiace?
Gli
chiese a bruciapelo
- Di cosa
mi dispiace?
- Del bambino
no? Non avevamo mai parlato prima di avere figli. Magari tu volevi aspettare o
non ne volevi proprio.
- Shhhh!
Michele
la zittì con un bacio appassionato e dolcissimo, prima che scattassero altre
idee strane in quella testa riccioluta.
-
Monica ascoltami bene!!! Sono l’uomo più felice del mondo. E non vedo l’ora di
iniziare finalmente la nostra vita insieme, e se tu non ti metti giù e riposi
un po’ passeremo tutto il resto della tua gravidanza in ospedale e invece io
voglio portarti presto a casa. A casa nostra.
- A casa
nostra ripeté Monica.
Anche
se controvoglia Monica dovette ammettere di essere stanca, ormai non riusciva
più a tenere gli occhi aperti, così si arrese e non tentò più di combattere
contro il sonno che incombeva su di lei, ma non prima di aver dato quello che
per lei sicuramente era l’ultimo bacio a Michele.
Era
sicura infatti che al suo risveglio avrebbe scoperto che era stato tutto un bel
sogno. Si consolava al pensiero che almeno aveva avuto il privilegio di passare
un po’ di tempo con il suo amore.