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Autore: FrogWriter    31/10/2010    1 recensioni
Una collezione di schede telefoniche che si porta dietro ricordi di tutti i tipi. Alcuni dolci, leggeri, belli, altri che invece scottano come una bruciatura.
Fanfiction partecipante all'iniziativa "2010: A Year Together" indetta da Collection of Starlight.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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179. Collezione di schede telefoniche

Elena si sentiva osservata da quell'insieme di piccole, sottili schede rettangolari estremamente colorate. Alcune erano stropicciate, sballottate qua e là tra tasche, borse e portafogli; altre erano perfettamente integre, poco o mai utilizzate. Alcune erano doppioni, altre invece rarissime. Alcune le aveva ricevute in regalo, altre le aveva trovate poggiate chissà dove, altre ancora le aveva comprate in qualche negozio o addirittura acquistate su internet. Non le aveva catalogate o divise in alcun modo. Le piaceva tenerle risposte in una scatola apposita, ma totalmente sparse, per godere di quella sensazione di allegria alla vista nel levare il coperchio. Un'esplosione di colori, scritte, alcune delle quali risaltavano ai suoi occhi e attiravano la sua attenzione, riportandole alla mente qualche ricordo particolare. Perché questo era il più grande dono che quelle schede telefoniche, in tanti anni raccolte, riuscivano a farle: i ricordi. Ognuna di esse ne portava con sé uno, più o meno importante. C'era la scheda telefonica del segno del Toro, regalatale dalla nonna per il suo tredicesimo compleanno. La nonna l'aveva riposta in un piccolo scatolino dorato, perfettamente impacchettato. Nel vederlo Elena aveva pensato fosse un gioiello, ma nell'aprirlo una gioia immensa l'aveva pervasa, al pensiero che la nonna le aveva fatto il regalo perfetto, a lei che i gioielli li odiava.

C'era la scheda con la foto di Roberto Baggio, che il fratellino, che la custodiva gelosamente, aveva voluto regalarle per i diciotto anni, non riuscendo a trovare qualcosa di meglio. L'aveva abbracciato piangendo, commossa da quello che per lui era un sacrificio che non si sarebbe mai aspettata.

Com'era dolce quella con il Duomo di Milano! Non tanto per l'immagine che recava, ma per il ricordo legato al modo in cui l'aveva ottenuta. In visita a Milano, ospite da sua cugina, l'aveva ricevuta in dono da un amico della cugina; un ragazzo che per lei era diventato speciale, un amore, il suo primo vero amore. E quella scheda ne era diventata il suggello, il simbolo di un amore dolce e vero. Purtroppo a distanza. Un amore finito troppo presto, ma il cui ricordo andava conservato gelosamente nella fugacità dei rapporti successivi.

Elena decise di infilare la mano dentro la scatola, di sentire, sulla sua pelle, gli angoli arrotondati di quelle schede che rappresentavano, ormai, la sua vita. Avrebbe potuto scrivere un'autobiografia raccontando i soli ricordi legati a esse. Con cura, lentamente, infilò il braccio in un piccolo spazio in superficie e cominciò a muovere delicatamente la mano tra quei sottili ricordi. Rideva, contenta e le sembrava di sentirsi una bambina che nuota nella vasca di palline. Decise di afferrarne una, per vedere l'effetto che una scheda presa a casaccio poteva farle provare. Rovistò ancora un po' nel mucchio, poi chiuse gli occhi, strinse la mano e la tirò su. Aveva ancora gli occhi chiusi. Aprì il palmo della mano e lentamente schiuse le palpebre. E poi la vide. Era gialla e portava , su quel giallo, l'immagine di tre margherite di diverse dimensioni. La mano cominciò a tremarle al ritmo accelerato del suo cuore. La appoggiò sul tavolo e continuò a fissarla, mentre lo sguardo le si appannava a causa di alcune lacrime. Continuava a guardarla, mentre la scritta riportata su di essa le rimbombava in testa. “La margherita rivela l'innocenza di un sentimento appena nato”. La frase rimbalzava da una parte all'altra della testa e tentava di uscirne con quelle lacrime che da piccole erano diventate grandi e ingombranti, finendo per formare piccole gocce sulla plastica gialla. Elena si sentiva svenire e non sapeva come impedire tutto ciò.

Poi, in uno scatto d'ira, prese la scheda e la scagliò contro il muro. Rimise in fretta il coperchio alla scatola e cominciò a imballarla di strati di scotch. Quando ebbe finito, la sollevò dal tavolo e la ripose sotto il letto, coprendola con un telo che utilizzava solitamente come tappeto.

Si rialzò e si mise davanti lo specchio della sua camera. Il suo viso era stravolto, rosso: gli occhi neri per la matita sbavata; le guance attraversate dalle lacrime che sembrava quasi avessero scavato dei solchi. I capelli erano l'unica cosa in ordine, raccolti in una coda morbida; così acconciati, lasciavano intravedere una piccola macchia di inchiostro poco al di sotto dell'orecchio. Elena vi passò una mano sopra, strofinando la pelle in quel punto, cercando di farsi male. Le lacrime continuavano a bruciarle le guance, mentre quell'inchiostro le bruciava l'anima. Tolse la mano da quel punto e ruotò lentamente la testa, finché sullo specchio non apparve l'immagine di un piccolo tatuaggio. Una margherita, sul capolino* della quale vi erano disegnate due lettere: una E e una G. La margherita era arrossata dalla frizione fatta da Elena, ma era sempre visibile, quando invece Elena avrebbe voluto esattamente il contrario. Non potendo far altro per farla sparire, sciolse la coda e lasciò ricadere i capelli sulle spalle. Sistemò per bene la ciocca di capelli davanti all'orecchio e, accertatasi che il tatuaggio fosse nascosto, uscì fuori dalla stanza.


*Ho impiegato non so quanto tempo a cercare come si chiama il cerchio giallo della margherita, quello al centro che ha attorno i petali, per intenderci. Ho scritto capolino alla fine, tra tutti i nomi con relative descrizioni trovati mi sembrava fosse quello che intendevo io. Ovviamente, se dovessi aver sbagliato, chiedo scusa e accetto le correzioni!^^

***

Buonasera! Ecco qui il mio ultimo "lavoro"... devo dire che mi piace abbastanza, strano ma vero! E sono contenta di averla scritta, mi serviva. Le schede telefoniche descritte sono realmente esistenti, le ho trovate in un catalogo di schede telefoniche da collezione. Che altro dire, se non che la storia è una Fanfiction partecipante all'iniziativa2010: a year togheter , indetto dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight } ?
Buona lettura e se volete commentare, mi rendete solo tanto tanto felice!!^^

   
 
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