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Autore: alaal    01/11/2010    3 recensioni
Abbiamo lasciato Ash e Pikachu sulla strada tra Pallet Town e Viridian City. Cosa accadrà ai nostri amici durante la loro avventura? E soprattutto... cosa penserà Pikachu del suo allenatore, dopo la tremenda esperienza con gli Spearow?
Genere: Commedia, Introspettivo, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pikachu
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Pokemon Prima Serie - Indigo Plateau'
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La strada percorsa da Ash Ketchum (così si chiama il mio allenatore, se ben ricordo), dal luogo in cui mi ha raccolto da terra dopo la furiosa battaglia contro gli Spearow, è stata molto lunga. Il sole era calato rapidamente dietro l’altopiano verdognolo che separa la città di Viridian City da Pewter City (almeno, così pare che le città si chiamino) e le prime stelle della sera iniziavano a brillare nello zenit dell’immensità del cosmo.
La camminata del mio allenatore mi sembra assolutamente incerta, le gambe sono claudicanti, il suo procedere va a zigzag. Non una volta si è fermato per riposarsi, e per tutto il tempo non mi ha lasciato andare. Mi ha sempre tenuto stretto contro il suo petto, nelle sue braccia. Per un certo momento ho avuto freddo, sarà dovuto all’aria rinfrescata dalla pioggia di poco fa, ma quell’abbraccio così saldo è piacevole e procura un certo teporino.
L’aria, dapprima piena di colori diversi e dagli odori molto freschi, lentamente va ad assomigliare all’odore penetrante del cemento delle città, che ho avuto modo di annusare. Penetrante e assolutamente odioso. Ci stiamo avvicinando ad una città. Dov’è che mi voleva portare il mio allenatore? Ah già, in un Centro Medico per Pokémon. Non ne ho mai visti, chissà come sono fatti questi centri Medici.
-Attenzione cittadini di Viridian City, attenzione! Ci sono stati segnalati numerosi furti di Pokémon nella nostra zona. State all’erta se vedete degli estranei dall’aria sospetta, ripeto state all’erta se vedete degli estranei dall’aria…ehm, come stavo appunto dicendo.- La voce femminile proveniva da chissà dove, l’eco si diffonde molto rapidamente ed è piuttosto acuta e fastidiosa per le mie povere orecchie. La voce che pronunciava queste cose ha acceso qualcosa nell’animo del ragazzo che mi porta in braccio, come una miccia: il suo cuore ha iniziato a battere molto più velocemente ed io ho proprio l’orecchio destro appiccicato al suo torace. Mi pare di essere a diretto contatto con un tamburo suonato in un concerto. L’andatura di Ash, dapprima lenta ed insicura, diviene all’improvviso celere e scattante. Il suo fiato mi inonda il volto, i polmoni si contraggono e si riempiono ad un ritmo impressionante. Questo movimento e questo ritmo, per un certo momento, riescono addirittura a cullarmi nel dolce dormiveglia dell’incoscienza, ma purtroppo un qualcosa mi porta tristemente alla realtà. Il mio allenatore, non so per quale motivo, viene strattonato da dietro e l’andatura, così veloce e regolare, subisce una brusca fermata.
-Fermo lì! Dove credi di scappare con quel Pokémon in braccio, giovanotto?- Ash, abbastanza irritato per quel contrattempo, si volta di scatto e grida alla donna che ha la stessa voce del megafono: -Questo Pokémon è mio, ed è ferito, quindi devo portarlo subito all’ospedale, capito?!- Ah, che gentilezza! Neanche se volessero rapinarti! Nessuno ti ha insegnato le buona maniere? Un nuovo odore arriva alle mie narici. Un odore forte di muschio. Una presenza è proprio davanti a me, e mi scruta.
-Oh, mi dispiace moltissimo, pensavo che lo stessi rubando…fammi vedere i tuoi documenti e ti lascio andare.- Quella donna (è un poliziotto, si riconosce la divisa), dapprima così dolce e comprensiva, è diventata brusca e minacciosa. Come sono volubili i sentimenti umani! Quel cambio improvviso di umore deve avere colpito anche il ragazzino con il cappello, perché ad un certo punto un brivido gli percorre tutto il corpo, ed io l’ho percepito benissimo.
-Documenti…? Ecco, io non ho documenti…vede, noi siamo partiti da Pallet, e poi purtroppo…-
-Che strano, lo sai che sei la quarta persona che incontro oggi e che viene da Pallet?-
-Come, la quarta?- Questa notizia deve avergli dato un particolare shock perché ad un certo punto le sue braccia, come fossero un serpente, si avvinghiano contro il mio corpo. Che cosa stai facendo…? Aiuto, non riesco più a respirare!
-Oh, no… questo vuol dire che Gary Oak è già qui!- E chi è ‘sto Gary Oak? Un tuo amico, per caso? Ad ogni modo, dopo qualche secondo di rabbia, l’allenatore ammorbidisce l’abbraccio. Siano ringraziati i Kami!
-Comunque è molto strano vedere qualcuno portare un Pokémon in braccio anziché nella sua sfera Pokè…- Nooo! Non se ne parla! In quella trappola per topi non ci entro! … aspetta un minuto, ma io sono un topo! Devo pensare meglio alle metafore… è difficile farlo, con tutti i dolori che ho.
-…ma dimmi, come faccio a sapere che hai rubato quel Pokémon e non hai nemmeno i documenti?- La poliziotta è davvero un’impicciona… perché non si fa gli affari suoi? Basta, fatela stare zitta, la sua voce è davvero gracchiante!
-Mi lasci andare signorina, non ruberei mai un Pokémon, e poi devo portare Pikachu all’ospedale, per favore!- Che il mio pseudo-allenatore non riesca a rubare un Pokémon è abbastanza chiaro, figurarsi che per un certo momento non sapeva neanche su quale strada indirizzarsi per raggiungere questa città.
-Ehi! Che cos’hai in quella tasca?- L’attenzione della donna poliziotto è stata catturata da un oggetto che il ragazzino ha in una delle sue centinaia di tasche. Deve essere particolarmente importante, visto che Ash lo tira fuori dalla tasca indicata dalla poliziotta e con voce tremante, dice: -Cosa…ah, questo?- La donna afferra l’affare rosso (ah! Il Pokécoso! Come ho fatto a dimenticarmi?) e pare molto felice di vedere l’enciclopedia elettronica del mio allenatore.
-Sì!! Ma bene, perfetto! Con questo PokéDex risolveremo tutti i nostri problemi!- Deve essere davvero convinta di quello che dice. Cosa vuoi che risolva quel pappagallo robotico? Al massimo può prendere per il naso il mio sprovveduto allenatore, ma niente di più. È talmente convinta della sua affermazione che, aprendo lo sportello rosso del cosoDex, pigia alcuni pulsanti, ed esclama infervorata: -Vediamo se ne sei davvero il legittimo proprietario!-
Un BIP si diffonde nell’aria, ed una voce monotona e robotica inizia a parlare.
Sono Dexter, un PokéDex programmato dal Professor Oak per l’allenatore Ash Ketchum, allo scopo di fornirgli informazioni e consigli riguardanti i Pokémon e il loro addestramento. In caso di furto o smarrimento non posso essere sostituito.” Bastaaaa, fatelo stare zitto! Se c’è una cosa che odio più tra tutte le cose, ebbene quella è sicuramente l’odiosissima voce di quel pappagallo robot. Fortuna che la tortura è finita presto, e che Ash prende la parola prima che il Pokécoso tornasse a parlare.
-Oh, non pensavo che il mio PokéDex fosse anche la mia carta d’identità. Posso portare Pikachu al Centro Medico adesso?- -Vi ci porterò io in un battibaleno!- Questa frase è stata pronunciata con fin troppa enfasi. Certo che i sentimenti di questa donna sono i più superficiali di ogni umano che io abbia mai conosciuto. Ad ogni modo, la donna si allontana di qualche metro e l’allenatore la segue a ruota. La donna poliziotto preme un pulsante su un parete ed un forte rumore metallico inizia ad espandersi. Una saracinesca verde si sta sollevando lentamente, sprigionando un fortissimo odore di benzina e di gomma. Questi odori mi aggrediscono i polmoni, penetrando con ferocia nel mio naso. Phew, odio gli olezzi della città!
Ci inoltriamo in un luogo molto buio, però riesco comunque ad intercettare uno strano marchingegno, tutto colorato di bianco, dotato di due sedili, uno più basso dell’altro. Ash si sistema nel sedile più basso, dotato di un piccolo schermo di vetro. Anche la poliziotta si siede su un sedile, quello più alto, ed è seduta a cavalcioni. Mi chiedo perché.
-Adesso reggiti forte e non urlare!- E perché mai dovremmo urlare? Non ne vedo assolutamente il motivo… un rombo improvviso esplode nelle mie orecchie, e lo strano marchingegno inizia a muoversi, allontanandosi con folle velocità dal luogo buio e puzzolente di benzina e di gomma. Più il coso bianco prendeva velocità, più il rumore diveniva acuto, trasformandosi in una sorta di pernacchia semovente. Il mezzo crea inoltre un sacco di fuliggine, e l’unica cosa che riesco a notare a distanza è una persona che tiene in mano qualcosa e che tossisce, poi null’altro. Ash, intanto, sta gridando come una femminuccia, ma perché non sta zitto e lascia in pace le mie povere orecchie?
Sposto il mio sguardo nuovamente nello zenit, il cielo è divenuto più rossastro. Nuvole a pecorelle in tutto l’orizzonte, la prima stella della sera brilla magnificamente, come fosse una regina incontrastata che governa indiscussa il suo reame. Ah, un piccolo oggetto sospeso nel cielo mi appare all’improvviso davanti agli occhi… mi sembra una mongolfiera, ma non riesco ad osservarne le fattezze, perché questa mongolfiera è posizionata proprio davanti al sole color arancione scuro, e se mi metto a fissarla, poi gli occhi mi bruciano. Lascio perdere ed inizio a pregare che questo supplizio svolga rapidamente al termine. Le grida del mio allenatore ed il mezzo a locomozione pernacchioso continuano a martellarmi nel cervello, e non accennano a fermarsi. Kami, fatemi morire in questo momento!

Ed ecco un nuovo capitolo della serie più amata dei Pokémon! Volevo dedicare questo capitolo al maestro indiscusso dell'arte del disegno dei Pokémon, il capo scrittore delle storie Pokémon, ovvero Takeshi Shudo, venuto a mancare il 29 Ottobre 2010. Mi è sembrato doveroso ricordarlo con una storia che bene o male rappresenti il suo stile e la sua passione per un lavoro che ha dato gioia e fantasia a milioni di ragazzi in tutto il mondo.
Il suo lavoro non sarà dimenticato, fino a quando ci sarà qualcuno che crederà ancora nella magia del mondo dei Pokémon.
   
 
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