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Autore: lightoftheday    21/12/2003    0 recensioni
Fan Fic su Orlando Bloom, ma non solo.
Capitolo uno.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è stata scritta per divertimento

*  Sentimenti che si fanno chiari

 

Casa di Dominic era decentrata da Los Angeles, per arrivarci infatti impiegarono una buona mezz’ora. Fortunatamente, pur essendo sabato sera, non trovarono troppo traffico. Durante il viaggio non si parlarono che pochissimo. Ognuno aveva del resto di che pensare.

Orlando voleva che questa serata fosse indimenticabile, un’occasione come quella poteva essere propizia per farsi un po’ avanti. Chi l’avrebbe mai detto! Lui, Orlando Bloom, era teso! E neanche poco. Inoltre i suoi timori erano ben fondati. Si chiedeva se ci fosse la possibilità che ad una sua mossa troppo audace lei si richiudesse a riccio. Ma che poteva fare? Stare lì a guardare senza fare niente, come un ragazzino alla prima cotta? Pensandoci si sentiva così, vulnerabile come allora.

Anche Emily aveva la sua matassa da sbrogliare. I cambiamenti radicali che avevano investito la sua vita erano stati talmente veloci che non le avevano dato il tempo di vedere tutto con lucidità. Aveva sentito un sentimento nascere in lei, sbocciare come un fiore, ma non sapeva che fiore fosse. Era amore? O solo devozione, gratitudine, affetto. Per quel ragazzo che in quel momento era assorto alla guida, in uno dei rari momenti in cui lo vedeva serio, che cosa provava?

Il dubbio era grande e lei non aveva modo di risolverlo. Che cos’è l’amore? E non ditemi un apostrofo rosa tra le parole “ti” e “amo”…

Perché per gli altri era tanto facile e per lei no? Insomma, un’adolescente che si innamora era nelle sue stesse condizioni. Eppure credeva che un’adolescente si sarebbe districata in quel casino meglio di lei. Sperava che anche stavolta sarebbe stato lui a farle capire, a insegnarle quello che lei non aveva mai imparato per stare dietro ai suoi demoni privati.

- Siamo arrivati, quello è il cancello.- Le disse, indicandogli un cancello non molto distante da loro.

Orlando parcheggiò la macchina. Appena scese dall’auto le tese la mano e le disse:- Curiosa?-

Lei prese quella mano e rispose:- Abbastanza.-

Li fecero entrare, la casa aveva un bel giardino fuori. Dopo aver attraversato un viale salirono delle scalette ed entrarono in una sala piuttosto affollata. Emily notò subito che c’erano un sacco di belle donne. Dette una gomitata a Orlando e le indicò un gruppetto di sventolone che stavano tutte intorno a tre ragazzi. – Vedo che voi star del cinema non vi fate mancare niente?-

Orlando rise, poi notò che i tre altri non erano che Dominic, Billy ed Elijah.

- Infatti sono amici miei!- Sempre tenendola per la mano la trascinò e aggiunse:-Ti porto a conoscerli-

In mezzo a tutte le sventolone Orlando certo non fu da meno dei suoi esimi colleghi.

- Buonasera signore!-

Dal pollaio venne su qualche:-Ciao Orli!- non bene identificato. Del resto, erano un po’ tutte uguali quelle.

- Ti fai sempre aspettare tu, eh? Sempre la superstar devi fare!- disse Billy vedendolo.

- Beh, non a caso voi eravate i mezz’uomini, io l’elfo!- Una risatina venne su dal pollaio.

- Ma facci il piacere! - Disse Elijah. Poi girandosi verso le ragazze, facendo finta che gli altri non lo potessero sentire disse:- E’ sempre stato geloso del fatto che io avevo l’anello e lui no.-

Altra risata. Il pollaio dopo pochissimo si disperse, era arrivato qualcun’altro di interessante a quanto pare.

- Ragazzi, questa è Emily.- tutti salutarono educatamente, compreso Dominic. Emily guardò bene Elijah e le scappò: - Ma tu sei Frodo Beggins!-  Elijah sorrise e alzò le mani. - Beccato!-, le disse.

Dominic intervenne subito:- E io? Non mi riconosci?-

Emily lo guardò attenta, ma non si ricordava quella faccia. – Mh…eri un hobbit?-

- Un hobbit! Mica uno qualsiasi! Io ero Merry! E lui è Pipino. –disse, indicando Billy, che fece un inchino.

- Ah…- Disse Emily. Lei quelle due facce proprio non le ricordava.

- Orlando sei un caprone!- Esclamò Dominic.- Porti una bella ragazza alla festa e non le offri neanche da bere, forza su! Che aspetti?- Elijah sarcastico aggiunse: - Conosco qualche caprone che si offenderebbe…-

- Ho capito, vado, prima che mi facciate a pezzi con la vostra dozzinale ironia!-

Seguito da Emily attraversò la sala verso la parte opposta. A metà tragitto, cercando di non farsi scoprire da lei si girò verso i ragazzi che cominciarono a fargli versi di approvazione, non tutti esattamente da veri gentlemen. Orlando li fulminò con un’occhiata ma era molto divertito.

- Che c’è?- chiese Emily vedendolo girato dall’altra parte.

- Ehm, niente.- poi aggiunse – Sai, sono dei gran bravi ragazzi. Un po’…come dire, giocherelloni, ma dei veri amici.-

- Li trovo molto simpatici, in effetti. Si vede che vi volete bene.-

Dopo aver preso da bere tornarono a chiacchierare con gli altri tre.

Erano curiosi di conoscere questa ragazza, la tempestarono di domande. In più lei studiava regia, quindi ne aveva di cose di cui parlare con loro. Specialmente Elijah, forse perché era quello con più esperienza alle spalle. Era molto interessato alla conversazione.

Dominic ad un certo punto si alzò e disse:- Signori, è il momento che il padrone di casa si sbronzi a dovere.- Doveva fare sempre il buffone, come al solito.

Si girò verso il centro della sala ed easclamò:- Fate largo!-

Gli altri risero. In verità, voleva che Billy ed Elijah facessero come lui, per lasciare soli quei due colombi.

Billy lo raggiunse subito, Elijah finì il discorso con Emily e poi si allontanò con la scusa di voler salutare qualcuno. Tre minuti dopo erano tutti seduti ad un tavolo, a spettegolare su quei due, come tre vecchie comari. E poi dicono che sono le donne quelle pettegole!

Rimasti solo, Emily e Orlando rimasero un po’ in silenzio.

- Allora questa storia della compagnia dell’anello è quasi una realtà.-

- Già. Però poi alla fine siamo sempre solo noi quattro. Sai i più giovani, quelli scapoli. In ogni modo siamo rimasti in buoni rapporti anche con altri, ma  quando si ha una famiglia le serate di baldoria con gli amici passano in secondo piano.-

- Mi sembra comprensibile.- affermò Emily.

- Ti va di vedere il giardino sul retro?-

- Con questo buio?-

- No, è tutto illuminato. Certo, di giorno è più bello, ma anche a quest’ora non è meno suggestivo. Facciamo due passi dai, che ne dici?-

Emily accettò ed uscirono.

 

Quei tacchi la stavano facendo impazzire, saranno stati anche un bel colpo d’occhio, ma perché le scarpe più eleganti devono necessariamente essere anche quelle più scomode? Non era abituata a tacchi così tanto alti, e adesso le toccava anche una passeggiata in giardino. Tuttavia, sperò di riuscire a mantenere l’equilibrio. Dopo pochi passi uno dei suoi tacchi le giocò un brutto scherzo. L’infida ghiaia la fece sdrucciolare, per poco non finì per terra se Orlando prontamente non l’avesse sorretta.

- Oddio! C’è mancato un pelo!- disse Emily che si era aggrappata alle spalle di Orlando che la teneva per la vita.

Con lentezza Orlando, raddrizando la schiena, portò verso di se Emily. Tenendola sempre stretta per la vita. I loro occhi si incrociarono e i loro corpi arrivarono a toccarsi in un istante che durò un secolo. Non erano mai stati così vicini.

Orlando riuscì a malapena a realizzare quella stupenda sensazione, la lasciò subito per paura di una sua reazione. Emily dal canto suo ebbe appena il tempo di assaporare una sensazione mai provata prima. Partiva dallo stomaco, per poi farsi sentire in tutto il corpo. Sentì che arrossiva e sperò che la semioscurità che li circondava la coprisse agli occhi di Orlando.

- Andiamo a sederci là, ho paura che la prossima volta non sarò così veloce!- disse Orlando indicandole i gradini di una delle tante entrate.

- Bella idea mettere questi tacchi, vero?-

- Bella idea la mia! Ti volevo far passeggiare tra i sassi come se fossimo vestiti per andare a fare una scampagnata!-

Chiacchierarono un po’ di stupidaggini, poi a Emily venne in mente della sceneggiatura. Lo stava pregando di dirle almeno qualcosa, ma lui fu irremovibile. Chi fosse il più cocciuto tra i due era ben palese già da un po’.

Passarono fuori un bel po’ di tempo, non si accorsero nemmeno quanto stettero a parlare. Quando Orlando guardò l’ora, si erano già fatte le due.

- Caspita, è tardi!- Esclamò.

- Davvero?- chiese Emily stupita.

- Se hai ancora voglia di rimanere, per me non c’è problema.-

- Non è questo, è che ho perso la nozione del tempo.-

- Anch’io.- aggiunse Orlando.

Decisero di rientrare e di andare a salutare per poi tornare a casa.

Entrando nella sala Orlando e Emily si imbatterono in una scena a dir poco ridicola: Dominic e Billy stavano ballando insieme una grottesca danza. Una specie di tango. Dominic guidava con una rosa finta in bocca e davanti a tutti c’era Elijah non ne poteva più per il tanto ridere. Orlando pensò che se fossero stati solo loro quattro adesso lui sarebbe stato guidato da Elijah, o viceversa. Facevano continuamente stupidaggini simili. Rise anche lui, disse a Emily di aspettarlo un momento e si intrufolò tra la folla raggiungendo Elijah.

- Ubriachi fradici, eh?-

- Come galline!- rispose lui, tenendosi le mani sullo stomaco dal gran ridere.

Gli spiegò che lui e Emily sarebbero andati via fra un momento, Elijah quindi catturò l’attenzione dei due ballerini provetti che fecero un inchino ai loro ammiratori e si allontanarono dal centro della sala.

- Tu non sai guidare!- Esclamò Billy in un farsetto ridicolo.

- Bimba, io sono un grande ballerino!-

Billy ritornò al suo tono di voce normale:- ma se mi hai quasi spezzato la schiena facendomi fare quel caschè!-

Dominic gli porse la rosa finta:-Per farmi perdonare, bimba.-

-Oooh! Grazie!- rispose Billy, di nuovo in farsetto.

Orlando fece per salutare e tutti chiesero dove fosse finita Emily.

- Mi aspetta la.- disse, indicando un punto infondo alla sala.- Le porgerò i vostri saluti, siete troppo ubriachi!-

- Ubriaco io? Non sono mai stato così sobrio!- Esordì Dominic che subito si diresse in direzione di Emily a grandi passi. Gli altri gli corsero praticamente dietro.

Emily vide Dominic camminare verso di lei a passo di marcia e si chiese:- Ma che vuol fare quel pazzo?-

- Signorina, mi permetta di salutarla degnamente!- le disse appena fu davanti a lei, dopo ciò si chinò e le baciò la mano. Intanto gli altri gli arrivarono alle spalle e si tranquillizzarono per il fatto che Dominic non ne aveva fatta un’altra delle sue. Cose tipo prenderla e baciarla con la lingua, ne era capacissimo anche da sobrio, figuriamoci in quello stato.

Emily rise di gusto, quel tipo era strano ma era veramente divertente. Salutò anche Elijah e Billy. Quindi lei e Orlando si incamminarono verso il cancello sentirono un urlo strozzato:- Fffffffat…-

Orlando si girò di scatto e vide Elijah con una mano sulla bocca di Dominic mentre Billy lo teneva fermo. Meno male chè c’erano loro!

Quando li videro lontani abbastanza Elijah e Billy liberarono Dominic ed Elijah gli assestò un bello schiaffo sulla nuca che gli fece ridere tutti e tre.

- Sei un vero bastardo, Dom!-

 

Arrivati a casa Emily si liberò seduta stante di quelle scarpe. Mentre lei si cambiava Orlando si preparò un caffè, prese la sceneggiatura e si sedette sul divano del soggiorno. L’aveva letta molto attentamente.

Emily uscì dalla sua stanza con il viso libero dal trucco e vestita per andare a letto. Era tesissima.

Orlando sorseggiando il caffè le fece cenno di mettersi seduta con lui. Emily notò che aveva fatto delle annotazioni a lapis e che c’erano delle parti sottolineate.

- Hai una bella calligrafia. Si legge benissimo. Io ti auguro di non dover mai leggere niente di mio pugno!-

Emily mise davanti agli occhi di Orlando il dito medio della sua mano destra e lui poté notare che aveva, nel punto in cui appoggiava la penna un leggero rigonfiamento.

- A forza di scrivere la pelle mi si è fatta più spessa lì. Sono sempre stata un no’ maniacale per ciò che riguarda l’ordine, anche nella scrittura.-

- Dovevi essere brava nei temi a i tempi della scuola. Questa sceneggiatura è molto bella e tu scrivi benissimo.-

Orlando le lesse ad alta voce le parti sottolineate, quelle che lo avevano colpito di più. Riusciva perfettamente a vedere quelle immagini costruirsi nella sua testa, Erano chiare, semplici, di un’intensità che lo avevano lasciato senza fiato. Le annotazioni che aveva fatto gli servirono a ricordare quello che aveva pensato e visto nel leggerle. Emily era raggiante del fatto che ad Orlando fosse piaciuta, ma soprattutto era felice che lui avesse immaginato le stesse cose che lei aveva in mente mentre la scriveva.

Stettero per almeno due ore seduti a discutere di quel lavoro, a rileggere le parti sottolineate. Emily sentiva per la prima volta le sue parole essere pronunciate da qualcuno. Era una strana sensazione.

Cercando di non perdere la concentrazione Orlando lasciava che i suoi occhi si perdessero ad osservare  tutto ciò che trovava di affascinante in lei e che la sua mente viaggiasse con la fantasia. Osservava i suoi capelli scuri che le cadevano morbidamente dalla coda lasciandole il collo scoperto, le sue mani iperattive che tradivano un po’ di tensione, le sue gambe affusolate e la curva dei suoi seni che lei metteva in evidenza stiracchiandosi ogni tanto, in un gesto tanto sensuale quanto innocente. Si immaginò come potesse essere la sua pelle al tatto, che odore avrebbe avuto, come sarebbe stato averla.

 

- Certo, non sarei sincero se non ti dicessi che un difetto c’è.-

- Dimmelo, ti prego! Mi fido del tuo giudizio.-

Orlando fece una pausa raccogliendo le idee.

- Beh, è quando parli dei sentimenti…a volte non sono riuscito a capire che cosa provassero i personaggi realmente.-

Emily si fece un po’ meno sorridente. Capì a che cosa si riferiva Orlando.

- Ehi, non fare quel faccino, dai!- le disse lui, dandole un pizzichetto affettuoso sul naso. – Il tuo lavoro è bellissimo. C’è appena qualche particolare da ritoccare. Anzi, se mi permetterai di farlo avevo intenzione di usare qualche mia conoscenza per proporlo a qualcuno.-

- No, Orlando, che dici? Non voglio che tu faccia questo. Non pretendo certo la perfezione, ma tu hai ragione. E’ asettico. Non traspare alcuna emozione in certe circostanze.-

- Ma  no, questo è essere troppo severi.-

- No. – Disse seria. – Questa è la verità.-

Erano le cinque del mattino ormai, ma nessuno dei due era stanco, anche se in quel momento di imbarazzo finsero entrambi di esserlo.

Orlando era un po’ dispiaciuto che Emily l’avesse presa così male. Non era riuscito a spiegarle con le giuste parole il difetto del suo lavoro e aveva combinato un disastro. E poi la desiderava da morire, accidenti! Talmente tanto che non sapeva davvero dove stava trovando la forza di resisterle. Non riusciva ad addormentarsi.

 

Emily era nello stesso stato. Quello che lui le aveva detto era esattamente il problema che la tormentava, il suo non saper esprimere le passioni violente dell’anima e anche quelle del corpo. Provò a dormire, ma le era impossibile anche il solo stare sdraiata le era difficile.

Come avrebbe potuto capire quale fosse la linea che distingueva un forte affetto dall’amore?

Orlando in quel momento era il suo centro e tutto il suo mondo. Nel pensare questo provò nuovamente quella sensazione che poche ore le era esplosa dentro alla festa quando lui in quell’istante l’aveva stretta tra le braccia.

Smise di pensare.

Si alzò e uscì dalla sua stanza dirigendosi verso quella di lui.

 

La porta, come sempre, era aperta e lei prima lo osservò. Era immobile, disteso su un fianco, sembrava che dormisse. Si avvicinò piano piano, la luce che filtrava dalla finestra accostata le permetteva di camminare con sicurezza. Orlando sentì dei lievissimi rumori, aprì gli occhi e vide che Emily era davanti a lui. Non si chiese il perché, forse perché sentiva a pelle cosa l’aveva spinta a venire da lui.

Si alzò dritto davanti a lei. Per quanto desiderasse tutto questo incominciò con calma ad accarezzarle il viso, il collo, le spalle. La attirò a se per la vita e appoggiò le sue labbra a quelle di lei. Sentì le labbra di Emily schiudersi piano, timidamente al pari delle sue mani di che si appoggiarono alle sue braccia, del tutto inesperte e un po’ impacciate. Sempre tenendola stretta in quel bacio la trascinò su di se mentre si sdraiava sul letto, quando improvvisamente la sentì tremare. Smise di baciarla, le tolse i capelli che le erano caduti davanti agli occhi e la guardò.

- Sei sicura Emily? Non voglio che tu bruci alcuna tappa, non voglio forzarti…-

Emily lo interruppe, gli posò leggera un dito sulle labbra e disse:- Non sono stata mai più sicura di una cosa in tutta la mia vita, Orlando. Voglio fare l’amore con te, se lo desideri anche tu.-

 

Quando si svegliarono in tarda mattinata il sole illuminava chiaramente la stanza. Emily sentiva il petto di Orlando che premeva sulla sua schiena e la gradevole pesantezza del suo braccio che le cingeva la vita. Non si era mai sentita così al sicuro e soprattutto non si era mai sentita tanto amata. Cercando di fare più piano possibile si girò verso di lui e scoprì che era già sveglio.

- Buongiorno.- Le disse sorridendogli. Emily gli sorrise di rimando, poi si strinse ancora di più verso di lui.

- Orlando?- chiamò, da quella posizione. Non aspettando che lui le rispondesse continuò:- adesso so come finire la mia sceneggiatura. Mi aiuterai?-

Orlando rise. – Certo che lo farò.-

- Credo di amarti.- disse Emily dopo qualche secondo.

- Anch’io Emily, anch’io.

   
 
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