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Autore: Ainely    31/10/2010    0 recensioni
Finalmente anche quella giornata volgeva al termine. Shuusei era veramente stanco: l'università, i quadri, il lavoro... eh già, un buon bicchiere di Jack Daniel's ci poteva stare prima di tornarsene pigramente verso l'appartamento... Fortuna che c'era Hitachi e il suo bar davanti alla stazione centrale. Forse avrebbe incontrato qualcuno, qualcuno per il suo lavoro.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hitachi's e la pioggia






Finalmente anche quella giornata volgeva al termine. Shuusei era veramente stanco: l'università, i quadri, il lavoro... eh già, un buon bicchiere di Jack Daniel's ci poteva stare prima di tornarsene pigramente verso l'appartamento.
Una volta entrato nel bar prese posto al suo solito tavolo, e senza nemmeno alzare la mano per ordinare, gli arrivò subito il bicchiere e la bottiglia. Hitachi era un angelo, non poteva essere altrimenti, lui si che capiva che cosa fare al momento giusto.
Prese la bottiglia e guardò il liquido scuro e liquoroso agitarsi al suo interno. Quelle sfumatire dorate gli fecero pensare al miele e al tabacco.
Dopo essersi servito portò alle labbra il bicchiere mezzo pieno e assaporò l'alcool con gratitudine.

Ah... ci voleva...

Disse tra sé e sé.
Dopodiché si guardò attorno, sembrava più affollato del solito... chissà... sarà stato per l'inizio del nuovo anno accademico. Che gli importava, lui stava bene col suo JD, le sigarette nella giacca e tutti gli altri suoi problemi.
Mmm... no, troppo giovani, troppo ingenui... no, nessun possibile "cliente".
Essere uno studente universitario con a carico le proprie spese e un appartamento non era certo facile, doveva pur in qualche modo tirare avanti e di certo i suoi quadri non vendevano quanto avrebbe voluto, fortuna, però, ha voluto che sua madre gli avesse dato un bel viso, capelli corvini e profondi occhi blu, un'ottima merce, senza alcun dubbio.
Sospirando riprese a sorseggiare il suo Jack in attesa che si avvicinasse qualcuno...

Qualche minuto dopo entra al bar un giovane, che si siede su uno sgabello davanti al bancone ordinando un coktail, non si voltò nemmeno per vedere Shuusei, era rimasto un po' stordito da Tokyo, erano cambiate diverse cose.

Shuusei posò il bicchiere sul tavolino cercando con insistenza le sigarette che aveva appena acquistato, non appena le trovò se ne portò una alla bocca accendendola. Notò solo in quell'istante un movimento proprio davanti a sé: qualcuno si era seduto sullo sgabello davanti a lui. Era un ragazzo biondo, gli occhi non riuscì a vederli, ma non doveva avere più 19-20 anni.
Sbuffò una densa nuvola di fumo e si alzò dopo essersi riempito di nuovo il bicchiere, e portò la bottiglia al bancone, mettendosi proprio accanto al ragazzo.

Ehi, Hitachi... come sempre sei il migliore...

Sorrise al barista, ormai diventato suo amico.

Metti sul mio conto... spero di riuscire a saldarti tutto entro la fine della settimana...

Dopo le solite frecciate del barista, che lo esortava dicendogli di mettersi a posto una buona volta e di trovare un lavoro non così "anomalo". Shuusei non poté fare a meno di ridere voltandosi a fissare il ragazzo, rimasto accanto a lui mentre beveva.

Oggi giorno sembra così facile dire "trovati un buon lavoro"... se ce ne fosse almeno uno... vero? Ognuno si aggiusta alle proprie possibilità... non credi anche tu?

L'altro si voltò per osservare il giovane dai capelli corvini e rimase in silenzio mentre lo ascoltava.. dopo un po' gli rivolse la parola.

Eppure sei un bel ragazzo...di solito quelli come te non sono favoriti nel trovare lavoro?

Rise piacevolmente colpito per quella domanda mirata e più che sensata.

Beh, occorre anche la fortuna di trovare qualcuno che ti raccomandi... E poi... ho già una specie di "lavoro"... Ad ogni modo,Shuusei...

Continuò a sorridere porgendogli la mano mentre gli si presentava.
Gli sorrise con un pizzico di malizia.

Gli strinse la mano

Dylan..e che lavoro fai, se posso saperlo?

Gli sorrise a sua volta inclinando lievemente il capo e sorseggiando il proprio cocktail.

Diciamo che mi diletto a dipingere... mi piacciono molto i nudi artistici... ma quello potrebbe essere definito più un hobby.

Si passò con noncuranza una mano tra i capelli continuando a fissarlo.

Per il resto, quando ho l'opportunità... faccio lo gigolò...

Attese una reazione da parte dell'altro sorseggiando ciò che rimaneva nel suo bicchiere.

Uno gigolò?

Domandò con un sorrisetto appena accennato mentre beveva, tornando poi a guardarlo in volto.

Talvolta...

Alzò le spalle e le sopracciglia per enfatizzare la frase, ma Hitachi boffonchiò fa sua solita frecciatina:"Se' talvolta... talvolta mi chiedo se davvero ti dispiaccia farlo...!" dopodiché tornò alle sue ordinazioni.

Shuusei si strinse nelle spalle.

Ah! Allora assumimi come cameriere e vedrai! Barista taccagno! Uff... non starlo a sentire... Anche se tutti i torti non ce l'ha... delle volte mi domando se riuscirò davvero ad uscirne.

Si avvicinò all'orecchio di Dylan mentre gli parlava e sorrise nel vederlo lievemente imbarazzato e con uno certo stupore.

Ehi, come mai quella faccia? Non sono neanche molto caro, sai?

Appoggiò un gomito al bancone, inevitabilmente gli tornarono in mente la serie di problemi e questioni ancora da pagare...
La bolletta della luce... il fornitore delle sue tele nuove...
In totale doveva ancora pagare quasi, o più, 70.000 Yen.
In quel momento maledisse suo padre, ma si costrinse a ricacciare indietro quel pensiero poiché, se quella sera avesse "lavorato", si sarebbe talmente innervosito da dover addirittura rimborsare il potenziale cliente.

Il ragazzo parve ancora un po' in imbarazzo ma rispose senza mai distogliere gli occhi dai suoi.

No, niente... stavo pensando che è davvero strano che tu sia in "bancarotta", vista la tua bella presenza... E comunque non ho alcun pregiudizio... solo mi domando quante... "vecchie" ti avranno chiesto di...

Dylan lasciò in sospeso la frase, sperando che l'altro avesse intuito perfettamente, come ovviamente accadde.

Vecchie, eh? Beh, ti dirò... alcune volte è capitato e sono anche le più generose in fatto di pagamenti, ad ogni modo non mi soffermo solo alle donne, ovviamente... anzi ad essere sincero, non credo che sia mai stato particolarmente interessato a loro. Posso farti un prezzo di favore se vuoi... di solito vado sui 30.000 Yen, ma mi sei simpatico... potrei scendere a 20.000, che ne dici?

Dopo la risposta al quanto esplicita, Shuusei si accese un'altra sigaretta con fare annoiato in attesa di una risposta.
Dylan scoppiò in una sobria risata quella proposta doveva averlo colto di sorpresa.
Reggendosi con una mano al bancone fece ruotare il sellino dello sgabello completamente verso Shuusei, che attendeva ancora un verdetto.

Wow... beh... interessante... ma se ti dicessi che non ho l'età?

Shuusei parve colto appa sprovvista e sgranò gli occhi aprendo bocca.

Non hai l'età?! Non avrai mica 15 anni spero!

No, ma per la legge giapponese pur avendo gia compiuto 19 anni... non sono ancora maggiorenne...


Che altro poté fare Shuusei se non ridere e aspirare dalla sigaretta? Con un tono quasi sarcastico rispose

E allora non potresti neppure bere quello, sai? Sei davvero un ragazzo dall'aspetto ingannevole... pensavo che bene o male avessi l'età giusta... Eh, povero me... non me ne va una in porto...

Gli indicò il cocktail che aveva proprio sotto al naso, ma subito dopo Dylan rise e deviò il discorso.

Io sono un fotografo. Ho studiato all'estero per un anno e sono tornato a Tokyo da meno di un mese... Ti dirò... potrei tenerti in considerazione per un eventuale provino per la mia prossima esposizione...

Shuusei annuì, sembrava poco convinto.

Così giovane e già così promettente? E come mai mi vorresti fare un provino? Sai quanti modelli ci sono in una città grande come questa?

Certo, ma non tutti hanno il tuo stesso colore degl'occhi...


Commentò Dylan prendendo un cubetto di ghiaccio portandoselo alle labbra per succhiare ciò che rimaneva del suo cocktail.

Capisco... Dunque la mia offerta, o prezzo di favore, non è stata accettata... dico bene?

Spense la sigaretta nel portacenere di cristallo posto lì vicino. Dylan alzò una mano come per fermarlo.

Non ho mai dato una risposta. Ma dimmi... prima hai parlato di quadri...

Già... mi piace ritrarre nudi artistici. Non a caso studio anche nell'Accademia delle Belle Arti e sono all'ultimo anno... e dopo chissà... diventerò ricco e famoso eccetera eccetera eccetera... Ah... tutti sogni... Da quando ho 15 anni che so che resteranno tali. E' già abbastanza difficile sopravvivere per me... Certo che avere la fortuna di incrociare il critico d'arte giusto...

Scrollò lentamente la testa sospirando.

Se quella sera andava "in bianco", pensò Shuusei, e non concludeva alcun affare allora avrebbe senz'altro gradito un altro JD.
Tornare a casa ubriaco non gli avrebbe di certo risolto alcun ché, ma almeno avrebbe potuto dormire tranquillo o magari avrebbe rimorchiato il primo travestito dietro l'angolo e poi una volta giunto il mattino sarebbe tornato ad essere -da quegli squilibri notturni che lo rendevano delle volte davvero libero di essere se stesso- il misterioso e schivo Shuusei, lo studente dell'ultimo anno di Belle Arti.
Con voce roca domandò di nuovo la bottiglia di Jack Daniel's.

E sia...

Si disse in risposta ai propri pensieri mentre si riempiva nuovamente il bicchiere.
In meno di un attimo lo svuotò e sentì il calore delizioso dell'alcool invadergli il corpo.

Posso vederli?

Dylan gli sorrise, pazientemente, mentre vedeva l'effetto del JD sulle gote dell'altro e si appoggiò col mento sul palmo della mano.

Cosa?

Chiese Shuusei sgranando appena gli occhi.

I tuoi lavori. Sarei davvero curioso, hai una personalità particolare e senza dubbio devi avere anche uno stile originale.

Shuusei non poté non sorridergli quasi in modo beffardo e si versò un'altro bicchiere.

Siamo sicuri che sia io lo gigolò? Altrimenti penserei che... che tu voglia abbordarmi... Perchè non dovrei mostrarteli? Mi farebbe piacere sapere che almeno uno potrebbe interessarti.

Sollevò il bicchiere come per brindare e se lo accostò alle labbra. Anche questa volta sentì il languido calore salirgli alla testa.
Si passò una mano tra i capelli e tirò fuori 2.000 Yen che lasciò sul bancone, accanto alla bottiglia e al bicchiere.

Non sei ubriaco, vero?

Domandò Dylan posandogli una mano sul braccio.

Non preoccuparti... vado a casa, è proprio qui dietro...

Shuusei sorrise, parlando con voce leggermente impastata dall'alcool e si alzò infilandosi il lungo cappotto di lana nera.
Anche Dylan si alzò posando distrattamente un paio di banconote.

Ti accompagno...

Uscirono insieme, fuori aveva appena finito di piovere e l'asfalto era reso ancora più cupo e plumbeo ma vi si riflettevano le sfavillanti luci al neon degl'alti palazzi di vetro e cemento che li circondavano.
L'autunno, quell'anno, era particolarmente e stranamente rigido e un vento freddo e pungente li investì non appena girarono l'angolo.
Shuusei infilò entrambe le mani nelle calde tasche del cappotto e voltò appena la testa per vedere se quel "biondino" lo stava davvero seguendo.
Dylen era proprio alla sua destra, con la giacca ben chiusa, bocca e mento ben nascosti nel bavero rialzato.

Sei sempre così premuroso?

Domandò Shuusei mentre si avvicinava l'accendino alla sigaretta.

E tu sei così solitario?

Usò il suo stesso tono mentre gli sorrideva alzando un sopracciglio.
Shuusei non poté fare a meno di ridacchiare e subito dopo si fermò appoggiandosi con la schiena al muro, accanto a un portone di un alto palazzo di 20 piani.

Solo quando solo un po' brillo e quando piove...

Sbuffò il fumo dalle labbra leggermente schiuse.

Ottimo! Ora abbiamo entrambe le cose: piove e tu hai bevuto! Spero che la mia compagnia non ti sia di disturbo, eh?

Dylan gli si avvicinò sfilandogli la sigaretta dalle dita rubando un generoso tiro, per poi mettergliela tra le labbra. In quel momento riprese davvero a piovere e sembrò che l'intera città venisse inghiottita dall'assordante ruggito della pioggia.

Dai, sali...

Lo invitò e dopo alcuni istanti, Shuusei, gettò a terra il mozzicone osservando il ragazzo con la coda dell'occhio in modo complice e prese un mazzo di chiavi da una tasca, dopodiché aprì il grande portone di vetro...

 

Fine...?

   
 
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