In
un mondo popolato da demoni oscuri, che compiono esperimenti su ogni genere di
creatura per realizzare un esercito abbastanza potente da conquistare il mondo
intero, una sola ragazza sarà in grado di riportare la pace e l’armonia
annientando il male, una ragazza creata dal male stesso. Il signore delle
tenebre riuscì a dare vita a una creatura fantastica, o mostruosa, dipende da
quale punto di vista si guardi. Trasformò una giovane umana in una perfetta
arma di disrtuzione, dalla forza straordinaria e abilità senza eguali; quasi
potente quanto lui. La compagna perfetta, pensava, insieme sarebbero
sicuramente riusciti ad avere il pieno controllo di tutte le terre; questo
naturalmente prima di rendersi conto che non aveva ancora fatto i conti con la
volontà dell’umana. Essa, infatti, si ribellò al suo creatore riuscendo a
scappare.
Mi dirigo verso il regno dell’ombra,
dove si sta svolgendo una grande battaglia, forse quella decisiva. Tutte le
razze si sono unite per combattere contro i demoni, un immenso esercito creato
dal signore delle tenebre, allo stesso modo in cui ha creato me.
Spalanco le ali e mi alzo in
volo, arriverò prima.
Scorgo la sua figura che, pur
essendo nascosta dall’ampio mantello nero, è perfettamente riconoscibile. Si è
accorto di me e stupidamente sorride, non ha capito niente! Plano accanto a lui
ripiegando le ali.
-Sapevo saresti tornata, per
questo ti ho lasciato andare- mi dice subito.
Presuntuoso. Mi lascio scappare
un mezzo sorriso prima di sguainare la spada. Anche stavolta fraintende il mio
gesto, -Vedrai, insieme domineremo tutti i regni- dice infatti entusiasta.
Vediamo se capisce così. Mi
scaglio contro di lui menando un fendente che blocca di piatto. La sua iniziale
espressione stupita si tramuta subito in una smorfia di disprezzo. Parte al
contrattacco senza più una parola.
È dura, eppure riesco a resistere.
Mi trovo in trappola, ma non ha più importanza. Tutto ciò a cui tenevo, tutto
quello che ho amato ormai l’ho perso a causa sua. Non mi importa di morire,
quello che conta è che riesca a ucciderlo. Lo trafiggo. Un colpo al cuore,
nello stesso istante in cui lui ferisce me. In quel momento sento tutte le
forze fluire via dal mio corpo, i sensi mi stanno abbandonando, ma percepisco
che anche le ali sono svanite. Sono tornata umana. E sto morendo.
-Rahan!- sento chiamare il mio
nome, mi giunge alle orecchie come un’eco lontana. Riconosco la voce del mio
migliore amico. Sento di dover vivere!